La crisi delle istituzioni liberali nel momento di una loro possibile democratizzazione è alla base di un processo di disgregazione dello stato che passa attraverso la militarizzazione della politica e l’utilizzo della forza come elemento di legittimazione della propria parte politica. Questo processo è particolarmente evidente negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale in tre paesi – Italia, Spagna e Portogallo – con differenti esperienze della guerra, ma che condividono uno sviluppo industriale debole ed una struttura sociale ancora profondamente legata al mondo agricolo. Tutti e tre questi paesi conoscono colpi di stato autoritari negli anni ’20 come esito di una destabilizzazione istituzionale in cui lo scardinamento del monopolio della violenza è parte essenziale di questo sviluppo. Obiettivo di questo intervento è un’analisi comparata delle pratiche e delle forme della violenza, e in particolare della violenza fascista, in questo contesto politico e sociale e della loro evoluzione.