L’intervento – a partire dalla riflessione condotta negli ultimi anni – sarà articolato in due momenti. Da una lato proverà a focalizzare l’attenzione sul rapporto tra la formazione del discorso politico in area democratica e le strategie della sua comunicazione al corpo elettorale effettivo e/o potenziale, ponendo al centro dell’attenzione la costruzione di eventi basati sull’oralità nel quadro delle pratiche di mobilitazione. Dall’altro proverà ad individuare alcuni indicatori per cogliere la ricezione del discorso nel momento in cui viene prodotto/proposto e a distanza di tempo.
Sul primo versante ci si soffermerà sulla individuazione di forme e linguaggi della comunicazione nettamente caratterizzati nel mondo democratico e alternativi rispetto ad altre famiglie politiche; all’interno di una peculiare modalità di rapporto con gli elettori verranno esaminate pertanto le accezioni/rappresentazioni di alcuni elementi cardini della costruzione di un più ampio discorso politico: sovranità, rappresentanza, mandato, “democrazia” intesa sia come forma di governo basata su una effettiva eguaglianza di diritti e doveri sia come struttura organizzativa che opera nel paese e trova la sua espressione parlamentare negli uomini dell’estrema sinistra.
Sul secondo versante si proverà a valutare l’impatto e la ricezione delle proposte in relazione a due strategie comunicative adottate in area democratica: quella del discorso agli elettori in senso proprio se pur non esclusivamente limitato alla fase pre-elettorale, e quella delle grandi esperienze di mobilitazione popolare e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che si susseguono tra gli anni settanta e gli anni novanta su temi via via diversi e specifici. Ciò nella convinzione che nelle campagne democratiche di mobilitazione dell’opinione pubblica stia il vero elemento innovativo della strategia comunicativa di fine ottocento, destinato ad estendersi e ad influenzare anche gli approcci di altre famiglie politiche.