Corpo armato politico finanziato dallo Stato, la Mvsn viene presentata come il mezzo per disciplinare i ras, ma serve per limitarne l’influenza politica e legalizzarne la violenza così da disporne contro le opposizioni e nei rapporti con esercito e monarchia. Inserendosi nella politica di duplicazione dei poteri, interviene in più ambiti: nella politica militare a discapito delle forze armate, nella repressione interna in competizione con gli organi di pubblica sicurezza e nell’educazione dei giovani insieme al Pnf, con cui le relazioni sul territorio sono spesso conflittuali.
Gli iscritti nel 1940 risultano quasi un milione, la maggior parte dei quali viene mobilitata in occasione delle campagne belliche o per addestramenti e parate. Sul piano ideale essi si autorappresentano come “superfascisti”, poiché interpreti dell’anima militare del fascismo, ma la loro politicizzazione è stata a lungo minimizzata per la passività dimostrata il 25 luglio 1943; tale interpretazione è in discussione dopo recenti studi sulla loro condotta l’8 settembre.