Metropoli e colonie sono divise da vicende storiche diverse e dalla materialità della geografia: ma proprio la situazione coloniale pone questa separatezza in discussione. Si moltiplicano i viaggi, gli scambi, le norme, ma anche i racconti, gli stereotipi e la fascinazioni da parte di una molteplicità di figure sociali, professionali e culturali. Lo spazio sociale che queste figure vivono è spesso sdoppiato: per dirla con Geertz sono qui, vanno là e ritornano, non solo o non sempre fisicamente, ma anche mentalmente; eppure in questo sforzo di traduzione e adattamento di schemi di percezione e classificazione, costruiscono uno spazio culturale unitario. È la loro stessa posizione a cavaliere fra i mondi a costruire un mondo sociale ove le categorie utilizzate per differenziare e dominare (razza, nazione, classe, genere, impero, etc.) conoscono continui aggiustamenti perché applicate ad un‚esperienza vissuta come unitaria e sottoposte alle tensioni e ai conflitti del progetto coloniale. Quanto conta la loro specificità professionale in questa costruzione? Quanto invece l‚attraversamento di più confini, non solo geografici, ma anche sociali? Come si intrecciano le loro vicende e i loro discorsi? Come influisce la peculiare posizione entro lo spazio sociale nell‚orientare le pratiche e rappresentazioni? Si vorrebbe delineare un percorso di comparazione fra quattro di questi percorsi, con l‚occhio attento alle specificità del colonialismo italiano e allo scenario globale nel quale si sviluppa.