Antonella Salomoni
Nell’ultimo decennio le scienze storiche, accompagnando i grandi cambiamenti della forma-stato, hanno attraversato in Russia una profonda metamorfosi. Si è soprattutto manifestata, in ogni campo, la volontà di smantellare il modello che riportava la spiegazione degli avvenimenti alla “lotta di classe”. Il libero accesso agli archivi, in precedenza strettamente regolamentato, ha permesso di ampliare in modo smisurato lo spettro delle fonti disponibili, spingendo non solo a rifiutare l’interpretazione corrente della storia russa e sovietica fondata su di una selezione ideologica dei documenti, ma anche a ridefinire le modalità stesse e le finalità della ricerca. Superata la fase più propriamente “fattualistica” (in cui sono stati riportati alla luce, spesso caoticamente e con ingiustificate inversioni, eventi cancellati o stravolti o minimizzati), è iniziata una seria riflessione sull’arretratezza dei saperi storiografici, agevolata dalla comparazione diretta con i risultati raggiunti dalla cultura occidentale.
Nell’intervento saranno discussi gli esiti del lavoro di quella generazione di ricercatori che riconosce nella società un fattore permanentemente autonomo rispetto alle istituzioni (stato, partito, ideologia): un “fattore” del quale si può quindi fare “storia” senza ricorrere allo schermo delle strutture che pretendono di rappresentarla. Sulla base di una buona campionatura di studi saranno messi in valore influenze, prestiti, peculiarità, limiti e carenze della nuova storia sociale russa.