Susanne Franco
Difesa del corpo “naturale” e accettazione della tecnologia, liberazione e taylorizzazione del corpo rappresentano due facce di uno stesso processo di modernizzazione che permeò a fondo anche la danza libera, nata in Germania agli inizi del ‘900 in seno al ”Movimento per la cultura del corpo”. L’intervento analizza i presupposti teorici della danza libera di Rudolf Laban -padre spirituale di questa nuova arte- che durante la seconda guerra mondiale, di fronte al problema di dover sostituire nella catena di montaggio gli operai in guerra, fu assunto come consulente di ergonomica dalle industrie inglesi della ìMarsî per trasformare la mano d’opera femminile in efficienti operaie. Grazie all’educazione impartita loro dalla danza libera che sensibilizzava all’esecuzione di ritmi diversi, e dunque sia quello naturale del corpo sia quello artificiale imposto delle macchine industriali, le nuove operaie riuscirono infatti a salvare la produzione dimostrando nel contempo il grande potenziale applicativo della nuova danza.