Stefano Tomassini
L’intervento vorrebbe riflettere sulla natura degli studi italiani in materia di danza, e sui primi motivi del loro ritardo nell’accogliere le proposte critiche più avanzate elaborate in campo internazionale nell’ambito della riflessione sull’arte del movimento, tra le diverse prospettive critiche sulla corporeità, le seduzioni di lunga durata dell’universo della marionetta e della macchina e la natura fantasmatica del moto architettonico tra metafora, storia e filologia.
Una prima conclusione ipotizzabile potrebbe cercare di mettere in rilievo quanto una prospettiva esclusivamente storica, senza i conforti di un approccio interdisciplinare, e fecondato da un pluralismo critico, possa falsare l’analisi del quadro complessivo quando non è in grado di riconoscere e mostrare, dietro il complesso sistema morfologico dell’arte cinetica e lo studio delle forme del movimento, i mutamenti delle figure del tempo.