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COMUNICATO STAMPA
Roma, 15 novembre 2005
È alla firma del Presidente della Repubblica un DPR contenente il nuovo Regolamento riguardante la Giunta Centrale per gli Studi Storici e gli Istituti storici nazionali ad essa collegati (Istituto Italiano per la Storia Antica, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano): esso prevede lo scioglimento immediato (il 31 dicembre) della stessa Giunta e di tutti i Consigli direttivi. Nello stesso tempo il Decreto prevede di attribuire al Governo la nomina diretta del Presidente stesso della Giunta, dei Direttori degli Istituti e della grande maggioranza dei membri del Consigli direttivi.
Di fronte a questa situazione la Giunta ritiene doveroso esprimere al Parlamento, all’opinione pubblica e in particolare alla comunità degli storici, la propria protesta.
Una simile decisione, per la prima volta dalla costituzione dell’Istituto storico italiano nel 1883, pretende di troncare d’un colpo la vita di organismi legittimamente costituiti, regolarmente rinnovati per decenni e investiti di importanti responsabilità scientifiche e organizzative sul piano nazionale e internazionale. Il Governo non ha esitato a stravolgere il parere del Consiglio di Stato che avanzava riserve di fondo e poneva precise richieste ritenendo investito e stravolto il principio costituzionale della libertà e dell’autonomia della ricerca scientifica.
La Giunta da 5 anni aveva elaborato e presentato un suo progetto di riforma per garantire il coinvolgimento della comunità degli storici e l’autonomia dal potere politico: rinunciando alla nomina a vita (che garantiva dai governi pro-tempore ma non coinvolgeva la comunità scientifica) si riteneva necessario che le nomine divenute quadriennali e non rinnovabili per più di un secondo mandato dovessero avvenire sulla base di rose di nomi proposte dietro consultazione e partecipazione degli studiosi delle discipline storiche.
La Giunta inseriva questa proposta in un progetto più generale per garantire la presenza e la funzione pubblica degli Istituti nazionali e delle Deputazioni di Storia Patria (che esprimono tradizioni di studio radicate sulle realtà locali e regionali). La proposta – collegabile con la riforma prevista con la legge del 1999 – ha dato bensì luogo a vari incontri con i Ministeri competenti e alla formulazione di testi che però sono stati lasciati cadere nel nulla, o sono stati completamente disattesi sino a quest’ultimo colpo di mano. Con la soluzione attuale non soltanto non è garantita l’autonomia scientifica dal potere politico ma risultano del tutto non risolti i gravi problemi finanziari, che da tempo costituiscono un ostacolo alle attività.
La Giunta decide di trasmettere il presente comunicato alle autorità competenti, alle commissioni parlamentari competenti e alla stampa; di informare il congresso mondiale di Scienze storiche e gli altri organismi nazionali e le commissioni internazionali.
La Giunta decide di comunicare il testo a tutti i dipartimenti di carattere storico, alle associazioni storiche e di promuovere sul proprio sito una discussione in merito.
La Giunta, constata l’illegittimità del testo approvato dal Governo, si riserva inoltre ogni azione anche sul piano giuridico.