Firenze, 1 luglio 2002
Presidente Silvio Berlusconi Ministro degli Affari Esteri Piazzale della Farnesina Foro Italico 00194 Roma Signor ministro, nella mia qualità di presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), Le scrivo per esprimere la seria preoccupazione degli studiosi per la sorte dell’Archivio storico-diplomatico del Ministero da lei presieduto e diretto. Non ardirei menzionare proprio a lei, signor ministro, l’importanza che la politica estera del nostro paese riveste da sempre nel quadro delle relazioni internazionali. In Italia come nei maggiori paesi europei molti studiosi ne fanno oggetto delle loro ricerche e pubblicazioni, così contribuendo a valorizzarla a farla conoscere presso l’opinione pubblica nazionale e internazionale. L’archivio storico-diplomatico del Ministero è per questo un patrimonio prezioso non solo per i cultori di storia ma per il paese intero. Purtroppo, una norma assai discutibile sottrae l’archivio del MAE alle norme che regolano il versamento delle carte amministrative presso l’Archivio centrale dello Stato, così garantendone ad un tempo la segretezza, la custodia e la consultazione ai sensi della legge. Pur nel quadro di questa insoddisfacente situazione normativa e con notevoli disagi e incertezze, le carte conservate nell’archivio del MAE sono state fino ad oggi consultabili dagli studiosi, e dunque oggetto di apprezzabili indagini e studi. Con grandissima sorpresa e notevole inquietudine abbiamo però appreso che è stata disposta la chiusura della sala di studio e quindi la possibilità di accedere alle carte d’archivio e di effettuarvi ricerche. La notizia, subito ripresa dalla stampa, ha già attirato l’attenzione di molti studiosi italiani e stranieri suscitando incredulità e apprensione. Nell’unire la loro a queste diffuse preoccupazioni, i soci della Sissco si dichiarano certi che Ella vorrà, signor Ministro, prendere le misure necessarie affinché un così ricco e importante patrimonio archivistico non sia mai sottratto ai diritti dell’informazione e alla libertà di ricerca.
Con ossequi.
Prof. Raffaele Romanelli