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Soldani 2001

Scritture e memorie di donne nell'Italia contemporanea: un approccio storico

Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Coordinatore

   

SIMONETTA SOLDANI

   

Titolo della Ricerca

   

SCRITTURE E MEMORIE DI DONNE NELL’ITALIA CONTEMPORANEA: UN APPROCCIO STORICO

   

Finanziamento assegnato

   

150 , Euro 77468

   

Rd+Ra

   

107 , Euro 55260 (dichiarata all’atto della domanda)   

   

Durata

   

24 mesi

   

 Obiettivo della Ricerca

Il centro cronologico della ricerca è costituito dai 150 anni compresi tra l’inizio dell’800 e la seconda guerra mondiale, segnati a fuoco dalla questione della nazionalità, ma anche dal primato della comunicazione scritta e dalla centralità assunta dall’obiettivo dell’educazione delle donne: temi, questi, il cui intreccio costituisce il filo conduttore della ricerca di tutte le unità. Le tipologie di scrittura prese in esame saranno: a) le “forme primarie di scrittura” (lettere, diari, autobiografie, memorie), a cui una storiografia attenta al ruolo della soggettività e alla dialettica pubblico/privato sta guardando con particolare interesse da alcuni anni; b) la stampa periodica femminile, che vede emergere, all’interno di un genere inizialmente più “fatto per le donne” che “di donne”, schiere di collaboratrici occasionali, ma anche di vere e proprie “professioniste della penna”, di redattrici e direttrici di giornali di cui si sa ancora pochissimo, ma il cui ruolo appare, dai sondaggi fatti, di straordinario rilievo dal punto di vista della formazione del costume, della mentalità e insomma di una “opinione pubblica” femminile irriducibile all’ambito familiare centrato sull’uomo; c) le scritture di storia, che attestano – nel bel mezzo del “secolo della storia” e della professionalizzazione della scrittura storica – un tipo di coinvolgimento in cui il senso di appartenenza a famiglie e collettività, a piccole e grandi patrie giuoca un ruolo di rilievo. Per l’Italia il tema si colora di una specifica intensità in rapporto alla fase fondante dello Stato unitario, argomento di numerosi interventi femminili, attraverso lezioni e conferenze, libri di testo e di premio per le scuole, articoli giornalistici su date, eventi e personaggi del Risorgimento ecc.
La povertà degli strumenti di lavoro (bibliografie, repertori, indici, cataloghi ecc.) e la volontà di cominciare a colmare tali lacune – dando un primo contributo allo sviluppo della ricerca futura – invitano a prevedere interventi in grado di rendere visibili (e dunque più facilmente utilizzabili) i fondi documentari e librari presenti in archivi e biblioteche nei diversi settori che sono al centro del nostro interesse.
Come risulta dai progetti delle unità locali, la ricerca intende: a) compiere una serie di sondaggi sistematici per individuare, schedare, catalogare scritture e memorie di donne rimaste finora pressoché ignorate (o utilizzate in modo del tutto aspecifico); b) interrogare tali memorie e scritture in merito al processo di formazione di nuove identità femminili, sia sul piano dei modelli e degli stereotipi che delle novità reali, delle idee e dei comportamenti; c) analizzare le stesse fonti per mettere a fuoco segmenti di realtà di particolare rilievo storico e farli parlare attraverso modi non consueti di guardarli, sperimentarli e descriverli; d) evidenziare i “cambiamenti di contesto” – familiare, sociale, culturale, politico – a cui dà luogo l’ingresso in scena di questo “soggetto collettivo” in via di radicale trasformazione e in cerca di una più esplicita valenza individuale; e) dare particolare rilievo al nesso privato/pubblico per mettere in luce modi di esperire e raccontare grandi eventi e processi in cui le donne sono state coinvolte a fondo, anche quando apparivano defilate o marginali (si pensi al processo di formazione dello Stato nazionale italiano, prima e dopo l’Unità, ma anche ai ritardi nel fare emergere un “racconto femminile” del vissuto della seconda guerra mondiale, dalle sue tragedie quotidiane alle atrocità più marcate); f) pubblicare monografie, cataloghi, inventari, saggi, volumi miscellanei che valorizzino il lavoro svolto.

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

L’attenzione per le scritture e le memorie femminili è recente, e strettamente connessa all’ampliamento dei territori della storia e delle modalità di interrogazione del passato che si è registrato nell’ultimo quarto del 900. Inizialmente, infatti, scritture e memorie femminili sono state usate come magazzini ricchi di merce, vale a dire di informazioni sui temi più diversi. Questo è stato vero in particolare per la stampa periodica “femminile”, attraverso cui il movimento politico delle donne degli anni ‘70 riscoprì le proprie antenate. Ma anche quando il quadro degli interessi e degli studi si è esteso alle riviste di moda, di educazione, di consumo, scarso è stato l’interesse per il fenomeno della stampa femminile in quanto tale, o per il ruolo crescente che in essa avevano avuto (come promotrici, organizzatrici e scrittrici) le donne, tanto da fare della scrittura per giornali una delle poche attività “professionali” aperte alle esponenti di una piccola/media borghesia colta e povera di opportunità occupazionali. Di qui l’interesse e l’originalità della ricerca impostata dall’unità fiorentina. Considerazioni analoghe si possono fare in merito alle “forme primarie di scrittura” oggetto dell’interesse dell’unità milanese. Negli ultimi anni non sono mancati anche in Italia – sulla scorta di studiosi come Chartier, Altman, Lejeune, Busdorf – spunti nuovi che hanno permesso di aprire fertili direttrici di lavoro in una storiografia impegnata a indagare i percorsi della costruzione dell’identità femminile in diverse sfere (familiare, politico-sociale, culturale) e in diverse declinazioni di ceto (aristocratico, borghese, popolare). Ma essi restano a tutt’oggi una eccezione e aspettano di essere adeguatamente indagati.
Ancora maggiore è il vuoto sulle scritture femminili di storia, per il quale – in ambito internazionale – si possono segnalare gli studi di Bonnie Smith, Jacquelin Goggin, Birgitte Marzohl Wallnig, Blom, Hagemann e Hall. Di qui la novità e l’interesse della ricerca impostata da alcune componenti del nucleo bolognese, e tesa a valorizzare il contributo che tali scritture offrono a una migliore comprensione del ruolo avuto dalle donne nella costruzione della storia e della memoria nazionale. La recente ripresa di studi sul Risorgimento e sulla costruzione dello Stato unitario, tra l’altro, ha messo in luce l’accresciuta consapevolezza della necessità di indagare meglio il variegato ruolo svolto dalle donne nella conquista e nella edificazione di uno Stato che, proprio in quanto nazionale, le coinvolgeva in modo ben altrimenti diretto che nel passato. Ne sono un esempio gli scritti di Simonetta Soldani, Laura Guidi, Ilaria Porciani, Rosanna De Longis, Beatrice Pisa, che in vario modo hanno fatto tesoro degli spunti presenti nell’opera pionieristica di Franca Pieroni Bortolotti. L’intento dell’unità napoletana è ora quello di mettere a fuoco caratteri ed eventuali specificità di una presenza femminile meridionale, privilegiandone le scritture pubbliche, ma non per questo dimenticando l’importanza della dimensione domestica, se non privata, nella vita e nelle forme di scrittura di vecchi e nuove élites.
Quanto all’altro versante della ricerca bolognese, se è indubbio che il controverso binomio memoria/storia può contare su una riflessione ampia e ricca di sollecitazioni, è pur vero che la raccolta delle testimonianze e delle storie di vita, degli scritti e delle memorie di donne protagoniste loro malgrado di una delle grandi tragedie del ‘900 – quella della seconda guerra mondiale, nei suoi diversi volti – è ancora largamente da fare.

Criteri di verificabilità

1) Pubblicazione di una monografia sui giornali femminili di moda; pubblicazione di un volume su donne e giornalismo dall’800 a oggi; costruzione e pubblicazione di un regesto di periodici per le donne in Toscana dal ‘700 al 1945.

2) Convegno e volume sulla funzione delle donne nei salotti lombardi dal ‘700 al ‘900; saggi su memorie, diari e carteggi di donne intellettuali coinvolte nelle vicende risorgimentali e nel movimento culturale-politico per l’emancipazione femminile tra ‘800 e ‘900; di militanti socialiste e fasciste.

3) Pubblicazione degli atti del convegno su “storiche di ieri e di oggi”; raccolta presso l’archivio della memoria delle donne del Dipartimento di discipline storiche di materiali a stampa a tutt’oggi non reperibili in biblioteche italiane e relativi alla produzione storica delle donne e di ulteriori interviste relative alla memoria storica delle donne nel secondo dopoguerra; completamento e pubblicazione di un volume consistente nel repertorio della produzione storica delle donne italiane tra il 1800 e il 1945, opportunamente corredato di una ampia introduzione, di schede biografiche e di indici (dei nomi e tematico); pubblicazione di un volume miscellaneo sulle donne e la storia in Italia; continuazione della ricerca di Anna Rossi Doria sulle deportate.

4) Rendere pubblici i documenti più significativi emersi dalla ricerca, e alcuni elaborati (ad es. schede biografiche), inserendoli sotto forma di ipertesto nella rete informatica, preso il sito del Dipartimento di Discipline storiche dell’Università di Napoli (http://www.storia.unina.it); organizzare workshop e giornate di studio sui temi individuati dall’unità di ricerca; pubblicare presso la collana del Dipartimento di Discipline storiche dell’Università “Federico II” i risultati più interessanti dei seminari organizzati; pubblicare, nella rete informatica suddetta e in un volume della collana del Dipartimento, un catalogo delle scritture femminili sul Mezzogiorno, nel periodo risorgimentale e nell’età liberale.

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Università degli Studi di FIRENZE

     Responsabile Simonetta SOLDANI

     Rd+Ra      M£ 27 , Euro 13944 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 55 , Euro 28405

 

     Compito

     

Il programma di ricerca è stato impostato a partire dalle risultanze e dalle suggestioni del convegno su “Donne e Giornalismo” di cui l’unità fiorentina si propone di pubblicare gli atti. Il secondo obiettivo, che si è precisato nel corso del convegno già richiamato, riguarda la costruzione di un repertorio dei periodici femminili pubblicati in Toscana dal 1770 al 1944, sul modello di quello messo a punto alcuni anni fa da un gruppo di studiose e studiosi lombardi. Una prima schedatura dell’esistente è stata avviata attraverso lo spoglio sistematico del catalogo della Biblioteca nazionale centrale e di alcuni dei principali repertori a stampa, ma ha dovuto essere abbandonata per mancanza di fondi. Si tratta ora di approntare un repertorio quanto più accurato possibile, come ulteriore tassello di una strumentazione che appare tanto più importante ove si pensi all’estrema labilità documentaria di gran parte di questo “universo di carta”.
In parallelo le proponenti (che possono contare su una abitudine di antica data a ricerche coordinate) intendono sviluppare ricerche concernenti settori diversi della stampa femminile, più direttamente connessi con i loro percorsi di studio: dalla stampa di moda e di consumo privilegiata da Silvia Franchini (che già da tempo sta lavorando a una indagine di ampio respiro sul tema) a quella politico-sindacale oggetto dell’interesse di Maria Casalini, fino a toccare quella più direttamente connessa a specifiche tipologie di lavoratrici, su cui interverranno Adriana Dadà, Roberto Bianchi e Barbara Imbergamo il cui contributo varrà a illustrare la fisionomia di alcuni periodici “di servizio” espressione di specifiche attività lavorative e di particolari aree geografiche). Simonetta Soldani è particolarmente interessata alle riviste “professionali” con particolare riferimento a quelle concernenti il campo scolastico ed educativo in genere, per il loro valore emblematico nella formazione del modello (e dello stereotipo) di donna educatrice che ha caratterizzato i secoli XIX e XX. L’obiettivo è quello di pervenire a una pubblicazione a più voci che presenti, per il periodo che va dall’Unità alla seconda guerra mondiale, alcune tipologie di periodico femminile, nell’ottica di quella necessaria articolazione del genere a cui si è già fatto riferimento sopra.
L’unità fiorentina prevede di organizzare in corso d’opera seminari sul tema della stampa periodica e della presenza di scritture femminili nelle biblioteche e negli archivi cittadini. Conta inoltre di organizzare incontri periodici con le altre unità di ricerca per mettere a punto ipotesi e direttrici di lavoro e verificare l’andamento delle indagini in corso. Vorremmo infine organizzare, a conclusione della ricerca, un convegno di studio sul tema generale che essa si è proposto; ma per quanto esso sia altamente probabile e auspicabile, la sua attuabilità resta ancora tutta da definire.

2]  Unità di       Università degli Studi di MILANO

     Responsabile Maria Luisa BETRI

     Rd+Ra      M£ 12 , Euro 6197 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 23 , Euro 11878

 

     Compito

     

L’unità di ricerca intende articolare il suo lavoro intorno a due poli tematici – l’uno attinente la sfera della sociabilità, l’altro inerente il rapporto con la dimensione pubblico/politica -, avvalendosi in primo luogo delle fonti autonarrative femminili, necessariamente interrelate alla disamina di altre fonti coeve, archivistiche e a stampa.
La prima direttrice si inquadra nel filone di studi sul processo di sviluppo della società civile nel lungo Ottocento, che costituisce attualmente uno degli ambiti più frequentati dalla storiografia italiana, impegnata in una rilettura dell’età risorgimentale e della costruzione dello Stato nazionale. Nel processo di riformulazione della morfologia delle elites sociali, tipico dell’intera Europa del XIX secolo, una delle forme di socializzazione più rappresentative della transizione dai rigidi modelli dell’antico regime a quelli più aperti del secolo “borghese” è senza dubbio costituita dai salotti. Vorremmo ora mettere meglio a fuoco il ruolo femminile al loro interno, utilizzando interessanti ma parziali accenni presenti negli studi sin qui disponibili (M.J. Palazzolo, M.T. Mori) per capire quali fossero i rapporti tra la salonnière (dall’aristocratica sette-ottocentesca alla dama borghese) e l’universo maschile dei padri, mariti, amanti, amici-consiglieri; quali le influenze della sua educazione, cultura, delle sue vicende sentimentali e scelte matrimoniali; quali i rapporti con l’etichetta, la galanteria, la moda e i costumi; quali le sue relazioni con il mondo della politica, dell’arte, della cultura; quali le modificazioni del suo ruolo nella transizione dal salotto patriottico del primo ‘800 a quello permeato dalla “filantropia politica”, dagli esordi del femminismo pratico e del primo emancipazionismo. L’arco cronologico prescelto va dalla fine del 700 all’età giolittiana.
Sempre privilegiando lo scavo delle fonti autonarrative femminili, e in particolare della ricca produzione memorialistica, l’unità di ricerca milanese si propone di avviare lo studio di alcuni aspetti del rapporto con la politica nell’esperienza storica femminile, relativamente al caso lombardo. Memorie, diari, carteggi – editi, ma anche (e in misura non trascurabile) inediti – di intellettuali coinvolte nelle vicende risorgimentali, nel movimento culturale e politico per l’emancipazione femminile nel secondo Ottocento e primo Novecento, di donne partecipi della mobilitazione politica e civile durante la prima guerra mondiale, di militanti socialiste, di aderenti al sansepolcrismo e ai fasci femminili, costituiscono una base documentaria di rilievo per mettere a fuoco il tema del rapporto tra storia e memoria della politica. La consistenza della documentazione sia archivistica che libraria, nonché la sua non infrequente dispersione, fanno ritenere prioritaria alle proponenti una fase di censimento e di catalogazione, che permetta di approntare una guida ragionata, sul modello della Bibliografia dei periodici femminili lombardi (1776-1945), a cura di R. Carrarini e M. Giordano, Milano, Bibliografica, 1993. In base agli esiti di questa ricognizione, si potranno individuare percorsi di ricerca che consentano una successiva sistemazione dei risultati in forma di saggio. L’unità operativa milanese prevede di organizzare, nelle fasi intermedie della ricerca, incontri seminariali e di dar conto dei suoi risultati finali nell’ambito di un convegno e nella pubblicazione di un volume.

3]  Unità di       Università degli Studi di BOLOGNA

     Responsabile Ilaria PORCIANI

     Rd+Ra      M£ 42 , Euro 21691 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 52 , Euro 26855

 

     Compito

     

Scritture femminili di storia fra Otto e Novecento e memorie femminili di una fase drammatica del Novecento costituiscono i due poli di una ricerca che mira ad arricchire le conoscenze del ruolo avuto dalle donne nella costruzione dell’identità nazionale italiana. Per ciò che riguarda il primo filone, la suggestione a lavorare sulle scritture storiche è venuta dal convegno su “Storiche di ieri e di oggi”, di cui tra l’altro si intendono pubblicare gli atti. Le competenze che le proponenti sono in grado di mettere in campo e la loro abitudine a lavorare insieme sono tali da garantire un buon lavoro di équipe; il fatto che la ricerca proposta si appoggi su una specifica esperienza di ciascuna delle partecipanti come pure su studi preparatori già avanzati e l’individuazione di obiettivi molto chiari fa pensare che sia realmente possibile realizzare nel tempo definito lo scopo del progetto di questa unità. Nella stessa direzione si muove l’obiettivo di completare e pubblicare il repertorio di scritti storici pubblicati da donne tra il 1800 e il 1945 avviato da Maria Pia Casalena, che dovrà compiere indagini ulteriori alla Widener Library di Harvard, alla Bibliothèque nationale di Parigi, alla Biblioteca della Camera dei Deputati a Roma. È intenzione delle proponenti estendere l’indagine a un settore in qualche modo contiguo e ancora assai poco studiato, quello delle donne che si sono occupate di economia e di storia economica. Un secondo piano d’indagine – ancora da impostare – riguarderà l’analisi della partecipazione di molte donne italiane alla costruzione di una coscienza nazionale attraverso conferenze e lezioni, libri scolastici e per l’infanzia dedicati alla conoscenza e alla divulgazione delle grandi vicende storiche della “patria italiana”.
Per quanto riguarda l’altro momento cruciale per la costruzione della identità nazionale, quello della seconda guerra mondiale e dei primi anni della Repubblica, l’attenzione si appunterà sulla raccolta e l’analisi delle memorie sia delle partigiane e delle repubblichine, sia delle deportate (politiche ed ebree). Anche in questo caso la ricerca può contare su una solida base di partenza; si tratta di sviluppare le ricerche sugli scritti femminili di storia e di memoria, e di insistere sulla raccolta di fonti orali, soprattutto in due direzioni: le deportate, la cui memoria di una esperienza estrema, come indicano ricerche recenti su vari paesi europei, sta diventando sempre di più una chiave centrale per l’analisi generale della dimensione individuale della storia della guerra; il passaggio delle donne, sia politicizzate che ‘comuni’, dal fascismo alla Repubblica, con la relativa indagine sulla continuità e le rotture. In quest’ultimo caso oltre alle fonti di memoria, sarà indispensabile la costituzione di un repertorio e la ricerca sulla stampa femminile.

4]  Unità di       Università degli Studi di NAPOLI “Federico II”

     Responsabile Laura GUIDI

     Rd+Ra      M£ 26 , Euro 13427 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 20 , Euro 10329

 

     Compito

     

L’unità di ricerca napoletana intende analizzare gli scritti femminili che rappresentano e interpretano la specificità ambientale, culturale ed economico – sociale del Mezzogiorno e il problema della sua integrazione con le regioni del centro – nord. Le ricerche già svolte hanno infatti messo in luce una consistente mobilitazione delle donne del Sud intorno all’obiettivo della costruzione della nazione, declinato secondo modalità che appaiono ricche di tratti originali. E vale la pena di chiedersi se e come contribuì alla definizione di valori, cultura e identità nazionali il vivo sentimento patriottico che, nell’età liberale, animò pubbliciste, letterate, insegnanti, filantrope, artiste, ma che investì anche la sfera privata, creando nuove aspettative e nuovi legami con “la comune patria italiana” e con lo Stato che la rappresentava.
La scrittura femminile, inoltre, esprime spesso una conoscenza approfondita delle condizioni di vita degli strati sociali più poveri del Sud, che nasce sia dalla gestione femminile del ménage domestico, sia dalle pratiche filantropiche delle donne. Lo sguardo delle pubbliciste – da Jessie White Mario alla Serao – registra con sensibilità la miseria, la corruzione, l’ingiustizia sociale. Gli articoli scritti a inizio ‘900 dalla duchessa Elena D’Aosta per le riviste del Touring arricchiscono di nuovi elementi la conoscenza del Sud, acquisendone i valori naturali e artistici come patrimonio culturale della nazione. Un’attenzione particolare verrà data in questo ambito alla partecipazione delle donne alle pratiche turistiche, ben presente anche in area meridionale già nel corso dell’800.
L’unità napoletana intende analizzare questi temi soprattutto attraverso la stampa periodica, gli epistolari, le memorie e ai diari (editi e inediti). Si procederà ad una sistematica schedatura della rivista “Nuova Antologia” e delle prime riviste specializzate in turismo e viaggi, con l’obiettivo di evidenziare gli scritti di viaggiatrici italiane e straniere nel Sud, e di valutare il contributo all’integrazione del Mezzogiorno nella cultura nazionale proveniente dalla cultura del viaggio e dalle pratiche turistiche anche sul versante femminile. Molta importanza si intende dare al reperimento e alla catalogazione di epistolari e memorie editi, ma dimenticati, presenti in particolare nel fondo librario G. Doria della Biblioteca nazionale di Napoli, dove si conservano anche altre carte di particolare interesse, quali le lettere della Duchessa D’Aosta e di Teresa Ravaschieri, e dove è possibile far leva su specifiche competenze professionali, concretizzatesi nella formazione di un “Gruppo di ricerca sulla soggettività femminile”. Altre fonti potranno essere individuate in itinere, grazie anche alla collaborazione di giovani laureate, i cui studi hanno già compreso ricerche di storia di genere.