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Petricioli 2004

Per la pace in Europa: istituzioni e società civile tra le due guerre mondiali

Area 14 – Scienze politiche e sociali

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
PROGRAMMI DI RICERCA ANNO 2004
COMPITI E SUDDIVISIONE DELLE UNITÀ DI RICERCA
Dipartimento Affari Economici


     
Coordinatore   MARTA PETRICIOLI
Titolo della Ricerca   PER LA PACE IN EUROPA: ISTITUZIONI E SOCIETà CIVILE TRA LE DUE GUERRE MONDIALI
Finanziamento assegnato   98000 Euro
Rd+Ra    70100 Euro (dichiarata all’atto della domanda)   
Durata    24 mesi
 Obiettivo della Ricerca

– Scopo della Ricerca è quello di ricostruire la vicenda dei movimenti pacifisti e antimilitaristi attivi in Europa nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, con particolare riferimento alle componenti repubblicane, massoniche e socialiste.
– Specifica attenzione verrà riservata alle ascendenze europeiste,alle soluzioni giuridiche prospettate per garantire la pace, ai rapporti con le organizzazioni internazionali e soprattutto con la Società delle Nazioni, alla cooperazione intellettuale, alla realtà e alle manifestazioni di pacifismo dell’Europa centro-orientale.
– Basata su criteri analitici interdisciplinari e aperta alla collaborazione tra studiosi di tutti i paesi europei, la Ricerca affronterà fondamentalmente i seguenti temi:
1) Studio degli organismi internazionali, come la Società delle Nazioni, ma anche quelli ad essa preesistenti. Ciò implicherà una analisi dell’attività svolta dalla Società delle Nazioni non tanto e non solo sulle singole questioni che di volta in volta si proposero, quanto sul suo complessivo contributo per il mantenimento di un ordine internazionale senza guerre e per la creazione di una “cultura della pace”. Altrettanto importante e innovativa sarà poi l’analisi delle iniziative nel campo della cooperazione intellettuale, muovendo dall’opera del Segretariato della Società delle Nazioni e dal Comitato Internazionale di Cooperazione Intellettuale. L’analisi degli organismi internazionali nella prospettiva del mantenimento della pace infine implica anche il proseguimento dello studio sull’arbitrato internazionale come strumento per dirimere le controversie tra gli Stati. Le aree disciplinari interessate in questo settore saranno principalmente la Storia delle Relazioni internazionali, la Storia contemporanea, il Diritto internazionale.

2) Analisi dell’associazionismo democratico, socialista, cattolico e dei suoi principali esponenti che sul piano internazionale prospettarono idee di pace e di unità europea. Si potrà così ricostruire un tessuto ancora poco esplorato in questa prospettiva, mettendolo a confronto con quelle iniziative dei governi e di altri movimenti ormai già analizzate in sede scientifica, come il Patto Briand-Kellog, le proposte di Coudenhove-Kalergi e la vicenda di Pan-Europa. In particolare verrà ripreso il filone dell’associazionismo di stampo repubblicano e massonico le cui origini sono state delineate nella Ricerca COFIN2000. Tale studio si estenderà all’insieme dell’associazionismo massonico internazionale e all’antifascismo italiano all’estero. Sul versante del socialismo democratico, si analizzeranno soprattutto le proposte per la revisione dei Trattati di pace e per la europeizzazione della Società delle Nazioni. Le aree disciplinari interessate in questo settore saranno principalmente la Storia contemporanea, la Storia delle Dottrine Politiche, la Storia delle Relazioni Internazionali.

3) Studio specifico di un’area nevralgica nel periodo tra le due guerre, e sulla quale la storiografia italiana presenta ancora qualche ritardo, come l’Europa centro-orientale. In particolare saranno affrontati i temi delle minoranze e della revisione delle frontiere stabilite dai trattati di pace Aree disciplinari interessate in questo settore saranno la Storia dell’Europa orientale e la Storia delle Relazioni Internazionli.

Testo inglese

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

La base di partenza scientifica della ricerca è fondata su una serie di studi che sul piano internazionale sono stati condotti sul tema del pacifismo, dell’anti-nazionalismo, dell’europeismo, della Società delle Nazioni, della cooperazione intellettuale, della difficile e particolare realtà in Europa centro-orientale nel periodo tra le due guerre mondiali. Si tratta di contributi di cui sono talvolta autori anche alcuni membri delle diverse Unità locali, e che dunque investono diversi ambiti disciplinari. Proprio muovendo da una tale produzione bibliografica, e intrecciandola con fonti inedite spesso di difficile reperibilità, il Programma di Ricerca dovrebbe consentire il confronto tra approcci scientifici e metodologici differenziati.

Sullo sfondo delle molteplici attività degli organismi internazionali, si potrà così ricostruire la complessa e articolata trama di un pacifismo venato di aspirazioni europeiste, il cui tratto comune risiede nell’impegno per la creazione di una cultura, una politica, una giurisdizione della pace. Pur destinato ad una drammatica battuta di arresto, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, esso doveva riemergere nel secondo dopoguerra, in primo luogo con l’inizio del processo di integrazione europea.

Criteri di verificabilità

1) Nella valutazione delle singole fasi si suggerisce di considerare anzitutto la difficoltà nel reperimento delle fonti necessarie per documentare la storia dei diversi movimenti pacifisti presenti in Europa e quella dei loro reciproci rapporti. I movimenti attivi nel periodo tra le due guerre mondiali, infatti, sono stati scarsamente studiati sia per quanto riguarda l’originalità dei loro rispettivi contenuti sia, e soprattutto, in riferimento ai modi, alle sedi e alle occasioni in cui si confrontarono reciprocamente.
Lo stesso vale per la loro interazione con gli organismi della Società delle Nazioni e in particolare con le iniziative della cooperazione intelletuale. Scarsamente documentate sono anche le iniziative pacifiste nei paesi dell’Europa centrale e balcanica.

2) Un secondo elemento di valutazione è costituito dall’efficacia dell’approccio interdisciplinare proposto che terrà conto sia delle questioni internazionali, sia delle ascendenze culturali e dell’impegno politico delle organizzazioni e delle personalità legate al pacifismo, sia, infine, delle proposte formulate in campo giuridico e diplomatico, per creare strumenti atti a garantire la pace.

3) I risultati della ricerca dovrebbero dimostrare l’attualità dei temi trattati e delle soluzioni proposte per il mantenimento della pace,alla luce della difficile costruzione dell’identità e della coscienza europea nel secondo dopoguerra.

4) 

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Università degli Studi di FIRENZE
     Responsabile Marta PETRICIOLI
     Rd+Ra      20300 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   30000 Euro
 
     Compito
     

L’unità di ricerca locale raccoglie studiosi di diversi ambiti disciplinari. Si ritiene infatti che una tematica quale quella del movimento pacifista fra le due guerre mondiali non possa essere adeguatamente indagata al di fuori di un approccio interdisciplinare. Petricioli, Collina, Lorenzini e Bartolomei hanno già partecipato con la pubblicazione di quattro saggi al programma di ricerca COFIN2000, del quale Marta Petricioli era coordinatrice nazionale. Il loro obiettivo è quello di dare continuità alle precedenti ricerche, che riguardavano il periodo fino alla prima guerra mondiale, estendendole all’arco cronologico successivo.Marta Petricioli descriverà le vicende della rivista Les Etats-Unis d’Europe, pubblicata fino al 1939, analizzandone l’impegno pacifista in collegamento con il diffondersi di istanze europeiste. Vittore Collina si dedicherà allo studio delle teorie politiche utilizzate nella nuova serie della rivista all’indomani della prima guerra mondiale. I presupposti teorici che l’ispirano, infatti, da una parte sostengono il pacifismo con riferimenti a teorie meno usate in passato (ad esempio il ricorso a Saint-Simon) dall’altra si misurano con problematiche, come la crisi economica del 1929, o come le vicende della Società delle Nazioni, che richiedono aggiornamenti e approfondimenti anche nelle coordinate del pensiero politico. Lisa Bartolomei estenderà all’arco fra le due guerre mondiali la ricerca condotta sulla evoluzione del diritto internazionale, con particolare riferimento alle tematiche riguardanti l’arbitrato internazionale. Sara Lorenzini si occuperà dell’europeismo cattolico concentrandosi sulla attività del segretariato internazionale dei partiti di ispirazione cristiana. Altri tre membri del gruppo di ricerca – Fulvio Conti, Luis P. Martin e Marco Novarino – proseguiranno le indagini avviate nel recente passato sulla storia della massoneria in Italia, Francia e Spagna, sulle sue organizzazioni internazionali (in primis l’Associazione massonica internazionale, fondata a Ginevra nel 1921), sui rapporti che esse intrattennero con la Lega italiana e internazionale dei diritti dell’uomo (Lidu). Si sottolinea inoltre il fatto che i tre studiosi interessati a tale ambito di ricerca hanno prodotto alcuni dei contributi più significativi apparsi in Italia e all’estero negli ultimi anni, come emerge dai riferimenti bibliografici indicati al precedente punto 2.4.a.
La ricerca sarà articolata in una prima fase destinata al reperimento di fonti archivistiche e documentarie, a cominciare dalla rivista Les Etats-Unis d’Europe conservata presso la Biblioteca nazionale di Parigi e dal Bollettino dell’Associazione massonica internazionale, una copia del quale si conserva nell’Archivio storico nazionale di Salamanca. Altre ricerche dovranno essere svolte a Ginevra presso gli archivi della Società delle Nazioni e a Ginevra e Neuchatel, dove ebbero sede nel periodo fra le due guerre le organizzazioni massoniche internazionali, presso il Bureau de la Paix e l’Union Interparlamentare. Ulteriori ricerche verranno svolte presso gli archivi del Grande Oriente e della Gran Loggia di Francia a Parigi, che rappresentarono un punto di riferimento importante per i massoni italiani e spagnoli dopo l’avvento nei rispettivi paesi di regimi autoritari di matrice fascista. Non verranno inoltre trascurati l’archivio del Centre d’Histoire de l’Europe du Vingtième siècle di Parigi e gli archivi italiani, in particolare l’archivio Sturzo e l’archivio La Malfa.
Dopo questa prima fase della ricerca verrà organizzato un seminario che riunirà tutti i componenti del gruppo per verificare i risultati raggiunti e organizzare il convegno finale al quale saranno invitati docenti italiani e stranieri .

2]  Unità di       Università degli Studi di PAVIA
     Responsabile Enrica COSTA
     Rd+Ra      15000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   21000 Euro
 
     Compito
     

La presente ricerca ha come scopo quello di valutare quanto gli organismi internazionali siano riusciti negli anni Venti e Trenta a salvaguardare la pace e ad evitare i disastri portati dalle guerre. Tra le tante organizzazioni internazionali quelle che riuscirono a prendere corpo più consistentemente -seppure con notevoli limitazioni e carenze strutturali- furono la Società delle Nazioni e gli istituti ad essa collegati quali l’Istituto Internazionale di Agricoltura e l’Ufficio Internazionale del Lavoro. Inoltre, per esempio, alla fine degli anni Venti venne presentata da parte di Briand una proposta per la “Unione europea”avente lo scopo di portare maggiore coesione tra gli stati europei e a eliminare gli eventuali contrasti.
In questa ricerca si vogliono analizzare non solo gli aspetti politici del disarmo e della limitazione degli armamenti e il problema della sicurezza (cui è strettamente collegato quello dei confini territoriali e dell’applicazione dei trattati di pace), ma anche le condizioni e modificazioni sociali ed economiche volte appunto a instaurare un “clima” in cui venissero allontanate tutte le eventualità di tensione tra i vari stati, o addirittura venisse reso impossibile il loro sorgere. Altro aspetto importante dello svolgimento della ricerca dovrebbe essere quello di mettere in evidenza i momenti critici e le mancate prese di posizione e le deficienze nell’attività della Società delle Nazioni e le motivazioni per cui essa si sia trovata nella impossibilità/non volontà di agire ponendo freni alle azioni contrarie al Covenant attuate da parte di uno stato o l’altro secondo i momenti e le occasioni.
La presente ricerca ritiene di analizzare in particolare il ruolo svolto dalla Società delle Nazioni e delle altre organizzazioi internazionali ad essa collegate (p. es. League of Nations Organization, Association de la Société des Nations) in vista di una maggiore diffusione dell'”idea di pace” in Europa e nel mondo negli ambiti culturaei, economico e sociale. La ricerca si propone altresì di valutare in particolare la posizione italiana nei confronti del progetto di “Unione europea” mettendo in risalto come il governo di Roma abbia accolto e sviluppato tale programma e se/quanto abbia influito sul fallimento del progetto stesso.
Per potere sviluppare tale ricerca si reputa necessaria non soltanto la consultazione della documentazione memorialistica e bibliografica edita, ma risulta indispensabile la consultazione degli archivi storici della Società delle Nazioni a Ginevra e delle altre organizzazioni internazionali, oltre agli archivi dei Ministeri degli Affari Esteri di Roma e Parigi, del PRO di Londra e dei National Archives di Washington.

3]  Unità di       Università degli Studi di MESSINA
     Responsabile Santi FEDELE
     Rd+Ra      6000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   8000 Euro
 
     Compito
     

Nel più generale contesto della Lega internazionale dei diritti dell’uomo, un posto di assoluto rilievo occupa la Ligue Française pour la Défense des Droits de l’Homme et du Citoyen, organizzazione che svolge una parte non secondaria nella storia della Terza Repubblica dal tempo dell’affare Dreyfus sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, contribuendo tra l’altro al successo sia del Cartel des Gauches nelle elezioni del 1924 che del Front Populaire in quelle del 1936. Ispirata dal Grand Orient de France e con solidi legami con tutte le principali organizzazioni della sinistra laica, repubblicana e soprattutto radicale, gelosa custode degli ideali dell’89 e paladino inflessibile della difesa del diritto d’asilo dei perseguitati d’ogni parte politica, la Ligue esercita tra le due guerre non solo una sistematica opera di tutela e di assistenza degli esuli ma anche una più generale azione di sensibilizzazione e di propaganda sui grandi temi della tolleranza, del rispetto delle minoranze di ogni genere, della ricerca di una pace solida e duratura basata sull’osservanza del diritto internazionale e sul consolidamento degli organismi deputati a farlo rispettare.
Analoghe, seppur specificamente legate alla vicenda dell’antifascismo italiano in esilio, le finalità della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, che operò in Francia e in tutti gli altri principali paesi d’emigrazione politica dal 1922 sino alla guerra, assumendo
l’iniziativa della costituzione nel 1926 della Concentrazione antifascista e costituendo sino alla svolta della politica dei Fronti popolari la più numerosa organizzazione in esilio dell’antifascismo non comunista.
Della vicenda della Ligue Française pour la Défense des Droits de l’Homme et du Citoyen e della sua consorella italiana l’Unità di ricerca si propone la compiuta ricostruzione critica privilegiando, rispetto alla pur rilevante opera assistenziale,l’impegno profuso sui versanti dell’internazionalismo, del pacifismo e dell’europeismo.
La ricerca sarà condotta, per il versante francese, prevalentemente presso la Bibliothèque de Documentation Internationale Contemporaine di Nanterre, mentre per quanto concerne la Lega italiana, in aggiunta all’Archivio centrale dello Stato, la ricerca sarà condotta presso il Centre d’etudes et de documentation sur l’immigration italienne operante presso l’Institut Culturel Italien di Parigi.

4]  Unità di       Università degli Studi di SIENA
     Responsabile Donatella CHERUBINI
     Rd+Ra      16500 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   23000 Euro
 
     Compito
     

La ricerca muoverà dall’analisi dei movimenti pacifisti allo scoppio della Prima guerra mondiale, quando si ebbe il crollo dell’Internazionale socialista, ma si prospettarono anche soluzioni concrete alla crisi europea, basate sull’uso di strumenti giuridici e diplomatici e fondate sull’idea di fratellanza tra i popoli. Verrà analizzato il rapporto della rinata Internazionale socialista con il pacifismo democratico europeo,attraverso i contatti dell’antifascista e socialista italiano G.E. Modigliani – uno dei maggiori esponenti del movimento pacifista di Zimmerwald – con gli ambienti della Lega della Pace e della Libertà e della sua rivista – Les Etats-Unis d’Europe. Tale rivista costituirà quindi una delle fonti privilegiate della ricerca, insieme al bollettino della Internazionale operaia e socialista, Informations Internationales (di cui Modigliani fu costante collaboratore.Modigliani si distinse anche nella denuncia del fascismo come fenomeno europeo, che perciò andava combattuto dalle forze democratiche sul piano internazionale. Con l’ascesa di Hitler al potere, la sua aspirazione ad una revisione dei Trattati di pace e ad un ruolo più incisivo per la Società delle Nazioni mantenne una costante attualità. Modigliani fu inoltre fermamente avverso alla teoria e alla pratica del bolscevismo, e soprattutto agli aspetti dittatoriali del regime staliniano:alla vigilia della Seconda guerra mondiale rifiutò quindi il “patto di unità d’azione” che univa le forze democratiche e socialiste ai comunisti. Ma anche durante la guerra Modigliani continuò a richiamarsi allo spirito di Zimmerwald.La causa del socialismo non poteva identificarsi con quella di una singola potenza, o di un gruppo di paesi tra loro alleati, poiché solo con la pace il proletariato avrebbe conservato la propria autonomia; un punto fermo rimanevano gli Stati Uniti d’Europa, che egli aveva reclamato fin dal 1916.
Alla valutazione della Seconda guerra mondiale come frutto degli errori commessi nel primo dopoguerra, sarà quindi dedicato principalmente il confronto tra il pacifismo di ascendenza socialista e il pacifismo democratico, come quello che emergeva nella rivista Les Etats-Unis d’Europe. Ai temi sopra esposti si dedicheranno Donatella Cherubini, Eva Casagli, Luisa Montevecchi. Aurelia Camparini approfondirà il contributo di un altro socialista riformista, pacifista ed europeista come Alessandro Schiavi. Oltre alle riviste e ai periodici già ricordati, si renderà necessario il reperimento di documentazione ufficiale e carteggi conservati negli Archivi pubblici e privati in Italia e all’estero (l’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam e l’Archivio della Società delle Nazioni di Ginevra). Particolare attenzione verrà riservata allo spoglio della documentazione sui movimenti pacifisti ed europeisti conservato preso l’ACS di Roma.Importante sarà la documentazione originaria negli Stati Uniti d’America (p.e. quella dei sindacati di lavoratori italo-americani nel cui ambito Modigliani operò attivamente) e di periodici Nord e Sud-americani.
Si intende infine offrire uno studio della Unione Inter-Parlamentare e del Bureau internazionale della Pace, entrambi con sede in Svizzera e la cui nascita e attività fino alla Prima guerra mondiale sono già stati analizzati nel volume Les Etats-Unis d’Europe. Un projet pacifiste.(Archivio dell’Unione interparlamentare e l’Archivio del Bureau della Pace di Ginevra).
Infine Alberto Tovaglieri analizzerà gli aspetti più strettamente culturali, con particolare riferimento al cinema pacifista tra le due guerre a partire da D.W. Griffith, Hearts of the World (1918).

5]  Unità di       Università degli Studi di PERUGIA
     Responsabile Maria Cristina GIUNTELLA
     Rd+Ra      6900 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   8500 Euro
 
     Compito
     

L’unità di ricerca intende sviluppare l’analisi relativa alle varie forme della cooperazione intellettuale, quali espressioni di rapporti tra gli intellettuali europei tesi al superamento della crisi della coscienza europea dopo il trauma del conflitto. In particolare il coordinatore, riprendendo le ricerche del volume su Cooperazione intellettuale e educazione alla pace nell’Europa della Società delle Nazioni, si propone di ampliare il lavoro ad altri aspetti e forme della cooperazione intellettuale quali quelli degli storici, attraverso i Congressi internazionali e il Comitato internazionale di Scienze storiche, il ruolo delle Chiese e delle organizzazioni femminili internazionali. Tutto ciò sarà indagato nel quadro delle iniziative alle quali si ispiravano gli intellettuali per promuovere la pace e la comprensione tra i popoli. In particolare sarà tenuto presente il «Congresso Volta» svoltosi a Roma nel 1932, che fu un importante incontro di intellettuali europei. Sarà esaminata la rivista “L’Europe nouvelle” fondata e diretta da Louise Weiss, che fu un’importante tribuna di intellettuali e uomini politici tra Ginevra e Parigi e intorno alla quale si animò una Scuola internazionale per la pace. Sarà anche ricostruita, nei limiti temporali della ricerca, una prima mappa di tutti quegli organismi internazionali che avevano come punto di riferimento il Segretariato della SDN e la Commission Internationale de Coopération Intellectuelle. La ricerca sarà condotta presso l’Archivio della SDN e la Biblioteca delle Nazioni Unite a Ginevra, l’Archivio dell’UNESCO a Parigi, l’archivio Gilbert Murray, protagonista della cooperazione intellettuale, presso la Bodleian Library di Oxford, l’Archivio Centrale dello Stato a Roma. Presso tali strutture la coordinatrice ha già fatto fruttuose ricerche, che vanno completate.
La ricerca che sarà effettuata dal dott. Lorenzo Medici, si propone di approfondire il ruolo svolto dall’Italia nell’ambito della cooperazione intellettuale fra le due guerre. Nonostante gli ideali nazionalistici del fascismo, l’Italia partecipò intensamente, grazie soprattutto all’impegno di alcuni intellettuali, alle attività dell’Institut International de Coopération Intellectuelle (IICI), nato nel 1925 . Nel giugno del 1928 fu infatti istituita la Commissione Nazionale di Cooperazione Intellettuale, con funzione di collegamento fra l’Italia e l’istituto parigino. La ricerca mirerà inoltre a mettere in risalto l’attività di alcuni enti a vario titolo legati all’azione promossa dall’IICI e dalla Commissione italiana, fra i quali: l’Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa (IICE), creato a Roma nel 1928; l’Istituto Interuniversitario Italiano, fondato nel 1923; il Centro di Corrispondenza Scolastica; l’Opera del Genio Italiano all’Estero.
L’azione promossa dall’Italia nell’ambito della cooperazione intellettuale si concluse con il ritiro dalla SDN nel dicembre del 1937 (in seguito alle vicende della questione etiopica), e di conseguenza, con l’uscita dalle organizzazioni a essa collegate, fra cui l’IICI. La Commissione Nazionale di Cooperazione Intellettuale fu così soppressa e sostituita dall’Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l’Estero (IRCE), fondato a Roma nel gennaio del 1938 e destinato a promuovere la cultura italiana e, in particolare, il modello di organizzazione politico-sociale proprio del fascismo, con finalità prettamente nazionalistiche. La ricerca si baserà prevalentemente sullo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale della Stato e l’Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Esteri di Roma, e gli Archivi della Società delle Nazioni di Ginevra e gli Archivi dell’UNESCO di Parigi.

6]  Unità di       Università degli Studi ROMA TRE
     Responsabile Francesco GUIDA
     Rd+Ra      5400 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   7500 Euro
 
     Compito
     

La ricerca in articola in tre tronconi:
1. A. Basciani, La Grande Romania di fronte al revisionismo sovietico: la questione della Bessarabia
In particolare sarà necessaria la consultazione dei fondi archivistici conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Bucarest e l’Archivio del ministero degli Affari Esteri della Romania. Inoltre sempre nella capitale romena sarà necessario consultare sia il patrimonio archivistico che quello pubblicistico relativo alla Bessarabia e ai protagonisti della sua vita politica e culturale interbellica presenti nella Biblioteca dell’Accademia di Romania e nella Biblioteca Nazionale. Inoltre è mia intenzione consultare anche alcuni archivi privati e i fondi librari della Biblioteca nazionale di Chişănau, attuale capitale della repubblica Moldova indipendente. Infine non saranno trascurati i fondi archivistici relativi al problema della Bessarabia presenti nell’archivio del ministero degli Affari Esteri italiano e la pubblicista presente in alcune biblioteche italiane e straniere come per esempio quella del Pontificio Istituto Orientale di Roma e quella del Russian and East European Center dell’Università dell’Illinois.

2. M.Clementi – La Cecoslovacchia e il patto Briand-Kellogg
Il patto Briand-Kellogg, in particolare, segnò uno degli ultimi tentativi di porre al bando la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali. Firmato a Parigi il 27 agosto 1928 dai rappresentanti di 15 Stati, fu sottoscritto l’anno successivo complessivamente da 54 governi. Nel corso della ricerca si vuole studiare la reazione di governo, partiti e opinione pubblica in Cecoslovacchia a questo trattato, evidenziare le analogie e le differenze tra cechi, slovacchi e tedeschi dei Sudeti nei riguardi dello stesso e più in generale dell’evoluzione internazionale; a tale fine si intende consultare direttamente le fonti primarie e secondarie nelle lingue originali, per reperire, accanto alla pubblicistica più comune, anche materiale propagandistico nazionale, in particolare slovacco e tedesco-sudeto, con riferimento ai movimenti autonomistici di Hlinka e Henlein.

3. F.Guida – La questione della Transilvania tra le due guerre mondiali
Centrale sarà il tema delle proposte di revisione del trattato del Trianon e delle frontiere: il contesto internazionale costituirà un riferimento essenziale benché la maggiore attenzione verrà rivolta alle mosse politiche di governi di Budapest e di Bucarest. Inevitabile sarà un settore di studio dedicato alla costituzione e all’evoluzione della Piccola Intesa, alleanza nata con preciso intento antirevisionistico. Oltre alla posizione dei responsabili politici, si vuole chiarire le opinioni del mondo politico e culturale romeno, in primo luogo, e possibilmente anche di quello ungherese. Sulla base dei materiali utilizzati (documentazione diplomatica edita e inedita, altra documentazione locale, pubblicistica, giornali e, naturalmente, storiografia) l’indagine potrà arrestarsi alla fase di maturazione delle tendenze revisionistiche, in pratica ai primi anni Trenta, oppure riguardare anche il periodo successivo, caratterizzato dall’arrivo condizionante sulla scena internazionale del fattore Germania e preliminare al successo delle iniziative revisionistiche. Un particolare rilievo si darà alla posizione di Grigore Gafencu (responsabile in un momento cruciale del dicastero degli Esteri romeno) il quale elaborò un progetto di unione continentale che dopo la seconda guerra mondiale confrontò con quelli degli ispiratori e fondatori del Mercato Comune Europeo. Egli pensò a qualcosa che definì anche Stati Uniti d’Europa, riprendendo in grande il progetto di Aurel Popovici (anteriore al primo conflitto mondiale) degli Stati Uniti della Grande Austria.