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Modello A
Unità di ricerca
Modello B Pozzi
Modello B Scuccimarra
Modello B Sbarberi
Schede di valutazione

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)

PROGRAMMA DI RICERCA – MODELLO A
Anno 2004 – prot. 2004112105



1.1 Programma di Ricerca di tipo

Interuniversitario


Area scientifico disciplinare Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%)

1.2 Titolo del Programma di Ricerca

Apatia e partecipazione politica. Vizi o virtù della democrazia?

1.3 Abstract del Programma di Ricerca

La ricerca, di carattere interdisciplinare, si propone d’indagare la polarità tra due diverse concezioni di democrazia, quella
costituzionale e quella partecipativa. L’assunto è che tale polarità, che si ritrova nell’attuale dibattito politologico tra teorici
“liberali” e teorici “repubblicani”, costituisca anche un importante filo conduttore per l’interpretazione delle vicende storiche della
democrazia occidentale negli ultimi due secoli, e che, viceversa, soltanto la messa in prospettiva storica possa chiarire tutte le
articolazioni che caratterizzano l’attuale dibattito e, più in generale, la riflessione contemporanea sui dilemmi della democrazia.

1.4 Durata del Programma di Ricerca

24 Mesi
 
1.5 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca
 
M-STO/04 – Storia contemporanea
SPS/01 – Filosofia politica
SPS/02 – Storia delle dottrine politiche
SPS/03 – Storia delle istituzioni politiche
M-STO/02 – Storia moderna
 
1.6 Parole chiave

DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; APATIA ; RAPPRESENTANZA ; CITTADINANZA ; OPINIONE PUBBLICA ; CONFLITTO

1.7 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
 
POZZI                                                 REGINA
 
Professore Ordinario                    03/06/1940                PZZRGN40H43L570J
 
M-STO/04 – Storia contemporanea
 
Università di PISA
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA
Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA
 
050/2215425                            050/501017                    pozzi@stm.unipi.it (Prefisso e telefono)            (Numero fax)                    (Email)
 
1.8 Curriculum scientifico
Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia
di Pisa dal 1980-1981. Direttrice del Dipartimento di storia moderna e contemporanea nel triennio 1987-1990 e nel triennio
1994-1997. Coordinatrice del Corso di Dottorato in «Storia della civiltà europea» delle Università di Pisa e di Firenze e del Corso
di Dottorato in «Storia moderna e contemporanea» dell’Università di Pisa. Professeur associé all’ EHESS di Parigi nel 1989.
Distaccata presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei nel 1990-1993. Già responsabile nazionale di progetti di
ricerca ex 40% (1986-1989, 1990-1992, 1996), negli ultimi anni ha coordinato due progetti di ricerca nazionali: «Il pensiero
gerarchico nella cultura europea dei secoli XVIII e XIX» (1998-2000. Università di Pisa, Catania, Firenze e Torino, SNS di Pisa) e
«La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie» (2000-2002. Università di Pisa,
Firenze, Milano, Sassari, IUO di Napoli, SNS di Pisa).
1.9 Pubblicazioni scientifiche più significative del Coordinatore del Programma di Ricerca

 

1.
POZZI R. (2003). Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica
In POZZI R.; DONZELLI M. Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 17-30 (a
cura di). ROMA: Donzelli (ITALY)
2.
POZZI R. (2003). Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville
In MANUELA CERETTA Bonapartismo, cesarismo e crisi della società. pp. 23-32 FIRENZE: Olschki (ITALY)
3.
POZZI R. (2003). Comte devant son siècle
In M.BOURDEAU; J.F. BRAUNSTEIN; A.PETIT Auguste Comte aujourd’hui. pp. 135-150 PARIS: Editions Kimé (FRANCE)
4.
POZZI R. (2001). Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise THE TOCQUEVILLE REVIEW/LA REVUE
TOCQUEVILLE. (vol. xxii pp. 155-172)
5.
POZZI R. (1993). Hippolyte Taine. Scienze umane e politica nell’Ottocento pp. 7-334 Venezia, Marsilio.

 

1.10 Elenco delle Unità di Ricerca
Responsabile
Qualifica
Settore
Università
Dipartimento
Mesi
Scientifico
Disc.
Uomo
1. POZZI REGINA
Professore
M-STO/04 PISA
STORIA MODERNA E
12
Ordinario
CONTEMPORANEA
2. SBARBERI
Professore
SPS/01
SASSARI
ECONOMIA, ISTITUZIONI E
18
FRANCO
Ordinario
SOCIETA’
3. SCUCCIMARRA
Professore
SPS/02
MACERATA DIRITTO PUBBLICO E TEORIA
16
LUCA
Associato
DEL GOVERNO
4. VIOLA PAOLO
Professore
M-STO/02 PALERMO
STUDI STORICI E ARTISTICI
12
Ordinario
1.11 Mesi uomo complessivi dedicati al programma
Numero Mesi uomo Mesi uomo Totale mesi uomo
1° anno
2° anno
Personale universitario dell’Università sede
12
61
61
122
dell’Unità di Ricerca
Personale universitario di altre Università
4
17
16
33
Titolari di assegni di ricerca
6
31
20
51
Titolari di borse
Dottorato
5
20
20
40
Post-dottorato
0
Scuola di Specializzazione
0
Personale a contratto
Assegnisti
1
11
11
22
Borsisti
0
Dottorandi
0
Altre tipologie
2
2
5
7
Personale extrauniversitario
0
TOTALE
30
142
133
275

– 3 –

2.1 Obiettivo del Programma di Ricerca
Il programma di ricerca si prefigge di dar luogo a una vasta ricognizione, di carattere sia storico che concettuale, dei modelli di
democrazia emersi negli ultimi due secoli, assumendo come filo conduttore le due distinte definizioni a cui questo termine si
riferisce, quella di «potere popolare» e quella di «sistema di regole». La formulazione del problema intorno al quale si sviluppa
l’indagine è stata sollecitata dalla preoccupazione, che manifesta tanta parte del pensiero politologico contemporaneo, per la crisi
delle democrazie liberali dell’Occidente; e l’obiettivo che ci si propone è di dare un contributo specifico al dibattito attuale
collocandolo in una prospettiva storica. Dal punto di vista dell’osservazione storica, si rileva in effetti una tensione irrisolta – e
presente fin dall’origine nella riflessione teorica come nella pratica politica – tra le due categorie di democrazia partecipativa e
democrazia costituzionale; al tempo stesso, si constata però anche come, sia a livello teorico che pratico, sia stata in generale
avvertita la necessità che, in modi e gradazioni variabili, le due categorie risultassero compresenti. Alla luce di questi risultati,
potrebbero trovare maggiore fondamento le proposte oggi suggerite da diversi teorici della politica con l’intento di superare
l’antitesi tra costituzionalismo e sovranità popolare in un nuovo modello di democrazia, un modello in cui il rule of law sarebbe la
garanzia della “permeabilità” e dell’apertura delle istituzioni ai soggetti sociali.

2.2 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

La ricerca assume come base di partenza scientifica alcuni nodi problematici, sollecitati in un primo momento da inquietanti segnali
di “crisi della rappresentanza” e, poi, più in generale, dalla crisi della “forma” democrazia nel mondo Occidentale, su cui si sono
soffermate negli ultimi decenni sia le scienze sociali e politologiche sia le discipline storiche. Nel quadro di questa produzione
scientifica vastissima, qui si riferirà soltanto di alcuni contributi, quelli che si segnalano per un apporto euristico particolarmente
significativo sotto il profilo della riflessione comune.
Le scienze sociali e politologiche, innanzitutto, hanno contribuito a mettere a fuoco importanti snodi teorici. Diversamente che nei
lavori di Koselleck (1959) e Habermas (1962, 1971, 1980, 1992 [in Calhoun et al.], 1993), che hanno comunque avuto il merito di
richiamare l’attenzione sul tema della sfera pubblica e dell’opinione pubblica (e che pertanto vengono assunti, assieme alle ricerche
da essi inaugurate, nella letteratura generale di riferimento), gli studi più recenti sembrano piuttosto inclini ad un’analisi assai più
radicale della democrazia, condotta grazie ad un’inedita interazione tra modelli teorici, pratiche politiche e procedure
giuridico-costituzionali. Ne è risultata la messa in questione della nozione stessa di democrazia deliberativa (Pateman, 1970;
Cohen, 1989), il superamento dell’opposizione tra democrazia come autogoverno popolare e democrazia delle regole (Dahl, 1989),
un’attenzione particolare alle nuove forme di disaffezione politica (Pharr-Putnam, 2000), ma soprattutto un’analisi a più
sfaccettature della democrazia in quanto forma di governo (Held, 1987; Zolo 1992; Diamond-Plattner, 1996; Eisenstadt, 1999;
Costa-Zolo 2002). Ancora in questo ambito tematico è da segnalare come all’interno di queste ricerche abbia trovato spazio il
tentativo di individuare una definizione “autentica” della forma-democrazia. In questa direzione sono state teorizzate, fra l’altro, la
necessità di qualificare un sistema politico in base alla valutazione del saggio di partecipazione, interesse e azione politica
(Bauman, 1999; Putnam et al., 2002), il ruolo irrinunciabile della Legge in quanto garante di una reale partecipazione dei cittadini
alle istituzioni (Michelman, 1988) ma anche l’imprescindibilità di un insieme di risorse preistituzionali capaci di garantire, nelle
società complesse, un’azione politica efficace ed efficiente (Putnam, 2000).
Accanto a questi spunti di taglio prevalentemente teorico, si colloca un ampio ventaglio di ricerche – di natura giuridica, politica,
culturale e sociale ­ le quali trovano un importante punto di raccordo nel medesimo impianto, ascrivibile alle metodologie della
storia concettuale. Non a caso, pur nella diversità delle singole ricerche, tutte le unità prendono come punto di partenza i lavori di
diversi studiosi, soprattutto di area anglofona e francese, i quali, a partire dai problemi posti dalla Rivoluzione francese, intesa
come momento fondativo della cultura democratica moderna (tra la varietà dei possibili riferimenti si indicano i volumi collettanei a
cura di Lucas, 1988; Furet-Ozouf, 1989), hanno messo a fuoco le aporie e le difficoltà della democrazia liberale (Macpherson,
1973; Rosanvallon, 1985; Lefort, 1986; Manent, 1987; Gauchet, 1989) oppure si sono soffermati su aspetti controversi della
democrazia partecipativa. Rispetto a quest’ultimo punto si segnalano, tra i molti possibili, alcuni nuclei tematici di particolare
rilievo: il ruolo del conflitto sociale (Dahrendorf, 1963, 1989), la crisi “strutturale” della democrazia
(Crozier-Huntington-Watanuki, 1975); i paradossi della sovranità di origine popolare (Furet, 1978; Holtzendorff, 1992) e, più in
generale, quelli della democrazia (Eisenstadt, 1999); le differenti versioni della deliberative democracy (Habermas, 1992; Pettit,
1997); l’erosione del potere nel quadro delle democrazie contemporanee (Gauchet, 2002).
Ineludibile, proprio in ragione dell’orientamento generale della ricerca, risulta poi un’altra costellazione di studi la quale,
muovendo da una rilettura dei classici del pensiero politico, ha saputo offrire spunti innovativi e fecondi al ripensamento della
democrazia in chiave critico-ricostruttiva. Relativamente a tali ricerche si indicano, a mo’ d’esempio, due diversi possibili percorsi
scientifici: un primo filone, quello che muove dallo studio di singoli pensatori ­ in primis Sieyès, Constant e Tocqueville (sui quali,
com’è noto, la letteratura è ormai sterminata) ­ ha ripercorso, discutendoli, alcuni elementi centrali del pensiero che si trova
all’origine della democrazia “dei moderni” (Manin, 1995; Holmes, 1994; Pasquino, 1998; Portinaro, 2001; Pozzi, 2003); un
secondo filone ha invece cercato di ricollocare storicamente, su archi cronologici di notevole ampiezza, problemi strutturali della
moderna politica democratica, tentandone un bilancio analitico, oltre che storico: talvolta centrando le ricerche su singoli paesi
(per la Francia: Rosanvallon, 1992, 1998, 2000; Martucci 2001; Scuccimarra 2002; per gli Stati Uniti: Burnham, 1982; Barber,
1984), tal’altra rubricando più situazioni nazionali all’ombra di un interrogativo comune (Alimento-Cassina, 2002; Donzelli-Pozzi,
2003). In questo stesso orizzonte conoscitivo, ma attraverso metodologie diversificate, si collocano gli studi più specificamente
dedicati ai problemi della rappresentanza: anch’essi costituiscono un importante patrimonio scientifico a cui attingere, in
particolare nel caso americano che, sotto molti profili, resta un «punto di partenza» ineludibile non soltanto per la precocità con cui
nel Nuovo Mondo si era manifestata la disaffezione per la politica (Testi, 1994; Piven-Cloward, 2000; Kornbluh, 2000), ma anche in
ragione di quel gioco di specchi che ha interessato, per oltre due secoli, la riflessione delle due sponde dell’Atlantico (Portinaro,
2003). Un discorso a parte, infine, richiede il “caso” della Sicilia. Su questo punto la vasta letteratura storica esistente
sull’Ottocento siciliano, come altrove indicato (cfr. Unità di Palermo, modello B), può offrire un’utile base di partenza, qualora
venga interrogata secondo i problemi che sono al centro del progetto di ricerca. Si segnalano in particolare:
Aymard-Giarrizzo,1987; De Francesco,1992; Duggan, 2000; Riall, 2004.

2.2.a Riferimenti bibliografici
Alimento A., Cassina C. (a cura di), Il pensiero gerarchico in Europa (XVIII-XIX secolo), Firenze, Olschki, 2002;
Aymard M., Giarrizzo G., (a cura di), Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità a oggi. La Sicilia, Torino, Einaudi, 1987.
Barber B.R., Strong democracy: participatory politics for a new age, University of California, 1984;
Bauman Z., In Search of Politics, Cambridge, Polity Press, 1999;
Burnham W.D., The Current Crisis in American Politics [1965], New York, Oxford University Press, 1982;
Cohen J., Deliberation and Democratic Legitimacy, in A. Hamlin, P. Pettit (eds.), The Good Polity, Oxford, Blackwell, 1989;
Costa P., Zolo D., Lo Stato di diritto: Storia, teoria, critica, Milano, Feltrinelli, 2002;
Crozier M.J., Huntington S.P., Watanuki J., The Crisis of Democracy, New York, New York University Press, 1975;
Dahl R.A., Democracy and its Critics, Yale University Press, 1989;
Dahrendorf R., Classi e conflitti di classe nella società industriale, Bari, Laterza 1963;
Dahrendorf R., Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989;
De Francesco A., La guerra di Sicilia, Roma, Bonanno, 1992;
Diamond L., Plattner M.F. (eds.), The Global Resurgence of Democracy, 2nd ed., Baltimore and London, Johns Hopkins University
Press, 1996;
Donzelli M., Pozzi R. (a cura di), Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto Novecento, Roma, Donzelli,
2003;
Duggan C., Creare la nazione : vita di Francesco Crispi, Roma-Bari, Laterza, 2000;
Eisenstadt S.N., Paradoxes of Democracy, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1999;
Furet F., Ozouf M. (éds.), The Trasformation of Political Culture, Oxford, Pergamon Press, 1989;
Furet F., Penser la Révolution française, Paris, Gallimard, 1978;
Gauchet M., La démocratie contre elle-même, Paris, Gallimard, 2002;
Gauchet M., La Révolution des droits de l’homme, Paris, Gallimard, 1989;
Habermas J., Faktizität und Geltung, Frankfurt a. M., Suhrkamp,1992;
Habermas J., Further Reflections on the Public Sphere, in Calhoun C. (a cura di), Habermas and the Public Sphere, Oxford, Mit
Press, 1992, pp. 421-46;1
Habermas J., L’espace public. Archéologie de la publicité comme dimension constitutive de la société bourgeoise, Paris, Payot, 1993
Habermas J., Sfera pubblica (una voce di enciclopedia), in Cultura e critica. Riflessioni sul concetto di partecipazione politica e
altri saggi, Torino, Einaudi, 1980, pp. 53-60;
Habermas J., Strukturenwandel der öffentlichkeit, Neuwied und Berlin, Luchterhand, 1962; trad. it., Storia e critica dell’opinione
pubblica, Bari, Laterza, 1971 (1988, 4 ed., 2002, ult. Ed.)
Held D., Models of Democracy Polity, Cambridge, University of Cambridge Press, 1987;
Holmes S., Benjamin Constant et la genèse du libéralisme moderne, Paris, Puf, 1994;
Holtzendorff, Les jacobins et l’opinion publique, in Le modèle républicain, sous la dir. de S. Berstein e O. Rudelle, Paris, Puf, 1992;
Kornbluh M.L., Why America Stopped Voting, New York, New York University Press, 2000;
Koselleck R., Kritik und Krise, Freiburg-München, Alber, 1959;
Lefort C., Essais sur le politique. XIXe-XXe siècles, Paris, Seuil, 1986;
Lucas C. (ed.), The Political culture of the French Revolution, Oxford, Pergamon Press, 1988;
Macpherson C.B., Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973;
Manent P., Histoire intellectuelle du libéralisme. Dix leçons, Paris, Calmann-Lévy, 1987;
Manin B., Principes du gouvernement représentatif, Paris, Calmann-Levy, 1995;
Martucci R., L’ossessione costituente, Bologna, il Mulino, 2001;
Michelman, Law’s Republic, Yale Law Journal, n. 97,1988;
Pasquino P.,Sieyès et l’invention de la constitution en France, Paris, Jacob, 1998;
Pateman C., Partecipation and Democratic Theory, Cambridge, Cambridge University Press, 1970;
Pettit P., Republicanism: A Theory of Freedom and Government, Oxford, Clarendon Press, 1997;
Pharr S.-Putnam R.D. (eds.), Disaffected Democracy, Princeton, Princeton University Press, 2000;
Piven F.F., Cloward R.A., Why Americans Don’t Vote, Boston, Beacon Press, 2000;
Portinaro P.P., Profilo del liberalismo in B. Constant, La libertà degli antichi, paragonata a quella dei moderni, a cura di G.
Paoletti, Torino, Einaudi, 2001, pp. 37-158;
Portinaro P.P., Democrazia d’America e democrazia d’Europa, in Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia, a cura
di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 31-48;
Pozzi, Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica, in Patologie della politica. Crisi e critica della
democrazia, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 17-30.
Putnam R.D. et al., Democracies in Flux: The Evolution of Social Capital in Contemporary Society, New York, Oxford University
Press, 2002;
Putnam R.D., Bowling Alone. The Collapse and Revival of American Community, New York, Oxford University Press, 2000;
Riall L., La Sicilia e l’unificazione italiana, Torino, Einaudi, 2004;
Rosanvallon P., La démocratie inachevée. Histoire de la souveraineté du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000;
Rosanvallon P., Le moment Guizot, Paris, Gallimard, 1985;
Rosanvallon P., Le peuple introuvable. Histoire de la représentation démocratique en France, Paris, Gallimard, 1998;
Rosanvallon P., Le sacre du citoyen. Histoire du suffrage universel en France, Paris, Gallimard, 1992;
Scuccimarra L., La sciabola di Sieyès. Le giornate di brumaio e la genesi del regime bonapartista, Bologna, il Mulino, 2002;
Testi A., La politica dell’esclusione, Bologna, Il Mulino, 1994;
Zolo D., Il principato democratico: per una teoria realistica della democrazia, Milano, Feltrinelli, 1992.
 
 

2.3 Numero di fasi del Programma di Ricerca:

2
 
2.4 Descrizione del Programma di Ricerca
Fase 1

Durata e costo previsto

Durata
Mesi 12
Costo previsto
Euro 82.600
Descrizione
1. La ricerca che viene proposta nasce da un incontro interdisciplinare tra storici dell’età contemporanea, storici delle dottrine
politiche e filosofi della politica e si prefigge di dar luogo a una ricognizione storica e concettuale dei modelli di democrazia e di
partecipazione politico-sociale emersi nel corso degli ultimi due secoli nell’area che definiamo di civiltà occidentale. La prospettiva
nella quale la ricerca si colloca è quella della crisi di rappresentanza politica, dei problemi di governabilità e della perdita di
efficacia delle opposizioni, che rischia di far percepire la democrazia come un puro sistema di regole procedurali, nonché del
decrescente livello della partecipazione politica, che si manifesta non soltanto attraverso l’astensione dal voto, ma anche nella mera
formalizzazione del momento elettorale, avvertito più come un’incombenza che come “il” luogo delle scelte. Tale evoluzione, o
involuzione, già anticipata dalle trasformazioni della democrazia americana, emerge soprattutto nei paesi del Vecchio continente –
dove il processo in corso dell’integrazione europea comporta la delega di quote crescenti delle decisioni a istanze sovranazionali – e
se ne avvertono gli effetti più vistosi sulla cultura, sulle pratiche, sulle procedure della democrazia. Ed è in relazione a questi
sviluppi che buona parte del pensiero politologico contemporaneo oggi si definisce. Accanto a un filone “liberale”, in cui la
preoccupazione per il futuro della democrazia si traduce in un rinnovato interesse per le regole e le tecniche istituzionali, si
individua così un filone “repubblicano”, che pone l’accento sulla qualità della cultura civica e del grado di motivazione dei
cittadini, e si affermano differenti versioni di deliberative democracy (Habermas, 1992; Pettit, 1997), che intendono recuperare la
categoria della partecipazione e/o dell’autogoverno.

2. La categoria della partecipazione politica, nel nesso di confronto/opposizione con quella del “sistema di regole”, costituisce il filo
conduttore dell’indagine che s’intende condurre. In questa chiave di lettura, una parte della ricerca sarà dedicata a ripercorrere le
principali linee del pensiero politologico contemporaneo, perché è proprio dalle sue analisi che essa è stata sollecitata a porsi i suoi
problemi. In particolare, speciale attenzione sarà dedicata alle posizioni della deliberative democracy, sia che con questa formula
s’intenda il recupero dei temi classici della partecipazione e dell’autodeterminazione, sia che si preveda piuttosto il loro
superamento e l’attuazione di forme nuove di permeabilità tra istituzioni e soggetti sociali. È tuttavia opinione condivisa dai
partecipanti al progetto che solo la messa in prospettiva storica possa illuminare tutte le articolazioni che caratterizzano l’attuale
dibattito politologico. Accanto alla presa d’atto della crisi che investe oggi la democrazia, s’impone così di assumere un secondo
punto di riferimento. Se si adotta uno sguardo retrospettivo, il punto di partenza obbligato appare quello delle formulazioni originali
con cui, alla fine del secolo XVIII, con la crisi dell’antico regime e la nascita della politica moderna, s’è costituito lo spazio
concettuale della democrazia. Proprio in tale momento fondativo, si sono affacciate due idee di democrazia – diverse, anche se non
necessariamente contrapposte – quella di “potere popolare”, che contempla una categoria di partecipazione come
autodeterminazione, e quella di “sistema di regole” dello Stato di diritto, che contempla una categoria di partecipazione di tipo
“qualitativo”, limitata all’uso delle regole. Secondo la teorizzazione di poco posteriore che ne diede Benjamin Constant, le due idee
trovano rispettiva attuazione con una democrazia di tipo antico o giacobino, potenzialmente autoritaria, e con una democrazia di
tipo liberale. Si potrebbe concluderne che la continua partecipazione politica che la prima richiede rappresenti, secondo
quest’analisi, un vizio e che una certa dose d’apatia, o d’assenza di civismo, che la seconda comporta, sia al contrario una virtù. In
realtà, l’opposizione non risulta così netta, perché già Constant aveva ipotizzato che la perdita della libertà possa venire
dall’eccesso di partecipazione come dall’apatia. La conferma che le due idee di democrazia nella teorizzazione politica possano
andare congiunte piuttosto che disgiunte arriva, qualche decennio più tardi, da un altro liberale, Tocqueville, il quale vede nella
loro compresenza la condizione della vitalità della democrazia americana.
Nella storia dell’Occidente è il secondo modello e la seconda idea che sembrano essersi affermati. Lo Stato di diritto, pur
presupponendo una società di cittadini liberi ed eguali, si è fondato su una società articolata in modo gerarchico e su una
democrazia di minoranze: la democrazia reale resa possibile dai sistemi parlamentari del secolo XIX si è basata de facto e de jure
sull’esclusione della massa dei cittadini e sulla partecipazione dei soli notabili. L’avvento della società di massa ha successivamente
reso irreversibile la separazione tra governanti e governati, modificando il valore rivoluzionario del suffragio universale attraverso
la limitazione dei poteri del Parlamento e il controllo dell’opinione pubblica. In particolare, una profonda cesura storica è stata
segnata dalla prima guerra mondiale, nella misura in cui essa ha modificato i confini tradizionali tra società e Stato, organizzando
metodicamente l’intervento dello Stato nella programmazione industriale, nella regolazione dei rapporti con i sindacati, nella
patriottica costruzione del consenso. Dopo la guerra l’espansione della sfera amministrativa ha accentuato i processi di
esautoramento del Parlamento. In questa nuova condizione, i partiti politici di massa sono diventati organismi di espressione degli
interessi organizzati nonché strumenti di pressione sull’amministrazione dello Stato per influenzarne le decisioni. Dagli anni venti
agli anni settanta del Novecento la realtà dei partiti in Europa ha espresso la modificazione subita dalle forme di partecipazione e lo
“Stato dei partiti” ha teso a emarginare il Parlamento a favore di forme di democrazia plebiscitaria. Così il conflitto tra
partecipazione e apatia è stato spesso risolto nel senso dell’apoliticità. Negli Stati Uniti invece, la crisi della partecipazione è

iniziata già nel corso degli anni venti, anticipando di più di settanta anni il fenomeno in Europa. Infine, nell’ultimo terzo del
Novecento la crisi delle politiche di Welfare e la divaricazione progressiva tra i redditi della upper class e quelli della middle class
hanno ridotto le facoltà di partecipazione attiva alla politica. La crisi di rappresentanza di partiti e sindacati si è sommata alla netta
flessione della partecipazione elettorale, mentre la democrazia liberale tendeva a ridursi a pura democrazia elettorale, senza
controllo dei cittadini sui propri eletti.
Gli sviluppi della democrazia occidentale hanno finito quindi per rimettere in questione il tema della partecipazione e per ridare
attualità all’idea della democrazia come autodeterminazione. Ancora più significativo è che ci si interroghi sulla possibilità di
andare oltre la dicotomia tra le due idee di democrazia, tra [rule of law e il potere popolare, mediante un modello che preveda il
mantenimento di forme di apertura delle istituzioni alle sollecitazioni provenienti dai soggetti sociali.

3. La ricerca si propone appunto d’indagare nella storia della riflessione teorica, dei modelli costituzionali e delle pratiche politiche
la presenza di questa polarità e dell’alternativa tra partecipazione e apatia che ne consegue. L’ipotesi è che l’analisi di entrambe le
opzioni sia possibile solo alla luce delle vicende che le hanno di volta in volta suggerite e legittimate, e che, di conseguenza,
ripercorrere tali vicende possa dare un contributo conoscitivo ai dilemmi del nostro presente. L’oggetto che sta al centro dell’analisi
è quindi la cultura politica emersa dall’età della Rivoluzione francese e la sua periodizzazione è dettata dalla tematica che è stata
prescelta. Nella ricerca sono previsti approcci differenti ma convergenti. L’unità di Pisa, con un approccio schiettamente storico, si
dedicherà ad investigare due diversi filoni problematici: le categorie della cittadinanza e della rappresentanza nel liberalismo
francese; la riflessione politica e sociologica sul significato dell’astensionismo elettorale negli Stati Uniti. Un punto di vista
politologico, ma strettamente intrecciato con quello storico, contraddistingue l’unità di Sassari, che si propone di ripercorrere le
strategie di tipo “conflittualista” o di tipo “integrazionista” che hanno caratterizzato la riflessione politica classica, per indagare
da tale punto d’osservazione i percorsi delle due idee di democrazia. Una competenza specifica nel campo della storia
costituzionale, oltre che della storia della cultura politica, è portata dall’unità di Macerata, che studierà i dispositivi
giuridico-istituzionali attraverso i quali si è costituito in Francia e in Italia lo Stato di diritto e analizzerà i modi in cui è stata
elaborata, a livello teorico, la categoria della rappresentanza. L’approccio dell’unità di Palermo è quello del “case study”. Essa
cercherà di verificare l’ipotesi storiografica generale, secondo la quale l’opposizione tra le due forme di democrazia non può essere
considerata in netto contrasto sul terreno dei fatti, indagando un “caso” assolutamente originale, ma non marginale: la vicenda
siciliana, a partire dai moti risorgimentali sotto il regime borbonico, sino all’ inserimento della regione nel Regno e alle sollevazioni
plebee nell’Italia unita. L’intento è di mostrare i nessi tra la parabola involutiva dei progetti e delle esperienze di potere popolare e
di partecipazione democratica, da una parte, e l’emergere di una classe politica locale pienamente inserita nello Stato liberale e
nella dialettica delle oligarchie nazionali, dall’altra. Resta da illustrare il quadro geografico generale in cui la ricerca si colloca. I
paesi indagati saranno in primo luogo la Francia e l’Italia, la seconda per evidenti ragioni di interesse e la prima nella sua veste di
laboratorio della politica moderna, ma anche l’Inghilterra e la Germania (unità di Sassari), e soprattutto gli Stati Uniti (cfr. unità di
Pisa). Si sottolinea infine che all’ottica comparativistica così adottata s’intende attribuire una forte valenza metodologica.

 
Risultati parziali attesi
Nella prima fase le unità di ricerca, dopo aver presentato e discusso le linee generali dei singoli progetti nel corso di uno workshop,
daranno avvio ai propri lavori in piena autonomia metodologica e organizzativa: in relazione al tipo di progetto presentato, si
daranno avvio a ricerche archivistiche, presso biblioteche o fondi documentari, alla selezione e alla lettura delle fonti primarie, in
Italia e all’estero.
Il coordinamento si farà carico di aggiornare costantemente tutti i componenti sugli sviluppi delle ricerche attraverso l’attivazione
di un sito web appositamente dedicato; inoltre promuoverà incontri a carattere seminariale, che coinvolgano una o più unità di
ricerca, per approfondire singole tematiche avvalendosi, nel caso, della consulenza scientifica di autorevoli ricercatori italiani o
stranieri.
Da questa prima fase ci si attende:
a – completamento della base scientifica di partenza;
b -definizione delle problematiche e delle metodologie comuni al fine di una proficua armonizzazione delle ricerche;
c -avvio del lavoro di ricerche archivistiche e documentarie delle singole unità.

 

Unità di Ricerca impegnate

Unità n. 1
Unità n. 2
Unità n. 3
Unità n. 4
 
Fase 2

Durata e costo previsto

Durata
Mesi 12
Costo previsto
Euro 100.000
Descrizione
Nella seconda fase il coordinamento infittirà il calendario degli incontri al fine di favorire le occasioni di confronto scientifico tra le
diverse unità. In relazione allo stato di avanzamento dei progetti si potrà organizzare, già all’inizio di questa seconda fase, un
incontro a carattere seminariale per la presentazione dei primi risultati. È sulla base del lavoro svolto che, da un lato, si potranno
perfezionare le linee di ricerche comune e, dall’altra, si potrà passare all’organizzazione di un convegno internazionale in cui
presentare, questa volta in forma conclusiva, i risultati del progetto.
Risultati parziali attesi
Da questa seconda fase ci si attende:
a -Presentazione dei risultati: parziali, all’inizio della fase;
b- definitivi, nell’ambito di un convegno internazionale.
c – Cura e pubblicazione di un volume collettivo.
Unità di Ricerca impegnate
Unità n. 1
Unità n. 2
Unità n. 3
Unità n. 4
 
2.5 Criteri suggeriti per la valutazione globale e delle singole fasi
Si indicano ai fini di una valutazione della ricerca, i criteri tipici del giudizio sui lavori di storia concettuale, con particolare
riferimento alle valenze interdisciplinari del progetto. In particolare: originalità e rilevanza internazionale del tema generale;
coerenza ed integrazione delle ricerche proposte dalle singole unità; rigore metodologico, originalità e chiarezza concettuale dei
singoli risultati prodotti; novità e importanza della documentazione edita. Si suggerisce inoltre il controllo regolare dello
svolgimento della ricerca nelle sue diverse fasi di avanzamento mediante la consultazione del sito web che sarà allestito.


 

3.1 Spese delle Unità di Ricerca
Unità di
Voce di spesa
TOTALE
Ricerca
Materiale
Grandi
Materiale di
Spese per
Personale Servizi Missioni
Partecipazione /
Pubblicazioni Altro
inventariabile Attrezzature
consumo e
calcolo ed
a
esterni
Organizzazione
funzionamento
elaborazione
contratto
convegni
dati
Unità nº 1
6.000
0
1.500
0
7.000
3.500
20.000
15.000
15.000 2.000
70.000
Unità nº 2
1.500
0
2.000
0
1.700
500
8.500
400
2.400
600
17.600
Unità nº 3
14.000
0
1.000
0
25.000
0
8.000
8.000
14.000
0
70.000
Unità nº 4
1.000
0
0
0
0
1.000
20.000
0
3.000
0
25.000
TOTALE
22.500
0
4.500
0
33.700
5.000
56.500
23.400
34.400 2.600
182.600
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Unità di Ricerca
Voce di spesa
RD
RA
RD+RA
Cofinanziamento Cofinanziamento Costo totale
di altre
richiesto al
del
amministrazioni
MIUR
programma
Unità n. 1
0
21.000
21.000
0
49.000
70.000
Unità n. 2
5.300
0
5.300
0
12.300
17.600
Unità n. 3
10.000
20.000
30.000
0
40.000
70.000
Unità n. 4
1.500
6.000
7.500
0
17.500
25.000
TOTALE
16.800
47.000
63.800
0
118.800
182.600

Euro
Costo complessivo del Programma
182.600
Fondi disponibili (RD)
16.800
Fondi acquisibili (RA)
47.000
Cofinanziamento di altre amministrazioni
0
Cofinanziamento richiesto al MIUR
118.800

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi
finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)

Firma _____________________________________
Data 30/03/2004 ore 12:11

– 12 –

 

 

 

 

 

 

 

 

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)
PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B
Anno 2004 – prot. 2004112105_001

1.1 Tipologia del programma di ricerca
Interuniversitario

Aree scientifico disciplinari
Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%)
1.2 Durata del Programma di Ricerca
24 Mesi

 

1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
 
POZZI            REGINA            pozzi@stm.unipi.it
 
M-STO/04 – Storia contemporanea
Università di PISA
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA
Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA
 
1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca
 
POZZI                                        REGINA
 
Professore Ordinario            03/06/1940            PZZRGN40H43L570J
 
M-STO/04 – Storia contemporanea
Università di PISA
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA
Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA
050/2215425                050/501017            pozzi@stm.unipi.it
(Prefisso e telefono)    (Numero fax)            (Email)
 
1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca
Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia
di Pisa dal 1980-1981. Direttrice del Dipartimento di storia moderna e contemporanea nel triennio 1987-1990 e nel triennio
1994-1997. Coordinatrice del Corso di Dottorato in «Storia della civiltà europea» delle Università di Pisa e di Firenze e del Corso
di Dottorato in «Storia moderna e contemporanea» dell’Università di Pisa. Professeur associé all’ EHESS di Parigi nel 1989.
Distaccata presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei nel 1990-1993. Già responsabile nazionale di progetti di
ricerca ex 40% (1986-1989, 1990-1992, 1996), negli ultimi anni ha coordinato due progetti di ricerca nazionali: «Il pensiero
gerarchico nella cultura europea dei secoli XVIII e XIX» (1998-2000. Università di Pisa, Catania, Firenze e Torino, SNS di Pisa) e
«La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie» (2000-2002. Università di Pisa,
Firenze, Milano, Sassari, IUO di Napoli, SNS di Pisa).

1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca
 
1.
POZZI R. (2003). Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica
In POZZI R.; DONZELLI M. Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 17-30 (a
cura di). ROMA: Donzelli (ITALY)
2.
POZZI R. (2003). Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville
In MANUELA CERETTA Bonapartismo, cesarismo e crisi della società. pp. 23-32 FIRENZE: Olschki (ITALY)
3.
POZZI R. (2003). Comte devant son siècle
In M.BOURDEAU; J.F. BRAUNSTEIN; A.PETIT Auguste Comte aujourd’hui. pp. 135-150 PARIS: Editions Kimé (FRANCE)
4.
POZZI R. (2001). Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise THE TOCQUEVILLE REVIEW/LA REVUE
TOCQUEVILLE. (vol. xxii pp. 155-172)
5.
POZZI R. (1993). Hippolyte Taine. Scienze umane e politica nell’Ottocento pp. 7-334 Venezia, Marsilio.
 
1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca
 

1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca

 
Personale docente
nº     Cognome    Nome    Dipartimento                             Qualifica            Settore        Mesi Uomo
                                                                                                                                   Disc.      1° anno  2° anno
1.     POZZI        Regina    Dip. STORIA MODERNA E    Prof. Ordinario    M-STO/04      6              6
                                             CONTEMPORANEA
2. CASSINA      Cristina   Dip. STORIA MODERNA E     Ricercatore         M-STO/04      5              7
                                             CONTEMPORANEA                 Universitario
3. BATTINI        Michele   Dip. STORIA MODERNA E     Prof. Associato    M-STO/04     6              6
                                             CONTEMPORANEA
4. TESTI            Arnaldo   Dip. STORIA MODERNA E     Prof. Ordinario     SPS/05         3              4
                                             CONTEMPORANEA
TOTALE                                                                                                                                        20           23
 
Altro personale
Nessuno
1.7.2 Personale universitario di altre Università
Personale docente
Nessuno
Altro personale
nº  Cognome    Nome             Università                                                  Dipartimento         Qualifica          Mesi Uomo
                                                                                                                                                                                1° anno  2° anno
1.   Zampolli      Alessandra   Scuola Normale Superiore di PISA     Classe di Lettere   dottoranda         2            2
TOTALE                                                                                                                                                                        2            2
 
1.7.3 Titolari di assegni di ricerca
Nessuno
1.7.4 Titolari di borse
Nessuno
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma
nº   Qualifica            Costo previsto      Mesi Uomo          Note
                                                                1° anno  2° anno
1.   Altre tipologie          7.000                  2             2 Specialista storia dell’Ottocento
TOTALE                           7.000                 2             2
 
1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti
Nessuno

PARTE II

 

2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca
Democrazie allo specchio. Partecipazione e apatia nella riflessione politica dei secoli XIX-XX: i casi della Francia e degli Stati
Uniti

2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca
 
M-STO/04 – Storia contemporanea
SPS/05 – Storia e istituzioni delle Americhe
 
2.3 Parole chiave
DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; APATIA ; CITTADINANZA ; RAPPRESENTANZA ; NON-VOTO ; AUTOGOVERNO

2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale
Base di partenza è il lavoro che è stato condotto dall’unità dell’Università di Pisa, nel quadro di due ricerche nazionali concluse nei
periodi 1998-2000 e 2000-2002 e coordinate da Regina Pozzi, i cui titoli erano “Il pensiero gerarchico nella cultura europea dei
secoli XVIII e XIX” e “La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie”. Nell’arco di un
lustro è stato messo a fuoco un ricchissimo repertorio di fonti e di testi sui linguaggi politici e sui codici culturali ascrivibili al
pensiero autoritario così come alla critica moderna della democrazia, in relazione a due tempi storici di cruciale rilievo: 1) il
passaggio dall’Antico Regime allo Stato costituzionale di diritto e, quindi, la nascita della razionalità politica successiva alla
Rivoluzione francese; 2) la nascita delle scienze sociali e la riformulazione della riflessione politica e giuridica tra Otto e
Novecento, con l’elaborazione di paradigmi suggeriti dalla minaccia di disgregazione sociale propria della società di massa. Lo
sfondo su cui si è proiettata la nostra quinquennale riflessione è quello dell'”epoca della democrazia moderna” e delle sue patologie;
e i risultati finora ottenuti – raccolti in due volumi, Il pensiero gerarchico in Europa e Patologie della politica (vedi bibliografia), –
convergono con le linee lungo cui si muove la letteratura storica e politologica contemporanea, che pone al centro dell’indagine
alcuni problemi strutturali della democrazia come sistema di regole e tipo di società.
Nell’ambito di tale letteratura, in ragione anche dell’ampio spazio che nelle precedenti ricerche ha avuto e che in questo progetto
continua ad avere l’esperienza storica francese, particolarmente stimolanti risultano i lavori di un gruppo di studiosi raccolti intorno
all’Institut Raymond Aron (Gauchet, 1989 e 1995; Manent, 1987; Rosanvallon, 1992, 1998, 2000), che, a partire dai problemi posti
dalla Rivoluzione francese, concepita come momento fondativo, hanno messo a fuoco le aporie e le difficoltà della democrazia
liberale, analizzate alla luce delle categorie concettuali che ne costituiscono la base e delle loro tensioni irrisolte. Un importante
punto di riferimento, ancora per la Francia, ma con ricchezza di suggestioni più generali, sono anche gli studi di Jaume (1997,
2000) sulle origini filosofiche del liberalismo e sul difficile rapporto tra sovranità e individuo che esso conosce nella versione
francese. Apporti significativi nella stessa direzione concettuale e problematica erano già venuti da Julliard (1985), Lefort (1986) e,
con particolare attenzione al piano storiografico, da Furet (1978).
Assai utili le suggestioni che più di recente sono state date ancora da Gauchet (2002), che ha allargato il dibattito, richiamando
l’attenzione sull’erosione del quadro di esercizio delle democrazie contemporanee ed interrogandosi sull’efficacia dei loro strumenti
istituzionali. Un’indicazione in questo senso, in riferimento alla realtà americana (al cui esame è dedicata una specifica sezione
della nostra ricerca), ma con generale valenza analitica, viene anche da Putnam et al. (2002), che si ricollega alle analisi di John
Stuart Mill e Tocqueville per denunciare lo scollamento tra società civile ed istituzioni nel paese classico della democrazia. Nel
quadro di questa riflessione più ampia, importanti sollecitazioni si trovano anche in Eisenstadt (1999), in particolare per l’analisi
storica e politologica che egli conduce della duplice valenza, costituzionale o partecipativa, che la democrazia ha assunto a livello
concettuale, e delle divergenti soluzioni che nei due casi si prospettano, con le tensioni che investono nella prassi il rapporto tra
istituzioni rappresentative e partecipazione ai processi decisionali. A proposito degli Stati Uniti, una riflessione più specifica sul
tema dell’apatia elettorale e quindi del non-voto, che si intreccia con quella generale proposta da Putnam, parte dal dibattito
suscitato all’inizio degli anni Sessanta da Lipset (1960) e Schattschneider (1960), e passa attraverso i lavori politologici e storici di
Burnham (1965, ripubblicati 1982). Bilanci storici e analitici sulla questione della non partecipazione elettorale, utili come base di
partenza per nuove ricerche, sono tentati in Testi (1994), Piven-Cloward (2000), e Kornbluh (2000). In una prospettiva storica
generale di lunga durata sono anche un ineludibile punto di partenza le ricerche sulla libertà repubblicana condotte da Pocock
(1975), Skinner (1978,1998) e Pettit (1997), nonché la riflessione sulla sovranità condotta in termini radicali da Schmitt (1922 e
1933, ripubblicati nel 1972).
 
2.4.a Riferimenti bibliografici
Parte prima:
Opere di riferimento generale:

C. Schmitt, Teologia politica [1922, 1933], ora in Id., Le categorie del politico, Bologna, il Mulino, 1972;
J.G.A. Pocock, The Machiavellian Moment: Florentine Political Thought and the Atlantic Republican Tradition, Princeton, N.J.,
Princeton University Press, 1975;
Q. Skinner, The Foundations of Modern Political Thought, Cambridge, Cambridge University Press, 1978;
F. Furet, Penser la Révolution française, Paris, Gallimard, 1978;
C. Lefort, Essais sur le politique. XIXe-XXe siècles, Paris, Seuil, 1986;
P. Manent, Histoire intellectuelle du libéralisme. Dix leçons, Paris, Calmann-Lévy, 1987;
M. Gauchet, La Révolution des droits de l’homme, Paris, Gallimard, 1989;
J. Habermas, Faktizität und Geltung, Frankfurt a. M., Suhrkamp,1992;
P. Rosanvallon, Le sacre du citoyen. Histoire du suffrage universel en France, Paris, Gallimard, 1992;
D. Zolo, Il principato democratico: per una teoria realistica della democrazia, Milano, Feltrinelli, 1992;
M. Gauchet, La Révolution des pouvoirs, Paris, Gallimard, 1995;
P. Pettit, Republicanism: A Theory of Freedom and Government, Oxford, Clarendon Press, 1997;
Q. Skinner, Liberty Before Liberalism, Cambridge, Cambridge University Press, 1998;
P. Rosanvallon, Le peuple introuvable. Histoire de la représentation démocratique en France, Paris, Gallimard, 1998;
S.N. Eisenstadt, Paradoxes of Democracy, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1999;
P. Rosanvallon, La démocratie inachevée. Histoire de la souveraineté du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000;

M. Gauchet, La démocratie contre elle-même, Paris, Gallimard, 2002;
R.D. Putnam et al., Democracies in Flux: The Evolution of Social Capital in Contemporary Society, New York, Oxford University
Press, 2002
Il pensiero gerarchico in Europa. XVIII-XIX secolo, a cura di A. Alimento e C. Cassina, Firenze, Olschki, 2002;
Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi,Roma, Donzelli,
2003.

Parte seconda:
Opere di riferimento relative a singoli ambiti di ricerca (si veda la descrizione della ricerca al punto 2.5)

Sul punto 1):

P.Manent, Tocqueville et la nature de la démocratie, Paris, Fayard, 1982;
P. Rosanvallon, Le moment Guizot, Paris, Gallimard, 1985;
J. Julliard, La faute à Rousseau, Paris, Seuil, 1985;
M. Barberis, Benjamin Constant. Rivoluzione, costituzione e progresso, Bologna, Il Mulino, 1988;
M. Barberis, Sette studi sul liberalismo rivoluzionario, Torino, Giappichelli, 1989;
G. Quagliariello, La politica senza partiti. Ostrogorski e l’organizzazione della politica tra `800 e`900, Roma-Bari, Laterza, 1993;
C. Nicolet, L’idée républicaine en France (1789-1924) [1982], Paris, Gallimard, 1994;
M. Battini, L’ordine della gerarchia. I contributi reazionari e progressisti alla crisi della democrazia in Francia 1789-1914, Torino,
Bollati Boringhieri, 1995;
L. Jaume, L’individu effacé ou le paradoxe du libéralisme français, Paris, Fayard, 1997;
C. Cassina, “La ragione dei numeri” o “I numeri contro la ragione”? Un aspetto della questione elettorale in Francia, 1789-1870,
in “Trimestre”, XXXII, 1999, pp. 51-72;
L. Jaume, La liberté et la loi. Les origines philosophiques du libéralisme, Paris, Fayard, 2000
S. S. Wolin, Tocqueville Between Two Worlds, Princeton, Princeton University Press, 2001;
C. Cassina, Il bonapartismo o la falsa eccezione. Napoleone III, i francesi e la tradizione illiberale, Roma, Carocci, 2001;
R. Pozzi, Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise, «The Tocqueville Review», XXII, 2, 2001, pp.155-172;
G. Paoletti, Illusioni e libertà. Benjamin Constant e gli antichi, Roma, Carocci, 2002;
R. Pozzi, Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville, in Bonapartismo, Cesarismo e crisi della società, Firenze, Olschki, 2003;
R. Pozzi, Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica, in Patologie della politica. Crisi e critica della
democrazia, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 17-30.

Sul punto 2):

W. Lippmann, Public Opinion, New York, Harcourt, Brace and C., 1922;
C.E. Merriam e H.F. Gosnell, Non-Voting, Chicago, University of Chicago Press, 1924;
E.E. Schattschneider, The Semisovereign People [1960], Hinsdale (Ill.), Dryden Press, 1975;
S.M. Lipset, Political Man [1960], ed. accres., Londra, Heineman, 1983;
M.J. Crozier, S.P. Huntington e J. Watanuki, The Crisis of Democracy, New York, New York University Press, 1975;
W.D. Burnham, The Current Crisis in American Politics [1965], New York, Oxford University Press, 1982;
M.E. McGerr, The Decline of Popular Politics, New York, Oxford University Press, 1986;
M.J. Avey, The Demobilization of American Voters, New York, Greenwood Press, 1989;
R.A. Teixeira, The Disappearing American Voter, Washington (D.C.), The Brookings Institution, 1992;
A. Testi, La politica dell’esclusione, Bologna, Il Mulino, 1994;
L.K. Grossman, The Electronic Republic, New York, Viking, 1995;
B. Bimber, The Internet and Political Transformation, in “Polity”, Vol. 31, autunno 1998;
A. Testi, The Construction and Deconstruction of the U. S. Electorate in the Age of Manhood Suffrage, 1830s-1920s, in R. Romanelli
(a cura di), How Did They Become Voters?, The Hague-London-Boston, Kluwer Law International, 1998;
F.F. Piven e R.A. Cloward, Why Americans Don’t Vote, Boston, Beacon Press, 2000;
A. Keyssar, The Right to Vote: The Contested History of Democracy in the United States, New York, Basic Books, 2000;
A. Testi, Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti, Torino, OTTO Editoria Digitale , 2000;
M.L. Kornbluh, Why America Stopped Voting, New York, New York University Press, 2000;
C.R. Sunstein, Republic.com, Princeton, Princeton University Press, 2001;
A. Testi, Cittadinanza sociale e cittadinanza politica negli Stati Uniti: alcune considerazioni sul non-voto degli americani nel
Novecento, in C. Sorba (a cura di), Cittadinanza, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato, Roma, 2002;
L. Gidlow, Delegitimizing Democracy: “Civic Slackers”, the Cultural Turn, and the Possibilities of Politics, in “Journal of American
History”, vol. 89, dicembre 2002.

 
2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca
Nel quadro generale della ricerca, l’unità di Pisa si propone di fornire alcuni contributi selettivi ad una ricerca storica su categorie
e pratiche della partecipazione politica a partire dall’ultimo terzo del XVIII secolo e dalla crisi della società di Antico Regime. Tale
punto di partenza si giustifica per il fatto che è allora che nascono due idee di democrazia: quella di “potere popolare” tendente a
realizzare trasformazioni sociali radicali che accrescano la “libertà degli uomini”, che contempla una categoria di partecipazione
come autodeterminazione, e quella di “sistema di regole formalizzate” dello Stato di diritto, che contempla un’idea di partecipazione
di tipo “qualitativo” e limitata all’uso delle regole della democrazia. E’ intorno a queste due idee che si è snodata la vicenda della
democrazia occidentale tra Otto e Novecento. Di fatto però, attraverso alcuni passaggi salienti che sono stati illustrati altrove (cfr.
la descrizione del Programma di ricerca del Modello A), è prevalsa la seconda idea. Ciò non significa – è questo uno degli assunti
“forti” da cui muove la ricerca – che la prima idea, quella della democrazia come partecipazione e autodeterminazione, non abbia
continuato ad essere frequentata a livello teorico né che non abbia costituito anche un importante lievito al livello della prassi. In
questa prospettiva può essere utile ripercorrere la riflessione dottrinaria che si è sviluppata negli ultimi due secoli intorno alla
duplice idea di democrazia. Immediatamente dopo la rivoluzione del 1789 il pensiero politico, in particolare con Benjamin Constant,
ha visto nel dualismo tra partecipazione e apatia l’essenza dell’opposizione tra una democrazia potenzialmente autoritaria, o
giacobina, e una democrazia delle regole, liberale (si noti però che Constant prevede pericoli di dispotismo sia nell’apatia che nella
partecipazione eccessiva). Due decenni più tardi Tocqueville, a partire dall’analisi della democrazia americana, propone un
idealtipo di democrazia che trova le condizioni della sua vitalità nella compresenza di entrambe queste idee. Da allora il pensiero
politico occidentale non ha mai cessato di riflettere sul tema dell’apatia politica e della partecipazione democratica.
L’obiettivo che si pone l’unità di Pisa è quello di approfondire alcuni momenti storici, assunti come significativi, di tale dibattito.
Come nelle precedenti ricerche nazionali, di cui la ricerca qui proposta costituisce l’ideale continuazione, il quadro politico e
culturale privilegiato resta quello della Francia, paese che una tradizione storiografica consolidata considera come il laboratorio
della politica Tuttavia l’analisi verrà allargata al dibattito americano, in un’ottica comparativa da cui ci si attendono risultati
innovativi.
1 – S’indagheranno alcune espressioni cruciali della riflessione politica ottocentesca europea e in particolare francese. Al centro
dell’analisi si porrà il pensiero di Tocqueville, che appare fondamentale per la stessa formulazione del problema qui affrontato. A
partire da lui si prenderà in considerazione l’intero quadro del liberalismo francese, nella diversità delle sue posizioni intellettuali e
politiche, in relazione al nesso tra democrazia come sistema di regole e democrazia come partecipazione. In particolare s’intende
partire dal giudizio di “oscuramento o cancellazione dell’individuo”, che è stato avanzato a proposito di questa tradizione politica
da Lucien Jaume (1997), per metterlo a confronto con la definizione della natura e dell’ambito della sovranità, in rapporto con i
diritti dell’individuo, così come con la definizione delle categorie di rappresentanza e di cittadinanza. L’ipotesi è che nei principi
dell’89 ­ amalgama filosoficamente ardito di liberalismo e democrazia – si annodino una serie di aporie difficili da superare con le
categorie concettuali a disposizione della galassia liberale postrivoluzionaria. L’analisi si appunterà sulle prime generazioni della
famiglia liberale, dagli Idéologues (Destutt de Tracy, Daunou) e da Mme de Staël e Constant a Guizot, sul liberalismo “di nuova
specie” di Tocqueville, sui fondatori della Terza Repubblica – e sulla complessa formulazione, studiata da Claude Nicolet (1994),
del loro positivismo.

2 – Il secondo momento considerato sarà la riflessione politica e sociologica sul significato dell’astensionismo elettorale e del
non-voto negli Stati Uniti nel corso del Ventesimo secolo, e in particolare negli anni venti, negli anni cinquanta e infine negli anni
novanta. Negli anni venti del Novecento, dopo un secolo di altissima partecipazione elettorale, si delinea una vera e propria caduta
di affluenza alle urne. La felice combinazione di una cittadinanza attiva e partecipe, erede della tradizione repubblicana, e di una
democrazia delle regole, erede della tradizione liberale, che aveva caratterizzato la polity americana nel Diciannovesimo secolo,
sembra entrare in crisi. Come rivelano le prime indagini empiriche (Merriam e Gosnell, 1924), una quota consistente dell’elettorato
sta “scomparendo” dalla piazza pubblica – e ciò suscita allarme. Al contrario, una delle prime riflessioni sulle nuove forme
dell’opinione pubblica (Lippmann, 1922) suggerisce che forse è meglio così: i cittadini elettori, si dice, sono comunque disinformati
e inevitabilmente manipolati dai mass media; le garanzie della libertà di tutti stanno non in una partecipazione popolare
inconsapevole bensì nelle regole dello stato di diritto. Il conflitto interpretativo si ripete con maggiore consapevolezza e profondità
negli anni cinquanta-settanta, quando alcuni studiosi, con linguaggio repubblicano, definiscono la crescente apatia elettorale come
il “ventre molle” della democrazia (Schattschneider, 1960; Burnham,1965); mentre altri, con linguaggio liberale, ne parlano come
di un segno di “salute” e di buon funzionamento del sistema, che così non viene sottoposto a un eccessivo carico di “domande”
politico-sociali dal basso (Lipset,1960; Huntington et al.,1975). Il dibattito si rinnova infine, nell’ambito delle stesse
contrapposizioni paradigmatiche, negli anni novanta – quando emerge la questione dell’Internet come luogo e strumento di
mobilitazione e/o demobilitazione dei cittadini attivi ed elettori (Sunstein, 2001).

2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore
patrimoniale superiore a 25.000 Euro
Nessuna
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)
Nessuna
 
2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma
 
 

2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma

 
 
                                                                                  Numero     Mesi uomo     Mesi uomo     Totale mesi uomo
                                                                                                        1° anno            2° anno
Personale universitario dell’Università
sede dell’Unità di Ricerca                                        4                 20                       23                            43

Personale universitario di altre Università         
1                    2                         2                              4
Titolari di assegni di ricerca                                    0
Titolari di borse    Dottorato                                     0
                                 Post-dottorato                            0
                                Scuola di Specializzazione      0
Personale a contratto    Assegnisti                      0
                                             Borsisti                            0
                                             Dottorandi                       0
                                            Altre tipologie                  1                    2                         2                               4
Personale extrauniversitario                                  0
Totale                                                                            6                   27                       24                             51
 
 

PARTE III



3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca


Testo italiano
Voce di spesa
Spesa
Descrizione
in Euro
Materiale inventariabile
6.000 acquisto di computer fisso e di computer portatile.
Grandi Attrezzature
Materiale di consumo e
1.500 spese telefoniche, postali, per cancelleria (carta, ricambi, ecc.) e per fax
funzionamento
Spese per calcolo ed
elaborazione dati
Personale a contratto
7.000 attivazione di un contratto per integrazione della ricerca.
Servizi esterni
3.500 spese per traduzioni e consulenza per prodotti multimediali, assistenza tecnica, servizi di
copisteria.
Missioni
20.000 in Italia e all’estero (in particolare Francia, Gran Bretagna e U.S.A) per svolgere ricerche
presso fondi documentari, archivi pubblici e privati, biblioteche.
Pubblicazioni
15.000 contributo per la pubblicazione dei risultati della ricerca
Partecipazione /
15.000 partecipazione a convegni e giornate di studio inerenti la ricerca; contributo
Organizzazione convegni
all’organizzazione di un convegno internazionale conclusivo
Altro
2.000 spese per ospitalità e rappresentanza
TOTALE
70.000

3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Descrizione
Costo complessivo del Programma
70.000
dell’Unità di Ricerca
Fondi disponibili (RD)
Fondi acquisibili (RA)
21.000 16000 cofinanziamento d’Ateneo;
5000 incentivazione al coordinamento da
parte dell’Ateneo.
Cofinanziamento di altre
amministrazioni
Cofinanziamento richiesto al MIUR
49.000
 

 
3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)

SI

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi
finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)

Firma _____________________________________ Data 18/03/2004 ore 11:14

 
 

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)

PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B
Anno 2004 – prot. 2004112105_003

PARTE I

1.1 Tipologia del programma di ricerca

Interuniversitario 

Aree scientifico disciplinari

Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) 
 

1.2 Durata del Programma di Ricerca

24 Mesi  

1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca

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POZZI REGINA pozzi@stm.unipi.it 
M-STO/04 – Storia contemporanea     
Università di PISA     
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA     
Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA     

1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

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SCUCCIMARRA LUCA   
Professore Associato 07/07/1963 SCCLCU63L07H501K 
SPS/02 – Storia delle dottrine politiche     
Università degli Studi di MACERATA     
Facoltà di SCIENZE POLITICHE     
Dipartimento di DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO     
0733/258775
(Prefisso e telefono) 
0733/258777
(Numero fax) 
luca.scuccimarra@tin.it
(Email) 

1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

Laureato in Giurisprudenza con il punteggio di 110/110 e lode presso l’Università “La Sapienza” di Roma (1988); Dottore di ricerca in Storia delle dottrine politiche, delle istituzioni politiche e filosofia della politica (1994); dal 1996 al 2000 professore a contratto presso l’Università di Macerata; dall’ottobre 2001 è Professore associato di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Macerata. E’ componente del Comitato scientifico del Laboratorio di storia costituzionale “Antoine Barnave” dell’Università di Macerata e membro del Comitato di redazione del Giornale di Storia costituzionale.
Ha lavorato sul concetto di obbligo politico nella filosofia di Immanuel Kant e sulle concezioni della rappresentanza politica nella Francia rivoluzionaria e post-rivoluzionaria.


1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

1.SCUCCIMARRA L. (2003). La Repubblica dei Savants. Conflitto politico e idéologie nella Francia di Brumaio ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA. (vol. 9 pp. 43-83)  
2.SCUCCIMARRA L. (2003). La trasparenza del politico. Habermas e il paradigma della sfera pubblica GIORNALE DI STORIA COSTITUZIONALE. (vol. 6 pp. 35-59)  
3.SCUCCIMARRA L. (2002). LA SCIABOLA DI SIEYES. LE GIORNATE DI BRUMAIO E LA GENESI DEL REGIME BONAPARTISTA BOLOGNA: IL MULINO (ITALY)  
4.SCUCCIMARRA L. (2001). La rappresentazione imperfetta. Kant e il paradosso della costituzione inglese GIORNALE DI STORIA COSTITUZIONALE. (vol. 2 pp. 63-80)  
5.SCUCCIMARRA L. (1998). OBBEDIENZA, RESISTENZA, RIBELLIONE. KANT E IL PROBLEMA DELL’OBBLIGO POLITICO ROMA: JOUVENCE  

1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca

1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca

Personale docente

nº Cognome  Nome  Dipartimento   Qualifica  Settore Disc.  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.SCUCCIMARRA Luca Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO Prof. Associato SPS/02 
2.MARTUCCI Roberto Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO Prof. Ordinario SPS/03 
3.LACCHE’ Luigi Ist. Studi storici Prof. Ordinario IUS/19 
 TOTALE         20 17 

Altro personale

nº Cognome  Nome  Dipartimento   Qualifica  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.PIERGIACOMI GIANLUCA Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO DOTTORANDO 
2.ARGONDIZZO DOMENICO Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO DOTTORANDO 
3.MANZI IRENE Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO DOTTORANDA 
 TOTALE       

1.7.2 Personale universitario di altre Università

Personale docente

nº Cognome  Nome  Università  Dipartimento  Qualifica  Settore Disc.  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.CONSARELLI Bruna ROMA TRE Dip. ISTITUZIONI POLITICHE E SCIENZE SOCIALI PO SPS/02 
2.RUOCCO Giovanni ROMA “La Sapienza” Dip. STUDI POLITICI RU SPS/02 
 TOTALE           10 

Altro personale

Nessuno

1.7.3 Titolari di assegni di ricerca

nº Cognome  Nome  Dipartimento  Data di inizio del contratto  Durata
(in anni)  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.BARBISAN  Benedetta  Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 01/03/2004  
2.LUCARINI  Federico  Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 01/03/2004  
3.PERSANO  Paola  Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 01/03/2004  
4.STRONATI  Monica  Ist. Studi storici 01/11/2003  
TOTALE          16 16 

1.7.4 Titolari di borse

nº Cognome  Nome  Dipartimento  Anno di inizio borsa  Durata
(in anni)  Tipologia  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.CAR RONALD Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 2002 Dottorato 
2.CIARALLI ROBERTA Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 2003 Dottorato 
3.FERRARA GERRI Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 2002 Dottorato 
4.GREGORI SIMONA Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 2003 Dottorato 
5.VALVIDARES SUAREZ MARIA LUDOVINA Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO 2002 Dottorato 
 TOTALE           20 20 

1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma

nº Qualifica  Costo previsto  Mesi Uomo  Note  1° anno  2° anno 
1.Assegnista 25.000 11 11 attività di ricerca 
 TOTALE 25.000 11 11   

1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti

Nessuno

 

PARTE II

2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca

I dilemmi della rappresentanza


2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca

 

SPS/02 – Storia delle dottrine politiche 
SPS/03 – Storia delle istituzioni politiche 
IUS/19 – Storia del diritto medievale e moderno 

2.3 Parole chiave

RAPPRESENTANZA ; OPINIONE PUBBLICA ; PARTECIPAZIONE POLITICA ; SISTEMI ELETTORALI


2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

Nel campo degli studi storico-politici, così come più in generale in quello delle scienze politiche e sociali, si registra da alcuni anni un rinnovato interesse per l’analisi delle modalità di costituzione e sviluppo dei moderni sistemi rappresentativi.
A spingere in questa direzione ha contribuito senz’altro quel processo di progressivo disseccamento dei canali di alimentazione del circuito della legittimazione politica che è stato definito ‘crisi della rappresentanza’. Come ha scritto Bernard Manin, se per decenni questa dimensione è sembrata fondarsi “su una vigorosa e stabile relazione di fiducia fra gli elettori e i partiti politici e la grande maggioranza degli elettori si identificava con un partito, mantenendosi fedele ad esso nel tempo”, oggi “è crescente il numero degli elettori che votano in modo diverso da un’elezione all’altra” o che addirittura scelgono di non avvalersi dello strumento elettorale. In passato, le differenze tra i partiti sembravano essere l’effetto e il riflesso delle divisioni sociali, oggi si ha l’impressione che i partiti impongano alla società divisioni di carattere sempre più marcatamente artificiale. Se un tempo, infine, ogni partito proponeva agli elettori un programma che si impegnava a realizzare se avesse avuto accesso al potere, oggi la strategia elettorale dei candidati e dei partiti si fonda sulla “costruzione di immagini piuttosto vaghe nelle quali la personalità del leader occupa un posto preminente”. A causa di questi processi, la distanza tra governo e società civile sembra in costante aumento e “l’elezione dei rappresentanti non appare più come il metodo attraverso il quale i cittadini scelgono la politica che vogliono vedere realizzata”.
Tutto ciò ha spinto autori di varia formazione ed interessi a ripensare in chiave critico-ricostruttiva il divenire del principio rappresentativo nell’evoluzione della moderna politica di massa. E diversi sono stati in questa prospettiva gli approcci interpretativi di volta in volta proposti e sviluppati.
Di grande fecondità, in tale orizzonte di analisi, si è rivelato il modello ricostruttivo offerto da Juergen Habermas nel suo ormai classico contributo Strukturwandel der Oeffentlichkeit. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, diversi studiosi si sono avvalsi della prospettiva interpretativa messa a punto dal filosofo tedesco – la genesi della “sfera pubblica” come manifestazione dell’autonomia della società civile borghese – per indagare specifici contesti della moderna storia politico-costituzionale, puntualizzando – e a volte integrando alla luce di diversi paradigmi – i risultati della sua lettura “critico-sociologica”. In questa prospettiva, particolarmente interessanti appaiono i risultati conseguiti nell’analisi dell’orizzonte pre- e postrivoluzionario in Francia: si pensi al lavoro svolto da Keith Baker sul topos del “tribunale dell’opinione” come luogo di fondazione simbolica e discorsiva della ‘politica nuova’ di ispirazione anti-assolutistica; o anche al pluriennale itinerario di approfondimento della costellazione della sovranità popolare, avviato da Pierre Rosanvallon a partire dal fondamentale saggio Le sacre du citoyen.
In tale consolidato orizzonte di indagine, è mancato, tuttavia, sino ad oggi uno sforzo interdisciplinare di approfondimento delle dinamiche della rappresentanza, specificamente diretto ad analizzare l’interazione tra modelli teorici, pratiche politiche e procedure giuridico-istituzionali, in un’ottica che chiami in causa le risorse conoscitive della storia culturale e di quella del discorso politico, della storia delle istituzioni e di quella del pensiero giuridico. E’ questo l’obiettivo che la presente ricerca intende perseguire, a partire dal lavoro di approfondimento sulla fondazione costituzionale delle moderne democrazie rappresentative svolto dal Laboratorio di storia costituzionale “Antoine Barnave” dell’Università di Macerata, nel corso del suo primo decennio di attività.


2.4.a Riferimenti bibliografici

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Id., La democratie inachevee : histoire de la souverainete du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000
SARTORI Giovanni., La rappresentanza politica, in Studi politici, IV, 1957, pp.527-613.
SCUCCIMARRA, LUCA, La sciabola di Sieyès. Le giornate di brumaio e la genesi del regime bonapartista, Bologna, il Mulino, 2002;
TORTAROLO E., “Opinion publique” tra Antico regime e Rivoluzione francese. Contributo a un vocabolario storico della politica settecentesca, in Rivista storica italiana, CII, 1990, pp. 5-23
TROPER MICHEL, Osservazioni sullo statuto del concetto di rappresentanza politica, in Filosofia politica, 1, 1988, pp.195-201.

2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca

Considerata nella sua più profonda dimensione storico-politica, tutta la vicenda dello Stato costituzionale di diritto sviluppatosi in Europa partire dalla cesura rivoluzionaria appare caratterizzata dalla dialettica tra un orizzonte di valori dominato dal principio dell’autogoverno di individui liberi ed eguali e una prassi caratterizzata, invece, dalla presenza di dispositivi sociali ed istituzionali limitativi delle concrete possibilità di partecipazione politica della cittadinanza. In tale prospettiva, il ricorso a strumenti censitari di limitazione del suffragio, caratteristico dei sistemi parlamentari ottocenteschi, costituisce soltanto un’espressione – sebbene la più esplicita e radicale – di una tensione che a ben vedere trova modo di estrinsecarsi nei diversi momenti di articolazione della dinamica rappresentativa: a livello istituzionale, nella regolamentazione delle modalità di esercizio del voto, dello status di parlamentare (mandato libero o vincolato, formazione di gruppi o frazioni), delle modalità deliberative nei corpi parlamentari (potere di iniziativa, applicazione del principio di maggioranza, ricorso a strumenti procedurali di garanzia) e della stessa organizzazione dei lavori (pubblicità o meno dei dibattiti, ricorso a forme di attività diverse dalla seduta plenaria, ecc.). In ambito extra-istituzionale, nella determinazione – normativa, ma non solo – delle modalità di integrazione dei processi deliberativi parlamentari con una formazione discorsiva dell’opinione e della volontà aperta a tutti i cittadini sul terreno della sfera pubblica politica.
Obiettivo specifico dell’unità di ricerca è appunto quello di indagare – in un arco cronologico che va dalla cesura rivoluzionaria allo scoppio della Prima guerra mondiale – la costitutiva tensione tra coinvolgimento e distacco della cittadinanza sulla quale lo Stato costituzionale di diritto ha sviluppato il suo percorso storico in Francia e in Italia.
Il piano di analisi prescelto è quello di una ricostruzione dei dispositivi giuridico-istituzionali di articolazione dello spazio pubblico rappresentativo (diritti di voto, filtri procedurali, dispositivi di ‘selezione’ o ‘irregimentazione’ del consenso, ecc.), sviluppata però in stretta connessione con un’analisi dei discorsi e delle teorie che di quel contesto costituiscono al tempo stesso il fondamento di legittimazione e il precipitato ideologico.
In tale prospettiva particolare attenzione sarà dedicata all’analisi delle specifiche modalità di fondazione teorica di quella dimensione della rappresentanza che può essere considerata come il vero e proprio luogo costitutivo della politica contemporanea.
Da tale punto di vista, obiettivo della ricerca è quello di portare allo scoperto le diverse logiche della rappresentanza che innervano la conflittuale dinamica politica post-rivoluzionaria, evidenziando al contempo i presupposti ontologici e gnoseologici da esse chiamati in causa e le concrete opzioni costruttive a cui hanno saputo dar vita nei principali snodi costituenti della prima età contemporanea.
L’ipotesi interpretativa che si intende verificare è che a questo livello siano presenti linee di aggregazione teorica più complesse e articolate di quanto un tipo di interpretazione ancora legata alle ‘categorie disgiuntive’ del pensiero liberale possa far emergere: in tale contesto la priorità del momento cognitivo o di quello volitivo, il riferimento ad un paradigma dualistico (rappresentanza-relazione) o monistico (rappresentanza-incorporazione), la centralità della dimensione deliberativa o di quella decisionale sono soltanto alcune delle grandi alternative fondative su cui si gioca la costruzione di un vero e proprio caleidoscopio interpretativo e normativo, attraverso il quale di volta in volta prende forma una diversa – e onnicomprensiva – concezione della politica e dei suoi rapporti con la società civile.
Nell’ambito delle analisi dei diversi modelli elaborati su questo terreno dal grande laboratorio politico-costituzionale ottocentesco, l’unità di ricerca concentrerà inoltre la sua attenzione sulle procedure istituzionali e sui meccanismi sociali riconducibili al concetto di opinione pubblica, quale condizione di “pensabilità” della libertà dei moderni e del cosiddetto governo rappresentativo (governo di opinione). L’opinione pubblica, infatti, finisce con l’essere spesso un luogo discorsivo “aperto”, uno spazio di frontiera, disponibile ad accogliere, in virtù della sua natura essenzialmente ambigua e polimorfica, stimoli diversi e a divenire terreno di trasformazioni, di produzione di nuove identità sociali e politiche, di conflitti, di canali di partecipazione e di controllo non ancora istituzionalizzati. In tal senso, l’opinione pubblica è un punto di intersezione primario per rappresentare e cogliere vizi e virtù della democrazia: se irregimentata condannerà al fallimento ogni forma di “governo dei moderni”; se lasciata completamente libera di esprimersi potrà alimentare pregiudizi, imporre abusi e uno sterile conformismo, ovvero ostacolare il governo nella salvaguardia stessa delle libertà. Si tratta, evidentemente, del dilemma cruciale delle moderne democrazie.
Nello svolgimento della ricerca, particolare attenzione sarà dedicata ai seguenti contesti tematici:
– massa ed élites nel laboratorio rivoluzionario (1789-1799);
– la crisi della democrazia rappresentativa in Francia e la genesi del bonapartismo;
– rappresentanza e opinione pubblica in Francia tra Restaurazione e Monarchia di Luglio;
– la nascita dello Stato unitario in Italia e il ruolo dei plebisciti;
– la riflessione sull’opinione pubblica nell’Italia liberale (1880-1910).


2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro

Nessuna

2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)

Nessuna


2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma

    Numero  Mesi uomo
1° anno  Mesi uomo
2° anno  Totale mesi uomo 

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Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca   26 23 49 
Personale universitario di altre Università   10 19 
Titolari di assegni di ricerca   16 16 32 
Titolari di borse Dottorato 20 20 40 
 Post-dottorato    
 Scuola di Specializzazione    
Personale a contratto Assegnisti 11 11 22 
 Borsisti    
 Dottorandi    
 Altre tipologie    
Personale extrauniversitario      
TOTALE   18 83 79 162 

PARTE III

3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca

Testo italiano

Voce di spesa  Spesa in Euro  Descrizione  Materiale inventariabile 

Grandi Attrezzature 

Materiale di consumo e funzionamento 

Spese per calcolo ed elaborazione dati 

Personale a contratto 

Servizi esterni 

Missioni 

Pubblicazioni 

Partecipazione / Organizzazione convegni 

Altro  

14.000 Libri e cd-rom (fonti e letteratura secondaria) Attrezzature informatiche (2 personal computer, 1 stampante laser, 1 scanner); fotocopiatrice) 
  
1.000 Cancelleria (carta, toner,raccoglitori, ecc.) 
  
25.000 collaborazione all’attività di ricerca 
  
8.000 RIcerche bibliografiche presso biblioteche italiane e straniere 
14.000 risultati della ricerca; fonti di particolare interesse storiografico; 
8.000 Organizzazione convegno internazionale sui temi della ricerca; organizzazione seminari con studiosi italiani e stranieri; partecipazione a convegni e seminari 
  
TOTALE70.000   

3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca

     Descrizione  Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca 

Fondi disponibili (RD) 

Fondi acquisibili (RA) 

Cofinanziamento di altre amministrazioni 

Cofinanziamento richiesto al MIUR 

70.000  
10.000 Fondi individuali di ricerca relativi agli esercizi finanziari 2002/2003/2004 
20.000 Cofinanziamento del programma di ricerca a carico dell’Ateneo 
  
40.000  

3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)

SI

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)

Firma _____________________________________  Data 16/03/2004 ore 22:11 

 

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)

PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B
Anno 2004 – prot. 2004112105_002

PARTE I

1.1 Tipologia del programma di ricerca

Interuniversitario 

Aree scientifico disciplinari

Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) 
 

1.2 Durata del Programma di Ricerca

24 Mesi  

1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca

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POZZI REGINA pozzi@stm.unipi.it 
M-STO/04 – Storia contemporanea     
Università di PISA     
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA     
Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA     

1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

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SBARBERI FRANCO   
Professore Ordinario 11/03/1938 SBRFNC38C11G879S 
SPS/01 – Filosofia politica     
Università degli Studi di SASSARI     
Facoltà di SCIENZE POLITICHE     
Dipartimento di ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’     
011/8395683
(Prefisso e telefono) 
(Numero fax) franco.sbarberi@unito.it
(Email) 

1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

Il Prof. Franco Sbarberi è ordinario di Filosofia Politica. Ha insegnato Storia delle Dottrine Politiche e Filosofia Politica nelle università di Pisa, Torino e Sassari. Attualmente insegna Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Sassari.
I suoi principali campi di ricerca sono: la teoria del marxismo dalle origini al XX secolo; l’idea di eguaglianza e libertà nel XVIII e XIX secolo; le teorie moderne del progresso e della cittadinanza; i valori e le prospettive del liberalsocialismo.
Su questi temi, ha partecipato a conferenze e seminari internazionali presso le Università di Brema, Amburgo, Besançon, Treviri e presso la Sorbona di Parigi.
Alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in tedesco, spagnolo, francese.


1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

1.SBARBERI F. (2003). Poteri dispotici e tirannia in Condorcet
In M. DONZELLI; R. POZZI Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 105-121 ROMA: Donzelli (ITALY)  
2.SBARBERI F. (2002). voce “Democrazia”
In V. DE GRAZIA E S. LUZZATTO (A CURA DI) Dizionario del fascismo. vol. I pp. 414-419 TORINO: Einaudi (ITALY)  
3.SBARBERI F. (1999). L’utopia della libertà uguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio,Torino, Bollati Boringhieri  
4.SBARBERI F. (1994). politica della cittadinanza e politica della differenza
In AAVV Pluralità dello stato e pluralità degli ordinamenti. pp. 59-86 SASSARI: Edizioni di Iniziative Culturali (ITALY)  
5.SBARBERI F. (1993). Conflitto e integrazione nel pensiero politico-sociale contemporaneo: una proposta di lettura
In AAVV Modelli nella storia del pensiero politico. vol. III pp. 285-307 FIRENZE: Olschki (ITALY)  

1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca

1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca

Personale docente

nº Cognome  Nome  Dipartimento   Qualifica  Settore Disc.  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.SBARBERI Franco Dip. ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’ Prof. Ordinario SPS/01 
 TOTALE         

Altro personale

Nessuno


1.7.2 Personale universitario di altre Università

Personale docente

nº Cognome  Nome  Università  Dipartimento  Qualifica  Settore Disc.  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.PORTINARO Pier Paolo TORINO Dip. STUDI POLITICI PO SPS/02 
 TOTALE           

Altro personale

Nessuno


1.7.3 Titolari di assegni di ricerca

nº Cognome  Nome  Dipartimento  Data di inizio del contratto  Durata
(in anni)  Mesi Uomo  1° anno  2° anno 
1.MAGRIN  Gabriele  Dip. ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’ 15/11/2003  11  
TOTALE          11 

1.7.4 Titolari di borse

Nessuno


1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma

nº Qualifica  Costo previsto  Mesi Uomo  Note  1° anno  2° anno 
1.Altre tipologie 1.700  Partecipazione alla ricerca 
 TOTALE 1.700   

1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti

Nessuno

PARTE II

2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca

Modelli di partecipazione democratica tra conflitto e integrazione


2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca

SPS/01 – Filosofia politica 
SPS/02 – Storia delle dottrine politiche 

2.3 Parole chiave

DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; CONFLITTO ; INTEGRAZIONE


2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

La base di partenza scientifica della ricerca è costituita dai più recenti studi di carattere filosofico e politologico sulla democrazia, nonché da alcune analisi ormai classiche che leggono conflitto e integrazione come dimensioni caratterizzanti degli ordinamenti democratici. Fra le opere che maggiormente hanno segnato la riflessione sulla partecipazione e sul conflitto inteso come elemento vitale dell’ordine politico, vanno segnalati almeno:
– R. Dahrendorf, Classi e conflitti di classe nella società industriale, Bari, Laterza 1963; Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989,
– C. B. Macpherson, Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973; La vita e i tempi della democrazia liberale, Il Saggiatore, Milano 1980,
– D. Held, Modelli di democrazia, Il Mulino, Bologna 1996.
C. Pateman, Partecipation and Democratic Theory, Cambridge University Press, Cambridge 1970,
Un’ottica per molti versi opposta, perché caratterizzata dall’idea di un ineluttabile indebolimento del modello democratico-partecipativo e di un progressivo esaurimento degli antagonismi sociali, è invece quella che, negli anni Sessanta, contraddistingue, tra gli altri:
– D. Bell, The End of Ideology: on the Exhaustion of Political Ideas in the Fifties, Free Press & Macmillan, New York 1960
– R. Aron, L’oppio degli intellettuali, Cappelli, Bologna 1958.
Un’importante base di partenza scientifica è infine rappresentata da quegli studi (come per esempio M. Crozier-S. P. Huntington-Y. Watanuki, La crisi della democrazia, Milano, Angeli 1977) che hanno parlato di “crisi” strutturale del sistema democratico a causa del “sovraccarico di richieste” provenienti dalla società civile.


2.4.a Riferimenti bibliografici

– H. Arendt, Politica e menzogna, Sugarco, Milano 1986; Id., La disobbedienza civile e altri saggi, Giuffré, Milano 1985
– R. Aron, L’oppio degli intellettuali, Cappelli, Bologna 1958
– B. R. Barber, Strong democracy: participatory politics for a new age, University of California, 1984
– D. Bell, The End of Ideology: on the Exhaustion of Political Ideas in the Fifties, Free Press & Macmillan, New York 1960
– M. Crozier, S. P. Huntington, Y. Watanuki, La crisi della democrazia, F. Angeli, Milano 1977
– R. Dahl, Poliarchia: partecipazione e opposizione nei sistemi politici, F. Angeli, Milano 1994
– R. Dahrendorf, Classi e conflitti di classe nella società industriale, Laterza, Bari 1963; Id., Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989
– J. Habermas, Cultura e critica, Einaudi, Torino 1980
– D. Held, Modelli di democrazia, Il Mulino, Bologna 1996
– J. F. Lyotard, Il dissidio, Feltrinelli, Milano 1986
– C. B. Macpherson, Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973; Id., La vita e i tempi della democrazia liberale, Il Saggiatore, Milano 1980
– Marcuse, L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale, Einaudi, Torino 1967; Id., Critica della società repressiva, Feltrinelli, Milano 1968; Id., La fine dell’utopia, Laterza, Bari 1967
– C. Pateman, Partecipation and Democratic Theory, Cambridge University Press, Cambridge 1970
– P. P. Portinaro, Il terzo: una figura del politico, F. Angeli, Milano 1986
– P. P. Portinaro, Sociologia del conflitto e teoria del politico, in G. Miglio (a cura di) Amicus (Inimicus) Hostis, Le radici concettuali della conflittualità privata e della conflittualità politica, Giuffré, Milano 1992, pp. 275-310.
– N. Poulantzas, Potere politico e classi sociali, Editori Riuniti, Roma 1971
– F. Raniolo, La partecipazione politica, Il Mulino, Bologna 2002
– P. Rosanvallon Le moment Guizot, Gallimard, Paris 1985; Id., Prefazione a una teoria della disillusione verso la democrazia, Anabasi, Milano 1994; Id., Le peuple introuvable: histoire de la représentation democratique en France, Gallimard, Paris 1998
– F. Sbarberi, Conflitto e integrazione nel pensiero politico-sociale contemporaneo: una proposta di lettura, in AA.VV., Modelli nella storia del pensiero politico, vol. III, Olschki Firenze, 1993, pp. 285-307.
– F. Sbarberi, L’utopia della libertà uguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio,Bollati Boringhieri, Torino 1999.
– C. I. Waxman (a cura di), The End of Ideology Debate, Funk & Wagualls, New York 1968

2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca

Strategie di tipo “conflittualista” o di tipo “integrazionista” sono state notoriamente al centro della riflessione di alcuni classici della politica, come Machiavelli e Hobbes, Kant e Hegel, Marx e Schmitt; ma anche di autori contemporanei come Dahrendorf e Touraine, Lyotard e Held. In effetti, idee oppositive come conflitto e integrazione, assunte e variamente coniugate come valori fondativi della società civile, contribuiscono a far luce sul modo in cui pensatori e movimenti politici concepiscono sia le forme della partecipazione politica sia il problema delle garanzie istituzionali per gruppi e individui che si confrontano sulla scena pubblica. In sostanza: quali conflitti politici e quale integrazione sociale, per quale democrazia?
Con questa avvertenza metodologica, la ricerca intende mettere a fuoco alcuni modelli di democrazia e di partecipazione politico-sociale emersi in epoca contemporanea, in un arco temporale compreso fra il primo Ottocento e il secondo Novecento.
La ricerca prenderà le mosse da una riflessione sul pensiero politico di epoca postrivoluzionaria, con l’obiettivo di mettere in luce i modelli sociali, politici e istituzionali che nel secolo XIX caratterizzano la formazione di quella nuova sintesi teorica tra liberalismo e democrazia a cui verrà progressivamente attribuito il nome di “paradigma liberaldemocratico”. Lo studio delle sintesi teoriche messe a punto tra gli altri da Kant in Germania, Constant e Tocqueville in Francia, John Stuart Mill in Inghilterra sarà l’occasione per una più ampia interrogazione sul ruolo che termini come “conflitto” e “partecipazione” assumono nel pensiero politico otto e novecentesco.
L’incontro tra liberalismo e democrazia sarà letto nella sua tensione/opposizione rispetto a modelli politico-sociali concorrenti: il socialismo riformista e rivoluzionario, l’anarchismo, il pensiero conservatore e controrivoluzionario. Il paradigma liberaldemocratico sarà analizzato in alcuni suoi elementi caratterizzanti.
Sotto il profilo filosofico e culturale: nel quadro di un confronto dialettico con la più recente storiografia “repubblicana” (Pocock, Skinner, Pettit), si tratterà di analizzare il ruolo assunto dalla riflessione liberale, nella controversa frattura della modernità politica rispetto ai modelli sociali e politici del repubblicanesimo, sia nella sua versione neo-romana, sia in quella che si rifà alla tradizione dell’umanesimo civico. L’attenzione si fermerà in particolar modo, nell’opera degli autori citati, sui temi dei diritti e delle libertà, sulle forme istituzionali chiamate a garantire la sfera individuale dalle ingerenze del corpo politico, ma anche sulle nuove forme assunte dai rapporti reciproci tra individuo, pluralità degli istituti sociali e società.
Sotto il profilo della partecipazione politica: si tratterà di osservare titolarità, luoghi e forme di esercizio dei diritti politici prefigurati dai classici, ma anche di sottolineare la tensione esistente in ambiente liberale fra modelli antropologici concorrenti (il cittadino sui juris di Kant; il cittadino possidente del liberalismo conservatore; il cittadino inteso nella sua relazione plurale con le “formazioni sociali” à la Tocqueville, fino al cittadino interpretato come elemento organico della comunità statuale di Hegel e di Marx). Il rischio della passività e del conformismo nell’individuo “egoista” e “democratico” sarà analizzato attraverso le anticipazioni di Tocqueville e Mill, ma anche attraverso le riprese politologiche novecentesche. Nell’ottica del conflitto, un’attenzione particolare sarà dedicata in questo contesto al dibattito sui diritti civili (di associazione, di riunione e di stampa), che amplia e chiarifica il quadro della riflessione sui diritti politici.
Sotto il profilo della dottrina dello stato: si assumeranno come punto di partenza i numerosi studi esistenti su genesi e matrici delle Stato di diritto, per approfondire percorsi di ricerca già avviati su natura e ruolo degli istituti decentrati di partecipazione democratica (assemblee municipali, provinciali, regionali) e più in generale sulla genesi del pensiero federalistico (statuale e internazionale), da Kant a Constant, da Cattaneo a Constantin Frantz. L’obiettivo generale sarà in questo senso una riflessione sugli spazi di pluralità e di dialettica democratica dischiusi dalla rivisitazione critica del concetto di sovranità: un percorso sicuramente minoritario nel liberalismo ottocentesco, ma riemerso con forza nel corso del Novecento.
Dopo l’analisi delle costruzioni teoriche dei classici del liberalismo ottocentesco, la ricerca si sposterà sulle contaminazioni tra modello liberale e democratico, esperite in varie forme dal New Liberalism novecentesco. Dall’inizio del XX secolo in poi, autori come Simmel e Veblen, Oppenheimer e Coser, Dahrendorf e Touraine, Habermas ed Held e, per gli italiani, Gobetti e Rosselli, Calamandrei e Bobbio – muovendosi in una linea teorica opposta rispetto a quella integrazionista delineata volta per volta da Durkheim e da Parsons, da Merton e da Luhmann – hanno indicato nella distribuzione differenziata del potere, nella molla del conflitto e nella partecipazione diffusa della società civile gli elementi costitutivi di ogni moderno sistema industriale e democratico. Dopo aver ripreso le riflessioni su questo gruppo di autori, già intraprese dai membri dell’unità di ricerca, l’indagine si soffermerà con la dovuta attenzione sulle teorie conflittualistiche e integrazionistiche della democrazia presenti nella seconda metà del Novecento.
In particolare analizzeremo, su un primo versante, autori come Bell e Aron, Lipset e Shils, che, con la “fine” delle ideologie, hanno pronosticato l’esaurimento del modello democratico-partecipativo e la fine degli antagonismi totali come conseguenza dell’ipotetico trionfo di un individuo senza passioni visibili. Su un altro versante, invece, prenderemo in esame autori come Marcuse e Hannah Arendt che, riflettendo criticamente sulla stagione dei movimenti civili e politici, hanno riesaminato in termini complessivi i temi del conflitto e dell’ordine politico, immaginando esiti in un caso di tipo libertario e neo-marxiano (una libertà oltre la democrazia politica), nell’altro caso di tipo neo-aristotelico (una libertà all’interno della polis). Ragionando sugli stessi eventi, altri analisti, come C. B. Macpherson, C. Pateman e N. Poulantzas, hanno combinato categorie della tradizione marxista e di quella liberaldemocratica per proporre un modello di “democrazia partecipativa” che riproduce quasi alla lettera lo schema consiliare della tradizione del movimento operaio. Al contrario, studiosi come Huntington e Crosier hanno parlato di “crisi” strutturale del sistema democratico a causa del “sovraccarico di richieste” provenienti dalla società civile; un raffreddamento della pressione democratica, ai limiti dell’apatia, sembrerebbe dunque più funzionale alla governabilità dei sistemi politici. Queste interpretazioni contrastanti saranno il punto di riferimento per una riflessione finale sul ruolo che conflitto e integrazione, in diverse accezioni, svolgono negli ordinamenti democratici contemporanei.


2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro

Nessuna

2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)

Nessuna


2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma

    Numero  Mesi uomo
1° anno  Mesi uomo
2° anno  Totale mesi uomo 

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Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca   18 
Personale universitario di altre Università   10 
Titolari di assegni di ricerca   11 11 
Titolari di borse Dottorato    
 Post-dottorato    
 Scuola di Specializzazione    
Personale a contratto Assegnisti    
 Borsisti    
 Dottorandi    
 Altre tipologie 
Personale extrauniversitario      
TOTALE   25 17 42 

PARTE III

3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca

Voce di spesa  Spesa in Euro  Descrizione  Materiale inventariabile 

Grandi Attrezzature 

Materiale di consumo e funzionamento 

Spese per calcolo ed elaborazione dati 

Personale a contratto 

Servizi esterni 

Missioni 

Pubblicazioni 

Partecipazione / Organizzazione convegni 

Altro  

1.500 Apparecchiature tecniche, libri e altro materiale bibliografico 
  
2.000 Spese amministrative, carta, cancelleria, toner, fotocopie e altri materiali 
  
1.700 Partecipazione alle attività di ricerca 
500 Traduzioni, editing testi o assistenza tecnica 
8.500 Missioni di ricerca e partecipazione a convegni, in Italia e all’estero 
2.400 Pubblicazioni dei risultati della ricerca 
400 Spese per partecipazione e iscrizioni a convegni 
600 Ulteriori spese impreviste 
TOTALE17.600   

3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca

     Descrizione  Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca 

Fondi disponibili (RD) 

Fondi acquisibili (RA) 

Cofinanziamento di altre amministrazioni 

Cofinanziamento richiesto al MIUR 

17.600  
5.300 Cofinanziamento d’Ateneo – Università degli Studi di Sassari 
  
  
12.300  

3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)

SI

 

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)

Firma _____________________________________  Data 11/03/2004 ore 22:00 

 

 

SCHEDA DI VALUTAZIONE

#Criteri di valutazionePunteggioMotivazione del punteggio

1Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche 6 sufficiente
 
lA RICERCA NON SPECIFICA CON ESATTEZZA LA PRPOPRIA FINALITà SCIENTIFICA LIMITANDOSI AD UNA ASTRATTA ELENCAZIONE DI ORIENTAMENTI NON METODOLOGICAMENTE CHIARITI E SOPRATTUTTO CARENTI NELL’INDIVIDUAZIONE PRECISA DELLE FONTI. 
2Chiarezza e verificabilità degli obiettivi 6 sufficiente
 
LA MANCANZA DI UNA RIGOROSA PROSPETTAZIONE DEL MATERIALE DI RICERCA DA ESAMINARE E L’ASSENZA DI CRITERI METODOLOGICI – IN QUESTO CAMPO ASSAI VARI E MOLTEPLICI – NON RASSICURANO SULLA ATTENDIBILITà DEI FINI 
3Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare 5 insufficiente
 
MANCA DEL TUTTO UNA DECLINAZIONE RAGIONATA DEI CRITERI DI LETTURA OSSIA DEGLI STRUMENTI FILOLOGICI E DEGLI ORIENTAMENTI INTERPRETATIVI 
4Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste 8 buono
 
PUR ESSENDO L’IMPORTO DELLE RIOSORSE CONGRUO RIMANE LA ESTREMA IMPRECISIONE DEL PROGETTTO GENERALE CUI TALE SPESA INERISCE 

5Competenza del coordinatore scientifico 7 discreto
 
GLI STUDI DEL COORDINATORE LO RENDONO IDONEO A SOVRAINTENDERE IL RPOGETTO 
6Competenza dei gruppi proponenti 7 discreto
 
I GRUPPI PRESENTANO SODDISFACENTE LIVELLO DI COMPETENZA GENERALE. 
7Complementarità dei gruppi proponenti 7 discreto
 
LA COMPLEMATARITà RILEVA UNIVCAMENTE PER LA GIà RILEVATA GENERICITà DELL’APPROCCIO 

Commento generale

NEL CAMPO DELLA STORIA DELòLE IDEE è CONDIZIONE IMPRESCINDIBILE DI SCIENTIFICITà L’INDIVIDUAZIONE E L’ESPOSIZIONE DEI CRITERI METODOLOGICI E DEGLI APPROCCI FILOLOGICI CHE SI INTENDONO, SIA PURE DI MASSIMA, SEGUIRE: CIò MANCANDO NON CHIARITO ESPLICITAMENTE IMPEDISCE UN GIUDIZIO DI MERITO POSITIVO

MALGRADO SI TRATTI DI QUALIFICATI STUDIOSI DI STORIA MODERNA E DEL COEVO PENSIERO POLITICO RESTANO LE PERPLESSITà PER L’APPROCCIO METODOLOGICO ALL’ARGOMENTO IN QUESTIONE.

Punteggio finale46 / 70

Raccomanda il progetto per il finanziamento? NO

L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua

 

SCHEDA DI VALUTAZIONE

#Criteri di valutazionePunteggioMotivazione del punteggio

1Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche 8 buono
 
Il progetto, assai convincente nella formulazione generale del coordinatore, giustappone,quando si passa ale unità locali, interessi e obiettivi diversi, che restano autonomi o incomparabili.Oppure si sono persi per strada come nel caso delle ricerche sulla crisi della democrazia in Germania e in Inghilterra. 
2Chiarezza e verificabilità degli obiettivi 7 discreto
 
Gli obiettivi della proposta del cordinatore scientifico centrale non trovano adeguata rispondenza nei programi delle unità locale (con l’eccezione dell’unità di Pisa) che spesso sono dominati da una logica di apparente uniformità, ma in realtà danno l’impressione di coltivare un disegno interno autonomo. 
3Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare 8 buono
 
Metodi e tecniche sono non di rado la replica di studi da tempo acquisiti dalla storiografia oppure si prefiggono approfondimenti di natura archivistica (nel caso della Sicilia) che non si conciliano con una ricerca “mirata” a trarre delle conclusioni di ordine sistemico da esperienze storiche concrete. 
4Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste 5 insufficiente
 
Le risorse finanziarie richieste appaiono di un’entità poco convincente e comunque di importo eccessivo rispetto ai bisogni indicati. 

5Competenza del coordinatore scientifico 9 molto buono
 
competenza di alto rango 
6Competenza dei gruppi proponenti 9 molto buono
 
studiosi di alto livello 
7Complementarità dei gruppi proponenti 9 molto buono
 
la complementarietà delle unità proponenti rivela qualche scarto 

Commento generale

Il progetto generale si muove in un’architettura di tipo interdisciplinare.Punta a combinare l’analisi teorica dei paradigmi politologici su democrazia costituzionale e democrazia partecipativa e la verifica di essi sul terreno delle vicende storiche concrete (in particolare Francia Stati Uniti) di questi concetti.
Poco comunicanti, se non separati, risultano i programmi di alcune delle unità locali, come per esempio quella di Sassari e di Palermo.Più evocato che reale è l’interesse per lo studio della crisi della democrazia in Inghilterra e in Germania.
La scansione delle fasi di ricerca è assai generica a causa delle difficoltà delle 4 unità locali a coordinarsi col progetto generale.

Gli studiosi coinvolti sono tutti di ottimo livello, ma non risulta chiarissima la divisione del lavoro.

Punteggio finale55 / 70

Raccomanda il progetto per il finanziamento? SI

L’entità del finanziamento richiesto è: Eccessiva

 

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