La Sissco, mostrando la propria preoccupazione in ordine al patrimonio archivistico e bibliotecario in possesso degli enti provinciali del nostro paese, individua nell’appello lanciato a favore del Museo di Capua un esempio emblematico di un più generale allarme per la situazione di precarietà di tale patrimonio a livello nazionale.
Di seguito si riporta il testo dell’appello
Cari Amici,
mi scuso in anticipo per la richiesta che vorrei sottoporre alla rete del Coordinamento Nazionale Archivi e Biblioteche. Non sono solita farmi coinvolgere in iniziative “bottom up” e in reti di spontaneismo di alcun tipo, ma in questo caso ho ritenuto che la questione meritasse un impegno militante di tutto il mondo della cultura non solo meridionale. Si tratta del Museo Campano di Capua che, affidato alla gestione della Provincia di Caserta, versa in una condizione molto critica e rischia seriamente che le sue collezioni, sottratte alla pubblica fruizione, escano pericolosamente dall’attenzione della comunità civile. Come forse saprete, del Museo fa parte una biblioteca che, per il numero di volumi a stampa e di manoscritti, pergamene, carte geografiche e stampe, è il più importante di Terra di Lavoro.
Per questo motivo, l’intero direttivo della Società Napoletana di Storia Patria (a partire dal suo presidente Giuseppe Galasso) ha sottoscritto l’appello che sta girando anche tra i colleghi delle università napoletane raccogliendo la sottoscrizione personale degli studiosi, ma in molti casi anche degli organi rappresentativi di ateneo.
Credo che sarebbe importante se il Coordinamento Nazionale ritenesse di sottoscrivere l’appello schierandosi tutela di una realtà che mette a rischio un grande patrimonio italiano.
Scusate ancora l’intrusione e grazie dell’attenzione
Un caro saluto
Vittoria Fiorelli