Coordinano: Marco Armiero e Patrizia Dogliani
Le parole ambiente ed ecologia con le rispettive aggettivazioni stanno avendo grande fortuna tanto nell’uso comune quanto nella cultura accademica. Sebbene il prolificare di insegnamenti presunti ecologici nelle università italiane, segnalato da Giorgio Nebbia, ha riguardato poco le discipline umanistiche, anche in Italia si sta diffondendo un nuovo interesse per la storia dell’ambiente. È innegabile una certa indeterminatezza nello statuto della disciplina: non è facile definire cosa si debba intendere per storia dell’ambiente e cosa no, tanto più che temi come la storia del paesaggio, delle bonifiche, della salute e della malattia non sono certo per la nostra storiografia novità ascrivibili alla troppo recente Environmental History. È auspicabile, certo, una più ampia e approfondita riflessione su categorie, fonti e procedure della storia ambientale, senza affrettarci, tuttavia, a tracciare confini rigidi. La nostra ipotesi, cioè, è che la storia ambientale possa conservare come sua caratteristica genetica una grande apertura a contaminazioni, approcci e culture differenti.
Con questo spirito proponiamo i due percorsi che formano il nostro panel: a) L’ambiente urbano: problemi storiografici e percorsi di ricerca e b) Le risorse naturali tra uso e protezione.
La città viene assunta nella duplice veste di consumatrice e organizzatrice di risorse naturali (acqua, suolo, combustibili, mare). L’urbanizzazione e l’espansione edilizia, le politiche igieniste tra Otto e Novecento, l’industrializzazione dell’età giolittiana e il boom economico del secondo dopoguerra incidono sul rapporto tra città e ambiente, ridisegnando i rapporti di forza tra i diversi gruppi socio-economici e le rispettive visioni delle risorse ambientali. Questa dinamica costruisce gli spazi delle città contemporanea, le sue vocazioni economiche, la percezione della sua identità e trasforma radicalmente ciascuna componente e l’intero ecosistema nel suo complesso: l’inquinamento, uno degli esiti più rilevanti di questo processo, va letto, quindi, non solo come esternalità negativa, ma come parte di quel mutamento dell’ambiente.
L’altro percorso del nostro panel investe i problemi legati al governo delle risorse, alla tutela dell’ambiente e alla regolazione di conflitti. I luoghi e i tempi delle ricerche presentate in questo percorso sono vari: dall’abolizione della feudalità all’affermarsi della proprietà capitalistica, dalla regolazione locale e comunitaria a quella degli apparati statali e dell’impianto legislativo nazionale, da una visione tutta economicista e produttivistica della natura, spesso percepita come selvaticità da domare, alle opzioni di tutela e conservazione dell’ambiente naturale, visto come luogo dell’identità nazionale.
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Identità nazionale e protezione della natura in Italia e in Europa
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