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Arru 2000

DONNE E UOMINI NEI PROCESSI MIGRATORI IN ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA

Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Coordinatore

   

ANGELINA ARRU

   

Titolo della Ricerca

   

DONNE E UOMINI NEI PROCESSI MIGRATORI IN ETA’ MODERNA E CONTEMPORANEA

   

Finanziamento assegnato

   

128 , Euro 66106

   

Rd+Ra

   

55 , Euro 28405 (dichiarata all’atto della domanda)   

   

Durata

   

24 mesi

   

 Obiettivo della Ricerca

Obiettivo di questo progetto è l’analisi comparativa della mobilità geografica, e della sua organizzazione sociale di popolazioni di aree italiane diverse nelle strutture economiche, sociali, politiche e istituzionali.
La ricerca intende seguire un approccio biografico, che permetta di individuare le imprevedibilità delle scelte, piuttosto che le linearità e le determinazioni negli spostamenti geografici di uomini e di donne.
Sarà in questo modo possibile analizzare percorsi e reti di relazione secondo un’ottica che problematizza le interpretazioni demografiche e quantitative, che restano tuttavia un’acquisizione fondamentale nello studio dei processo migratori.
Verranno utilizzate fonti (parrocchiali, notarili, giudiziarie ecc.) che permettano l’incrocio di dati personali e verranno costruite mappe informatiche per alcune città.
Il nodo centrale della ricerca è la scomposizione della mobilità secondo l’identità sessuale, essenziale per capire le differenze (alla partenza e all’arrivo) di spazi, tragitti e networks di chi immigra, e per individuare in quale maniera forestieri e forestiere siano capaci di incidere sugli assetti comunitari e sull’identità stessa dei nativi.
Anziché utilizzare un’analisi dicotomica delle comunità urbane, che distingua nettamente immigrati da nativi, l’ipotesi è quella di osservare come, rispetto ai fenomeni migratori, la città ridisegni se stessa, premiando comportamenti bene identificati. Si pensi ad esempio al concetto di stabilità, all’importanza dei tempi di residenza nelle città – sanciti negli statuti di antico regime (ma sarà interessante capire quanto anche nelle città novecentesche)-, in base ai quali escludere o includere gli abitanti da diritti di assistenza, e da possibili "cittadinanze".

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

In questa ricerca vengono messi in discussione alcuni modelli sociologici classici, fondati sulla distanza geografica e sulla sua misura come variabile significativa dei movimenti nello spazio e che hanno a lungo rappresentato una fonte di ispirazione per gli storici (Ravenstein, 1885; 1889). La distanza geografica perde di significato; le stesse importanti intuizioni successive di Stouffer sulle "intervening opportunities" richiedono una revisione (Stouffer, 1940).
Ad una concezione dello spazio in cui le distanze sono misurate metricamente viene a sostituirsi una concezione basata sull’esistenza di trame di relazioni che, collegando gli individui, definiscono la mappa possibile dei percorsi (Arru 1995; 1999; De Clementi, 1999). E’ lungo i tracciati di mappe così definite che corrono le informazioni sulle opportunità, si modellano le aspettative e si creano le condizioni di contatti tra mondi sociali e culturali differenti, con implicazioni in gran parte ancora da indagare.
L’accento posto sul ruolo delle catene migratorie nella mobilità geografica non costituisce una novità negli studi (MacDonald, 1964), ma resta l’esigenza di una esplicitazione di tutte le potenzialità che può avvenire solo con un aggiornamento metodologico e concettuale basato sulle acquisizioni della cosiddette analisi di rete (Werbner, 1990), che la ricerca storica ha cominciato ad utilizzare con risultati significativi (Gribaudi 1987).
Ma i risultati più innovativi negli studi sulle migrazioni si sono avuti in quelle ricerche in cui i processi migratori vengono analizzati con un?attenzione alle identità sessuali. Si veda ad esempio lo studio di W.H.Sewell Jr. (1985), che ha affrontato la relazione tra carriere maschili e femminili e cicli di vita. Ma si vedano soprattutto le ricerche di quelle studiose in cui la storia della mobilità geografica ha dato conto più direttamente della presenza delle donne e delle loro diverse strategie nelle comunità urbane, complicando radicalmente le acquisizioni e introducendo nuove ipotesi (Fauve -Chamoux, 1981; 1992a; 1992b; 1993; Page Moch, 1983;1992).
Si pensi a questo proposito alle ipotesi sulla formazione del mercato matrimoniale urbano. Alcune ricerche ad esempio dimostrano che l’età avanzata al matrimonio, in alcune città europee di antico regime (ma anche contemporanee) dipende proprio dalla presenza numerosa di immigrati/e (Lynch 1991).
Ma le scelte matrimoniali comportano conseguenze differenti nei cicli di vita di donne e uomini soprattutto nella distribuzione del mercato del lavoro.
Le donne immigrate, ad esempio, di fronte a un mercato del lavoro in cui è possibile occupare posti importanti abbandonati dai maschi (vedi il servizio domestico) sono disposte a età tardive al matrimonio e anche al rischio del nubilato (Arru, 1996). Un modo nuovo di concepire lavoro e ciclo di vita che viene analizzato per altri contesti anche da Ramella (1998), che ha dimostrato come il lavoro delle donne sposate non dipende dalla struttura economica della città secondo il vecchio modello descritto da J.W.Scott e L. Tilly. Si tratta di innovazioni importanti, visto che in Italia la storia delle donne non ha ancora acquisito sufficienti ricerche sulla mobilità.

Criteri di verificabilità

1) Qualità e quantità dei dati raccolti nelle varie fasi della ricerca. Capacità di ricostruzione della varietà delle forme di migrazione (secondo la differenza tra i sessi, le strategie individuali o collettiva, di breve o di lunga distanza).

2) Capacità di costruire una storia delle migrazioni con approccio di genere: cioè di rendere evidenti le relazioni -di conflitto, di solidarietà o complicità- tra i sessi (all’interno delle famiglie, ma anche dei gruppi parentali e delle comunità).

3) Evidenza dell’approccio biografico: vale a dire capacità di interpretare i dati a disposizione per comprendere le motivazioni delle migrazioni, non solo in termini di logiche economiche, ma ricostruendo reti di relazione e percorsi spaziali, sia nelle comunità di arrivo, sia in quelle di partenza.

4) Significato della raccolta degli epistolari in relazione all’approccio biografico nella storia delle migrazioni.

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Università degli Studi di NAPOLI "L’Orientale"

     Responsabile Angelina ARRU

     Rd+Ra      M£ 37 , Euro 19108 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 86 , Euro 44415

 

     Compito

     

Compito dei ricercatori e delle ricercatrici sarà quello di costruire e di interpretare una banca dati informatica che comprenda:
– la rilevazione di dati dalle fonti parrocchiali. Fondamentali saranno i registri degli stati delle anime in un vasto campione di parrocchie cittadine (Roma e Napoli), ma anche di parrocchie dei luoghi di origine tra Settecento e Novecento.
– la rilevazione delle Dichiarazioni di stato libero ("processetti matrimoniali"), per alcuni anni campione scelti in un lungo arco cronologico tra 1650-1920.
Su queste fonti – e sulla comparazione con i dati riguardanti Torino e il Piemonte- sarà concentrata una gran parte del lavoro del gruppo, attraverso l’impiego sia dei ricercatori che di personale a contratto per la rilevazione.
L’uso di un DB3PLUS e ACCESS permette un’analisi relazionale di tutti i dati e dunque anche un incrocio con le altre fonti analizzate.
L’unità di ricerca ha inoltre il compito di utilizzare un’altra fonte importante per quanto riguarda le immigrazioni e le biografie di chi arriva in città. Si tratta delle fonti notarili, attraverso le quali capire quale logiche patrimoniali (di risparmio, di investimento, di scambio, di crediti o di debiti) caratterizzano gli inurbati rispetto ai nativi, e soprattutto gli uomini rispetto alle donne.
Una parte dell’Unità di ricerca infine sarà impegnata nel reperimento dei documenti personali delle migrazioni in età contemporanea: epistolari ed eventuali diari, nel territorio napoletano e campano.
La decifrazione degli epistolari o altri documenti personali comprende una schedatura, attraverso un DB3PLUS che preveda di ricostruire dati solo implicitamente contenuti nelle lettere e ricavabili dalla loro comparazione reciproca. E che renda possibile anche una lettura incrociata con tutte le altre notizie. L’Unità di ricerca intende istituire un apposito fondo archivistico presso la Biblioteca del proprio Dipartimento, un fondo di consultazione aperto ai giovani studiosi, che possa essere integrato da acquisizioni successive.
Incontri e seminari – anche incrociati con l’altra unità di ricerca- serviranno a mettere a punto ricerca e metodi.

2]  Unità di       Università degli Studi di TORINO

     Responsabile Franco RAMELLA GIGLIARDI

     Rd+Ra      M£ 18 , Euro 9296 (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   M£ 42 , Euro 21691

 

     Compito

     

E’ compito dell’unità di ricerca procedere alla creazione di un archivio informatico che rilevi e trascriva alcune fonti contenenti in forma massiccia dati sugli spostamenti degli individui nel territorio. Verrà preso in considerazione un arco di tempo tra età moderna e contemporanea e verranno indagati censimenti e liste di popolazione tra fine Settecento e XX secolo.
Le fonti verranno trascritte integralmente: i dati sugli spostamenti spaziali saranno così incrociabili con tutte le altre informazioni fornite dalle fonti. Inoltre i programmi utilizzati – DB3PLUS e ACCESS – sono database relazionali che consentono di collegare tra loro le informazioni dei diversi archivi in modo da poter disegnare le reti di relazioni che fanno capo ai diversi individui e i percorsi di mobilità in ambiti sia geografici che economici.
In una seconda fase i data base così costruiti verranno interrogati in base a una griglia di domande costruita a partire dagli elementi teorici e metodologici delineati nel progetto, per verificarli e metterli a punto.
Inoltre l’unità di ricerca ha il compito di ricostruire – in particolare attraverso interviste- percorsi di immigrati meridionali a Torino negli anni del boom economico.
In tutte le fasi della ricerca il gruppo deve render conto di come l’introduzione della categoria di genere nel questionario che riguarda la costruzione di reti di relazione intorno ai flussi migratori, riesca a introdurre significativi elementi di novità nella lettura del fenomeno della mobilità geografica
Incontri e seminari – anche con l’altra unità di ricerca- serviranno a discutere fonti e informazioni.