L’assemblea annuale dei soci, in versione telematica sulla piattaforma Zoom, è aperta dalla presidente della Sissco, Gia Caglioti, alle ore 15,00.
Dossier sulle attività Sissco 2020
La presidente sottopone all’assemblea il verbale dell’assemblea dei soci 2 019, che viene approvato in assenza di obiezioni da parte dei soci in collegamento telematico.
La presidente comunica le candidature per il rinnovo di un terzo del Direttivo pervenute regolarmente al comitato elettorale formato da Maria Luisa Betri, Elena Papadia e Stefano Pisu, che ringrazia: quelle di Stefano Cavazza e Pinella Di Gregorio. In assenza di candidature espresse in assemblea, la presidente dichiara aperte le operazioni di voto sulla piattaforma online Eballot. Il responsabile del sito web Federico Mazzini spiega il funzionamento della piattaforma e le procedure di voto e quindi, insieme al segretario Marco Maria Aterrano, avvia la procedura inviando a ciascuno dei soci aventi diritto una e-mail contenente un link che garantisce un voto unico e anonimo. La presidente nomina quindi Alessandra Gissi, Giulio Tatasciore e Ignazio Veca come membri della commissione elettorale. La commissione verificherà la regolarità del voto stesso accedendo alla piattaforma online e annuncerà ai soci l’esito della votazione al termine delle 23 ore concesse per la votazione.
La presidente richiama brevemente i punti salienti del bilancio consuntivo e preventivo Sissco, già presentato in dettaglio da una relazione introduttiva del segretario inclusa nel dossier inviato ai soci e allegato al presente verbale. Spiegando le motivazioni che hanno portato la Sissco a presentare due distinti bilanci, uno proprio della Sissco e un altro relativo ai due progetti finanziati nel 2018 dalla Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la presidente ricorda che la Sissco ha svolto un ruolo di intermediario tra la Struttura e i due gruppi che hanno lavorato ai progetti, coinvolgendo nel loro complesso una cinquantina di soci Sissco coordinati da Francesco Bonini e Maurizio Ridolfi. In ragione dell’entità delle cifre coinvolte nella realizzazione dei progetti, della necessità di reperire contributi esterni a copertura del cofinanziamento e di svolgere il ruolo di sostituto d’imposta per il versamento delle ritenute d’acconto sui compensi attribuiti, si è ritenuta operazione più trasparente e intelligibile lo scorporo del bilancio PCM da quello complessivo Sissco. Si passa quindi all’approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi (vedi all. 1 e 2).
La presidente ricorda che i soci hanno ricevuto un dossier che contiene una relazione della stessa presidente sulle attività della Sissco nell’ultimo anno, le statistiche sulla composizione della Società, i bilanci, una relazione sul Mestiere di Storico e sulle attività delle commissioni (il dossier è parte integrante di questo verbale e si rimanda ad esso per la relazione sulle attività e i bilanci della Sissco nel corso dell’anno 2019-2020).
Allo scopo di lasciare quanto più spazio possibile alla discussione dei e fra i soci, la presidente riprende brevemente alcuni dei punti affrontati in dettaglio nella comunicazione inviata ai soci attraverso la mailing list Sissco, tirando le fila di un anno difficile a causa del COVID-19, che ha avuto inevitabili ricadute sulla vita della Società.
Dopo aver ringraziato i due consiglieri uscenti, Gabriella Gribaudi e Federico Mazzini, per il loro importante e generoso contributo alla vita della Sissco, apre la discussione.
Interviene Giovanni Scirocco, chiedendo se i cambiamenti statutari cui si fa accenno nella relazione della Presidente debbano passare per l’approvazione di un’assemblea ordinaria o possano essere approvati da un’assemblea straordinaria. La presidente risponde che nei prossimi mesi sarà avviata una discussione sullo statuto e saranno avanzate proposte di modifica che potranno essere discusse nell’assemblea straordinaria di Pescara e, se si coagulerà su di esse un ampio consenso, approvate in quella ordinaria di Cagliari.
Brunello Mantelli apre una riflessione, a partire dalla presentazione delle statistiche soci, sulla natura e sulla evoluzione della Sissco e sulla demografia della disciplina. Mantelli solleva quindi il problema dei dottorati e della loro natura ibrida che ha comportato il ridimensionamento dei dottorati in storia e auspica che si vada verso la formazione di scuole di dottorato che ripropongano il modello dei consorzi. Una soluzione, questa, da preferirsi all’istituzione di scuole in cui si sovrappongono discipline non contigue, indebolendo il percorso di formazione dei dottorandi. Su questo punto intervengono Angelo Gaudio e Stefano Cavazza che sottolineano la necessità di interrogarsi su forme di valorizzazione del dottorato per i percorsi di inserimento nella scuola.
Catherine Brice chiede delle precisazioni su alcune questioni emerse nel corso dell’intervento della presidente, in particolare sulla proposta di digitalizzazione delle riviste italiane. La presidente specifica che il gruppo di lavoro individuato dal Direttivo si impegnerà innanzitutto a condurre una ricognizione dello stato dell’arte (un lavoro che verrà messo a disposizione dei soci) con l’obiettivo di arrivare a realizzare la proposta di un “Persée” italiano da offrire ai Ministeri dell’Università e dei Beni Culturali, eventualmente anche con l’obiettivo di partecipare con partner da identificare a una call europea.
Marco De Nicolò ritorna sulla questione delle statistiche, sottolineando l’importanza di avere a disposizione un quadro dettagliato del settore M-STO/04 per poter comprendere la parabola degli studi storici in Italia. Si chiede poi quanto il processo di digitalizzazione delle riviste sia compatibile con il possesso dei diritti d’autore da parte delle case editrici. La presidente specifica che la Sissco intende svolgere su questo tema un lavoro istruttorio e successivamente di proposta e promozione ma che non può incaricarsi del processo di digitalizzazione in sé per il quale non possiede le risorse, la strumentazione, le competenze tecniche e le autorizzazioni. Scirocco concorda e ribadisce l’opportunità di partire da una precisa mappatura del materiale già digitalizzato per poter intervenire in modo mirato ed efficace.
Andrea Ricciardi solleva il problema dei ricercatori fermi nella “terra di nessuno”, sospesi in una situazione intermedia tra una docenza a contratto e la mancanza di una sistemazione accademica nonostante l’età non più giovane e sollecita la Sissco a intervenire sulla questione. La presidente riconosce l’importanza della questione, e solidarizza con le difficoltà incontrate da questi ricercatori. È tuttavia questo un problema sul quale la Società ha una capacità di azione limitata sia dal suo scarso peso, sia dalla sua natura di società la cui missione è essenzialmente di natura scientifica.
Barbara Bracco ricorda la situazione di sofferenza in cui si trovano le istituzioni culturali in Italia, invocando una azione di pressione della Sissco sui ministeri interessati, specialmente in vista dell’imminente arrivo dei fondi europei. Aggiunge infine un invito a riaprire il dibattito sullo spazio occupato dalla storia nel discorso pubblico.
La presidente interviene per sottolineare come l’emergenza connessa all’epidemia abbia penalizzato più che la didattica, sulla quale c’è stata una risposta abbastanza efficace da parte dei docenti universitari, soprattutto la ricerca. Oltre all’interruzione e al rallentamento causati dalla chiusura di archivi e biblioteche, ai ricercatori sono venute a mancare fondamentali occasioni di scambio e interazione. Va nel senso della ripresa di un dibattito all’interno della società la decisione di organizzare un ciclo di webinar dal titolo Le parole della Storia. Studiare e comunicare la storia delle identità nel XXI secolo alla quale sta lavorando un gruppo composto da Mario Del Pero, Giovanni Orsina e Antonella Salomoni e coordinato da Federico Mazzini.
Il tema della ricerca e del dibattito scientifico è quindi oggetto degli interventi di Agostino Giovagnoli, Adriano Roccucci e Antonella Salomoni. Il primo interviene per esprimere il suo apprezzamento per l’iniziativa quale risposta al ridimensionamento del dibattito scientifico causato dall’emergenza e a partire da ciò svolge una serie di considerazioni sul ruolo civile della storia e sulla presenza degli storici nel dibattito pubblico, Roccucci richiama la presidenza, il direttivo e la società nel suo insieme alla necessità di creare occasioni di discussioni su temi di grande rilevanza per la disciplina e, allacciandosi ai temi al centro del convegno di Pescara, fa in particolare riferimento all’importanza di una discussione sulla periodizzazione e i confini cronologici della disciplina. Antonella Salomoni, anche rifacendosi agli interventi che la hanno preceduta, alla discussione avviata all’interno della redazione del Mestiere di Storico e alla pluralità d’importanti iniziative in preparazione in seno alla Società, sostiene che, con il modificarsi della quotidianità dettata dalla attuale crisi sanitaria, la questione della digitalizzazione delle fonti ha acquisito una posizione di rilievo assoluto; pertanto, è necessario avviare un dibattito sugli archivi digitali, sulla loro importanza per il futuro della storia contemporanea nonché sul divario digitale che una diversa messa a disposizione delle risorse comporta tra storici che si occupano di aree diverse. Infine, anche su sollecitazione di soci che intervengono nella chat, Federico Mazzini e Antonella Salomoni precisano ulteriormente e a grandi linee le idee attorno alle quali ruoteranno i webinar sul tema della storia delle identità.
Concluso il dibattito tra i soci, la presidente apre la sezione dell’assemblea dedicata alla premiazione dei vincitori dei quattro premi Sissco.
Lucia Ceci, in qualità di membro della commissione giudicatrice, composta anche da Patrizia Guarnieri e Alberto Masoero, annuncia ai soci la terna di finalisti:
• Lorenzo Ferrari, The Pursuit of Humanity’s Inner Demons. The Reception of Norman Cohn’s Intellectual Journey, in “Storia della Storiografia”, 1, 2019, pp. 59-82.
• Andrea Umberto Gritti, Enfants trouvés de la décolonisation. Gli ebrei di Libia e la cittadinanza italiana, in “Contemporanea”, 2, 2019, pp. 195-224.
• Costanza Bonelli, Guerra ed expertise medica. La medicina tropicale nell’organizzazione del conflitto italo-etiopico, in “Quaderni storici”, 160/1 (2019), pp. 11-42.
Quindi annuncia il nome della vincitrice e legge le motivazioni.
Articolo premiato:
Costanza Bonelli, Guerra ed expertise medica. La medicina tropicale nell’organizzazione del conflitto italo-etiopico, in “Quaderni storici”, 160/1 (2019), pp. 11-42.
L’articolo prende in esame, alla luce delle riflessioni che la storiografia ha recentemente elaborato attorno alla nozione di «expertise», i caratteri e le forme della consulenza offerta all’organizzazione sanitaria della campagna etiopica da Aldo Castellani, Alto Consigliere per le colonie dell’Africa orientale e tra i più rinomati tropicalisti italiani. Il caso si rivela interessante per diversi aspetti. In primo luogo, per le prospettive che offre sul nesso costruzione dell’expertise-processi di legittimazione del sapere, che Costanza Bonelli mette a fuoco attraverso un attento esame della formazione scientifica acquisita dal clinico a partire dalla fine dell’Ottocento e delle esperienze professionali vissute all’interno di istituzioni mediche specializzate nell’Impero britannico e in Italia. L’osservazione dell’organizzazione sanitaria permette inoltre all’autrice di riflettere sulla natura della competenza offerta da Castellani, sul rapporto che quest’ultima intrattiene con la consolidata expertise dei corpi militari, rimodellata dalle esigenze «industriali» e «di massa» della Prima guerra mondiale, che daranno vita ad un ampliamento senza precedenti del servizio medico bellico, di cui Castellani fu spettatore ed attore. L’esame del ruolo assunto dal tropicalista nel conflitto italo-abissino offre infine un punto d’osservazione sul rapporto tra medicina e guerra, contribuendo a modificare l’idea consolidata che la guerra costituisca un fattore d’indubbio avanzamento della scienza medica, attraverso un approccio più attento allo statuto della disciplina e ai meccanismi che hanno consentito l’influenzarsi reciproco di scienza medica e situazioni di conflitto. Proprio perché ripercorre la formazione internazionale di questo specialista e gli sviluppi di una nuova disciplina medica che risalgono alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, il saggio fa risaltare l’esaltazione modernizzante che il regime costruisce, fino alla falsificazione, dei propri investimenti nella scienza nazionale. Non meno interessante è l’attenzione all’autobiografia di quel successo nel secondo dopoguerra, che prende le distanze dalla politica del regime con significative rimozioni. La rilevanza del tema, l’originalità dell’approccio, la solidità metodologica, la ricchezza delle fonti utilizzate, unite a una scrittura rigorosa ed elegante rendono il lavoro di Costanza Bonelli meritevole del Premio Sissco.
Donato Verrastro, in qualità di membro del Direttivo e coordinatore della commissione giudicatrice composta da Gabriella Corona e Alessandro Casellato per la Sissco e da Danilo Moriero e Vincenzo Santoro per l’Anci, comunica all’assemblea la composizione della terna finalista del premio Sissco – Anci Storia 2020 e premia il vincitore dopo aver letto le motivazioni del riconoscimento.
Finalisti:
• Piero Brunello, Mestre è un goniometro. Note, incontri e sopralluoghi, StoriAmestre;
• Augusto Ciuffetti, Appennino. Economie, culture e spazi sociali dal medioevo all’età contemporanea, Carocci;
• Salvatore Romeo, L’acciaio in fumo. L’ILVA di Taranto dal 1945 a oggi, Donzelli.
Volume premiato:
Salvatore Romeo, L’acciaio in fumo. L’ILVA di Taranto dal 1945 a oggi, Donzelli, 2019
La “questione Taranto” è diventata centrale nel dibattito pubblico e argomento di cronaca pressoché quotidiana. Essa è l’esito drammatico di un percorso storico lungo e complesso che Salvatore Romeo ricostruisce in questo libro denso e appassionato, in cui lo storico tarantino dà conto in sette capitoli delle vicende che hanno caratterizzato nel lungo periodo lo stretto rapporto tra città e industria. Il libro è frutto di una ricerca originale che tratta un periodo poco frequentato dagli storici dell’età contemporanea ed è sicuramente uno dei migliori che sia stato scritto negli ultimi anni su argomenti che riguardano il Mezzogiorno d’Italia. I processi di trasformazione e i loro passaggi cruciali sono rappresentati in tutta la loro problematicità e complessità senza cadere mai in facili ideologismi. Il testo si fonda su un solido e ricco apparato di documenti e fonti di varia natura e tratta una grande varietà di temi come il rapporto tra città e industria e la storia della siderurgia pubblica, le politiche per il Mezzogiorno e la storia del movimento sindacale ed operaio, le ricadute della deindustrializzazione e l’insorgere della questione ambientale, gli effetti della deregulation dei mercati e il dissolversi del sistema di valori che avevano caratterizzato il lavoro operaio. L’acciaio in fumo è un libro “paradigma”, è un modello di come si può fare storia incrociando scale diverse e differenti prospettive di analisi storica (sociale e politica, economica ed ambientale). L’autore riesce a collegare dimensioni spaziali differenti (locale, nazionale, internazionale) e dalla sua analisi emerge nitidamente l’ampio spettro degli attori coinvolti nonché la circolarità dei processi decisionali. Ma è soprattutto un libro che invita a riflettere sul rapporto tra la storia del sistema produttivo e la storia d’Italia nel suo complesso, sul ruolo dell’industria pubblica al di là delle troppo facili e sommarie valutazioni negative, sulle drammatiche ricadute culturali e sociali della fase liberista e su come il nostro paese abbia costruito la sua casuale e sciagurata risposta alla globalizzazione.
Valerio De Cesaris, in qualità di membro del Direttivo, comunica all’assemblea il nome della vincitrice e il titolo del volume al quale è stato assegnato il premio Sissco Opera Prima 2020 e legge la motivazione.
Volume premiato:
Anna Ferrando, Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo, FrancoAngeli, Milano 2019
Il volume ricostruisce la storia e il lavoro dell’Agenzia Letteraria Internazionale, fondata da Augusto Foà che la gestì a lungo assieme al figlio Luciano, noto per essere stato in seguito tra i fondatori della casa editrice Adelphi (1962). L’Agenzia Letteraria Internazionale, a partire dalla sua nascita nel 1898, promosse libri e autori stranieri presso gli editori italiani e consentì la traduzione e la pubblicazione in Italia di molte opere di autori europei e nordamericani.
Il focus del libro è il periodo fascista, in cui gli autori stranieri tradotti furono numerosi. Anni in cui, a dispetto di una retorica nazionalista molto forte, la cultura italiana fu permeabile alle sollecitazioni internazionali. Almeno fino all’adozione da parte del regime di un controllo più stretto sull’industria culturale, nella seconda parte degli anni Trenta, sebbene l’apparato censorio del regime rimase imperfetto anche allora. La ricostruzione dell’autrice permette di cogliere le difficoltà del sistema della censura fascista e i margini d’azione che l’industria culturale italiana, pur tra molte difficoltà, conservava, come mostra la pubblicazione, ancora sul finire degli anni Trenta, di alcune opere non allineate all’ideologia del regime. Nel panorama degli studi sulla cultura italiana negli anni del fascismo il libro di Anna Ferrando s’inserisce con originalità, ricostruendo un tassello sinora trascurato, quello degli agenti letterari. Lo fa attraverso uno scavo archivistico rigoroso e una buona capacità analitica. È un lavoro che risulta interessante sia per gli studi sulla censura fascista e più in generale sul ventennio fascista, sia per gli studi sull’industria culturale italiana del primo Novecento e sulle sue connessioni con autori, editori e agenzie letterarie di altri paesi.
Motivazione: per aver messo a fuoco il tema del delicato rapporto tra editoria e fascismo attraverso un angolo visuale inedito, quello dell’agenzia letteraria e delle opere straniere tradotte in Italia, dando un contributo originale agli studi sul periodo fascista; per aver condotto una rigorosa ricerca archivistica su una storia sinora poco conosciuta, quella dell’Agenzia Letteraria Internazionale e dei libri che, con il suo lavoro, l’Agenzia permise di far conoscere al pubblico italiano; per aver compiuto una sintesi efficace e stilisticamente pregevole su un tema vasto e potenzialmente dispersivo, il Premio Sissco Opera Prima edizione 2020 viene conferito ad Anna Ferrando per il volume Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo, FrancoAngeli, Milano 2019.
Arianna Arisi Rota, in qualità di membro del Direttivo, annuncia all’assemblea il nome dell’autore e il titolo del libro risultato vincitore del premio Sissco Senior 2020 e ne legge la motivazione.
Volume premiato:
Carmine Pinto, La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 1860-1870, Laterza, 2019
Il volume è articolato in nove capitoli e un epilogo, i primi cinque di carattere cronologico e gli altri di carattere tematico, trasversali rispetto ai contenuti dell’opera. Filo rosso dell’architettura narrativa, vero refrain martellante nel percorso disegnato dall’autore, è il sostantivo guerra. La guerra è infatti la protagonista di questo lavoro, declinata in tutte le sue forme, attraverso i luoghi e gli attori che la praticano per conseguire i rispettivi obiettivi: guerra di tutti contro tutti, nella quale conflitti antichi si intrecciarono ai nuovi obiettivi messi in campo dalla rivoluzione di coloro che l’autore definisce «gli unitari», e da coloro che a questa rivoluzione opposero una contro-rivoluzione, i legittimisti o borbonici. Ma anche la guerra dei briganti, che tuttavia, nella persuasiva e documentata ricostruzione offerta dal volume, non può considerarsi una controrivoluzione. Riuscendo a restituire la voce a ogni parte in causa – gli italiani, i borbonici e i briganti del sottotitolo – l’autore ne ripercorre strategie di combattimento e narrazioni (eroiche, mobilizzatici, delegittimanti l’avversario) che si scontrarono e si sovrapposero nei documenti istituzionali, nella pamphlettistica, nella propaganda verbale e visiva, nelle messe in scena destinate a mettere in crisi il nemico e a conquistare consenso alla propria lotta. Utilizzati con maestria, i numerosissimi fondi archivistici consultati testimoniano la dimensione locale e globale al contempo di una vicenda collettiva che viene ricostruita grazie a un ventaglio di fonti istituzionali, di carteggi, di letteratura grigia, di memorialistica – anche quella in apparenza “minore” – sottoposte a una stringente e lucida tesi interpretativa e a una convincente periodizzazione: dal patto nazionale dell’estate 1860 (quello che chiude definitivamente lo spazio per i difensori dell’autonomia dell’antico regno napoletano), attraverso la crisi del 1862 e la svolta del 1864, anno nel quale gli unitari si avvicinano al traguardo della stabilizzazione, sino all’estate del 1866 e alla crisi di Palermo, durante la quale Francesco II e i borbonici capirono che la partita era chiusa.
Motivazione: Per la riuscita sistematizzazione di una materia ancora controversa grazie a una forte capacità interpretativa fondata su una ricca messe di fonti primarie, che fa approdare la storiografia sul Mezzogiorno nel decennio 1860-1870 a un saldo ancoraggio le cui acquisizioni saranno durature; per la capacità di scomporre e descrivere i vari fronti attivi nel campo delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni nel Mezzogiorno pre- e post-unitario, attribuendo una meditata e documentata analisi a ognuno di essi e restituendo voce a ogni parte in causa, con attenzione anche per le motivazioni dinamiche e antropologiche del conflitto; per la persuasiva periodizzazione e la solidità della base documentaria, frutto di anni di innovative ricerche individuali affiancate dal contributo della filiera di giovani studiosi che nell’autore hanno trovato una guida e l’incoraggiamento per affrontare sfidanti piste d’indagine; per l’impegno di militanza sul territorio nazionale che il volume ha reso possibile dalla sua pubblicazione a oggi anche attraverso le numerose presentazioni e occasioni di dibattito da esso suscitate, con il risultato di contrastare la vulgata controrisorgimentista e di restituire la giusta dimensione alle variabili e agli attori in campo, il Premio Sissco edizione 2020 viene conferito a Carmine Pinto per il volume La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 18601870, Laterza, 2019.
L’assemblea è chius a alle ore 18,30.
Alle ore 16 del 26 settembre, la commissione elettorale comunica alla mailing list Sissco i risultati del voto per l’elezione dei due nuovi membri del direttivo:
DIRETTIVO:
AVENTI DIRITTO: 591
VOTANTI: 298
AFFLUENZA: 50,42%
STEFANO CAVAZZA: 178 (65%)
PINELLA DI GREGORIO: 94 (35%)
SCHEDE BIANCHE: 26
Risultano eletti quali membri del Direttivo, in sostituzione di Gabriella Gribaudi e Federico Mazzini che terminano il proprio mandato, i soci Stefano Cavazza e Pinella Di Gregorio.
In fede
Daniela Luigia Caglioti (presidente Sissco )
Marco Maria Aterrano (segretario Sissco )