Cerca

Calendario di storia contemporanea

 

  • Se sei socio Sissco e iscritto al sito, puoi inserire eventi in calendario dall'area soci
  • Regolamento del calendario
  •  

    Inaugurazione di evento culturale

    1. Eventi
    2. Inaugurazione di evento culturale

    Viste Navigazione

    Evento Viste Navigazione

    Oggi

    L’emigrazione tra Romagna e Connecticut. Una “New Meldola” a Litchfield

    Luogo Senza Nome Meldola (FC), Italia

     

    CONVEGNO DI STUDI

    Una "New Meldola" a Litchfield

    L’emigrazione tra Romagna e Connecticut

     sabato 2 marzo 2019, ore 9,00 presso il

    TEATRO COMUNALE DI MELDOLA “A. Dragoni e

    inaugurazione della

    Mostra docuemntaria e digitale

    che avrà luogo nella stessa giornata alle ore 12,00

    presso la GALLERIA MICHELACCI Meldola, Via Cavour n. 60/m

    Mostra realizzata dall’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI MELDOLA in collaborazione con
    Litchfield Historical Society – Ass.ne per la conserv. Digitale della fotografia - Istituto Superiore Pascal-Comandini di Cesena e del “Fab Lab Romagna”

    Premio Gisa Giani – XV edizione, 2019

    Terni Archivio di Stato - Palazzo Mazzancolli - Via Cavour, 28, Terni, Italia

    L’ISUC (Istituto per la Storia dell'Umbria Contemporanea)
    in collaborazione con la Società Italiana delle Storiche e l'Archivio di Stato di Terni invita, mercoledì 8 marzo 2017, alla Cerimonia di consegna della quattordicesima edizione del Premio “Gisa Giani”

    a
    Maria Paola Zanoboni

    per il volume
    Povertà femminile nel Medioevo. Istantanee di vita quotidiana (Milano, Jouvence, 2018)

    Programma
    Saluti
    Cecilia Furiani
    Direttrice Archivio di Stato di Terni

    presenta i lavori della Commissione giudicatrice
    Carla Arconte
    Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea

    presenta l’opera vincitrice
    Francesca Medioli
    già Università di Reading, UK

    Componenti la Commissione Giudicatrice
    Carla Arconte (Isuc, Presidente della Commissione)
    Anna Bellavitis (Université de Rouen Normandie)
    Stefania Bartoloni (Università degli Studi Roma Tre)
    Francesca Medioli (già Università di Reading, UK)
    Laura Schettini (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)

    la vincitrice
    Maria Paola Zanoboni è dottore di ricerca in Storia medievale e abilitata a professore associato in Storia economica. Tra le sue pubblicazioni: Rinascimento sforzesco. Innovazioni tecniche, arte e società nella Milano del secondo Quattrocento (Milano 2005); Salariati nel Medioevo (Ferrara 2009); Alle origini del “made in Italy”. L’economia milanese e italiana fra Tre e Quattrocento (“Medioevo Dossier”, n. 8, maggio 2015); Scioperi e rivolte nel Medioevo (2015); Donne al lavoro nell’Italia e nell’Europa medievali ( Milano 2016); Lavori di donne, lavoro delle donne, in Storia del lavoro in Italia. Il Medioevo (a cura di F. Franceschi, Roma, 2017).

    il volume

    Povertà femminile nel Medioevo. Istantanee di vita quotidiana
    Incessantemente evocata e altrettanto scarsamente documentata nella sua drammatica concretezza – soprattutto per il Medioevo –, la povertà femminile (limitata a determinate fasi o situazioni dell’esistenza e non generalizzabile) trapela a “macchia di leopardo” dai contesti più vari, in scene che ne rendono palpabile tutto il suo spaventoso, raccapricciante, squallore. Emerge casualmente dalle vite dei Santi, dai processi di canonizzazione, dai libri contabili degli orfanotrofi, dagli atti notarili, dalle controversie giudiziarie, dalle cronache, dalle novelle, dagli statuti urbani e rurali. Un mondo altalenante tra città e campagna (dove sicuramente maggiore era il disagio), popolato di vedove, anziane, malate, disabili, balie, filatrici, prostitute, braccianti agricole che solo annotazioni casuali nella documentazione più varia hanno potuto riportare alla luce, sottraendole alla polvere del tempo. Un mondo concreto di sofferenza che riaffiora soltanto a tratti, spesso con risvolti impensati.

    Povertà femminile nel Medioevo non intende riproporre il cliché tradizionale che vuole le donne medievali in situazione perennemente precaria, oppresse dalla miseria, completamente subordinate ai mariti, cliché già smentito dal volume Donne al lavoro (Milano 2016). Questo libro offre piuttosto un quadro complementare al precedente, prendendo in considerazione fasi e situazioni particolarmente critiche dell’esistenza femminile, e facendo emergere dagli studi e dalle fonti più disparate, istantanee di vita quotidiana difficilissime da rintracciare.

    ______________________________________
    Gisa Giani (Terni, 1924-1986)
    Cultrice di storia locale, la sua attività presso la Biblioteca civica di Terni la portò a sviluppare un forte interesse per la storia della città, alla cui ricostruzione si impegnò con straordinaria passione. Ebbe una particolare attenzione alla storia delle donne, a cui contribuì, tra l’altro, con il volume Donne e vita di fabbrica a Terni (Sigla Tre, 1985) che descrive il lavoro femminile nelle fabbriche tessili ternane. Fondamentale per gli studi e le ricerche sulla storia locale è la sua Raccolta di voci bibliografiche su Terni e territorio pubblicata a cura della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria nel 1977, ricerca poi completata con l’approfondimento sulle problematiche dell’industrializzazione con il volume Terni. Cento anni d’Acciaio. Bibliografia dell’industrializzazione (Sigla Tre, 1984). Colpita da grave malattia, che ne ostacolò fortemente l’attività di ricerca, continuò tuttavia fino alla fine nella sua opera, prodigandosi con generosità e impegno.

    Nelle precedenti edizioni il premio Gisa Giani è stato assegnato a
    2002 Barbara Curli, Italiane al lavoro. 1914-1920, Marsilio, Venezia 1998.
    2003 Raffaella Baritono, La democrazia vissuta. Individualismo e pluralismo nel pensiero di Mary Parker Follett, La Rosa, Torino 2001.
    2004 Stefania Bartoloni, Italiane alla guerra. L’assistenza ai feriti. 1915-1918, Marsilio, Padova 2003.
    2005 Maria Pia Casalena, Scritti storici di donne italiane. Bibliografia 1800-1945, Leo S. Olschki, Firenze 2003.
    2006 Barbara Curli (a cura di), Donne imprenditrici nella storia dell’Umbria. Ipotesi e percorsi di ricerca, Franco Angeli, Milano 2005.
    2007 Alessandra Gissi, Le segrete manovre delle donne Levatrici in Italia dall’Unità al fascismo, Biblink, Roma 2006.
    2008 Lorenza Maluccelli, Lavori di cura. Cooperazione sociale e servizi alla persona. L’esperienza di Cadiai, il Mulino 2007.
    2009 Gloria Chianese (a cura di), Mondi femminili in cento anni di sindacato, Ediesse, Roma 2008.
    2010 Anna Badino, Tutte a Casa? Donne tra migrazione e lavoro nella Torino degli anni sessanta, Viella, Roma 2008.
    2011 Francesca Tacchi, Eva Togata. Donne e professioni giuridiche in Italia dall’Unità ad oggi, Utet, Torino 2009, e Adele Cambria, Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle, Donzelli, Roma 2010.
    2012 Giovanna Cereseto, Anna Frisone, Laura Varlese, Non è un gioco da ragazze. Femminismo e sindacato: i Coordinamenti Donne FLM, Ediesse, Roma 2009.
    2013 Monica Pacini, Da casa Pintor. Un'eccezionale normalità borghese: lettere familiari. 1908-1968, Viella, Roma 2011.
    2015 Barbara Imbergamo, Mondine in campo. Dinamiche e retoriche di un lavoro del Novecento, Editpress, Firenze 2014.
    2017 Anna Bellavitis, Il lavoro delle donne nelle città dell’Europa moderna, Viella, Roma 2016.

    Per informazioni
    ISUC (sede di Terni)
    Palazzo Gazzoli, via del Teatro Romano, 13 – 05100 Terni
    tel. 328/8412983 – 348/7648003
    isuc.terni@crumbria.it
    http://isuc.crumbria.it/index2.html

    Archivio di Stato di Terni
    Palazzo Mazzancolli, via Cavour, 28 - 05100 Terni
    Tel. 0744 59016
    as-tr@beniculturali.it
    www.archivi.beniculturali.it/ASTR

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Donne di fronte alla guerra

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 29 marzo p.v. alle 17.00, l'incontro con Stefania Bartoloni (Università Roma Tre) sul tema: Donne di fronte alla guerra.

    Albania, Si gira! L’Italia e gli Italiani nella cinematografia albanese durante e dopo il comunismo

    Casa del Cinema - Villa Borghese Largo Marcello Mastroianni 1, Roma , Italia

    Al via giovedì 4 aprile presso la Casa del Cinema, la prima edizione di Albania, si gira!– rassegna di cinema albanese prodotto dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. In programma alcuni dei film che ne hanno fatto la storia, pellicole (35 mm) dell’Archivio Centrale di Stato del Cinema d’Albaniaper la prima volta proiettate fuori dai confini nazionali e tradotte per l’occasione in italiano.

    Il festival, ad ingresso gratuito, ospiterà quotidianamente esponenti del mondo cinefilo albanese e italiano – registi, musicisti, sceneggiatori – oltre ai contributi di storici dell’AISSECO (Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale) che ci guideranno in una doppia esplorazione: da un lato come la cinematografia albanese abbia riflesso e in parte forgiato l’identità storica e sociale del paese, dall’altro il modo in cui si sono articolate le relazioni tra albanesi ed italiani.
    L’Italia ha infatti avuto un ruolo importante nelle vicende storiche degli albanesi, i quali di riflesso hanno sempre mostrato una particolare attenzione al “bel paese”, esprimendola coralmente e artisticamente attraverso il cinema. A cominciare dal film d’esordio della rassegna, “Generale Grammofono/Gjeneral Gramafoni” (1978), regia di Viktor Gjika, pluripremiato nei Balcani, in cui il protagonista Halit Berati – virtuoso clarinettista – viene invitato da un impresario italiano a incidere i suoi brani per grammofono. L’obbiettivo del festival è di confrontarsi con le caratteristiche ambivalenti e contraddittorie che l’“italiano” di volta in volta ha assunto nella narrazione filmica albanese, durante e dopo la coercizione dei regimi.
    Il pensiero dominante ritiene che nel periodo comunista gli italiani fossero dipinti dagli albanesi come nemici e fautori di una politica imperialista, ma che interiormente la maggior parte del popolo albanese considerasse l’Italia come un luogo dove ricercare la possibilità di una vita migliore, e più in generale il luogo di contatto più prossimo all’Occidente. Nel film “Lindje Perendim Lindje/ Est Ovest Est” (2009), regia di Gjergj Xhuvani, il viaggio verso l’Ovest costituisce un fatto eccezionale e i cinque ciclisti designati a rappresentare l’Albania al tour de France, si preparano con grande trepidazione a godere del privilegio. Tuttavia a Trieste apprendono la notizia che in Albania il regime è caduto e il paese è in rivolta. Soli e sfiduciati, abbandonati al loro destino dai funzionari dell’ambasciata, decidono di affrontare in bicicletta il difficile ritorno in patria.
    Il recondito “Italian Dream” avrebbe eventualmente trovato sfogo subito dopo il crollo della dittatura quando molti albanesi intrapresero dei viaggi pericolosi e spesso spettacolari verso le coste italiane. In “Lettere al vento” (2003) del celebre regista Edmund Budina, un padre – Niko – ex Segretario del partito Comunista, parte dall’ Albania per scoprire il destino di suo figlio Mikel emigrato in Italia.
    Gli autori albanesi spesso hanno dato vita a personaggi che suscitano nello spettatore diverse tonalità emotive: il disprezzo e la derisione, ma anche la compassione e l’empatia. Indipendentemente dai singoli eventi storici che possono aver condizionato le loro relazioni, vi è una costante che ritorna nei film albanesi, ovvero il reciproco rapporto di prossimità, geografico, culturale, emotivo. “Caro Nemico/I dashur armik”, premiato come Miglior Sceneggiatura Europea al Sundance Film Festivaldel 2004, ancora a firma di Gjergj Xhuvani, è ambientato nel settembre 1943, quando l’Italia fascista si arrende. In seguito alla disordinata smobilitazione, un partigiano, un collaborazionista albanese, un soldato italiano ferito, un ebreo, un ufficiale tedesco e una nonna con i suoi nipoti trovano rifugio presso Harun, un piccolo commerciante. La casa si trasforma in una vera a propria torre di Babele.

    I film per la cultura albanese rappresentano anche un vero e proprio tesoro antropologico, poiché attraverso le riprese sono state immortalati suoni e musiche, modi di parlare ed espressioni, atteggiamenti, costumi, arredi, paesaggi urbani e rurali, storie popolari, attività e mestieri, che si sono trasformati o che sono addirittura svaniti. Si rivolge lo sguardo alle tradizioni del passato, attraverso i film, anche per cercare le discontinuità – o imprevedibili affinità – col tempo presente.
    Il festival del cinema albanese “Albania, si gira! L’Italia e gli italiani nella cinematografia albanese durante e dopo il comunismo” è un progetto:
    – ideato da Fabio Bego, da CulturalPro  e sotto la direzione artistica di Nensi Bego;
    – organizzato in collaborazione con: il Ministero della Cultura Albanese, l’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, l’Archivio Centrale di Stato del Cinema d’Albania;
    – con l’endorsement accademico dell’Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale;
    – e il patrocinio dell’Associazione Integra Onlus.

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Donne e fascismo

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 12 aprile p.v. alle 17.00, l'incontro con Alessandra Gissi (Università degli studi di Napoli l'Orientale) sul tema: Donne e fascismo.

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. La maternità

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 10 maggio p.v. alle 17.00, l'incontro con Marina D'Amelia (Sapienza Università di Roma) sul tema: La maternità.

    Pausa pranzo. Cibo e lavoro nell’Italia delle fabbriche

    Camera del lavoro metropolitana di Milano Corso di Porta Vittoria 43, MILANO, Italia

    Fondazione ISEC e CGIL Milano vi invitano all’inaugurazione della mostra a cura di Giorgio Bigatti e Sara Zanisi in collaborazione con Uliano Lucas. La mostra fotografica è dedicata al mangiare in fabbrica nel Novecento ed è promossa da Fondazione ISEC in collaborazione con CGIL Milano, con il patrocinio del Comune di Sesto San Giovanni e di Museimpresa, nell’ambito del progetto AggiungiPROmemoria, con Fondazione Dalmine e il contributo di Fondazione Cariplo.

    Intervengono:• Debora Migliucci, CGIL Milano e Archivio del lavoro• Uliano Lucas, Fotoreporter• Giorgio Bigatti e Sara Zanisi, Fondazione ISEC
    Un aspetto importante ma ancora poco indagato della vita quotidiana di milioni di lavoratori è il momento del pranzo. È una storia dalle molte sfaccettature che investe ambiti diversi e che nel suo dipanarsi mostra come nel corso del Novecento, in parallelo alla industrializzazione del Paese e alla diffusione di forme di produzione di massa, siano cambiati i modi di consumare il pranzo e di prepararlo, in un processo che da individuale diventa collettivo, per tornare oggi ad essere sempre più spesso individuale. Di questa lunga vicenda la mostra, attraverso un ampio scandaglio di archivi aziendali e sindacali, illustra i capitoli più significativi. Il progetto, avviato nel 2015 da un’idea di Giorgio Bigatti e Sara Zanisi in collaborazione con Uliano Lucas e Fayçal Zaouali, ha prodotto un primo allestimento in Villa Mylius, a Sesto San Giovanni in occasione di EXPO 2015, e un successivo ampliamento e riprogettazione nel 2017 in Fondazione Dalmine, Bergamo.
    Inaugurazione: martedì 14 maggio 2019, ore 18,00Camera del lavoro metropolitana di Milano, Corso di Porta Vittoria 43Apertura: 14 maggio/22 giugno 2019Orari: lunedì/venerdì ore 9.00/18.00, sabato ore 9.00/12.30Ingresso gratuitoInfo: comunicazione@fondazioneisec.it

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. La violenza sulle donne

    Roma Galleria d'arte moderna - Via Francesco Crispi, 24, Roma, Italia

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 3i maggio p.v. alle 17.00, l'incontro con Laura Schettini (Università degli studi di Napoli l'Orientale) sul tema: La violenza sulle donne.

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Donne: diritti e trasgressioni.

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 14 giugno p.v. alle 17.00, l'incontro con Simona Feci (Università degli studi di Palermo) sul tema: Donne: diritti e trasgressioni.

    Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Il femminismo

    Nell'ambito della mostra Donne: corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, aperta tra il 24 gennaio e il 13 ottobre p.v. a Roma presso la Galleria d'arte moderna, la Società italiana delle storiche ha organizzato il ciclo "Incontri tra la storia e le donne", una serie di sei appuntamenti dal 29 marzo al 5 luglio p.v.

    Venerdì 5 luglio p.v. alle 17.00, l'incontro con Paola Stelliferi (Università degli studi Roma Tre) sul tema: Il femminismo.