La scuola si concentrerà sul rapporto tra genere, internamento manicomiale e processo di deistituzionalizzazione, analizzando le testimonianze orali delle ex degenti e degli ex degenti degli ospedali psichiatrici torinesi e delle protagoniste e dei protagonisti del processo di superamento dei manicomi iniziato alla fine degli anni Sessanta.
Attraverso la prospettiva di genere, la scuola approfondirà il rapporto tra soggettività recluse e ritrovate, corpi e spazi chiusi e aperti e la produzione delle varie memorie del manicomio e della liberazione. In particolare, essa si soffermerà sull’internamento delle donne e sul processo di deistituzionalizzazione a Torino tra anni Sessanta e fine anni Novanta del Novecento, quando gli ultimi pazienti lasciarono le strutture definitivamente chiuse. L’obiettivo è utilizzare le interviste autobiografiche per raccontare le specificità dei ricoveri femminili in ospedale psichiatrico, le ragioni che spingevano famiglie, autorità pubbliche e sanitarie a rinchiudere figlie, madri e sorelle nei reparti psichiatrici, le condizioni di vita nei padiglioni, e per narrare al tempo stesso i percorsi di liberazione dal manicomio e di recupero delle soggettività iniziati con l’avvio delle prime comunità terapeutiche e proseguiti per circa un trentennio, intrecciando l’azione del largo movimento basagliano e anti istituzionale – che negli anni Settanta influenzò tutti gli interventi di ripensamento del ruolo, delle funzioni e dell’organizzazione delle istituzioni assistenziali e sanitarie, ben oltre l’ambito psichiatrico – alle rivendicazioni delle donne e dei femminismi.
La scuola sarà aperta dalla lezione di Luisa Passerini “Intersoggettività, ancora. Reti, reticoli e relazioni”
Iscrizioni entro il 7/6/2024.