Mercoledì 9 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume di Giacinto Menotti Serrati, Il manuale del perfetto carcerato.
A cura di Luigi Scoppola Iacopini, Castelvecchi, 2016. Intervengono: Marco Gervasoni, Andrea Guiso, Elena Papadia. Coordina: Alessandra Scaccia. Sarà
presente il curatore.
«Il mio arresto era stato un’infamia. Ed io ero un martire. Tuttavia, in fin dei conti, ringraziavo quei
porci, benedivo quell’infamia ed il martirio mi pareva lievissimo, poiché avevo così avuto occasione di essere a contatto col carcere e coi suoi abitatori»
La testimonianza diretta, coinvolgente e intensa della vita carceraria nell’Italia liberale e prefascista,
scritta da uno dei più combattivi esponenti del socialismo europeo. Arrestato due volte tra
il 1893 e il 1896, Serrati racconta fin nei minimi particolari la condizione dei reclusi nelle prigioni
del Regno, senza risparmiare nessun dettaglio sull’abbrutimento fisico e psicologico a cui venne
sottoposto. Dalla descrizione dell’architettura carceraria al misero regime alimentare, fino alle
disastrose condizioni igieniche, Serrati apre uno squarcio inquietante su un aspetto poco indagato
dell’Italia post-risorgimentale, elaborando una critica del regime carcerario che ancora oggi, purtroppo, conferma la sua amara attualità.
Giacinto Menotti Serrati (Spotorno, 1872 – Asso, 1926). Politico e giornalista, sostenitore del socialismo
fin da giovanissimo, viene arrestato sotto i governi di Crispi nel 1893 e nel 1896 per reati di opinione.
Emigrato all’estero, vive tra gli Stati Uniti e la Svizzera, per poi tornare in Italia nel 1911. Divenuto membro della Direzione del Partito socialista nelle file della corrente maggioritaria degli intransigenti, dirige
l’«Avanti!» dal 1914 al 1922. Su posizioni internazionaliste durante la Grande Guerra, si schiera a favore della Rivoluzione bolscevica e nel 1919 è tra gli esponenti di spicco dell’ala massimalista del Psi. Nel 1924 aderisce insieme ad altri compagni di partito al Pcd’I.