Il lungo Ottocento fu il secolo dell’“accademizzazione” del sapere delle armi. A partire dall’età delle rivoluzioni, le monarchie pre-unitarie intrapresero un processo di riforma che innovò radicalmente i luoghi della formazione militare, mediante la creazione o la riorganizzazione di accademie, scuole e collegi, l’introduzione di precisi standard educativi e la formalizzazione di criteri di ammissione ed esame. Oltre a istruire allievi fedeli alla corona e coesi da norme e valori condivisi, occorreva ampliare il range di conoscenze pratico-teoriche e addestrare il corpo degli ufficiali alle moderne tecniche del conflitto, in una fase marcata dall’avvento del motore a vapore, del moschetto a canna rigata e della pallottola Minié. La professionalizzazione dei saperi militari portò a termine una secolare tendenza di disciplinamento della classe guerriera, che consolidò la legittimità dello status militare nella società del XIX secolo
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