Venerdì 4 ottobre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove – Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 1860-1870 di Carmine Pinto (Laterza, 2019).
Intervengono: Simona Colarizi, Andrea Graziosi, Alessandro Laterza.
Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di
bande criminali? La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell’unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale. Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti. Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d’Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali. Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l’autonomismo borbonico; l’antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere,
fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali.