Martedì 2 febbraio 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e
contemporanea (Palazzo Mattei di Giove – Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La politica cinematografica del regime fascista di Alfonso Venturini, Carocci editore, 2015. Intervengono: Manfredi Alberti, Claudio Siniscalchi, Maurizio Zinni. Coordina: Alessandra Staderini.
Attraverso un’originale ricerca presso archivi pubblici e privati, il volume ricostruisce l’intervento del regime fascista in campo cinematografico, a partire dagli inizi degli anni Trenta, con l’avvento del cinema sonoro, fino alla sua caduta, delineandone le strategie e le evoluzioni nel corso degli anni, così come emergono dall\’analisi della legislazione e delle direttive prese dal ministero della Cultura popolare. La seconda metà degli anni Trenta, in particolare, è caratterizzata da un proliferare di iniziative in campo cinematografico, alcune delle quali, come la costruzione di Cinecittà, di rilevante portata anche per i decenni successivi, testimoniano le intenzioni del regime di dare vita a una cinematografia fascista; intenzioni che però cambiarono nel tempo anche per le
diverse visioni che dell’industria e del mezzo cinematografico avevano gli uomini del regime che si
alternarono ai vertici ministeriali. Lo studio è incentrato esclusivamente sul cinema di finzione,
preso in esame sia dal punto di vista economico e produttivo, sia come mezzo espressivo usato dal
regime a scopo propagandistico in maniera incostante e con alterni risultati.
Alfonso Venturini, dottore di ricerca in Storia del XX secolo presso la facoltà “Cesare Alfieri” di Firenze,
collabora attualmente al corso di Storia contemporanea della stessa facoltà. Ha scritto articoli e saggi inerenti
il rapporto fra cinema e storia, con particolare attenzione al periodo della Seconda guerra mondiale.