Le acque sotterranee sono una componente fondamentale delle riserve idriche del nostro pianeta, eppure questa risorsa è sottratta alla nostra percezione a differenza di quanto accade con fiumi, laghi e sorgenti. Questa condizione di «invisibilità» – che significa anche difficoltà ad averne una conoscenza quantificabile e misurabile – ha inciso sui sistemi di regolazione e persino sull’immaginario collettivo, sul nostro modo di rapportarci al suo consumo, generando una complessa interazione tra saperi esperti, tecnicalità, pratiche, tradizioni, pregiudizi e credenze. Tracciare una storia delle acque sotterranee da metà Ottocento fino al fascismo significa ripercorrere, da un’angolazione peculiare e per larghi tratti inesplorata, la storia del nostro paese. E’ quello che fa il volume “Acqua, Stato, nazione. Storia delle acque sotterranee in Italia dall’età liberale al fascismo” (Donzelli 2023) di Antonio Bonatesta, ricercatore dell’Università di Bari. Il libro sarà presentato presso il Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società giovedì 30 novembre, alle 14, in aula T18 (Edificio A). L’autore sarà introdotto da Salvatore Romeo, ricercatore in Storia contemporanea dell’Università di Tor Vergata.