La Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone” di Palermo, giorno 14 aprile 2021 alle 19.00, organizza, con il patrocinio gratuito del Comune di Palermo, la presentazione on-line del libro “Io, pacifista in trincea. Un italoamericano nella Grande guerra” (Donzelli Editore, 2019). Si tratta dell’opera autobiografica dell’italoamericano Vincenzo D’Aquila (Palermo, 1892 – New York, 1975) scritta originariamente nel 1931, in cui l’autore narra della sua conversione da volontario a obiettore di coscienza durante la Prima guerra mondiale.
Partecipano:
– Leoluca Orlando, sindaco di Palermo
– Santo Lombino, direttore scientifico del Museo delle Spartenze
– Claudio Staiti, curatore e traduttore del libro
Modera:
– Salvo Menna, vicepresidente della Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone”
Dagli Stati Uniti interverranno i nipoti di Vincenzo d’Aquila.
Il collegamento avverrà tramite il seguente link:
https://us02web.zoom.us/j/9404946881?pwd=TDM3TVJqTmw2QVoyajQvbU9tQm92UT09
ID riunione: 940 494 6881
Passcode: A&A.
New York, 1915. Il giovane italoamericano Vincenzo D’Aquila scappa di casa per arruolarsi volontario nelle file dell’esercito italiano, pronto ad andare incontro «al mulino della morte per la grandezza della madrepatria». Arrivato a Napoli e poi trasferitosi a Palermo, sua città natale, viene iscritto nel 25° reggimento della brigata Bergamo e mandato in montagna a combattere in trincea insieme ai soldati semplici. Il suo entusiasmo si affievolisce però davanti alla cruda realtà del fronte e all’atrocità del conflitto. Subentra allora in lui una visione mistica che lo spinge a imbracciare il fucile, ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per tutta la guerra. Questa è la sua «chimerica promessa»: piuttosto che uccidere un altro uomo morirà lui stesso, ma è fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo proteggerà. Per la prima volta in versione italiana l’incredibile storia vera di un pacifista in trincea tra complicate strategie messe in atto per tener fede alla sua promessa e l’avversione dei suoi superiori che lo considerano un pazzo più che un profeta, tanto che sarà allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali psichiatrici. Sopravvissuto al conflitto, D’Aquila rientra negli Stati Uniti, dove anni dopo scrive il racconto della sua esperienza, pubblicato nel 1931 con il titolo Bodyguard Unseen. A true autobiography. Il libro, nonostante le critiche positive, cade presto nell’oblio. In Italia rimane inedito, probabilmente perché il fascismo non gradisce l’implicito inno alla pace che racchiude. Nato come sintesi introspettiva di una personale «odissea di guerra e pazzia», il racconto di D’Aquila costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un solo colpo.