Area 11 – scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Coordinatore |
| CARLO CAPRA |
Titolo della Ricerca |
| LA “LUNGA” ESPERIENZA NAPOLEONICA: ISTITUZIONI, UOMINI ED IDEE IN ITALIA TRA XVIII E XIX SECOLO |
Finanziamento assegnato |
| 102000 Euro |
Rd+Ra |
| 47000 Euro (dichiarata all’atto della domanda) |
Durata |
| 24 mesi |
Obiettivo della Ricerca |
Il programma di ricerca si propone di concentrare il proprio interesse e la propria attenzione sui momenti e sugli aspetti di continuità e discontinuità politica, istituzionale, culturale, sociale ed economica tra l’età napoleonica e quelle che la precedettero e la seguirono. L’esistenza di numerosi Stati all’interno della penisola prima dell’avvento delle truppe francesi, i differenti destini a cui andarono incontro, pur sotto l’egida unificante delle esperienze repubblicane prima e del dominio napoleonico poi (Regno d’Italia, Regno di Napoli, annessione all’Impero francese), e infine il loro ritorno – ma anche qui non per tutti – alle «monarchie legittime» rappresentano una tale molteplicità di esperienze e un quadro talmente ricco e articolato da meritare un esame ravvicinato e comparato per coglierne gli elementi di affinità e di divergenza. |
Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo |
La storiografia italiana che si occupata dell’età rivoluzionaria e napoleonica lo ha fatto, in parte, procedendo per compartimenti stagni. Soprattutto la periodizzazione ha molto risentito delle grandi cesure politiche e istituzionali. Gli studi su questi anni si sono quindi mossi lungo segmenti cronologici divenuti ormai classici. Ad una prima partizione rivoluzionaria classica, 1796-1814, hanno fatto seguito altre più ristrette e politicamente omogenee: un triennio rivoluzionario connotato da un grande dinamismo progettuale e una ricca effervescenza politica; la parentesi «reazionaria» austro-russa (1799-1800); la Seconda Repubblica cisalpina scivolata via nell’attesa dell’annunciata sistemazione definitiva che Bonaparte avrebbe dato ai territori italiani. Con il gennaio del 1802 prese concretamente avvio la nascita di un nuovo Stato italiano, con l’elaborazione di nuove istituzioni, la creazione di un numeroso e qualificato apparato burocratico e di una nuova cultura politica. Tutto ciò si sarebbe consolidato e cristallizzato con la creazione del Regno d’Italia prima, nel 1805, e del Regno di Napoli poi, nel 1806. Il 1814 e il crollo di Napoleone segnano le colonne d’Ercole di un’avventura straordinaria e irripetibile. |
Criteri di verificabilità |
1) IDENTIFICAZIONE E CATALOGAZIONE DEI MATERIALI UTILI ALLA RICERCA |
2) SCHEDATURA DOCUMENTI |
3) PUBBLICAZIONE DI MONOGRAFIE ED ARTICOLI SU RIVISTE SPECIALIZZATE |
4) RISONANZA DELLE INIZIATIVE CULTURALI CONNESSE AL PROGETTO DI RICERCA |
Unità di Ricerca
1] Unità di Università degli Studi di MILANO |
Responsabile Carlo CAPRA |
Rd+Ra 24000 Euro (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento 52000 Euro |
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Compito |
Il programma di ricerca intende analizzare, con un approccio metodologico attento agli elementi di continuità e discontinuità sul lungo periodo che va dal 1780 al 1830, alcune problematiche specifiche relative ai territori che entrarono a far parte prima della Repubblica Cisalpina e poi italiana e dal 1805 del Regno di Italia. |
2] Unità di Università degli Studi di ROMA “La Sapienza” |
Responsabile M. Sofia Nicoletta CORCIULO |
Rd+Ra 7500 Euro (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento 16300 Euro |
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Compito |
La ricerca analizzerà i vari aspetti di continuità e rottura politico-istituzionale tra l’età napoleonica e la seconda Restaurazione, con particolare attenzione alle vicende storico-politiche del Regno delle Due Sicilie nel periodo 1813-1820. Si definì “amalgama” quella particolare strategia, voluta dal ministro de Medici, intesa a mantenere sia la maggior parte delle istituzioni napoleoniche, sia il personale amministrativo, “finanziario” e giudiziario (centrale e periferico) che le faceva funzionare. Individuato cronologicamente il contesto storico-politico, ci troviamo di fronte a una sostanziale continuità istituzionale – voluta dall’alto – connessa tuttavia a una forte pulsione di rottura politica – proveniente dal basso. Questo emerge con evidenza sia da talune documentate (perché tratte da fonti archivistiche) testimonianze politico-istituzionali, (per esempio le numerose richieste di “partecipazione politica” espresse da talune istituzioni “locali” quali i Consigli Provinciali – o Generali – nel Regno); sia, soprattutto, nel continuo lavorio “propagandistico” delle numerosissime sette segrete (meridionali), tutte schierate in favore dell’instaurazione di un costituzionalismo attento alle esigenze particolaristiche delle province; e pertanto lontano dallo Stato accentrato napoleonico, ma anche da quello borbonico (quest’ultimo del resto coerente con la sua tradizione statalistica settecentesca). In questo senso, si può affermare che talune rilevanti discontinuità politiche possono essere sicuramente anticipate agli ultimi anni dell’Impero napoleonico allorché si ebbero frequenti manifestazioni di “intolleranza” della popolazione “periferica” nei confronti dei rappresentanti più autorevoli (per esempio l’Intendente) del potere centrale nelle province. Proprio per non aver attribuito la giusta rilevanza istituzionale all’invocata richiesta di “partecipazione politica” provinciale, il Murat vedrà svanire ogni sua speranza di ottenere l’appoggio di quei ceti “proprietarj” ai quali, in extremis, e con un patetico mea culpa, promise la Costituzione. |
3] Unità di Università degli Studi di SALERNO |
Responsabile Pio Eugenio DI RIENZO |
Rd+Ra 9500 Euro (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento 20600 Euro |
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Compito |
In aperta opposizione alla logica della trasparenza e della pubblicità, che costituisce il canone della legittimità della politica moderna, il segreto appartiene al volto nascosto della politica, alla sua parte d’ombra. Proprio, a partire dall’età rivoluzionaria, si assiste ad un rilancio in grande stile di questo secondo livello della politica. Questa unità di ricerca ha scelto l’Italia della stagione napoleonica e della Restaurazione come campione significativo di questo processo, assumendo come obiettivo un indagine che si articolerà in due distinti ma correlati settori: a) La messa in evidenza di una vasta e articolata rete settario franco-italiana che, a partire dalle congiure massonico-giacobine del 1794, darà vita a una politica concepita come complotto, colpo di Stato, cospirazione: dalla formazione delle società segrete di resistenza al potere bonapartista alla carboneria del primo trentennio del secolo XIX; b) L’utilizzazione di questo rete settaria da parte delle grandi potenze europee (Francia, Inghilterra, Austria) che, nella loro lotta per l’egemonia nella penisola italiana, ingloberanno nell’azione delle loro diplomazie occulte uomini e risorse di società segrete, logge massoniche deviate, società di pensiero, lobbies militari, segnando, in questo modo, profondamente e ambiguamente, il nostro processo di unificazione nazionale. |
4] Unità di Università degli Studi di NAPOLI “L’Orientale” |
Responsabile Luigi DE MATTEO |
Rd+Ra 6000 Euro (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento 13100 Euro |
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Compito |
La ricerca si propone di affrontare la storia del Mezzogiorno nel periodo tra età napoleonica e Restaurazione privilegiando gli effetti che il ruolo assegnato nel sistema napoleonico al Regno di Napoli, per la sua collocazione mediterranea, spiegò sulla economia e sulla società meridionale. Il che, dovendosi misurare con l’accennata carenza di studi orientati in tale direzione, induce a prescegliere i seguenti obiettivi: a) Analisi delle risposte (imprenditoriali e produttive) delle diverse aree del Mezzogiorno, sia costiere sia interne, alle sollecitazioni, alle opportunità, nonché agli ostacoli ed alle distorsioni che la divisione internazionale del lavoro disegnata dal Blocco continentale prospettava; b) Analisi specifica, come al punto a, dedicata alla città di Napoli ed al suo hinterland, in riferimento al ruolo di capitale e di principale centro economico, finanziario e marittimo del Mezzogiorno; c) Analisi dell’influsso del periodo francese sulla società meridionale, con particolare riferimento all’evoluzione delle tecniche e dei mestieri, al mondo delle professioni e del lavoro; d) L’idea di Mediterraneo nel dibattito politico, economico e culturale meridionale del periodo. La ricerca contempla: 1)Un’ampia ricognizione bibliografica estesa alla pubblicistica coeva (Biblioteche di Napoli, Parigi e Londra in primo luogo); 2) Una ricerca archivistica mirata presso gli Archivi meridionali (Archivi di Stato di Napoli e del Mezzogiorno, Camera di Commercio di Napoli, Archivio Storico del Banco di Napoli, Archivi comunali e provinciali, Archivi notarili) e presso le Sezioni Manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli e la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria; 3) L’elaborazione di un indice sistematico delle Fonti documentarie relative al Mezzogiorno nell’età napoleonica conservate presso gli archivi stranieri, in primo luogo di Pariigi (Archives Nationales) e di Londra (Public Record Office), indice che prelude all’individuazione delle serie da esaminare. |