L’individuazione degli anni Settanta come cesura fondamentale nella recente storia europea e internazionale rappresenta un elemento condiviso da larga parte della storiografia. Alla tradizionale immagine di una dismal decade, segnata dalla fine della crescita economica del dopoguerra e dalla crisi delle società industriali dell’occidente, si è affiancata, a partire almeno dall’ultimo quindicennio, un’interpretazione differente, secondo la quale proprio nelle turbolenze di quegli anni sarebbero emersi alcuni dei caratteri fondamentali della nostra modernità. Rispetto al tema della «crisi», sono passati perciò in primo piano come elementi distintivi del decennio quelli della trasformazione e del rinnovamento: nell’ambito internazionale, con il progressivo svuotamento di senso del bipolarismo della guerra fredda e l’emergere dei fenomeni che sarebbero stati detti di «globalizzazione»; in quello economico e politico, con il superamento degli equilibri dell’embedded liberalism del dopoguerra; in quello sociale e culturale, con l’accelerazione delle dinamiche di trasformazione, già in parte rivelatesi nel corso della cultural revolution dei Sixties.
L’attenzione agli anni Settanta come momento di svolta nella storia dell’Italia repubblicana si è sviluppata precocemente e in larga parte in parallelo al dibattito internazionale. Un ruolo particolare nell’orientamento della ricerca storica italiana è stato giocato senz’altro dal momento genetico di questa riflessione. L’impatto immediatamente traumatico di molte delle esperienze del decennio – a partire dall’incidenza di terrorismo e violenza politica – ha influenzato a lungo le categorie del discorso nazionale su quegli anni, contribuendo all’egemonia di narrazioni incentrate sui concetti di «crisi» e supposta anomalia del «caso» italiano. Solo di recente si è iniziato a riflettere approfonditamente sull’intreccio tra le vicende del nostro paese e le più ampie trasformazioni internazionali e, grazie anche alla disponibilità di nuove fonti archivistiche, è stato possibile mettere in discussione alcuni assunti interpretativi proposti dal dibattito delle origini e individuare nuove chiavi di lettura e piani interpretativi. Un momento fondamentale, da questo punto di vista, è stato rappresentato dai tre convegni del 2001 su L’Italia repubblicana nella crisi degli anni settanta tenuti a Roma presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Questi hanno permesso di avviare una riflessione compiutamente storica sul significato di quella cesura, intrecciando l’analisi dello sviluppo e della crisi del sistema politico italiano con quelle della realtà sociale e culturale del paese e dell’evoluzione del quadro internazionale.
A quindici anni di distanza da quell’appuntamento, questa iniziativa ha l’obiettivo di fare il punto sugli sviluppi e sullo stato di avanzamento della ricerca storica sugli anni Settanta in Italia. A fronte di un fiorire di nuove ricerche, in Italia e all’estero, i seminari offriranno un’opportunità per valutare il rinnovamento dei paradigmi attraverso i quali è stato interpretato il decennio e per misurare la possibilità di approfondire l’inserimento della vicenda italiana nel contesto dei grandi mutamenti internazionali dei Seventies. Allo stesso tempo sarà possibile stimolare il confronto su nuovi approcci storiografici e settori di studi.
Selezione dei paper e svolgimento dei seminari
La call for papers si rivolge a studiose e studiosi impegnati in ricerche sugli anni Settanta. A partire dalla selezione dei contributi pervenuti verranno organizzati tre seminari da tenersi a Roma presso le sedi delle istituzioni organizzatrici con cadenza mensile da gennaio a marzo 2017 . I tre incontri saranno dedicati a:
• Storia internazionale, e in particolare: la vicenda politica italiana alla luce del nesso nazionale-internazionale; il rapporto fra la «crisi» e le trasformazioni politiche ed economiche globali; l’Italia, le nuove interdipendenze mondiali e i nuovi attori transnazionali.
• Storia politica dell’Italia repubblicana, con un’attenzione particolare per le trasformazioni del sistema politico e delle culture politiche, e per il ruolo dei movimenti sociali, anche in prospettiva transnazionale. All’interno di questo ambito, e tenendo conto della dimensione internazionale del fenomeno, saranno approfonditi anche la violenza politica, la lotta armata e il terrorismo nel loro rapporto con le istituzioni, i partiti politici, i sindacati e i movimenti.
• Storia sociale e culturale, ovvero i processi di segmentazione sociale e pluralizzazione etica e culturale che hanno interessato la società italiana dopo il boom, esaminati anche in comparazione o con riferimento alle trasformazioni di altri paesi europei. In tale prospettiva si intende dare spazio soprattutto a ricerche che mettano in luce le esperienze compiute da diversi gruppi sociali e generazionali e mirino a chiarire il ruolo svolto dalla TV, da nuovi canali di comunicazione e da nuove culture religiose e New Waves nelle dinamiche del mutamento, anche in chiave transnazionale. Particolare riguardo verrà riservato alla storia del corpo e della sessualità con attenzione ai rapporti tra i generi e le generazioni.
Ciascun seminario prevederà un intervento introduttivo di inquadramento storiografico e la presentazione di alcune ricerche in corso (o recentemente completate). Ai relatori selezionati tramite la call sarà richiesto di concentrarsi in particolare sul rapporto fra la loro ricerca e la storiografia esistente. I paper saranno commentati da discussants, ai quali spetterà il compito di animare la discussione.
A conclusione dei primi tre seminari dedicati agli ambiti tematici sopra indicati, si svolgerà, presumibilmente in aprile, una seduta finale di dibattito che ha l’obiettivo di discutere le attuali tendenze storiografiche in ambito nazionale ed internazionale.
Il ciclo di seminari mira a costituire un gruppo di discussione e di lavoro che superi la tradizionale – e poco proficua – compartimentalizzazione della ricerca storica in filoni scarsamente dialoganti tra di loro. Mettere a confronto storici e storiche con diverse specializzazioni – ma anche rappresentanti di altre scienze sociali – servirà ad arricchire la discussione e a precisare le connessioni tra i diversi aspetti della frattura storica rappresentata dagli anni Settanta.
La proposte dovranno avere un’estensione massima di 2.000 caratteri ed essere corredate da un breve CV. Dovranno essere inviate entro il 15 novembre all’indirizzo seminari1970@gmail.com. I risultati della selezione, insieme al calendario e al programma dei seminari, verranno comunicati entro il 30 novembre . Al fine di favorire la discussione, ai relatori selezionati sarà richiesto di far circolare una settimana prima del loro intervento una bozza di circa 15.000 battute.
Sedi dei seminari:
Roma, Fondazione Gramsci, Fondazione Lelio e Lisli Basso e Istituto Luigi Sturzo
Periodo:
gennaio-aprile 2017
Comitato scientifico:
Fiammetta Balestracci, Valentina Casini, Michele Di Donato, Agostino Giovagnoli, Giancarlo Monina, Giovanni Orsina, Silvio Pons.