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Corsini 2004

Statura, salute e migrazioni: le leve militari italiane ed altro

Area 13 – Scienze economiche e statistiche

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
PROGRAMMI DI RICERCA ANNO 2004
COMPITI E SUDDIVISIONE DELLE UNITÀ DI RICERCA
Dipartimento Affari Economici


     
Coordinatore   CARLO ALBERTO CORSINI
Titolo della Ricerca   STATURA, SALUTE E MIGRAZIONI: LE LEVE MILITARI ITALIANE ED ALTRO
Finanziamento assegnato   165000 Euro
Rd+Ra    133600 Euro (dichiarata all’atto della domanda)   
Durata    24 mesi
 Obiettivo della Ricerca

Obiettivo della ricerca è lo studio delle caratteristiche demografiche, antropologiche, socio-economiche, sanitarie e ambientali che sono in relazione con la statura. Questo sarà raggiunto: 1) con l’impianto di una banca-dati contenente le caratteristiche rilevate in occasione della visita di leva di almeno due generazioni; 2) raccogliendo tutte le informazioni disponibili, da statistiche ufficiali e non, relative ai fenomeni che, secondo la letteratura sull’argomento, hanno implicazioni sulla statura.
Per quanto concerne la prima strada, si procederà alla raccolta dei seguenti dati contenuti nei fascicoli matricolari (mod. FA/10) di alcune regioni italiane, caratteristiche per essere tipicamente di immigrazione e tipicamente di emigrazione:
– indicatori socio-demografici: cognome, data di nascita, comune di nascita, comune di residenza, professione, titolo di studio (ultima classe frequentata con esito positivo o numero di anni di scolarizzazione);
– dati antropometrici: statura in piedi e da seduto, perimetro addominale, perimetro toracico, peso;
– dati sanitari: malattie e disturbi, imperfezioni, difetti fisici, riscontrati ai fini del rinvio della visita di leva e della riforma.
Tutte queste informazioni verranno trasferite su supporto informatico creando così un data-base che sarà poi utilizzato per le elaborazioni successive e contribuirà a costituire la banca-dati nazionale. Inizialmente la rilevazione riguarderà le generazioni del 1951 e del 1980, ma non si esclude di risalire anche ad una ulteriore generazione precedente così da misurare variazioni di più
lungo periodo.
I dati così raccolti saranno analizzati per individuarne le differenze temporali (fra una generazione e l’altra), territoriali (per aree urbane o rurali), sociali (per classi o gruppi socio-economici), e socio-sanitarie (per quanto concerne le cause di riforma e di rinvio a successiva visita di leva), sia seguendo approcci disciplinari differenziati (demografico, antropologico, genetico, ecc.), sia in un’ottica più integrata.
Per quanto concerne la seconda strada, ai fini di una migliore comprensione del fenomeno oggetto della ricerca – le implicazioni dell’evoluzione demografica e sociale sulla statura – si utilizzerà un insieme di altri dati recuperati dai censimenti e da altre fonti: statistiche delle migrazioni e dei matrimoni; statistiche sulla morbosità e mortalità per causa; indagini campionarie e altro.

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

Nel suo insieme il progetto propone un utilizzo veramente innovativo di una importante e ricchissima fonte di dati sulla storia sociale italiana: una fonte d’archivio che purtroppo resta sparsa in zone differenziate del territorio nazionale – gli archivi dei Distretti di Leva. Una fonte di dati preziosissima per quanto riguarda almeno la storia più recente del nostro Paese, quella che copre grossomodo le generazioni nate dopo il 1930. Per le generazioni precedenti i dati sono di norma conservati nelle diverse sedi degli Archivi di Stato, anche se le informazioni disponibili sono in questa seconda documentazione più ridotte rispetto a quelle contenute nella documentazione dei Distretti di Leva. A questo si aggiunga la recente decisione del Ministero Difesa (lettera ai Comandanti delle Regioni Militari del 3.11.1999) volta all’eliminazione dei fascicoli personali dei visitati (fatti salvi i documenti matricolari), trascorsi 20 anni dalla data di congedo illimitato per chi ha ottemperato gli obblighi di leva. Questo indurrebbe una drastica riduzione dei dati utili per la ricostruzione delle caratteristiche demografiche, antropologiche e sociali delle diverse leve militari. Di tutto questo la ricerca in oggetto vuol essere il riflesso e proporne le implicazioni – aspetti che si ritengono necessari per recuperare in qualche modo una fonte così importante per lo studio della società italiana e delle sue trasformazioni.
La ricerca si propone, in definitiva, di costruire: a) un’unica banca-dati di tutte le informazioni contenute nei modelli individuali FA/10 (conservati presso i Distretti di Leva) per almeno due generazioni di maschi italiani: quella del 1951 e quella del 1980; b) un insieme di altri archivi collegabili con la banca-dati, contenenti statistiche di fonti diverse, ma di rilevante importanza ai fini dell’utilizzo pieno della banca-dati stessa. Lasciando, tuttavia, aperta la possibilità di risalire ancora più indietro nelle generazioni.
Il gruppo di ricerca è costituito da 13 Unità operative, differenziate sia per sede territoriale sia per competenze scientifiche, sia per approcci disciplinari, coinvolgendo demografi, storici, antropologi e genetisti.
Lo sforzo più rilevante che il gruppo è chiamato a fare è indubbiamente quello della ottimizzazione delle risorse disponibili. Ogni UO ha disegnato un suo compito all’interno del progetto: 8 UO (Università di Bari, Bologna, Cagliari, Calabria, Firenze, Padova, Pavia, Perugia), procederanno alla rilevazione dei dati presso i Distretti di Leva, con criteri uniformi; le altre UO hanno, invece, compiti più specifici ma confluenti nel quadro generale della ricerca. L’UO di Parma ha il compito di predisporre la metodologia di base per l’analisi dei cognomi da effettuare sulla banca-dati; l’UO di Roma prenderà in esame le informazioni sanitarie contenute nei fascicoli matricolari e le analizzerà in funzione delle altre caratteristiche antropometriche, collegandole ad altre statistiche, sanitarie e non, provenienti da fonti differenziate. Le tre UO di Torino, Siena e Padova ricostruiranno l’ambiente storico e culturale nel quale si sono svolte le vicende delle leve militari italiane, e volgeranno la loro attenzione all’utilizzo di altre fonti di dati, in particolare quelle del Ministero Difesa.
Una volta costruita la banca-dati, previa verifica della qualità dei dati, essa sarà resa disponibile non solo ai partecipanti all’intero gruppo di ricerca, aprendo così una serie indubbia di studi di pregio, bensì all’intera collettività di studiosi, italiani e stranieri, delle diverse tematiche oggetto d’indagine. I risultati attesi forniranno, pertanto, un contributo più che valido all’aumento delle conoscenze nei campi di studio prospettati. (max 4000 caratteri)

Criteri di verificabilità

1) Occorrerà innanzitutto procedere ad uniformare i criteri e i contenuti dei dati da rilevare dai fascicoli matricolari al fine della costruzione della banca-dati, che è il compito unitario dei gruppi di ricerca. Le UO che se ne faranno carico cureranno, dunque, la rilevazione dei dati di base, mentre quelle che hanno compiti differenziati provvederanno a integrarli con le informazioni e i dati statistici di competenza.
Appare, peraltro, importante prestare tutta la necessaria attenzione anche ai problemi di selezione dei dati, che possono essere particolarmente rilevanti a livello microterritoriale, nonchè (nell’analisi dei dati relativi all’istruzione e alla professione) al problema del “troncamento” delle informazioni. I censimenti generali della popolazione possono tuttavia fornire elementi di tutto rilievo per l’interpretazione corretta dei dati delle leve militari.
E’ di notevole importanza l’instaurare rapporti di collaborazione con il Ministero della Difesa e le sue articolazioni territoriali (peraltro già avviati), in particolare per quanto concerne l’accesso a dati diversi dalla consultazione dei soli fascicoli matricolari – risultati di elaborazioni, indagini conoscitive, relazioni e quant’altro è di normale o straordinaria attività di organi ministeriali.
Una riunione è prevista sin dall’inizio per mettere a punto i criteri di base della ricerca e dei compiti specifici delle singole UO. Si prevede che tutto il primo anno sarà dedicato all’avvio delle specifiche attività e alla loro implementazione.

2) In una seconda riunione, al termine del primo anno si procederà alla verifica collegiale di tutto il lavoro realizzato e si darà il via all’impianto della banca-dati, così da renderla accessibile a tutte le UO, nonché alle analisi della documentazione raccolta e agli approfondimenti necessari, valutando opportunamente i criteri di scelta delle tecniche di sfruttamento e di analisi dei dati.
Nel secondo anno, dunque, le singole UO svilupperanno gli specifici compiti programmati.
Un convegno finale, aperto ad altri studiosi italiani e stranieri, costituirà l’audience opportuna e più specializzata per discutere i risultati conseguiti dell’intera ricerca. Gli atti del convegno saranno pubblicati in un apposito volume – ma questo non esclude che risultati parziali e/o preliminari vengano pubblicati in riviste scientifiche o in fascicoli ad hoc editi.

3) 

4) 

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Università degli Studi di FIRENZE
     Responsabile Carlo Alberto CORSINI
     Rd+Ra      15600 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   19900 Euro
 
     Compito
     

Il programma di ricerca dell’unità operativa fiorentina intende contribuire alla conoscenza delle condizioni che sottostanno all’evoluzione della statura dei coscritti toscani. Questo sarà raggiunto seguendo le seguenti strade: 1) costruire una banca-dati contenente le caratteristiche rilevate in occasione della visita di leva di almeno due generazioni; 2) raccogliere tutte le informazioni disponibili, da statistiche ufficiali e non, relative ai fenomeni che, secondo la letteratura sull’argomento, hanno implicazioni sulla statura; 3) predisporre tavole di sopravvivenza fino a 20 anni di età delle singole generazioni maschili nate dal 1930 al 1980, per ciascuna regione (o gruppi di regioni).
Per quanto concerne la prima strada, che coincide con la prima fase della ricerca e che occuperà presumibilmente otto mesi del primo anno, si procederà alla raccolta dei seguenti dati contenuti nei fascicoli matricolari (mod. FA/10):
a) Indicatori socio-demografici: cognome, data di nascita, comune di nascita, comune di residenza, professione, titolo di studio (ultima classe frequentata con esito positivo o numero di anni di scolarizzazione);
b) dati antropometrici: statura in piedi e da seduto, perimetro addominale, perimetro toracico, peso;
c) dati sanitari: malattie e disturbi, imperfezioni, difetti fisici, riscontrati ai fini del rinvio della visita di leva e della riforma.
Tutte queste informazioni, attualmente esistenti su materiale cartaceo, verranno trasferite su supporto informatico creando così un data-base che sarà poi utilizzato per le elaborazioni successive e contribuirà a costituire la banca-dati nazionale. Inizialmente la rilevazione riguarderà le generazioni del 1951 e del 1980, con lo scopo di evidenziare anche le caratteristiche differenziali tra una generazione di padri e quella dei figli. Se possibile non si esclude di risalire anche ad una ulteriore generazione precedente così da
misurare variazioni di più lungo periodo. I contingenti da prendere in considerazione dovrebbero ammontare ciascuno a circa 20.000 unità.
Per quanto concerne la seconda strada, ai fini di una migliore comprensione del fenomeno oggetto della ricerca determinante sarà l’attenzione da prestare alle migrazioni e ai matrimoni. Si può stimare il ruolo dei flussi migratori in modi differenziati ma confluenti: i) attraverso l’analisi dei cognomi (che, nelle società a trasmissione patrilineare, sono assimilabili ad un carattere genetico trasmesso per via maschile). Partendo da una data struttura ad un certo istante di tempo è possibile seguire l’evoluzione di una popolazione attraverso le variazioni della numerosità delle forme cognominali e del livello di isonimia interna, tenendo conto sia dell’immissione di cognomi nuovi nel corso del tempo sia della scomparsa di cognomi presenti in passato; ii) con il sostegno delle informazioni relative al comune di nascita e a quello di residenza; iii) utilizzando le statistiche dei movimenti migratori; iv) e i censimenti.
La terza strada, infine,mira alla costruzione di tavole di sopravvivenza regionali dalla nascita fino a 20 anni di età.

2]  Unità di       Università degli Studi di CAGLIARI
     Responsabile Anna Maria GATTI
     Rd+Ra      9000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   11800 Euro
 
     Compito
     

L’obiettivo generale che si intende perseguire nei due anni in cui si articola il progetto è una significativa crescita nella conoscenza della evoluzione di alcune caratteristiche della popolazione sarda, sotto il profilo genetico, socio-demografico e sanitario, tra la fine dell’800 e la fine del ‘900. La popolazione di riferimento, oggetto dell’indagine, è costituita dalle reclute sottoposte alla visita di leva, all’età di 18 anni, presso il Distretto Militare di Cagliari che ha competenza per l’intera isola. I registri (già ispezionati), sono custoditi presso il distretto di San Bartolomeo, a Cagliari, e per la loro consultazione si è già ottenuto il permesso da parte delle autorità competenti (Ministero della difesa di Roma). La ricerca programmata dalla nostra UR prevede un’articolazione in tre fasi. Nella prima fase, della durata di circa 10 mesi, si procederà alla raccolta dei dati contenuti nei registri militari pertinenti alle visite di leva relative agli appartenenti a tre distinte generazioni: 1) nati nel 1880; 2) nati nel 1951; 3) nati nel 1980. Questa scansione temporale consente sia di apprezzare variazioni di lungo periodo, così come di mettere a confronto, sotto i diversi aspetti, la condizione di una generazione di padri (1951) con quella dei figli (1981). Dai fascicoli matricolari (mod. FA/10), per ogni recluta delle tre generazioni (per un totale di circa 30.000 individui), saranno rilevati i seguenti dati. Indicatori socio-demografici: cognome; data di nascita; comune di nascita; comune di residenza; professione; titolo di studio (ultima classe frequentata con esito positivo o numero di anni di scolarizzazione); dati antropometrici: statura totale; statura da seduto; perimetro addominale; perimetro toracico; peso; dati sanitari: malattie e disturbi, imperfezioni, difetti fisici, riscontrati ai fini del rinvio della visita di leva e della riforma.
In una seconda fase (che si prevede possa esaurirsi in cinque mesi) verrà condotta un’analisi di tipo descrittivo sui valori e sulla distribuzione dei singoli parametri (caratteri) e sulla loro evoluzione nel tempo, nelle diverse unità territoriali che compongono l’isola. In una terza fase (durata: nove mesi), la ricerca si svilupperà secondo due distinte linee:
1) Un primo specifico obiettivo concerne l’analisi della distribuzione geografica e diacronica delle cause di esonero dal servizio militare. Da questi dati è possibile risalire alle condizioni sanitarie delle diverse generazioni di leva in Sardegna, per ricostruire l’evoluzione dei profili sanitari dei giovani maschi nel corso del tempo. E’ altresì possibile far emergere eventuali differenze tra le varie zone dell’isola nella persistenza di alcune patologie, storicamente largamente diffuse, quali la carenza di glucoso-6-fosfatodeidrogenasi, la thalassemia major, il diabete mellito o le patologie oftalmiche. Un’attenzione particolare verrà portata alla valutazione dei parametri antropometrici raccolti, per stabilire l’eventuale incremento dell’obesità nella popolazione sarda in relazione alle sedi di provenienza ed alle diverse abitudini alimentari e al diverso stile di vita.
2) L’analisi dei cognomi, da un lato, mira ad approfondire la conoscenza della composizione genetica della popolazione sarda, per evidenziarne il grado di variabilità interna; dall’altro, sotto il profilo socio-demografico, tende a stimare gli effetti dei flussi di immigrazione e emigrazione. L’incrocio tra cognomi e indicatori sociali (professione e titolo di studio) consentirà, inoltre, di studiare alcuni aspetti della mobilità sociale e di quella sul territorio e delle diverse tipologie in relazione con i dati fisico-antropometrici e sanitari.

3]  Unità di       Università degli Studi di PADOVA
     Responsabile Pietro DEL NEGRO
     Rd+Ra      4600 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   4700 Euro
 
     Compito
     

La storia delle leve militari in Italia tra gli inizi dell’Ottocento e la prima guerra mondiale è nota a grandi linee, grazie anche ai contributi di P. Del Negro (in particolare, La leva militare in Italia dall’Unità alla Grande Guerra, in Esercito, Stato, società. Saggi di storia militare, Bologna 1979, pp. 168-261 e la sintesi su Service militaire et société civile: le cas italien 1802-1918, in La guerre totale – La défense totale, 1789-2000, a cura di Per Iko, Lars Ericson & Gunnar Åselius, Stockholm 2001, pp. 270-279). La leva militare fu introdotta in Italia agli inizi dell’Ottocento dalla Francia consolare e fatta attecchire, dopo il 1804, da quella imperiale. Nell’arco di pochi anni l’istituto prese piede nella parte ‘continentale’ della penisola. Nonostante il cordone ombelicale, che univa la leva alla Rivoluzione francese e al regime napoleonico, il detestato «balzello di lagrime e di sangue» fu conservato dai regimi della Restaurazione. Il ricupero della leva non comportava alcun cedimento nei confronti dell’ideologia rivoluzionaria del cittadino-soldato, ma partiva al contrario dal riconoscimento della possibilità di utilizzarla, come aveva insegnato Napoleone, ai fini di una politica di potenza sul piano internazionale e – ciò che più contava negli anni della Santa Alleanza – allo scopo di assicurarsi un esercito, che fosse un baluardo contro l’eversione liberal-nazionalista.
Nel 1848 la decisione di dichiarare guerra all’Austria in seguito alla svolta costituzionale e nazionalista impressa da Carlo Alberto alla politica del regno di Sardegna attribuì nuovamente alla leva un ruolo fondamentale, che fu conservato anche dopo la fine del conflitto. Ma nel 1854 il servizio militare fu innalzato a cinque anni, il che comportò una forte diminuzione della percentuale degli arruolati. Tra il 1859 e il 1861 la preoccupazione del governo italiano di non perdere il controllo dello strumento militare l’indusse ad ampliare sempre più il numero dei soldati sotto le armi e a favorire la trasformazione dell’esercito di leva in un esercito di professionisti tramite le rafferme e l’arruolamento di volontari. Le sconfitte del 1866 e la sempre più incalzante crisi finanziaria costrinsero la classe dirigente italiana a rimettere in discussione l’assetto militare ereditato dal regno di Sardegna e a varare, tra il 1871 e il 1875, una serie di riforme, che presero a modello l’esercito prussiano, l’esercito che le vittorie di Sadowa e di Sedan avevano imposto all’ammirazione di gran parte dell’Europa. La recezione – parziale – del modello prussiano comportò una graduale riduzione della durata della ferma (quattro anni nel 1871, tre nel 1875, due nel 1882 per una parte minoritaria del contingente di leva e per tutti nel 1912), una drastica diminuzione (superiore al 50%) del numero dei soldati effettivamente in armi e la costituzione di una riserva di dimensioni sempre più imponenti. Nella prima guerra mondiale l’Italia entrò con un esercito di massa.
Il piano di ricerca si propone di approfondire, per quel che riguarda l’Italia napoleonica e della Restaurazione i meccanismi delle selezioni di leva e, in particolar modo, il ruolo dei medici all’interno delle commissioni tramite una ricerca sui verbali conservati negli archivi di Padova e di Venezia; per quel concerne l’Italia liberale, sempre nella prospettiva di un’analisi della coscrizione obbligatoria quale momento di verifica della condizione sanitaria nazionale saranno privilegiati gli studi relativi alle malattie riscontrate in sede di selezione di leva e le pionieristiche ricerche antropometriche condotte da Ridolfo Livi negli anni intorno al 1880. Si ritiene inoltre necessario condurre delle ricerche a Parigi e in Germania per valutare, sotto il profilo in precedenza accennato, la specificità del caso italiano

4]  Unità di       Università degli Studi di PARMA
     Responsabile Sergio DE IASIO
     Rd+Ra      11000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   10700 Euro
 
     Compito
     

L’unità di Ricerca presso il Dipartimento di Genetica Antropologia Evoluzione dell’Università degli Studi di Parma dispone di una notevole banca dati nella quale sono comprese anche numerose liste di cognomi, integrate da altre informazioni di diversa tipologia. L’obbiettivo che l’UdR si propone è innanzitutto la utilizzazione di tale banca dati, al fine di svolgere analisi sulla struttura ed evoluzione delle popolazioni considerate e di pervenire a stime della mobilità degli individui e delle famiglie, proprio tramite i cognomi.
La ricerca si svilupperà seguendo due approcci differenziati ma confluenti. Il primo considera la similarità nella distribuzione dei cognomi tra popolazioni prese in uno stesso momento; il secondo considera invece le variazioni di similarità tra popolazioni prese in tempi successivi, al fine di pervenire alla costruzione di vere e proprie matrici di migrazioni tra le popolazioni considerate.
Questi aspetti della ricerca partono come detto dall’assunzione, già verificata, che similarità nella distribuzione dei cognomi riportano alla presenza di comune origine o di scambi tra popolazioni. La similarità per cognomi viene messa in relazione con le caratteristiche antropometriche, demografiche e socioeconomiche dei gruppi e con le caratteristiche del territorio da loro occupati. Individuate le popolazioni presso le quali sono presenti le caratteristiche considerate, si procede alla costruzione delle matrici di similarità e alla loro rappresentazione mediante alberi filogenetici o rappresentazioni topologiche, con successiva lettura e interpretazione.
Ai dati sull’evoluzione dell’isonimia e della struttura in cognomi potranno essere affiancati quelli relativi alle rilevazioni somatometriche effettuate durante la visita di idoneità al servizio militare. Le variazioni del tempo dell’altezza, del peso, degli indici associati (Body Mass Index), del perimetro toracico dei coscritti danno misure importanti sull’evolversi dello stato di salute di una popolazione (anche se limitato ai soli maschi in vita a 18 anni); i dati verranno rilevati presso i registri di leva conservati presso gli archivi distrettuali.
Infine la ricerca si propone di collegare le informazioni sulle strutture per cognomi integrandole con i dati antropometrici, tramite tecniche microdemografiche ormai consolidate all’interno del gruppo di ricerca. Sarà così possibile valutare in che modo le condizioni di vita durante i primi 18 anni influiscono sullo stato di salute della popolazione maschile; si potrà inoltre valutare in che modo lo stesso stato di salute in età adulta possa aver influito sulla sopravvivenza degli individui, sulle loro caratteristiche riproduttive e migratorie. Oltre ad utilizzare tutti i dati che verranno appositamente rilevati dalle altre Unità di ricerca che afferiscono al progetto di base, l’UdR prevede anche rilevazioni dirette dei dati sulle liste di leva che interessano popolazioni delle quali già si hanno a disposizioni, autonomamente, informazioni sulla struttura per cognomi. Attraverso l’incrocio di queste informazioni si potrà costruire una straordinaria base di dati longitudinale a livello individuale. Essa permetterà non solo di ricostruire le biografie di molte migliaia di persone nell’800 e all’inizio del XIX secolo, ma di collocarle in un più ampio e complesso contesto che riguarda le località di appartenenza, le migrazioni e le loro direzioni prevalenti, i contesti familiari in cui esse avvengono e come fanno variare la struttura genetica in cognomi delle popolazioni studiate.

5]  Unità di       Università degli Studi di BOLOGNA
     Responsabile Paola GUERESI
     Rd+Ra      18800 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   24600 Euro
 
     Compito
     

La UO di Bologna si occuperà della raccolta ed elaborazione di dati tratti dai fascicoli matricolari delle visite di leva del distretto di Bologna. Per gli obiettivi specifici del sottoprogetto di questa unità di ricerca, oggetto di studio saranno: a) i caratteri antropometrici
b) il cognome.
a) Si utilizzeranno i dati antropometrici relativi alle leve del 1951 e del 1980, integrandoli eventualmente con quelli di leve intermedie o precedenti, per studiarne le variazioni nel tempo, in relazione con l’evoluzione di indicatori economici e sociali, e con i movimenti migratori. La disponibilità di dati individuali di tipo socio-demografico consentirà di analizzare e confrontare la distribuzione e l’andamento dei caratteri antropometrici separatamente per zone di residenza, classi sociali (professione, livello di istruzione), cognomi autoctoni. Inoltre, la disponibilità di dati sulla età al menarca riferiti allo stesso ambito territoriale, offre a questa unità di ricerca l’opportunità di confrontarne l’andamento con i caratteri antropometrici, valutando la diversa sensibilità degli indicatori biologici nei confronti dei mutamenti ambientali.
b) La disponibilità dei cognomi per i visitati delle leve del 1951 e del 1980 consentirà di analizzare la struttura per cognomi e le sue variazioni nel tempo entro l’unità territoriale presa in esame, nonché l’evoluzione delle relazioni di similarità con le unità territoriali esaminate dalle altre unità di ricerca partecipanti al progetto. In particolare l’utilizzo di tecniche matriciali permetterà il confronto di coefficienti di affinità genetica fra popolazioni ricavati da cognomi coi movimenti migratori ricostruiti attraverso matrici di migrazione.
La sottounità operativa afferente al Dipartimento di Biologia e.s., per le sue specifiche competenze, si propone inoltre di:
1- studiare in modo approfondito la comunità di Bagno di Romagna. Si tratta di una popolazione di ambiente montano localizzata nella cosiddetta Romagna Toscana, area geograficamente appartenente alla Romagna, ma culturalmente legata alla Toscana. Lo studio utilizzerà tutte le registrazioni di leva conservate nell’archivio comunale locale, che coprono con continuità il periodo 1828-1915. Oltre alla rilevazione di caratteri antropometrici particolarmente interessanti (trend secolare della statura), si effettuerà una ricostruzione completa della struttura biodemografica della zona. Di rilevante interesse risulterà lo studio dei movimenti di popolazione in relazione all’esistenza di potenziali barriere alla migrazione sia di carattere geografico che culturale.
2- correlare i risultati ottenuti dall’indagine biodemografica su Bagno di Romagna con il dato genetico. Specifica attenzione verrà riservata al cromosoma Y, che col cognome condivide la trasmissione esclusiva in via patrilineare ed è particolarmente utile per fare inferenze sui processi migratori. Studiando il DNA di un campione di donatori di sangue della popolazione oggetto di indagine, sarà possibile congiungere cognomi e tipi genetici del cromosoma Y. La disponibilità di dati riguardanti gli stessi marcatori in popolazioni geograficamente contigue, sia della Toscana che della Romagna, consentirà di valutare a livello genetico gli effetti dei flussi migratori in Alta Val Savio emersi in base all’indagine biodemografica. Allo scopo, verranno analizzati alcuni marcatori a diverso tasso di mutazione del cromosoma Y: polimorfismi biallelici e microsatelliti. Sarà possibile risalire, attraverso i primi, al pool genico ancestrale della popolazione e, con i secondi, valutare il grado di variabilità e diversità genica raggiunta da una specifica comunità. I due approcci alla ricerca utilizzati (biodemografico e genetico) si integreranno reciprocamente, …

6]  Unità di       Università degli Studi di TORINO
     Responsabile Walter BARBERIS (Giorgio ROCHAT )
     Rd+Ra      6000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   7900 Euro
 
     Compito
     

Un approccio storico agli archivi dei distretti militari è di assoluta rilevanza, se si ha presente il grosso ruolo che le operazioni di leva ebbero tra Otto e Novecento da un punto di vista strettamente militare per la formazione di un esercito nazionale, ma anche per l’accettazione popolare del servizio obbligatorio, in forme contrastate eppure reali. Da un altro punto di vista, i fogli matricolari dei distretti offrono straordinarie possibilità di indagine sull’universo maschile, finora trascurate, per i dati che conservano non tanto sulle condizioni fisiche dei giovani sottoposti a visita (altezza, peso, efficienza generale, malattie più diffuse) ma soprattutto sulla loro situazione familiare (genitori vivi o defunti, padri o madri non dichiarate, orfani, eccetera).
L’unità torinese si propone di effettuare una serie di esplorazioni a più livelli (con approfondimenti analitici) :
1. Le politiche di reclutamento dello Stato italiano: categorie di esenzione e di arruolamento, durata della ferma, forza bilanciata, congedi anticipati; ripartizione degli arruolati tra i corpi dell’esercito.
2. Gli aspetti e le ricadute socio-culturali della leva, tra rifiuto popolare e politico e processi di nazionalizzazione delle masse.
3. Le diverse forme di volontariato, interno all’istituzione (ufficiali di carriera e di complemento, sottufficiali) e esterno (dai garibaldini fin alla milizia fascista).
4 studio della normativa relativa ai distretti e alle operazioni di leva, da condurre attraverso il “Giornale militare ufficiale”, integrato con ricerche presso l’Ufficio storico dell’esercito;
5. Analisi delle Relazioni annuale sulla leva del Ministero Guerra.
6. Verifica delle condizioni degli archivi dei distretti versati negli ultimi vent’anni agli Archivi di Stato: esistenza, conservazione, catalogazione e disponibilità (verifiche da condurre, per campione, per aree territoriali e Distretti di Leva);
7. Analisi dettagliata di una classe di leva (da individuare): dati su renitenti, riformati, rivedibili, incorporati, arruolati;

7]  Unità di       Università degli Studi di PERUGIA
     Responsabile Odoardo BUSSINI
     Rd+Ra      10800 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   14200 Euro
 
     Compito
     

Il programma di ricerca dell’unità operativa di Perugia ha come obiettivo l’acquisizione di conoscenze sull’evoluzione delle principali caratteristiche demografiche, genetiche, socio-sanitarie della popolazione umbra nel corso della seconda metà del Novecento. La popolazione oggetto dell’indagine è rappresentata dall’insieme dei coscritti alla leva per i quali si desumeranno le informazioni rilevate al momento della visita presso il Distretto militare di Perugia, all’età di 18 anni.
Nella prima fase della ricerca, che occuperà alcuni mesi del primo anno, si procederà infatti alla raccolta dei seguenti dati contenuti nei fascicoli matricolari (mod. FA/10): Indicatori socio-demografici: cognome, data di nascita, comune di nascita, comune di residenza, professione, titolo di studio (ultima classe frequentata con esito positivo o numero di anni di scolarizzazione); dati antropometrici: statura in piedi e da seduto, perimetro addominale, perimetro toracico, peso; dati sanitari: malattie e disturbi, imperfezioni, difetti fisici, riscontrati ai fini del rinvio della visita di leva e della riforma. L’insieme di tali informazioni, allo stato presenti su materiale cartaceo, verranno trasferite su supporto informatico creando così un data base che sarà poi utilizzato per le elaborazioni successive e contribuirà a costituire la banca dati nazionale. Inizialmente la rilevazione riguarderà le generazioni del 1951 e del 1980, al fine di evidenziare le caratteristiche differenziali tra una generazione di padri e quella dei figli. Non si esclude, se l’organizzazione dell’archivio militare lo consentirà, di risalire anche ad una ulteriore generazione precedente così da valutare le variazioni di più lungo periodo. I contingenti da prendere in considerazione dovrebbero ammontare ciascuno a circa 5000 unità.
Nella seconda fase si passerà all’analisi dei caratteri rilevati, sia singolarmente che in relazione tra di loro, per evidenziare le differenze temporali e territoriali (provenienza da aree urbane o rurali, per fasce altimetriche e per provincia…). Per un opportuno confronto si farà ricorso agli indicatori disponibili dalle rilevazioni di stato (censimenti) e da quelle di movimento.
I risultati attesi riguardano una maggiore conoscenza delle caratteristiche evolutive della popolazione giovanile maschile dell’Umbria, sia in termini differenziali interni che rispetto alle altre regioni italiane.
In quest’ottica sarà possibile approfondire i seguenti temi:
1) Aspetti socio- sanitari riferiti alle diverse generazioni di leva considerate, per ricostruire l’evoluzione dei profili sanitari dei giovani maschi nel corso del tempo attraverso le cause di esonero dal servizio militare.
2) Mobilità della popolazione con la determinazione di stime dei flussi di immigrazione e di emigrazione attraverso l’analisi dei cognomi e l’analisi congiunta del comune di nascita e di residenza.
3) analisi delle relazioni tra le caratteristiche socio-economiche e i dati fisico-antropometrici e sanitari.

8]  Unità di       Università degli Studi di SIENA
     Responsabile Nicola LABANCA
     Rd+Ra      13000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   12400 Euro
 
     Compito
     

Questa unità locale ha il compito di illustrare le modalità e gli scopi con cui sono nate le fonti documentarie su cui lavorano altre unità del progetto di ricerca. Essa mira infatti a determinare come hanno operato i distretti militari e la loro struttura di riferimento a livello nazionale (Direzione Generale Leva e Truppe del Ministero della Difesa, nota come “LevaDife”) e come hanno avuto origine le fonti d’archivi dei distretti stessi.
Attraverso una ricostruzione di storia istituzionale, l’unità locale di ricerca intende offrire un primo quadro della storia dei distretti militari nell’Italia repubblicana.
Ad un secondo livello i quesiti riguardano le linee principali della politica militare italiana relativa al reclutamento.
Il terzo livello infine non è meno importante: esso mira ad esaminare l’operato e le modificazioni di LevaDife, quali furono i Direttori generali, quale cultura professionale portarono nella gestione del servizio e quale influenza ebbero (se la ebbero) sull’evoluzione della politica militare del reclutamento. In particolare si punta a ricostruire la successione delle Relazioni sulla leva redatte da LevaDife, ma non pubblicate come era avvenuto per i decenni precedenti, sin dall’Unità d’Italia.
Per rispondere ai precedenti quesiti, questa unità locale intende articolare le proprie ricerche sostanzialmente in due fasi, corrispondenti ai due anni di ricerca del progetto.
In una prima fase, essa intende studiare: 1) l’organizzazione dei distretti militari nell’età repubblicana; e 2) l’organizzazione della Divisione Leve e Truppe.
In una seconda fase, l’unità locale studierà: 3a) l’evoluzione della politica militare nazionale per quanto concerne il reclutamento della Forza armata, che sarà posto in relazione con l’evoluzione del quadro internazionale e 3b) soprattutto con l’evoluzione del gettito demografico da parte della società italiana nel periodo di riferimento.
Il programma dell’unità locale prevede ricerche prevalentemente d’archivio (per i punti 1 e 2), in particolare presso l’archivio dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’esercito e presso le raccolte documentarie conservate e mantenute presso la stessa Direzione Leve e Truppe, e ricerche prevalentemente bibliografiche (per i punti 3a e 3b), laddove è disponibile una qualche serie di studi preparatori, pur solo parziali. Saranno possibili raccolte di interviste orali (militari e medici già militari in servizio presso i distretti militari e presso la Direzione relativa del ministero). Particolare rilevanza avrà quindi la consultazione del materiale archivistico conservato presso l’Archivio dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’esercito (Roma) e presso le raccolte documentarie conservate e mantenute presso la stessa Direzione Leve e Truppe del ministero della Difesa (Roma), verso le quale sono previste numerose missioni di studio. Altre missioni potranno essere effettuate verso la Francia, con soggiorni di studio e partecipazioni a convegni, decisivi per una migliore conoscenza della tradizione storiografica francese nel campo degli studi storici sul reclutamento.

9]  Unità di       Università degli Studi di PAVIA
     Responsabile Carla GE
     Rd+Ra      5400 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   7100 Euro
 
     Compito
     

Il progetto dell’unità di Pavia si propone in primo luogo di integrare l’analisi nazionale ponendo attenzione alle sotto popolazioni costituite dai giovani sottoposti alle visite di leva, appartenenti alla generazione del 1980, residenti nei comuni delle province di Milano, Lodi e Pavia, assunti come rappresentativi della regione Lombardia. I fascicoli di tale coorte di coscritti sono conservati presso l’archivio del Distretto militare di Milano. Poiché i residenti nelle tre province interessate che nel 1998 (presumibile anno della visita di leva) avevano 18 anni erano pari a circa 21 mila unità (pari al 45 per cento dei residenti in Lombardia di età corrispondente), si può stimare pari appunto a circa 21 mila unità la consistenza del materiale documentario da consultare.
Da ogni fascicolo verranno rilevati: il cognome, la data di nascita, il comune di nascita, il comune di residenza, la professione, il grado di istruzione, la statura (in piedi e seduto), il perimetro toracico, il peso, le cause del rinvio o dell’esenzione.
L’analisi dei fattori ambientali, economici e sociali può essere condotta sia tenendo conto delle informazioni desumibili dai fascicoli matricolari medesimi (comune di nascita e di residenza, condizione professionale, titolo di studio) sia attraverso l’opportuna costruzione di indicatori (in particolare indicatori di malessere demografico, del livello e qualità della vita). L’Istituto di genetica molecolare del CNR di Pavia dispone di una banca dati contenente la distribuzione geografica dei 330.000 cognomi italiani tratti dagli elenchi telefonici del 1993, integrata da notizie storiche e linguistiche che permette di determinare con buona approssimazione l’origine antica di ogni cognome. Il confronto dei cognomi dei coscritti con questa banca dati può permettere di ridistribuire gli individui del campione usando il criterio della zona di origine, creando quindi delle sottopopolazioni geneticamente più omogenee all’interno delle quali la stima della variabilità dei caratteri sotto studio può essere più corretta. La distribuzione dei cognomi può essere utilizzata anche per ottenere un parametro da attribuire a ciascun comune dell’area studiata basato sulla quantità di immigrazione dall’esterno cioè dalla capacità di attrazione di ogni comune come funzione dello sviluppo socio-economico. Questo parametro chiamato ‘abbondanza di cognomi’ è indipendente dalla dimensione del comune e può essere perciò usato come un indicatore del grado di isolamento genetico o, al contrario, di mescolanza genetica.
Per definire la presenza di regolarità spaziali nelle misure antropometriche rilevate (statura e peso) si ritiene di ricorrere a modelli di analisi multivariata che tengano anche conto di possibili autocorrelazioni spaziali. In merito al peso occorre tenere conto che, contrariamente alla statura, esso varia al variare dell’età cosicché un confronto tra appartenenti ad una medesima generazione consente di stimare l’influenza dei fattori esplicativi. In tale caso potrebbe essere utile il ricorso a modelli per variabili discrete come la regressione logistica.

10]  Unità di       Università degli Studi di BARI
     Responsabile Salvatore DISTASO
     Rd+Ra      13500 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   17700 Euro
 
     Compito
     

Una volta rilevate e informatizzate i dati dei fascicoli matricolari dei coscritti di leva si intende approfondire le informazioni antropologiche, sociali e demografiche che ne scaturiscono. Il primario obiettivo del progetto dell’unità di Bari è quello di individuare, analizzare e misurare possibili relazioni tra le variabili più squisitamente sociali, sanitarie e antropometriche e quelle prettamente economiche e demografiche. Nello specifico l’unità di ricerca di Bari si concentrerà sull’analisi dei parametri e degli indicatori demografici, in funzione dei dati antropometrici.
La nostra indagine riguarderà i coscritti della Puglia per le generazioni 1951 e 1980, proprio con l’intento di procedere ad un’analisi comparata con i risultati delle altre unità del progetto di ricerca.

11]  Unità di       Università “Cà Foscari” di VENEZIA
     Responsabile Renzo DEROSAS
     Rd+Ra      8500 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   11100 Euro
 
     Compito
     

La ricerca progettata dall’u.r. veneziana si propone di rispondere alle seguenti domande:
– qual è stata l’evoluzione dell’altezza dei coscritti veneti nel corso del ‘900?
– quali sono stati i principali fattori che hanno influito sull’evoluzione della statura dei coscritti?
– ci sono state differenze significative nella statura legate a condizioni socioeconomiche differenti?
– tali differenze si sono ridotte nel corso del tempo?
– l’ambiente e in generale il contesto epidemiologico nel quale si è svolto il processo di crescita dei futuri coscritti ha influito sulla loro altezza?
Il programma di ricerca può essere suddiviso in tre fasi principali.
Nella prima fase, della durata di 10 mesi circa, saranno raccolti dati di tipo antropometrico e anagrafico dai fascicoli matricolari compilati in occasione della visita di leva presso i distretti militari di Venezia e Treviso. In sintonia con le altre unità di ricerca, si effettuerà una rilevazione campionaria (le cui modalità sono ancora da definire) relativa alle leve del 1880, 1951, 1980.
La scelta dei due distretti consentirà di mettere a confronto due contesti socioeconomici e ambientali molto differenti, uno urbano e l’altro prevalentemente rurale, e di verificare se queste differenze si riflettono anche sull’altezza dei coscritti. La scansione temporale permetterà di cogliere sia l’evoluzione di lungo periodo, sia quella di breve-medio periodo, mettendo a confronto la generazione dei figli con quella dei padri.
Le informazioni da raccogliere riguardano
– Indicatori socio-demografici: cognome, nome, data di nascita, comune di nascita, comune di residenza, professione, titolo di studio
– dati antropometrici: statura in piedi e da seduto, perimetro addominale, perimetro toracico, peso;
– dati sanitari: malattie e disturbi, imperfezioni, difetti fisici, riscontrati ai fini del rinvio della visita di leva e della riforma.
Questi dati confluiranno nella base di dati nazionale costituita con l’apporto di tutte le unità di ricerca.
Verranno poi raccolte sistematicamente tutte le informazioni relative ai fattori che possono avere influenzato il processo di crescita e la determinazione della statura dei coscritti: condizioni socioeconomiche, ambientali, epidemiologiche (mortalità neonatale e infantile per cause, ecc.).
La seconda fase, della durata di 4 mesi circa, sarà dedicata a un’analisi descrittiva di tipo aggregato delle informazioni raccolte.
La terza fase, della durata di 10 mesi, sarà dedicata a due aspetti diversi. In primo luogo, verrà effettuata un’indagine sulle forme cognominali e sulle relative frequenze, individuando i casi di immissione di nuovi cognomi e di sparizione di cognomi presenti in passato. In questo modo, si studieranno le componenti di mobilità territoriale nella determinazione della popolazione studiata.

12]  Unità di       Universita’ degli Studi di ROMA
     Responsabile Antonio GOLINI
     Rd+Ra      12000 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   15800 Euro
 
     Compito
     

Negli ultimi 150 anni, in tutti i paesi che hanno avuto un consistente processo di sviluppo economico e sociale, la struttura fisica dei bambini, degli adolescenti e degli adulti ha subito notevoli modificazioni. Si è trattato, in primo luogo, di un aumento progressivo della statura media a ogni età e di un anticipo dell’inizio della pubertà. Allo stesso tempo il miglioramento delle condizioni di vita ha portato anche a grande disponibilità, in molti casi “eccessiva”, di risorse alimentari – e quindi alla possibilità di regimi alimentari caratterizzati largamente dalla soddisfazione del piacere del cibo oltre che dalle strette ne-cessità legate al fabbisogno calorico – e a una vita sedentaria. Il tutto con un conseguente aumento della percentuale degli individui in sovrappeso o finanche obesi.
Molti studi epidemiologici hanno da tempo evidenziato come l’obesità sia un rilevante fattore di rischio di morbosità e mortalità, e questo è ormai un risultato largamente conosciuto anche dal grande pubbli-co; mentre altri studi segnalano come la più alta statura avrebbe un effetto positivo sui livelli di morta-lità, indipendentemente da altri fattori di rischio.
Lo studio prenderà come riferimento alcune indagini che costituiscono la letteratura su questo tema, come ad esempio l’indagine norvegese del 1963-75, l’indagine campionaria sulla popolazione adulta svedese condotta nel 1980-81, una indagine italiana del 2000 su dati 1994 condotta dal Dipartimento di Scienze demografiche.
I dati utilizzati per la nostra analisi saranno quelli relativi alle “Indagini statistiche multiscopo sulle fa-miglie” – sulle condizione di salute e il ricorso ai servizi sanitari condotte dall’ISTAT nel corso dell’anno 1999-2000, su un campione di 60.000 famiglie (circa 150 mila persone). Le variabili conside-rate in questo studio sono: sesso, età, istruzione, condizione e posizione professionale, peso (in kg), sta-tura (in cm), salute percepita, presenza/assenza di malattie croniche o gruppi di malattie e consumo di tabacco. In questo studio saranno considerate soltanto le persone con venti anni o più. Saranno inoltre considerate due indagini (2002 e 2003), ciascuna relativa a 20.000 famiglie, in cui vengono rilevati pe-so, statura e stili di vita.Questa ricerca intende studiare l’importanza della statura come fattore influente sulla morbosità, con riferimento tanto alla prevalenza di malattie croniche, quanto della salute percepi-ta. Questa UO ha, dunque, il compito di studiare:
a – la relazione fra statura e indice di massa corporea (per genere, età, istruzione e occupazione);
b – la relazione della buona salute per sesso, età, presenza/assenza di almeno una malattia cronica, sta-tura e indice di massa corporea facendo riferimento ai risultati dell’indagine sulla salute effettua-ta in Italia nel 1999-2000, e confrontando tali risultati con quelli del 1994, oltre che con i risulta-ti delle due indagini condotte nel 2002 e nel 2003.

13]  Unità di       Università della CALABRIA
     Responsabile Giuseppe DE BARTOLO
     Rd+Ra      5400 Euro (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   7100 Euro
 
     Compito
     

Gli obiettivi che la ricerca intende sviluppare sono:
1. effettuare un’analisi cognominale all’interno dell’unità territoriale (distretto di leva) della regione Calabria;
2. rilevare, a livello locale, l’evoluzione staturale della popolazione maschile a partire dalle caratteristiche demografiche concernenti la popolazione medesima.
I dati utilizzati nella ricerca sono le informazioni contenute nei fascicoli matricolari dei coscritti di leva delle generazioni del 1951 (visitati nel 1971) e del 1980 (visitati nel 2000).
Il primo obiettivo consiste nel valutare la numerosità delle forme cognominali all’interno del distretto di leva della regione calabrese. Si tratta di fare una demografia dei cognomi valutando così il grado di isonimia interna, creando degli indici descrittori della ricchezza in cognomi, e stimando l’immissione di cognomi nuovi nel corso del tempo e l’eventuale scomparsa di cognomi presenti in passato. L’utilizzo dei cognomi fornisce delle risposte sui cambiamenti sociali della popolazione oggetto di studio. È possibile difatti stimare, tramite tale strumento, gli effetti della migrazione ed i cambiamenti che la popolazione calabrese ha subito nel tempo. In effetti, la Calabria dal punto di vista delle migrazioni è stata lungamente toccata da questo fenomeno, soprattutto per ciò che attiene l’aspetto puramente emigratorio.
Il secondo obiettivo si prefigge di analizzare alcuni aspetti del secular trend in Calabria. La ricerca calabrese mira ad analizzare, se le caratteristiche demografiche e socio-sanitarie, rilevate tramite i fogli matricolari per ciascun iscritto nelle liste di leva, sono ulteriori fattori influenzanti l’evoluzione staturale. L’attività di ricerca propone di applicare una metodologia di analisi territoriale generalizzabile per l’individuazione di omogeneità nella definizione di determinate caratteristiche tra i coscritti presi in esame. In pratica, si tratta di aggregare comuni in entità territoriali più ampie aventi caratteristiche socio-demografiche simili.
Le metodologie adottate sono tecniche di clustering applicate alle informazioni in possesso. Lo scopo è quello di esaminare nel tempo l’evoluzione della statura a partire dalle relazioni esistenti tra le modalità delle singole variabili prese in esame.
In particolare, si intende individuare l’esistenza di connessioni tra i fattori sociali e demo-sanitari che possono influenzare l’evoluzione staturale della popolazione maschile in esame. La metodologia adottata farà riferimento alle consuete tecniche di analisi statistica esplorativa e all’elaborazione di un’analisi multivariata. Tuttavia in termini di un’analisi più approfondita, il ricorso ad una metodologia fattoriale risulta più efficiente nella misurazione delle relazioni fra le modalità delle variabili prese in esame.
Nel contesto della ricerca oggetto di studio, l’analisi si propone di discutere la statura dei coscritti calabresi alla visita di leva delle generazioni sopra citate prefiggendosi di effettuare, all’incirca, una comparazione tra la generazione dei “padri”, presumibilmente i nati nel 1951, e quella dei “figli”, i nati nel 1980.