Riportiamo un incoraggiante pronunciamento del ministro Franceschini, richiamato dall’Ansa, nel corso di una risposta a un’interrogazione parlamentare di mercoledì scorso e i cui contenuti sono stati ribaditi poi anche dal capo di gabinetto del Ministero, prof. Giampaolo D’Andrea nel corso del convegno “L’emergenza nascosta: archivi, biblioteche e futuro della ricerca in Italia” venerdì 15 aprile.
“Franceschini: aumentare le 500 assunzioni di archivisti-funzionari. Gli archivi sono un deposito della memoria del paese”.
“L’età media” degli archivisti e dei funzionari del Ministero dei Beni culturali “è avanzata, copriamo i posti ora vacanti ma nel frattempo andranno in pensione altre persone e non possiamo lasciare gli archivi senza il personale specializzato: è evidente che nella prossima legge di stabilità, se ci sarà la volontà del Parlamento”, il governo cercherà “di incrementare il numero di 500” nuove assunzioni, previste dalla passata Legge di stabilità, e “a quel punto il concorso sarà completato e ci consentirà di coprire gli ultimi posti vacanti in pianta organica”. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, intervenendo al question time di oggi (13 aprile 2016) alla Camera. “Gli archivi – ha ricordato – sono un deposito della memoria del paese: sono 116 quelli dello Stato, tutta la vigilanza è affidata alle Sovrintendenze archivistiche che oggi hanno anche la competenza delle biblioteche. È prevista la possibilità che le Province, in fas(e di scioglimento, possano versare i loro archivi negli archivi di Stato e questo aumenterà le esigenze di spazi e personale. Attualmente sono utilizzati come sedi di istituti archivistici 238 immobili, di cui 137 sono purtroppo in locazione passiva. Sono locali che richiedono condizioni particolari su sicurezza, impianti tecnici e adeguamento a specifici standard. Nelle risorse riferite alla manutenzione del nostro patrimonio abbiamo destinato 25 milioni di euro per il triennio 2016-2018, in particolare alla sicurezza, e stiamo cercando con una serie di operazioni in particolare con l’Agenzia del Demanio, di ridurre il più possibile i canoni di locazione, che oggi sono 17,7 milioni l’anno”. “Nell’aumento di risorse al Ministero la scelta è stata non destinarle ai settori tradizionali forti, come lo spettacolo dal vivo e il Fus, ma alle strutture che sono state molto impoverite in questi anni eppure sono molto importanti: archivi, biblioteche e istituti storici hanno avuto raddoppiate o triplicate le risorse rispetto all’anno precedente. Non è sufficiente, ma è una boccata d’ossigeno attesa da anni”, ha concluso Franceschini.