La ricerca si propone di tracciare la fisionomia storica del rapporto tra cattolicesimo ed evento-guerra nel XX secolo. Più precisamente, ci si propone lo studio dei tratti caratterizzanti della storia della Chiesa e dei cattolici nel “secolo breve”, con particolare riferimento alla realtà italiana. L’Italia contemporanea, infatti, appare profondamente segnata dalla realtà politica e sociale del cattolicesimo, anche per essere la sede del Papato. D’altro lato, la Chiesa cattolica e il cattolicesimo nel suo complesso appaiono segnati da un progressivo distacco dall’uso della violenza e da un graduale avvicinamento alla causa della pace. È un processo lento e non lineare che, poste alcune premesse ottocentesche, subisce un’accelerazione con la svolta di papa Benedetto XV durante la prima guerra mondiale e, passando per un confronto con alcune guerre di “transizione” come quelle d’Etiopia e di Spagna, attraversa il secondo conflitto mondiale per giungere alla Pacem in terris di Giovanni XXIII nel quadro minaccioso della guerra fredda.
La ricerca prende in esame questo tema nelle sue connessioni con le profonde trasformazioni della realtà religiosa, sociale, politica e culturale lungo il Novecento, mettendo a fuoco, in un’ottica tendenzialmente unitaria, sia il pensiero dei papi in rapporto all’evento-guerra e le loro iniziative diplomatiche, sia la recezione delle innovazioni da essi attuate, a livello di episcopato, di mondo ecclesiastico e di laicato cattolico. Per questo, si è deciso per un’analisi trasversale che, a partire dagli aspetti istituzionali dell’azione della Santa Sede durante il pontificato di Benedetto XV, il papa dell’«inutile strage», investe la posizione di larga parte del mondo cattolico italiano, in cui emergono figure di particolare rilievo, come Sturzo, Mazzolari ed altri, che hanno avuto una profonda influenza sul pacifismo cattolico, anche in relazione ad aree regionali particolarmente provate dagli eventi bellici. Il percorso della ricerca affronta, poi, le due guerre mondiali, ma pure si confronta diversi conflitti di larga portata storica, seppure in “tempi di pace” come la guerra fredda.
È un lungo arco temporale, di fronte al quale occorre individuare e porre in rilievo nodi e momenti cruciali, sul piano storico, attraverso cui si è sviluppato quel processo di distacco dalla dottrina tradizionale della “guerra giusta” e di avvicinamento alla causa della pace.
In particolare il programma si articola attorno ad alcuni nodi tematici, che riguardano la vicenda della Chiesa e dei cattolici italiani nel suo complesso e nelle sue specificità:
1. La Santa Sede tra guerra e pace da Benedetto XV a Paolo VI;
2. I cattolici italiani e la prima guerra mondiale
3. I cattolici italiani e la seconda guerra mondiale;
4. I cattolici italiani e la guerra in tempo di “pace”: dal primo dopoguerra al post-Concilio;
5. L’opinione pubblica italiana e gli orientamenti internazionali dei cattolici.
La ricerca, articolata secondo l’analisi specifica dei diversi aspetti sopra indicati, è finalizzata alla produzione di contributi significativi per una maggiore conoscenza storica. Per raggiungere tali obiettivi, si reputa necessario un costante coordinamento a livello di lavori ed un confronto altrettanto costante a livello dei risultati, in modo da contribuire a comporre quella fisionomia d’insieme che si ritiene caratterizzare la finalità specifica del progetto.
M-STO/04 – Storia contemporanea |
M-STO/07 – Storia del cristianesimo e delle chiese |
GIOVAGNOLI | AGOSTINO | |
Professore Ordinario | 19/02/1952 | GVGGTN52B19H501L |
M-STO/04 – Storia contemporanea | ||
Università Cattolica del Sacro Cuore | ||
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | ||
Dipartimento di SCIENZE STORICHE | ||
0272342785 (Prefisso e telefono) | 0272343712 (Numero fax) | md4224@mclink.it (Email) |
Si è anche occupato di storia della Chiesa nella società italiana, tra XIX e XX secolo, nel periodo tra fascismo e secondo dopoguerra, in età repubblicana.
Ha poi condotto studi sulla Chiesa nel campo delle relazioni internazionali, in primo luogo tra colonialismo e decolonizzazione. Ha tracciato un bilancio storiografico sull’influenza della globalizzazione nella storia contemporanea (cfr. Storia e globalizzazione), in cui una specifica attenzione è dedicata al ruolo delle religioni, tra secolarizzazione e fondamentalismo.
Si è inoltre occupato della formazione religiosa e culturale della classe dirigente cattolica in Italia e della storia della Democrazia Cristiana nei primi anni del dopoguerra. Ha scritto la prima storia complessiva della Democrazia Cristiana dal 1942 al 1994 (Il partito italiano), privilegiando l’ analisi dell’ atteggiamento cattolico nei confronti dei grandi problemi internazionali e ha tracciato un bilancio delle interpretazoni storiografiche dell’ Italia repubblicana, con specifica attenzione alla politica estera italiana (Le interpretazioni della repubblica).
1. | GIOVAGNOLI A. (2003). Storia e globalizzazione pp. 252 ISBN: 88-420-6832-2 ROMA-BARI: Laterza (ITALY) |
2. | GIOVAGNOLI A. (2000). L’ Italia nel “nuovo ordine mondiale”. Politica ed economia tra il 1945 e il 1947 pp. 216 MILANO: Vita e Pensiero (ITALY) |
3. | GIOVAGNOLI A. (1998). Interpretazioni della Repubblica pp. 186 Il Mulino, Bologna. |
4. | GIOVAGNOLI A. (1996). Il partito italiano. La democrazia cristiana dal 1942 al 1994, pp. 337 ROMA BARI: Laterza (ITALY) |
5. | GIOVAGNOLI A. (1991). La cultura democristiana tra Chiesa cattolica e identità italiana pp. 316 ROMA BARI: Laterza (ITALY) |
nº | Responsabile Scientifico | Qualifica | Settore Disc. | Università | Dipartimento/Istituto | Mesi Uomo |
1. | Professore Ordinario | M-STO/04 | MILANO | SCIENZE DELLA STORIA E DOCUM. STORICA | 21 | |
2. | Professore Ordinario | M-STO/04 | TORINO | STORIA | 12 | |
3. | Professore Ordinario | M-STO/04 | Cattolica del Sacro Cuore | SCIENZE STORICHE | 20 | |
4. | Professore Ordinario | M-STO/04 | ROMA TRE | STUDI STORICI,GEOGRAFICI E ANTROPOLOGICI | 15 |
Numero | Mesi Uomo | |
Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca | 10 | 142 |
Personale universitario di altre Università | 1 | 21 |
Titolari di assegni di ricerca | 3 | 61 |
Titolari di borse dottorato e post-dottorato | 11 | 134 |
Personale a contratto | 2 | 30 |
Personale extrauniversitario | 6 | 116 |
TOTALE | 33 | 504 |
PARTE II
2.1 Obiettivo del Programma di Ricerca
La ricerca si propone di affrontare questo tema nelle sue connessioni con le profonde trasformazioni della realtà religiosa, sociale, politica e culturale lungo il Novecento, mettendo a fuoco, in un’ottica tendenzialmente unitaria, il pensiero dei papi in rapporto all’evento-guerra e le loro iniziative diplomatiche e analizzando la recezione delle innovazioni da essi attuate, sia a livello di episcopato e di mondo ecclesiastico che di laicato cattolico. Per questo, si è deciso di concentrare l’attenzione, da un lato, sugli aspetti istituzionali riguardanti il magistero pontificio e l’azione della Santa Sede, a partire dalla svolta di Benedetto XV, il papa dell’«inutile strage»; dall’altro, sulla posizione di larga parte del mondo cattolico italiano, in cui emergono figure di particolare rilievo, come Sturzo, Mazzolari ed altri, che hanno avuto una profonda influenza sul pacifismo cattolico, anche in relazione ad aree regionali particolarmente provate dagli eventi bellici, come il Mezzogiorno. Certamente, le due guerre mondiali rappresentano contesti decisivi che hanno segnato la vicenda del cattolicesimo italiano anche in rapporto alla più complessiva storia dell’Italia contemporanea. Tuttavia, il confronto è passato attraverso diversi conflitti di larga portata storica, come la guerra d’Etiopia, la guerra civile spagnola, per giungere alla guerra fredda, sotto il filo della tensione nucleare tra Est e Ovest.
È un lungo arco temporale, di fronte al quale occorre individuare e porre in rilievo nodi e momenti cruciali, sul piano storico, attraverso cui si è sviluppato quel processo di distacco dalla dottrina tradizionale della “guerra giusta” e di avvicinamento alla causa della pace.
In particolare il programma si articola attorno ad alcuni nodi tematici, che riguardano la vicenda della Chiesa e dei cattolici italiani nel suo complesso e nelle sue specificità:
1. La Santa Sede tra guerra e pace da Benedetto XV a Paolo VI;
2. I cattolici italiani e la prima guerra mondiale
3. I cattolici italiani e la seconda guerra mondiale;
4. I cattolici italiani e la guerra in tempo di “pace”: dal primo dopoguerra al post-Concilio;
5. L’opinione pubblica italiana e gli orientamenti internazionali dei cattolici.
La ricerca si articola, perciò, secondo l’analisi specifica dei diversi aspetti sopra indicati, finalizzata alla produzione di contributi significativi per una maggiore conoscenza storica. Tali obiettivi vanno però raggiunti all’interno di un costante cooordinamento a livello di lavori, e di un confronto altrettanto costante a livello dei risultati, in modo da contribuire a comporre quella fisionomia d’insieme che si ritiene caratterizzare la finalità specifica del progetto.
Lungo il ‘900, la Chiesa cattolica coglie con più coscienza la portata sradicatrice e la capacità distruttiva di guerre e rivoluzioni che attraversano il secolo, generando correnti di pensiero e iniziative politiche che manifestano un crescente distacco dall’uso della violenza ed un progressivo avvicinamento alla causa della pace. Il rifiuto della guerra, infatti, è crescente nei pontificati del ‘900 fino a Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II. Dai documenti pontifici è possibile cogliere il progresso di questa coscienza che mette in ombra l’idea tradizionale della liceità di una “guerra giusta”: la guerra è un male per la Chiesa stessa e per il mondo. Gli appelli dei pontefici per la pace sono innumerevoli. Tuttavia, il processo di maturazione di un diverso rapporto con l’evento-guerra e le istanze della pace si sviluppa in maniera non lineare. Gli studi di Riccardi, Alberigo, Melloni hanno posto in evidenza il ruolo di Giovanni XXIII, che con la “Pacem in terris” del 1963 riafferma la pace come elemento fisiologico del messaggio cristiano in senso universale. Manca, tuttavia, un’analisi sulla posizione del cattolicesimo nei confronti della decolonizzazione e delle guerre coloniali.
Nel corso del ‘900, il ripudio della guerra si estende anche alle rivoluzioni violente. Fin dal secolo precedente, la Chiesa aveva mostrato scarsa simpatia per le rivoluzioni europee, a partire da quella francese del 1789, che giungeva ad intaccare l’«ideologia della cristianità», sovvertendo la tradizionale dottrina della sottomissione ai poteri costituiti. La rivoluzione russa del 1917 e l’affermarsi del primo Stato comunista suscita un’esplicita condanna non solo verso l’ideologia comunista, ma nei confronti del cambiamento violento operato attraverso una rivoluzione. Non è un caso che dopo il 1989 Giovanni Paolo II abbia esaltato le rivoluzioni incruente dell’Est come uno degli aspetti esemplari della caduta del comunismo. E’ una risposta, questa, anche a quei cattolici latino-americani che, di fronte ai regimi autoritari, hanno predicato la via della rivoluzione armata. Negli ultimi decenni del secolo, la Santa Sede è stata al fianco di tutti i passaggi non violenti da un regime autoritario a uno democratico. Ha seguito con attenzione la dissoluzione del regime franchista (che pure aveva appoggiato prima del Vaticano II), sostenendo la transizione dolce pilotata dal re Juan Carlos e moderando i cattolici tradizionalisti. Nelle Filippine è stata accanto alla presidente cattolica, Cory Aquino, nella crisi del regime del cattolicheggiante dittatore Marcos. Nel Cile di Pinochet lo stesso Giovanni Paolo II si è impegnato direttamente per un passaggio verso la democrazie senza spargimenti di sangue e con garanzie per il dittatore golpista. Soprattutto con il 1989, in Polonia e in altri paesi, la Chiesa cattolica ha appoggiato una rivoluzione senza violenza o meglio una transizione senza rivoluzione.
La Chiesa è venuta così maturando la visione di un mondo come “comunità di nazioni”, connaturale alla sua realtà internazionale dei credenti. L’iniziale diffidenza verso la Società delle Nazioni e, successivamente, verso le stesse Nazioni Unite, dalla fine degli anni ’50 cede il passo alla stima vaticana per l’ONU, considerata come l’istituzione più adatta a realizzare una “comunità delle nazioni” e sostenere la pace (Riccardi). Per la Santa Sede, la guerra è la punta massima della secolarizzazione del mondo, epifania e sintesi dell’imbarbarimento tipico del XX secolo. Fra l’altro, la guerra e la pace non riguardano solo i responsabili politici, diplomatici o militari: si apre, negli ultimi decenni del Novecento, un grande spazio di “lavoro” nel campo della pace e della cultura della pace.
Anche il versante italiano della tematica “Il cattolicesimo del novecento tra guerra e pace” appare, sul piano storiografico, rilevante sotto diversi profili. I cattolici italiani, infatti, hanno dovuto confrontarsi non solo con le due guerre mondiali, ma anche con numerosi altri conflitti del XX secolo, trasformando progressivamente l’atteggiamento verso la guerra, seppure in modo non lineare, soprattutto sulla spinta delle più importanti vicende del secolo, con particolare riferimento alle tragiche eredità lasciate dalle guerre “moderne” e dalle loro capacità distruttive. Mancano, però, oltre a ricostruzioni d’insieme, anche lavori specifici vòlti a illuminare le posizioni e le iniziative dei cattolici italiani su questo terreno nei vari momenti della storia unitaria del paese. E’ il caso anzitutto del Risorgimento, riguardo al quale numerosi sono gli studi che riguardano l’atteggiamento dei cattolici nei confronti dello Stato nazionale (Passerin d’Entreves, Candeloro, Traniello, Raponi, Fonzi, De Rosa, Scoppola), ma scarsi sono quelli riguardanti il contrasto tra universalismo e nazionalismo a cui si collega strettamente la questione della guerra e della pace, pur con significative eccezioni (Formigoni). Tali osservazioni, tuttavia, riguardano anche il periodo successivo, fino alla prima guerra mondiale, pur con alcune eccezioni (Ganapini).
Il panorama cambia profondamente con la prima guerra mondiale. Uno specifico filone storiografico si è dedicato ai riflessi italiani del pontificato di Benedetto XV, mostrando la crisi del cattolicesimo europeo e della tradizionale concezione sulla liceità di una “guerra giusta”, rivelando un episcopato poco recettivo alle istanze di pace del Papa ed incline ad esortare i fedeli del proprio paese a combattere per la patria quale dovere cristiano. La vicenda dei cappellani militari, mandati al fronte a sostenere lo sforzo “patriottico” delle truppe, rende esplicita l’approvazione del mondo ecclesiastico al conflitto (Morozzo della Rocca).
Il vincolo dell’episcopato cattolico con il nazionalismo viene incrinandosi solo nel corso del conflitto. Con la Nota alle potenze belligeranti dell’agosto 1917, Benedetto XV condanna la guerra, riafferma la sovranazionalità della Chiesa di Roma e propone la mediazione della Santa Sede per la soluzione del conflitto, imprimendo una spinta decisiva verso una revisione del rapporto tra il cattolicesimo e l’evento-guerra. Mentre l’episcopato appare più distaccato da posizioni belliciste, maturano una riflessione profonda sugli orrori della guerra ed una lettura disincantata dei suoi risultati, che scorge nell’assetto post-bellico il germe della nuova guerra. Nella crisi che investe le masse dei fedeli, schierati su fronti opposti e, per la prima volta, con i destini nazionali dei propri paesi in conflitto, il cattolicesimo italiano appare assai diversificato, dall’esplicito neutralismo di Miglioli e degli eredi dell’intransigentismo cattolico, al neutralismo “condizionato” di Meda e del conte Dalla Torre, a posizioni vicine all’interventismo. In questo panorama, è stata sottolineata la profonda ostilità di vasti settori del mondo parrocchiale e rurale nei confronti della guerra (Malgeri). Fra l’altro, la politica di pace di Benedetto XV non si limita all’azione diplomatica, ma include una vasta opera di soccorso nei confronti delle vittime e dei prigionieri (Monticone).
Per quanto riguarda il periodo tra le due guerre, alcuni studi hanno riguardato la politica estera del Partito popolare, l’originale contributo di Sturzo sul tema della pace, singole figure o particolari gruppi (da Roncalli a Mazzolari, dalla Civiltà Cattolica all’Università Cattolica). Una riflessione sui temi della guerra e della pace trova alcuni sviluppi all’estero negli ambienti del fuoruscitismo cattolico e del popolarismo in esilio (M. C. Giuntella, Ignesti, Ruffilli, Scoppola). Elementi importati emergono negli studi sulla classe dirigente cattolica tra le due guerre (Moro, Pombeni).
Numerosi sono stati finora gli studi sui conflitti, per così dire, di “transizione” come la guerra d’Etiopia e la guerra civile spagnola, che prefigurano tensioni e schieramenti all’origine della seconda guerra mondiale. La guerra d’Etiopia, infatti, e quella di Spagna, però, sono state analizzate soprattutto sul piano del “consenso” del mondo cattolico alle scelte di politica estera del regime fascista, ma parzialmente dal punto di vista dei loro riflessi sulla cultura politica dei cattolici italiani e su quella religiosa degli ambienti ecclesiastici e missionari (De Felice, Scoppola, Campanini, Casula, Del Boca). Se la guerra d’Etiopia rafforza i fattori di consenso nazionalistico, il riferimento alla dimensione sovranazionale del papato lascia spazio ad una potenziale divaricazione tra identità nazional-cattolica e tensione universalistica. Questa divaricazione affiora più evidente in occasione della guerra di Spagna, che, per quanto largamente appoggiata da autorevoli voci ecclesiastiche in nome di una crociata anti-bolscevica, ottiene consensi minori della guerra d’Etiopia (Campanini).
Sul terreno dell’atteggiamento nei confronti della guerra e della pace grande rilievo ha avuto naturalmente la seconda guerra mondiale. Gli studi sulla seconda guerra mondiale, infatti, appaiono più consistenti. Il conflitto rappresenta il confronto estremo del cattolicesimo italiano con l’evento-guerra. Gli studi svolti dalla metà degli anni ’80 su Pio XII, il “papa della guerra”, hanno evidenziato la complessa personalità di Pacelli e la difficoltà di raggiungere, nel corso del conflitto, obiettivi politici precisi. La natura ideologica e le caratteristiche militari di una guerra totale e mondiale, che supera la logica interna alle culture nazionali, troncano i tentativi di mediazione di Pio XII per la salvaguardia della pace e per il soccorso alle vittime (Malgeri). Il consenso di larghi settori del mondo cattolico italiano, che si era manifestato con le guerre d’Etiopia e di Spagna, appare assai più debole: le riserve nei confronti del regime, già manifestate di fronte alle leggi razziali del ’38 e all’alleanza con la Germania, portano ad un vero e proprio distacco dalla politica del regime non solo per l’incalzare della guerra nei suoi momenti più drammatici, ma anche alla luce del messaggio evangelico e della parola della Chiesa (Malgeri). Il giudizio sulla natura della guerra appare, nel magistero pontificio, assai più severo: la tragedia della guerra è interpretata come segno del castigo divino. D’altro lato, riserve e distacco dal regime divengono, dopo il ’43, aperta opposizione in molti cattolici che aderiscono alle file della Resistenza e alla guerra partigiana, tornando su posizioni che ammettono la possibilità di una “guerra giusta” (De Rosa, Traniello, Riccardi, Cotta, Giovagnoli). Si sono distinti pure alcuni lavori regionali relativi al sud d’Italia, particolarmente provato durante l’avanzata alleata lungo la penisola (Violi, Robles, Di Leo).
Attraverso questa guerra matura nel magistero della Chiesa e nella classe dirigente cattolica una saldatura tra pace e democrazia che è alla base del successivo progetto democratico-cristiano (Miccoli, Durand, Malgeri, Giovagnoli, Canavero). Nel secondo dopoguerra, la Chiesa riacquista una funzione centrale nella ricostruzione nazionale e dello Stato democratico, pur riaffermando la sua universalità: nasce la nazione cattolica (Riccardi). I lavori dell’Assemblea costituente vengono largamente influenzati dalla cultura cattolica profondamente rinnovata dall’antifascismo resistenziale (Scoppola, Ornaghi, Antonetti, Cassese). D’altro lato, emerge l’impegno di figure come Don Primo Mazzolari per una riconciliazione nazionale che riesca ad evitare brusche e violente fratture in seno alla società italiana del post-fascismo (Malgeri, Parisella, Vecchio).
Negli anni ’50, si sviluppa una rinnovata riflessione sul terreno della politica estera nell’ottica della cooperazione internazionale connessa al sostegno alla politica di integrazione europea e all’impegno per la distensione nel quadro della guerra fredda (Preda, Canavero, Varsori, Tosi, Formigoni). Questa visione di un nuovo ordine internazionale emerge nell’impegno di La Pira attraverso i colloqui del Mediterraneo a proposito della pace (Bocchini Camaiani, Balducci, De Siervo, Ballini). È un processo di chiarificazione del pensiero e delle strategie del cattolicesimo che approda alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II, in cui il tema della pace viene ripreso e connesso con la natura stessa della fede cristiana e della Chiesa nel minaccioso contesto della guerra fredda: importanti sono i riflessi italiani di tale evoluzione (Riccardi, Alberigo, Melloni).
2. G. Rossini (a cura di), Benedetto XV, i cattolici e la prima guerra mondiale, Roma 1963
3. L. Sturzo, Miscellanea londinese, Anni 1937-40, vol. IV, Bologna 1974
4. J.-M. Mayeur, Histoire religieuse de la France, Paris 1975
5. M. Martelli, Una guerra e due resistenze: 1940-1946. Opere e sangue del clero italiano nella guerra e nella resistenza su due fronti, Bari 1977
6. A. Riccardi, Roma «città sacra» ? Dalla Conciliazione all’operazione Sturzo, Milano 1979
7. F. Malgeri, La Chiesa italiana e la guerra (1940-45), Roma 1980
8. R. Morozzo della Rocca, La fede e la guerra. Cappellani militari e preti-soldati 1915-1919, Roma 1980
9. G. Hermet, Les catholiques dans l’Espagne Franquiste, Paris 1981
10. L. Bruti Liberati, Il clero italiano nella grande guerra, Roma 1982
11. A. Riccardi (a cura di), Pio XII, Roma-Bari 1984
12. Consiglio Ecumenico delle Chiese, Pace e disarmo, Torino 1984
13. G. Miccoli, Fra mito della cristianità e secolarizzazione, Casale Monferrato 1985
14. G. Verucci, La Chiesa nella società contemporanea, Roma-Bari 1988
15. J. Joblin, L’eglise et la guerre. Conscience, violence, pouvoir, Paris 1988
16. G. Rumi (a cura di), Benedetto XV e la pace – 1918, Brescia 1990
17. G. L. Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Roma-Bari 1990
18. G. Alberigo, A. Riccardi (a cura di), Chiesa e papato nel mondo contemporaneo, Roma-Bari 1990
19. G. De Rosa (a cura di), Luigi Sturzo e la democrazia europea, Roma-Bari 1990
20. F. Traniello, La seconda guerra mondiale e il mondo cattolico italiano 1940-1943, in AA. VV., L’Italia in guerra 1940-1943, Annali della Fondazione “Luigi Micheletti”, Brescia 1990-91, pp. 671-695
21. A. Giovagnoli, La cultura democristiana tra Chiesa cattolica e identità italiana (1918-48), Roma-Bari 1991
22. C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino 1991
23. A. Giovagnoli, Il Vaticano di fronte al colonialismo fascista, in A. Del Boca, Le guerre coloniali del fascismo, Roma-Bari 1991
24. G. Rumi, I papi per la pace, Città del Vaticano 1992
25. A. Riccardi, Il Vaticano e Mosca, Roma-Bari 1992
26. M. Rosa, Clero e società nell’Italia contemporanea, Roma-Bari 1992
27. A. Riccardi, Il potere del papa. Da Pio XII a Giovanni Paolo II, Roma-Bari 1993
28. W. Huber, H. R. Reuter, Etica della pace, Brescia 1993
29. M. L. King, Io ho un sogno, Torino 1993
30. M. Vaisse, Le pacifisme en Europe dès années 1920 aux années 1950, Bruxelles 1993
31. G. Lavina, Serpente e colomba. La ricerca religiosa di Martin Luther King, Napoli 1994
32. F. Malgeri, Chiesa, clero e laicato cattolico tra guerra e Resistenza, in G. De Rosa, T. Gregory, A. Vauchez, Storia dell’Italia religiosa. L’età contemporanea, vol. 3, Roma- Bari 1995
33. A. Gallas, Anthropos teleios. L’itinerario di Bonhoeffer nel conflitto tra cristianesimo e modernità, Brescia 1995
34. A. Riccardi, Intransigenza e modernità. La Chiesa cattolica verso il terzo millennio, Roma-Bari 1996
35. E. Poulat, L’era post-cristiana. Un mondo uscito da Dio, Torino 1996
36. V. Martano, Athenagoras il patriarca (1886-1972). Un cristiano tra crisi della coabitazione e utopia ecumenica, Bologna 1996
37. G. De Rosa (a cura di), Cattolici, Chiesa, Resistenza, Bologna 1997
38. G. De Rosa (a cura di), I cattolici e la Resistenza nelle Venezie, Bologna 1997
39. B. Bocchini Camaiani (a cura di), Cattolici, Chiesa, Resistenza nell’Italia centrale, Bologna 1997
40. R. P. Violi (a cura di), La Chiesa nel Sud tra guerra e rinascita democratica, Bologna 1997
41. B. Gariglio (a cura di), Cattolici e Resistenza nell’Italia settentrionale, Bologna 1997
42. F. Mazzonis (a cura di), Cattolici, Chiesa e Resistenza in Abruzzo, Bologna 1997
43. E. Gentile, La grande Italia. Ascesa e declino del mito della nazione nel ventesimo secolo, Milano 1997
44. P. Partner, Il Dio degli eserciti. Islam e cristianesimo: le guerre sante, Torino 1997
45. J. M. Mayeur (a cura di), Guerre mondiali e totalitarismi (1914-1958), in Storia del cristianesimo diretta da J. M. Mayeur, C. Pietri, A. Vauchez, M. Venard, vol. XII, Roma 1997
46. A. Riccardi, Le politiche della Chiesa, Cinisello Balsamo 1997
47. G. Sabbatucci, V. Vidotto (a cura di), Storia d’Italia. Guerre e fascismo, vol. IV, Roma-Bari 1997
48. R. Coste, Theologie de la paix, Paris 1997
49. G. Formigoni, L’Italia dei cattolici, Bologna 1998
50. V. Carcel Ortì, Buio sull’altare 1931-39. La persecuzione della Chiesa in Spagna, Roma 1999
51. J. Pollard, The unknown pope: Benedict XV (1914-1922) and the Pursuit of peace, London 1999
52. N. Piletti, W. Praxedes, Dom Hélder Camara tra potere e profezia, Brescia 1999
53. A. Giovagnoli (a cura di), Roma e Pechino. La svolta extraeuropea di Benedetto XV, Roma 1999
54. A. Riccardi, Il secolo del martirio, Milano 2000
55. G. De Rosa (a cura di), Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo, Soveria Mannelli 2001
56. P. Borruso, L’ultimo impero cristiano. Politica e religione nell’Etiopia contemporanea (1916-74), Milano 2002
57. A. Riccardi, La pace possibile. Il cristianesimo, la guerra e la violenza nel Novecento, in C. Brezzi, C. F. Casula, A. Giovagnoli, A. Riccardi, Democrazia e cultura religiosa. Studi in onore di Pietro Scoppola, Bologna 2002
58. A. Giovagnoli, Storia e globalizzazione, Roma-Bari 2003
Fase 1
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 8 | Costo previsto | Euro 48.000 |
Descrizione
In genere, la prima fase della ricerca storica concerne la ricognizione della bibliografia e l’individuazione delle fonti. Tuttavia, l’approfondita competenza dei singoli partecipanti in relazione alla tematica di cui intendono occuparsi permette di passare direttamente alla ricerca in atto attraverso la consultazione delle fonti. Si tratta di una fase particolarmente laboriosa ed impegnativa per l’estrema diversità – e talora dispersione – delle fonti da esaminare, legata anche alla varietà degli oggetti cui occorre rivolgere specifica attenzione. E’ il caso dei diversi soggetti istituzionali (S. Sede, episcopato, clero, associazioni cattoliche, Democrazia Cristiana, ed altro), ma anche dei diversi gruppi rilevanti sotto il profilo socio-religioso (cattolici praticanti, cattolici non praticanti, ecc.) per cui si deve ricorrere a fonti di tipo sociologico, statistico, giornalistico, o altro. In altri casi, più che una vera e propria indagine cognitiva delle fonti, si tratta di un lavoro di classificazione e di interpretazione finalizzato all’elaborazione di una proposta di lettura complessivamente originale (è il caso, ad esempio, del dibattito attorno al ruolo dei cattolici nella Resistenza e all’influenza pacifista della cultura cattolica).
In questa prima fase si rivela necessario, inoltre, avviare un confronto sistematico tra le diverse ricerche in corso. Come si è detto, infatti, l’obiettivo è quello di giungere ad un quadro complessivo del cattolicesimo contemporaneo in relazione all’evento-guerra e alla pace, con particolare riferimento alla realtà italiana. Ciò impone di confrontare tra loro le diverse ricerche al fine di individuare le connessioni che legano aspetti e fenomeni diversi, ma contemporanei e interagenti. E’ il caso della prima guerra mondiale, che coinvolse il mondo cattolico nel suo complesso e suscitò reazioni diversificate, a seconda delle nazioni di appartenenza. Ma anche i conflitti degli anni ’30 (guerra d’Etiopia e guerra di Spagna) costituiscono passaggi cruciali nell’evoluzione del pensiero e dell’iniziativa dei cattolici sino ad arrivare alla seconda guerra mondiale e alla Resistenza. Osservazioni analoghe possono essere svolte anche a proposito del più ampio contesto mondiale della guerra fredda. Anche in questa prima fase sono dunque previsti momenti di informazione e di confronto sul lavoro in corso.
Da questa prima fase ci si attende che ogni gruppo di ricerca completi l’acquisizione del materiale documentario e inizi la sua elaborazione secondo un’ipotesi comune che è quella formulata in sede iniziale, ma aggiornata in base ai primi risultati raggiunti.
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 12 | Costo previsto | Euro 92.000 |
Descrizione
La seconda fase del progetto riguarda anzitutto la discussione dei risultati raggiunti all’interno dei vari gruppi di ricerca. In base a questa verifica è possibile valutare tali risultati, verificarne la completezza, compiere eventuali integrazioni.
In questa seconda fase, si chiede ai singoli ricercatori di elaborare il loro contributo secondo la divisione del lavoro programmata a livello nazionale e all’interno delle varie unità di ricerca.
Appartiene a questa seconda fase anche l’individuazione di prospettive di raccordo tra i risultati delle ricerche condotte, in modo da individuare gli elementi salienti di quella fisionomia del cattolicesimo, specie italiano, tra guerra e pace, che, come si è detto, costituisce l’obiettivo da raggiungere. Tali elementi salienti verranno affidati a singoli studiosi in modo tale da poter utilizzare “trasversalmente” i risultati delle ricerche.
Il quarto e più importante momento di questa seconda fase è costituito da un convegno nazionale che rappresenta anche il momento culturalmente più significativo della ricerca in corso. In tale convegno ci si propone infatti di far confluire tutti i risultati parziali ottenuti e soprattutto di offrire una prima trattazione degli “elementi salienti” del cattolicesimo. La ricerca compiuta verrà così proposta alla discussione non solo dai membri del progetto di ricerca, ma anche di tutti gli studiosi interessati, italiani e stranieri. Tale discussione costituisce un obiettivo prioritario all’interno di questo progetto di ricerca.
Risultati parziali attesi
Il principale risultato atteso in questa fase è costituito dalle relazioni e dalle comunicazioni presentate al convegno, nonché dalla discussione da esse suscitata. E’ convinzione dei proponenti che si possa far progredire in modo notevole la conoscenza complessiva in questo campo, aprendo una nuova e più avanata fase di studi riguardante questa specifica componente della storia del cattolicesimo.
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 4 | Costo previsto | Euro 27.200 |
Descrizione
La terza e più breve fase della ricerca consiste nella riconsiderazone dei risultati raggiunti alla luce del covegno e degli elementi di confronto maturati attraverso la circolazione e la discussione delle tematiche in esame. Tale riconsiderazione permette a tutti i ricercatori coinvolti di mettere definitivamente a punto un testo scritto da consegnare per la pubblicazione.
I risultati attesi in questa fase riguardano principalmente la raccolta di una serie di saggi in vista di una loro rapida pubblicazione.
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
La seonda fase ha una sua evidente e pubblica verifica nel convegno e nei singoli contributi che saranno presentati al suo interno.
La terza fase offre la possibilità di un’altrettanto evidente e pubblica verifica attraverso i testi predisposti per la pubblicazione. Sia la seconda che la terza fase costituiscono in modo diverso occasioni di bilancio del progetto e della sua realizzazione.
PARTE III
3.1 Spese delle Unità di Ricerca
Unità di Ricerca | Voce di spesa | TOTALE | |||||||||
Materiale inventariabile | Grandi Attrezzature | Materiale di consumo e funzionamento | Spese per calcolo ed elaborazione dati | Personale a contratto | Servizi esterni | Missioni | Partecipazione / Organizzazione convegni | Pubblicazioni | Altro | ||
Unità nº 1 | 6.000 | 0 | 1.500 | 0 | 0 | 6.000 | 7.500 | 9.000 | 9.000 | 0 | 39.000 |
Unità nº 2 | 500 | 0 | 2.000 | 0 | 0 | 500 | 7.000 | 7.000 | 3.000 | 0 | 20.000 |
Unità nº 3 | 9.000 | 0 | 6.000 | 3.000 | 4.000 | 4.300 | 11.000 | 20.000 | 12.500 | 8.400 | 78.200 |
Unità nº 4 | 500 | 0 | 0 | 0 | 26.000 | 0 | 1.500 | 1.000 | 1.000 | 0 | 30.000 |
16.000 | 0 | 9.500 | 3.000 | 30.000 | 10.800 | 27.000 | 37.000 | 25.500 | 8.400 | 167.200 |
3.2 Partecipazione finanziaria
Il coordinatore certifica che il progetto ha carattere di originalità e non è finanziato o cofinanziato da altre amministrazioni pubbliche (art. 4 bando 2003) |
SI |
Unità di Ricerca | Voce di spesa | ||||||
RD | RA | RD+RA | Cofinanziamento di altre amministrazioni pubbliche | Cofinanziamento richiesto al MIUR | Costo totale del programma | Costo minimo | |
Unità n. 1 | 4.600 | 7.100 | 11.700 | 0 | 27.300 | 39.000 | 28.000 |
Unità n. 2 | 2.000 | 4.000 | 6.000 | 0 | 14.000 | 20.000 | 13.000 |
Unità n. 3 | 12.500 | 11.000 | 23.500 | 0 | 54.700 | 78.200 | 74.300 |
Unità n. 4 | 4.000 | 5.000 | 9.000 | 0 | 21.000 | 30.000 | 30.000 |
23.100 | 27.100 | 50.200 | 0 | 117.000 | 167.200 | 145.300 |
Euro | |
Costo complessivo del Programma | 167.200 |
Fondi disponibili (RD) | 23.100 |
Fondi acquisibili (RA) | 27.100 |
Cofinanziamento di altre amministrazioni pubbliche (art. 4 bando 2003) | 0 |
Cofinanziamento richiesto al MIUR | 117.000 |
Euro 145.300 | (dal sistema, quale somma delle indicazioni dei Modelli B) |
Euro 145.300 | (dal Coordinatore del Programma) |
Firma _____________________________________ | Data 28/04/2003 ore 12:48 |
In base ai pareri espressi dai revisori, il programma da Lei coordinato, pur finanziabile, è risultato in graduatoria con punteggio inferiore alla media d’Area, pertanto in posizione non utile ai fini dell’effettivo finanziamento in relazione alle risorse disponibili |
SCHEDA DI VALUTAZIONE
# | Fattori di valutazione | Punteggio | Breve giustificazione del punteggio |
1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle Conoscenze scientifiche | 7 discreto | sarebbe la prima riflessione sistematica sul tema della gerarchia cattolica e il suo rapporto con la questione guerra/pace. |
2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 7 discreto | testi e documenti sono ampiamente disponibili. c’è un minimo rischio di scadere nel taglio giornalsitico. |
3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 7 discreto | sarebbe impossibile essere inadeguati, vista la natura non sperimentale né innovative del metodo proposto. |
4 | Adeguatezza delle risorse | 7 discreto | risorse ampiamente sufficienti. |
5 | Competenza del coordinatore scientifico | 10 eccellente | E’ uno dei maggiori esperti italiani sul tema del cattolicesimo italiano del ‘900 e su quello della sua influenza sulla politica estera itlaiana. ottimo conoscitore anche della storia vaticana. |
6 | Competenza dei gruppi proponenti | 9 molto buono | il livello dei gruppi è qualitativamente elevato. |
7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 8 buono | c’è una buona complementarità tra le diverse competenze. |
Commento generale
il tema ha una sua rilevanza, accresciuta in termini politici e culturali dai recenti eventi bellici. C’è il rischio di non poter dire cose eccessivamente nuove o sorprendenti. ma di sicuro offre una sistematizzazione della conoscenza sul tema del rapporto gerarchie cattoliche e guerra nel ‘900. Il gruppo di ricerca è di elevata qualità. il livello del coordinatore è eccellente. sul tema proposto è difficile immaginare un gruppo assortito in maniera diversa. |
Punteggio finale | 55 / 70 |
Ritiene il progetto finanziabile? SI
L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua
SCHEDA DI VALUTAZIONE
# | Fattori di valutazione | Punteggio | Breve giustificazione del punteggio |
1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle Conoscenze scientifiche | 7 discreto | Il progetto ha una sua originalità individuabile nella considerazione “complessiva” di un argomento spesso analizzato dalla storiografia per temi particolari senza attenzione alla dinamica storica complessiva. La debolezza del progetto va, invece, individuata nella sua “settorialità tematica” senza cioè il necessario collegamento con la realtà storico-istituzionale del paese e della politica internazionale nel suo complesso. Si tratta, comunque, di un contributo, certamente utile, pur se non del tutto esaustivo, per una migliore e più puntuale conoscenza. |
2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 8 buono | Progetto esposto con sufficiente chiarezza e buona precisione. Obiettivi verificabili. |
3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 8 buono | Metodologia corretta e scientificamente valida. |
4 | Adeguatezza delle risorse | 8 buono | Risorse umane e strumentali adeguate. |
5 | Competenza del coordinatore scientifico | 9 molto buono | Studioso di notevole e riconosciuta competenza sugli argomenti oggetto della ricerca proposta. |
6 | Competenza dei gruppi proponenti | 8 buono | Gruppi proponenti con buona conoscenza degli studi in materia e delle tecniche di ricerca. |
7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 8 buono | Buona articolazione del progetto di ricerca implicante un buon rapporto di integrazione fra i vari gruppi. |
Commento generale
Il progetto é, nel complesso, meritevole di attenta considerazione per l’originalità tematica dello stesso – pur con le riserve indicate relative alla sua “settorialità” – e se ne segnala la correttezza di impostazione metodologica e l’adeguatezza delle risorse impegnate. Nel complesso si tratta di un gruppo di studiosi caratterizzato da una buona esperienza di ricerca storica su temi attinenti al progetto di ricerca e coordinato da uno studioso di elevato e riconosciuto livello scientifico. |
Punteggio finale | 56 / 70 |
Ritiene il progetto finanziabile? SI
L’entità del finanziamento richiesto è: Eccessiva