La ricerca intende delineare l’evoluzione del cattolicesimo su questo terreno, in connessione con le profonde trasformazioni della realtà religiosa, sociale, politica e culturale del XX secolo, mettendo a fuoco, in un quadro tendenzialmente unitario, sia il pensiero dei papi in rapporto all’evento-guerra e alle loro iniziative diplomatiche, sia gli sviluppi a livello di episcopato, di mondo ecclesiastico e di laicato cattolico. Si è scelto, pertanto, di svolgere un’analisi complessiva che, a partire dagli aspetti istituzionali dell’azione della Santa Sede durante il pontificato di Benedetto XV si estende anche a quello dei suoi successori; mette a fuoco i comportamenti dell’ episcopato e del clero di fronte alla guerra; riguarda le varie espressioni del cattolicesimo organizzato italiano nel corso del XX secolo; si interroga sulle posizioni del cattolicesimo politico in Italia e delle sue figure più note. da Sturzo a De Gasperi, da La Pira a Moro; approfondisce gli orientamenti dell’ opinione pubblica; indaga sul “pacifismo cattolico” da Mazzolari a Giordani ed altri.
Il percorso della ricerca affronta, soprattutto, le due guerre mondiali, ma si confronta anche con i “tempi di pace”, caratterizzati peraltro da conflitti di larga portata storica come la guerra fredda o la decolonizzazione.
È un lungo arco temporale, di fronte al quale occorre individuare e porre in rilievo nodi e momenti cruciali, sul piano storico, attraverso cui si è sviluppato quel processo di distacco dalla dottrina tradizionale della “guerra giusta” e di avvicinamento alla causa della pace e all’ impegno per la riconciliazione tra i belligeranti.
In particolare, il programma di ricerca si articola attorno ad alcuni nodi tematici:
1. La Santa Sede tra guerra e pace da Benedetto XV a Paolo VI;
2. Chiesa e cattolici tra pace e guerra: il giudizio dell’opinione pubblica;
3. Aspetti della stampa cattolica tra le due guerre, con particolare riferimento alle imprese coloniali;
4. I cattolici italiani e la seconda guerra mondiale;
5. Il cattolicesimo politico italiano fra decolonizzazione e guerra fredda;
6. Pace e “questione comunista” nel cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra.
Il progetto, articolato secondo l’analisi specifica dei diversi aspetti sopra indicati, è finalizzato alla produzione di contributi significativi per una maggiore conoscenza storica. Per raggiungere tali obiettivi, si reputa necessario un costante coordinamento a livello di lavori ed un confronto altrettanto costante a livello dei risultati, in modo da contribuire a comporre quel quadro d’insieme che si ritiene caratterizzare la finalità specifica del programma di ricerca.
M-STO/04 – Storia contemporanea |
M-STO/07 – Storia del cristianesimo e delle chiese |
GIOVAGNOLI | AGOSTINO | |
Professore Ordinario | 19/02/1952 | GVGGTN52B19H501L |
M-STO/04 – Storia contemporanea | ||
Università Cattolica del Sacro Cuore | ||
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | ||
Dipartimento di SCIENZE STORICHE | ||
0272342785 (Prefisso e telefono) | 0272343712 (Numero fax) | md4224@mclink.it (Email) |
Si è inoltre occupato di storia della Chiesa nella società italiana tra XIX e XX secolo, con particolare attenzione al periodo tra fascismo e secondo dopoguerra, in età repubblicana.
Ha anche condotto studi sulla Chiesa nel campo delle relazioni internazionali, in primo luogo tra colonialismo e decolonizzazione. Ha tracciato un bilancio storiografico sull’influenza della globalizzazione nella storia contemporanea (Storia e globalizzazione), in cui una specifica attenzione è dedicata al ruolo delle religioni, tra secolarizzazione e fondamentalismo.
Si è inoltre occupato della formazione religiosa e culturale della futura classe dirigente cattolica e della storia della Democrazia Cristiana nei primi anni del dopoguerra. Ha scritto la prima storia complessiva della Democrazia Cristiana dal 1942 al 1994 (Il partito italiano), privilegiando l’analisi dell’atteggiamento cattolico nei confronti dei grandi problemi internazionali e ha tracciato un bilancio delle interpretazoni storiografiche dell’ Italia repubblicana, con specifica attenzione alla politica estera italiana (Le interpretazioni della repubblica). Ha promosso i convegni “Cinquant’anni della NATO” (1999) e “Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale” (2003).
1. | GIOVAGNOLI A. (2003). Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale La “Pacem in Terris” fra azione diplomatica e guerra globale. 4 marzo 2003. |
2. | GIOVAGNOLI A.; TOSI L. (2003). Un ponte sull’Atlantico. L’alleanza occidentale 1949-1999 Cinquant’anni della Nato. |
3. | GIOVAGNOLI A. (1999). Roma e Pechino. La svolta extraeuropea di Benedetto XV |
4. | GIOVAGNOLI A. (1996). Il partito italiano. La democrazia cristiana dal 1942 al 1994, pp. 337 ROMA BARI: Laterza (ITALY) |
5. | GIOVAGNOLI A. (1991). La cultura democristiana tra Chiesa cattolica e identità italiana pp. 316 ROMA BARI: Laterza (ITALY) |
nº | Responsabile Scientifico | Qualifica | Settore Disc. | Università | Dipartimento | Mesi Uomo |
1. | Professore Ordinario | M-STO/04 | CAGLIARI | STUDI STORICI, GEOGRAFICI E ARTISTICI | 12 | |
2. | Professore Ordinario | M-STO/04 | TORINO | STORIA | 12 | |
3. | Professore Ordinario | M-STO/04 | Cattolica del Sacro Cuore | SCIENZE STORICHE | 16 | |
4. | Professore Ordinario | M-STO/04 | ROMA TRE | STUDI STORICI,GEOGRAFICI E ANTROPOLOGICI | 12 | |
5. | Professore Associato | M-STO/04 | FOGGIA | SCIENZE UMANE,TERRITORIO,BENI CULTURALI,CIV. | 14 | |
6. | Professore Ordinario | M-STO/04 | MILANO | SCIENZE DELLA STORIA E DOCUM. STORICA | 16 |
Numero | Mesi uomo 1° anno | Mesi uomo 2° anno | Totale mesi uomo | ||
Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca | 19 | 131 | 131 | 262 | |
Personale universitario di altre Università | 1 | 7 | 8 | 15 | |
Titolari di assegni di ricerca | 3 | 26 | 28 | 54 | |
Titolari di borse | Dottorato | 9 | 41 | 42 | 83 |
Post-dottorato | 0 | ||||
Scuola di Specializzazione | 0 | ||||
Personale a contratto | Assegnisti | 0 | |||
Borsisti | 0 | ||||
Dottorandi | 0 | ||||
Altre tipologie | 4 | 34 | 20 | 54 | |
Personale extrauniversitario | 15 | 80 | 72 | 152 | |
TOTALE | 51 | 319 | 301 | 620 |
PARTE II
2.1 Obiettivo del Programma di Ricerca
La ricerca si propone di affrontare questo tema nelle sue connessioni con le profonde trasformazioni della realtà religiosa, sociale, politica e culturale lungo il Novecento, mettendo a fuoco, in un’ottica tendenzialmente unitaria, il pensiero dei papi in rapporto all’evento-guerra e le loro iniziative diplomatiche e analizzando la recezione delle innovazioni da essi attuate, sia a livello di episcopato e di mondo ecclesiastico che di laicato cattolico. L’attenzione si è concentrata, da un lato, sugli aspetti istituzionali riguardanti il magistero pontificio e l’azione della Santa Sede, a partire dalla svolta di Benedetto XV, il papa dell’«inutile strage»; dall’altro, sulla posizione di larga parte del mondo cattolico italiano, in cui emergono figure di particolare rilievo, come Sturzo, Mazzolari ed altri, che hanno avuto una profonda influenza sull’atteggiamento cattolico, anche in relazione ad aree regionali particolarmente provate dagli eventi bellici, come il Mezzogiorno. Certamente, le due guerre mondiali rappresentano contesti decisivi che hanno segnato la vicenda del cattolicesimo italiano anche in rapporto alla più complessiva storia dell’Italia contemporanea. Tuttavia, il confronto è passato attraverso diversi conflitti di larga portata storica, come la guerra d’Etiopia, la guerra civile spagnola, per giungere alla guerra fredda, sotto il filo della tensione nucleare tra Est e Ovest, ma combattuta con armi assai più micidiali nel Terzo mondo nel periodo della decolonizzazione e della successiva indipendenza dei paesi ex coloniali.
Di fronte a questo lungo arco cronologico, sono stati individuati e posti in rilievo nodi e momenti cruciali, sul piano storico, attraverso cui si è sviluppato quel processo di distacco dalla dottrina tradizionale della “guerra giusta” e di avvicinamento alla causa della pace.
In particolare il programma si articola attorno ad alcuni nodi tematici, che riguardano la vicenda della Chiesa e dei cattolici italiani nel suo complesso e nelle sue specificità:
1. La Santa Sede tra guerra e pace da Benedetto XV a Paolo VI;
2. Chiesa e cattolici tra guerra e pace: il giudizio dell’opinione pubblica;
3. La stampa cattolica tra le due guerre mondiali, con particolare riferimento alle imprese coloniali;
4. I cattolici italiani e la seconda guerra mondiale;
5. Il cattolicesimo politico italiano fra decolonizzazione e guerra fredda;
6. Pace e “questione comunista” nel cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra.
La ricerca si articola, perciò, secondo l’analisi specifica dei diversi aspetti sopra indicati, ed è finalizzata alla produzione di contributi significativi per una maggiore conoscenza storica. Tali obiettivi vanno però raggiunti all’interno di un costante coordinamento a livello di lavori, e di un confronto altrettanto costante a livello dei risultati, in modo da contribuire a comporre quella fisionomia d’insieme che si ritiene caratterizzare la finalità specifica del progetto.
Lungo il ‘900, la Chiesa cattolica coglie con più coscienza la portata sradicatrice e la capacità distruttiva di guerre e rivoluzioni che attraversano il secolo: il rifiuto della guerra, infatti, appare crescente nei pontificati del ‘900 fino a Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, mettendo in ombra l’idea tradizionale della liceità di una “guerra giusta”. Gli appelli dei pontefici per la pace sono innumerevoli, mentre la guerra viene condannata come un male per la Chiesa stessa e per il mondo, fino a riaffermare, con la “Pacem in terris” del 1963, la pace come elemento fisiologico dell’universalismo cristiano. E’ un processo di maturazione, tuttavia, che si sviluppa in maniera non lineare (Riccardi, Alberigo, Melloni).
Nel corso del ‘900, il ripudio della guerra si estende anche alle rivoluzioni violente. La scarsa simpatia mostrata dalla Chiesa per le rivoluzioni europee ottocentesche, a partire da quella francese del 1789, che giungeva ad intaccare l’«ideologia della cristianità», sovvertendo la tradizionale dottrina della sottomissione ai poteri costituiti, diviene esplicita condanna di fronte alla rivoluzione russa del 1917 e all’affermarsi del primo Stato comunista. Dopo il 1989, Giovanni Paolo II esalta le rivoluzioni incruente dell’Est come uno degli aspetti esemplari della caduta del comunismo, rispondendo anche a certe tendenze del cattolicesimo latino-americano propense alla lotta armata contro i regimi autoritari. Negli ultimi decenni del secolo, la Santa Sede è stata al fianco di tutti i passaggi non violenti da un regime autoritario a uno democratico, seguendo con attenzione la dissoluzione del regime franchista (che pure aveva appoggiato prima del Vaticano II) e sostenendo la transizione “dolce” pilotata dal re Juan Carlos, mentre nelle Filippine ha guardato con favore alla presidente cattolica, Cory Aquino, nella crisi del regime del cattolicheggiante dittatore Marcos. Nel Cile di Pinochet lo stesso Giovanni Paolo II si è impegnato direttamente per un passaggio verso la democrazia senza spargimenti di sangue e con garanzie per il dittatore golpista. Soprattutto con il 1989, in Polonia e in altri paesi, la Chiesa cattolica ha appoggiato una transizione senza rivoluzione.
La Chiesa è venuta così maturando la visione di un mondo come “comunità di nazioni”, connaturale alla sua realtà internazionale dei credenti ed espressa, dalla fine degli anni ’50, nella stima vaticana per l’ONU, considerata come l’istituzione più adatta a realizzare un nuovo ordine e a sostenere la pace (Riccardi). Per la Santa Sede, la guerra è la punta massima della secolarizzazione del mondo, epifania e sintesi dell’imbarbarimento tipico del XX secolo. Fra l’altro, la guerra non riguarda solo i responsabili politici, diplomatici o militari: si apre, negli ultimi decenni del Novecento, un grande spazio di “lavoro” nel campo della pace e della riconciliazione in ambito sia nazionale che internazionale.
In questo contesto, il versante italiano si presenta, sul piano storiografico, ricco di peculiarità. Il confronto con le due guerre mondiali e con numerosi altri conflitti del XX secolo ha sollecitato una progressiva trasformazione del pensiero e dell’atteggiamento dei cattolici verso la guerra, seppure in modo non lineare, soprattutto in riferimento ai pesanti bilanci delle guerre “moderne”. Mancano, a questo proposito, oltre a ricostruzioni d’insieme, anche lavori specifici vòlti a illuminare le posizioni e le iniziative dei cattolici italiani nei vari momenti della storia unitaria del paese. Fino alla prima guerra mondiale, gli studi appaiono caratterizzati dall’interesse prevalente per l’atteggiamento dei cattolici nei confronti dello Stato nazionale (Passerin d’Entreves, Candeloro, Traniello, Raponi, Fonzi, De Rosa, Scoppola), mentre scarsa attenzione è stata rivolta al contrasto tra universalismo e nazionalismo a cui si collega strettamente la questione della guerra e della pace, pur con significative eccezioni (Ganapini, Formigoni).
In relazione alla prima guerra mondiale, uno specifico filone storiografico si è dedicato ai riflessi italiani del pontificato di Benedetto XV, mostrando la crisi del cattolicesimo europeo e della tradizionale concezione sulla liceità di una “guerra giusta”, rivelando un episcopato poco recettivo alle istanze di pace del Papa ed incline ad esortare i fedeli del proprio paese a combattere per la patria quale dovere cristiano, come si evince dalla vicenda dei cappellani militari, mandati al fronte a sostenere lo sforzo “patriottico” delle truppe (Morozzo della Rocca).
Il vincolo dell’episcopato cattolico con il nazionalismo viene incrinandosi solo nel corso del conflitto. Con la Nota alle potenze belligeranti dell’agosto 1917, Benedetto XV condanna la guerra, riafferma la sovranazionalità della Chiesa di Roma e propone la mediazione della Santa Sede per la soluzione del conflitto, imprimendo una spinta decisiva verso una revisione del rapporto tra il cattolicesimo e la guerra. Mentre l’episcopato appare più distaccato da posizioni belliciste, maturano una riflessione profonda sugli orrori della guerra ed una lettura disincantata dei suoi risultati, che scorge nell’assetto post-bellico il germe della nuova guerra. Nella crisi che investe le masse dei fedeli, schierati su fronti opposti e, per la prima volta, con i destini nazionali dei propri paesi in conflitto, il cattolicesimo italiano appare assai diversificato, dall’esplicito neutralismo di Miglioli e degli eredi dell’intransigentismo cattolico, al neutralismo “condizionato” di Meda e del conte Dalla Torre, a posizioni vicine all’interventismo. In questo panorama, è stata sottolineata la profonda ostilità di vasti settori del mondo parrocchiale e rurale nei confronti della guerra (Malgeri). Fra l’altro, la politica di pace di Benedetto XV non si limita all’azione diplomatica, ma include una vasta opera di soccorso nei confronti delle vittime e dei prigionieri (Monticone).
Per quanto riguarda il periodo tra le due guerre, alcuni studi hanno riguardato la politica estera del Partito popolare, l’originale contributo di Sturzo sul tema della pace, singole figure o particolari gruppi (da Roncalli a Mazzolari, dalla “Civiltà Cattolica” all’Università Cattolica). Una riflessione sul tema della guerra trova alcuni sviluppi all’estero negli ambienti del fuoruscitismo cattolico e del popolarismo in esilio (M. C. Giuntella, Ignesti, Ruffilli, Scoppola). Elementi importati emergono negli studi sulla classe dirigente cattolica tra le due guerre (Moro, Pombeni, Giovagnoli).
Gli studi sui conflitti di “transizione”, come la guerra d’Etiopia e la guerra civile spagnola, che prefigurano tensioni e schieramenti all’origine della seconda guerra mondiale, si sono concentrati sul “consenso” del mondo cattolico alle scelte di politica estera del regime fascista, ma solo parzialmente hanno affrontato i loro riflessi sulla cultura politica dei cattolici italiani e su quella religiosa degli ambienti ecclesiastici e missionari (De Felice, Scoppola, Campanini, Casula, Del Boca). Se la guerra d’Etiopia rafforza i fattori di consenso nazionalistico, il riferimento alla dimensione sovranazionale del papato lascia spazio ad una potenziale divaricazione tra identità nazional-cattolica e tensione universalistica. Questa divaricazione affiora più evidente in occasione della guerra di Spagna, che, per quanto largamente appoggiata da autorevoli voci ecclesiastiche in nome di una crociata anti-bolscevica, ottiene consensi minori della guerra d’Etiopia (Campanini).
Gli studi sulla seconda guerra mondiale appaiono, invece, più consistenti. Il conflitto rappresenta il confronto estremo del cattolicesimo italiano con l’evento-guerra. Gli studi svolti dalla metà degli anni ’80 su Pio XII, il “papa della guerra”, hanno evidenziato la complessa personalità di Pacelli e la difficoltà di raggiungere, nel corso del conflitto, obiettivi politici precisi. La natura ideologica e le caratteristiche militari di una guerra totale e mondiale, che supera la logica interna alle culture nazionali, troncano i tentativi di mediazione di Pio XII per la salvaguardia della pace e per il soccorso alle vittime (Malgeri). Il consenso di larghi settori del mondo cattolico italiano, che si era manifestato con le guerre d’Etiopia e di Spagna, appare assai più debole: le riserve nei confronti del regime, già manifestate di fronte alle leggi razziali del ’38 e all’alleanza con la Germania, portano ad un vero e proprio distacco dalla politica del regime non solo per l’incalzare della guerra nei suoi momenti più drammatici, ma anche alla luce del messaggio evangelico e della parola della Chiesa (Malgeri). Il giudizio sulla natura della guerra appare, nel magistero pontificio, assai più severo: la tragedia della guerra è interpretata come segno del castigo divino. D’altro lato, riserve e distacco dal regime divengono, dopo il ’43, aperta opposizione in molti cattolici che aderiscono alle file della Resistenza e alla guerra partigiana, tornando su posizioni che ammettono la possibilità di una “guerra giusta” (De Rosa, Traniello, Riccardi, Cotta, Giovagnoli). Si sono distinti, su questo argomento, alcuni lavori regionali relativi all’Italia settentrionale (Gariglio, Vecchio) e meridionale (Violi, Robles, Di Leo).
Nel corso del conflitto, matura nel magistero della Chiesa e nella classe dirigente cattolica una saldatura tra pace e democrazia che è alla base del successivo progetto democratico-cristiano (Miccoli, Durand, Malgeri, Giovagnoli, Canavero). Nel secondo dopoguerra, la Chiesa riacquista una funzione centrale nella ricostruzione nazionale e dello Stato democratico, pur riaffermando la sua universalità: nasce la “nazione cattolica” (Riccardi). I lavori dell’Assemblea costituente, largamente influenzati da una cultura cattolica rinnovata dall’antifascismo resistenziale (Scoppola, Ornaghi, Antonetti, Cassese), si affianca l’impegno di figure come Don Primo Mazzolari per una riconciliazione nazionale che riesca ad evitare brusche e violente fratture in seno alla società italiana del post-fascismo (Malgeri, Parisella, Vecchio).
Negli anni ’50, si sviluppa una rinnovata riflessione sul terreno della politica estera nell’ottica della cooperazione internazionale connessa al sostegno alla politica di integrazione europea e all’impegno per la distensione nel quadro della guerra fredda (Preda, Canavero, Varsori, Tosi, Formigoni). Questa visione di un nuovo ordine internazionale emerge nell’impegno di La Pira attraverso i colloqui del Mediterraneo a proposito della pace (Bocchini Camaiani, Balducci, De Siervo, Ballini). È un processo di chiarificazione del pensiero e delle strategie del cattolicesimo che approda alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II, in cui il rifiuto della guerra come soluzione delle controversie nazionali e internazionali viene ripreso e connesso con la natura stessa della fede cristiana e della Chiesa nel minaccioso contesto della guerra fredda: importanti sono i riflessi italiani di tale evoluzione (Riccardi, Alberigo, Melloni, Giovagnoli, Rumi, Canavero).
Contemporaneamente, l’evoluzione del cattolicesimo sulla questione della guerra attraversa le vicende legate alla decolonizzazione e ai sanguinosi conflitti che divampano sia in Asia che in Africa tra gli anni ’60 e ‘70. In seno alla Chiesa cattolica, a partire dal pontificato di Pio XII (1939-1958), giunge a maturazione un lungo processo di revisione delle posizioni della Chiesa di fronte al colonialismo, ponendo in discussione il tradizionale atteggiamento nazionalista dei missionari, chiamati da allora a servire i paesi colonizzati come la loro “nuova patria”, e favorendo lo sviluppo delle Chiese autoctone. Mancano, su questo tema, lavori specifici a livello sia di diplomazia pontificia che di attività missionaria.
Un ruolo fondamentale in questa evoluzione è giocato non tanto dalle comunità locali, quanto dai vertici della Santa Sede, e in particolare dal Dicastero responsabile delle missioni, la Congregazione vaticana di Propaganda Fide. Negli anni Cinquanta matura la scelta, ufficializzata e resa solenne nell’enciclica missionaria di Pio XII “Evangelii Precones” (1951), di porre quale scopo precipuo delle missioni il radicamento del cattolicesimo in ogni popolo e nazione attraverso l’erezione di gerarchie autoctone. E’ una nuova strategia missionaria che guarda con favore i processi di decolonizzazione, mentre affronta con cautela la dissociazione dagli interessi e dalle posizioni delle potenze coloniali per evitare brusche e violente rotture. Di particolare rilievo, in questo contesto, è la figura del cardinal Etiènne Duval, vescovo di Algeri, che sostiene esplicitamente l’indipendenza dell’Algeria e riafferma con forza il valore di un cattolicesimo di minoranza in un paese musulmano (Impagliazzo). E’ un campo di studi che richiede un approfondimento della vicenda missionaria durante i conflitti coloniali e della decolonizzazione ed una più complessiva rilettura del confronto tra cattolicesimo e guerre per l’indipendenza nazionale o per contrasti etnico-religiosi. Sul versante italiano, infatti, appare carente l’analisi di una cultura terzomondista che si sviluppa negli anni ’60 e ’70 ed influenza largamente sia l’opinione pubblica sia le scelte politiche dell’Italia (Tosi). Occorre dire, infine, che il tema dei “nuovi martiri” affrontato da Riccardi ha aperto prospettive di ricerca su una realtà storica frequentemente connessa con l’evento-guerra lungo tutto il Novecento e che è apparsa estremamente significativa dell’atteggiamento cristiano nei confronti della violenza bellica.
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L. Ceci, Santa Sede e guerra d’Etiopia: a proposito di un discorso di Pio XI, in “Studi storici”, Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci, anno 44, aprile-giugno 2003, pp. 511-525
S. Picciaredda, Diplomazia umanitaria. La Croce Rossa nella seconda guerra mondiale, Bologna 2003
A. Giovagnoli (a cura di), Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale, Milano 2003
A. Giovagnoli (a cura di), Un ponte sull’Atlantico. L’alleanza occidentale 1949-1999, Milano 2003
A. Riccardi, La Santa Sede fra distensione e guerra fredda: da Paolo VI a Giovanni Paolo II, in A. Giovagnoli-S. Pons (a cura di), L’Italia repubblicana nella crisi degli anni settanta. Tra guerra fredda e distensione, Soveria Mannelli 2003, pp. 145-155
Fase 1
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 12 | Costo previsto | Euro 120.000 |
In genere, la prima fase della ricerca storica concerne la ricognizione della bibliografia e l’individuazione delle fonti. Tuttavia, l’approfondita competenza dei singoli partecipanti in relazione alla tematica di cui intendono occuparsi permette di passare direttamente alla ricerca in atto attraverso la consultazione delle fonti. Si tratta di una fase particolarmente laboriosa ed impegnativa per l’estrema diversità – e talora dispersione – delle fonti da esaminare, legata anche alla varietà degli oggetti cui occorre rivolgere specifica attenzione. E’ il caso dei diversi soggetti istituzionali (S. Sede, episcopato, clero, associazioni cattoliche, Democrazia Cristiana, ed altro), ma anche dei diversi gruppi rilevanti sotto il profilo socio-religioso (cattolici praticanti, cattolici non praticanti, ecc.) per cui si deve ricorrere a fonti di tipo sociologico, statistico, giornalistico, o altro. In altri casi, più che una vera e propria indagine cognitiva delle fonti, si tratta di un lavoro di classificazione e di interpretazione finalizzato all’elaborazione di una proposta di lettura complessivamente originale (è il caso, ad esempio, del dibattito attorno al ruolo dei cattolici nella Resistenza e all’influenza pacifista della cultura cattolica).
In questa prima fase si rivela necessario, inoltre, avviare un confronto sistematico tra le diverse ricerche in corso. Come si è detto, infatti, l’obiettivo è quello di giungere ad un quadro complessivo del cattolicesimo contemporaneo in relazione all’evento-guerra e alla pace, con particolare riferimento alla realtà italiana. Ciò impone di confrontare tra loro le diverse ricerche al fine di individuare le connessioni che legano aspetti e fenomeni diversi, ma contemporanei e interagenti. E’ il caso della prima guerra mondiale, che coinvolse il mondo cattolico nel suo complesso e suscitò reazioni diversificate, a seconda delle nazioni di appartenenza. Ma anche i conflitti degli anni ’30 (guerra d’Etiopia e guerra di Spagna) costituiscono passaggi cruciali nell’evoluzione del pensiero e dell’iniziativa dei cattolici sino ad arrivare alla seconda guerra mondiale e alla Resistenza. Osservazioni analoghe possono essere svolte anche a proposito delle guerre coloniali, della decolonizzazione e del più ampio contesto mondiale della guerra fredda. Anche in questa prima fase sono dunque previsti momenti di informazione e di confronto sul lavoro in corso.
Da questa prima fase ci si attende che ogni gruppo di ricerca completi l’acquisizione del materiale documentario e inizi la sua elaborazione secondo un’ipotesi comune che è quella formulata in sede iniziale, ma aggiornata in base ai primi risultati raggiunti.
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
Unità n. 5 |
Unità n. 6 |
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 6 | Costo previsto | Euro 100.000 |
La seconda fase del progetto riguarda anzitutto la discussione dei risultati raggiunti all’interno dei vari gruppi di ricerca. In base a questa verifica è possibile valutare tali risultati, verificarne la completezza, compiere eventuali integrazioni.
In questa seconda fase, si chiede ai singoli ricercatori di elaborare il loro contributo secondo la divisione del lavoro programmata a livello nazionale e all’interno delle varie unità di ricerca.
Appartiene a questa seconda fase anche l’individuazione di prospettive di raccordo tra i risultati delle ricerche condotte, in modo da individuare gli elementi salienti di quella fisionomia del cattolicesimo, specie italiano, tra guerra e pace, che, come si è detto, costituisce l’obiettivo da raggiungere. Tali elementi salienti verranno affidati a singoli studiosi in modo tale da poter utilizzare “trasversalmente” i risultati delle ricerche.
Il quarto e più importante momento di questa seconda fase è costituito da un convegno nazionale che rappresenta anche il momento culturalmente più significativo della ricerca in corso. In tale convegno ci si propone infatti di far confluire tutti i risultati parziali ottenuti e soprattutto di offrire una prima trattazione degli “elementi salienti” del cattolicesimo. La ricerca compiuta verrà così proposta alla discussione non solo dai membri del progetto di ricerca, ma anche di tutti gli studiosi interessati, italiani e stranieri. Tale discussione costituisce un obiettivo prioritario all’interno di questo progetto di ricerca.
Il principale risultato atteso in questa fase è costituito dalle relazioni e dalle comunicazioni presentate al convegno, nonché dalla discussione da esse suscitata. E’ convinzione dei proponenti che si possa far progredire in modo notevole la conoscenza complessiva in questo campo, aprendo una nuova e più avanzata fase di studi riguardante questa specifica componente della storia del cattolicesimo.
Unità di Ricerca impegnate
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
Unità n. 5 |
Unità n. 6 |
Durata e costo previsto
Durata | Mesi 6 | Costo previsto | Euro 17.200 |
La terza e più breve fase della ricerca consiste nella riconsiderazione dei risultati raggiunti alla luce del convegno e degli elementi di confronto maturati attraverso la circolazione e la discussione delle tematiche in esame. Tale riconsiderazione permette a tutti i ricercatori coinvolti di mettere definitivamente a punto un testo scritto da consegnare per la pubblicazione.
Risultati parziali attesi
I risultati attesi in questa fase riguardano principalmente la raccolta di una serie di saggi in vista di una loro rapida pubblicazione.
Unità di Ricerca impegnate
Unità n. 1 |
Unità n. 2 |
Unità n. 3 |
Unità n. 4 |
Unità n. 5 |
Unità n. 6 |
PARTE III
3.1 Spese delle Unità di Ricerca
Unità di Ricerca | Voce di spesa | TOTALE | |||||||||
Materiale inventariabile | Grandi Attrezzature | Materiale di consumo e funzionamento | Spese per calcolo ed elaborazione dati | Personale a contratto | Servizi esterni | Missioni | Partecipazione / Organizzazione convegni | Pubblicazioni | Altro | ||
Unità nº 1 | 500 | 0 | 1.300 | 0 | 4.200 | 0 | 3.000 | 3.000 | 0 | 0 | 12.000 |
Unità nº 2 | 100 | 0 | 1.000 | 2.500 | 0 | 500 | 3.500 | 5.000 | 3.000 | 0 | 15.600 |
Unità nº 3 | 2.000 | 0 | 2.000 | 2.000 | 12.000 | 0 | 9.000 | 9.400 | 4.500 | 3.100 | 44.000 |
Unità nº 4 | 6.000 | 0 | 800 | 0 | 62.400 | 1.300 | 3.000 | 8.500 | 2.000 | 2.600 | 86.600 |
Unità nº 5 | 3.000 | 0 | 3.000 | 3.000 | 0 | 0 | 8.000 | 7.000 | 5.000 | 0 | 29.000 |
Unità nº 6 | 3.000 | 0 | 2.500 | 0 | 0 | 3.000 | 15.000 | 14.500 | 12.000 | 0 | 50.000 |
TOTALE | 14.600 | 0 | 10.600 | 7.500 | 78.600 | 4.800 | 41.500 | 47.400 | 26.500 | 5.700 | 237.200 |
Unità di Ricerca | Voce di spesa | |||||
RD | RA | RD+RA | Cofinanziamento di altre amministrazioni | Cofinanziamento richiesto al MIUR | Costo totale del programma | |
Unità n. 1 | 2.400 | 1.200 | 3.600 | 0 | 8.400 | 12.000 |
Unità n. 2 | 2.000 | 2.700 | 4.700 | 0 | 10.900 | 15.600 |
Unità n. 3 | 5.200 | 8.000 | 13.200 | 0 | 30.800 | 44.000 |
Unità n. 4 | 13.000 | 13.000 | 26.000 | 0 | 60.600 | 86.600 |
Unità n. 5 | 3.000 | 5.700 | 8.700 | 0 | 20.300 | 29.000 |
Unità n. 6 | 6.500 | 8.500 | 15.000 | 0 | 35.000 | 50.000 |
TOTALE | 32.100 | 39.100 | 71.200 | 0 | 166.000 | 237.200 |
Euro | |
Costo complessivo del Programma | 237.200 |
Fondi disponibili (RD) | 32.100 |
Fondi acquisibili (RA) | 39.100 |
Cofinanziamento di altre amministrazioni | 0 |
Cofinanziamento richiesto al MIUR | 166.000 |
Firma _____________________________________ | Data 23/03/2004 ore 09:58 |
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)
Anno 2004 – prot. 2004118908_001
1.1 Tipologia del programma di ricerca
Interuniversitario |
Aree scientifico disciplinari
Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) |
GIOVAGNOLI | AGOSTINO | md4224@mclink.it |
M-STO/04 – Storia contemporanea | ||
Università Cattolica del Sacro Cuore | ||
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | ||
Dipartimento di SCIENZE STORICHE |
GIOVAGNOLI | AGOSTINO | |
Professore Ordinario | 19/02/1952 | GVGGTN52B19H501L |
M-STO/04 – Storia contemporanea | ||
Università Cattolica del Sacro Cuore | ||
Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | ||
Dipartimento di SCIENZE STORICHE | ||
0272342785 (Prefisso e telefono) | 0272343712 (Numero fax) | md4224@mclink.it (Email) |
Si è inoltre occupato di storia della Chiesa nella società italiana tra XIX e XX secolo, con particolare attenzione al periodo tra fascismo e secondo dopoguerra, in età repubblicana.
Ha anche condotto studi sulla Chiesa nel campo delle relazioni internazionali, in primo luogo tra colonialismo e decolonizzazione. Ha tracciato un bilancio storiografico sull’influenza della globalizzazione nella storia contemporanea (Storia e globalizzazione), in cui una specifica attenzione è dedicata al ruolo delle religioni, tra secolarizzazione e fondamentalismo.
Si è inoltre occupato della formazione religiosa e culturale della futura classe dirigente cattolica e della storia della Democrazia Cristiana nei primi anni del dopoguerra. Ha scritto la prima storia complessiva della Democrazia Cristiana dal 1942 al 1994 (Il partito italiano), privilegiando l’analisi dell’atteggiamento cattolico nei confronti dei grandi problemi internazionali e ha tracciato un bilancio delle interpretazoni storiografiche dell’ Italia repubblicana, con specifica attenzione alla politica estera italiana (Le interpretazioni della repubblica). Ha promosso i convegni “Cinquant’anni della NATO” (1999) e “Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale” (2003).
1. | GIOVAGNOLI A. (2003). Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale La “Pacem in Terris” fra azione diplomatica e guerra globale. 4 marzo 2003. |
2. | GIOVAGNOLI A.; TOSI L. (2003). Un ponte sull’Atlantico. L’alleanza occidentale 1949-1999 Cinquant’anni della Nato. |
3. | GIOVAGNOLI A. (2000). L’ Italia nel “nuovo ordine mondiale”. Politica ed economia tra il 1945 e il 1947 pp. 216 MILANO: Vita e Pensiero (ITALY) |
4. | GIOVAGNOLI A. (1999). Roma e Pechino. La svolta extraeuropea di Benedetto XV |
5. | GIOVAGNOLI A. (1996). Il partito italiano. La democrazia cristiana dal 1942 al 1994, pp. 337 ROMA BARI: Laterza (ITALY) |
1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca
nº | Cognome | Nome | Dipartimento | Qualifica | Settore Disc. | Mesi Uomo | |
1° anno | 2° anno | ||||||
1. | GIOVAGNOLI | Agostino | Dip. SCIENZE STORICHE | Prof. Ordinario | M-STO/04 | 8 | 8 |
TOTALE | 8 | 8 |
Altro personale
nº | Cognome | Nome | Dipartimento | Qualifica | Mesi Uomo | |
1° anno | 2° anno | |||||
1. | De Giuseppe | Massimo | Dip. Scienze politiche | Dottore di ricerca | 8 | 8 |
2. | Merlo | Simona | Dip. SCIENZE STORICHE | Dottore di ricerca | 8 | 8 |
TOTALE | 16 | 16 |
Nessuno
Altro personale
nº | Cognome | Nome | Dipartimento | Data di inizio del contratto | Durata (in anni) | Mesi Uomo | |
1° anno | 2° anno | ||||||
1. | DEL ZANNA | Giorgio Aldo | Dip. Scienze religiose | 01/12/2002 | 2 | 10 | 10 |
TOTALE | 10 | 10 |
nº | Cognome | Nome | Dipartimento | Anno di inizio borsa | Durata (in anni) | Tipologia | Mesi Uomo | |
1° anno | 2° anno | |||||||
1. | Peng | Liu Guo | Dip. SCIENZE STORICHE | 2002 | 3 | Dottorato | 7 | 7 |
2. | Versace | Eliana | Dip. SCIENZE STORICHE | 2003 | 3 | Dottorato | 7 | 7 |
3. | Palmieri | Sandro | Dip. SCIENZE STORICHE | 2003 | 3 | Dottorato | 8 | 8 |
4. | Giunipero | Carlo | Dip. SCIENZE STORICHE | 2004 | 3 | Dottorato | 9 | 9 |
TOTALE | 31 | 31 |
nº | Qualifica | Costo previsto | Mesi Uomo | Note | |
1° anno | 2° anno | ||||
1. | Altre tipologie | 12.000 | 11 | Ricerca documentaria archivi missionari ed elaborazione risultati | |
TOTALE | 12.000 | 11 | 0 |
PARTE II
2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca
M-STO/04 – Storia contemporanea |
M-STO/07 – Storia del cristianesimo e delle chiese |
Nell’immediato dopoguerra, infatti, la Chiesa riacquista una funzione centrale nella ricostruzione nazionale e dello Stato democratico, pur riaffermando la sua universalità: nasce la “nazione cattolica” (Riccardi). I lavori dell’Assemblea costituente vengono largamente influenzati da una cultura cattolica profondamente rinnovata dall’antifascismo resistenziale (Scoppola, Ornaghi, Antonetti, Cassese). D’altro lato, emerge l’impegno di figure come Don Primo Mazzolari per una riconciliazione nazionale che riesca ad evitare brusche e violente fratture in seno alla società italiana del post-fascismo (Malgeri, Parisella, Vecchio).
Negli anni ’50, si sviluppa una rinnovata riflessione sul terreno della politica estera nell’ottica della cooperazione internazionale connessa al sostegno alla politica di integrazione europea e all’impegno per la distensione nel quadro della guerra fredda (Preda, Canavero, Varsori, Tosi, Formigoni). Questa visione di un nuovo ordine internazionale emerge nell’impegno di La Pira attraverso i colloqui del Mediterraneo a proposito della pace (Bocchini Camaiani, Balducci, De Siervo, Ballini). È un processo di chiarificazione del pensiero e delle strategie del cattolicesimo che approda alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II, in cui il rifiuto della guerra come soluzione delle controversie nazionali e internazionali viene ripreso e connesso con la natura stessa della fede cristiana e della Chiesa nel minaccioso contesto della guerra fredda (Riccardi, Alberigo, Melloni).
Contemporaneamente, l’evoluzione del cattolicesimo sulla questione della guerra attraversa le vicende legate alla decolonizzazione e ai sanguinosi conflitti che divampano sia in Asia che in Africa tra gli anni ’60 e ‘70. L’attenzione storiografica si è rivolta soprattutto ai temi inerenti le scelte di politica estera della classe dirigente cattolica per una collocazione dell’Italia nell’ambito dell’alleanza occidentale o alle posizioni e al ruolo della Santa Sede tra guerra fredda e distensione (Formigoni, Riccardi, Giovagnoli). Tuttavia, il confronto con la guerra fredda, sotto l’incubo nucleare, e con le guerre della decolonizzazione, che, a partire dal pontificato di Pio XII (1939-1958), rappresentano l’assorbimento dei processi di indipendenza nella logica dello scontro bipolare, sollecita i politici cattolici verso scelte e orientamenti che hanno profonda influenza sulla collocazione internazionale dell’Italia. D’altro lato, giunge a maturazione un lungo processo di revisione delle posizioni della Chiesa di fronte al colonialismo, ponendo in discussione il tradizionale atteggiamento nazionalista dei missionari, chiamati da allora a servire i paesi colonizzati come la loro “nuova patria”, e favorendo lo sviluppo delle Chiese autoctone (Giovagnoli).
Un ruolo fondamentale in questa evoluzione è giocato dai vertici della Santa Sede, in particolare dalla Congregazione di Propaganda Fide, che negli anni ‘50 matura la scelta, ufficializzata e resa solenne nell’enciclica missionaria di Pio XII “Evangelii Precones” (1951), di porre quale scopo precipuo delle missioni il radicamento del cattolicesimo in ogni popolo e nazione attraverso l’erezione di gerarchie autoctone. La Cina costituisce un terreno privilegiato intorno a cui si sviluppa questo dibattito. E’ una nuova strategia missionaria che guarda con favore i processi di decolonizzazione, mentre affronta con cautela la dissociazione dagli interessi e dalle posizioni delle potenze coloniali per evitare brusche e violente rotture (Melloni, La Bella). Di particolare rilievo, in questo contesto, è la figura del cardinal Etiènne Duval, vescovo di Algeri, che sostiene esplicitamente l’indipendenza dell’Algeria e riafferma con forza il valore di un cattolicesimo di minoranza in un paese musulmano (Impagliazzo).
La nuova sensibilità con cui la Chiesa si colloca nel contesto internazionale, sotto la spinta del Concilio Vaticano II, e si confronta con gli scenari della guerra fredda è un riferimento non secondario per gli orientamenti della classe politica cattolica negli anni ’60 e ’70 (Riccardi, Giovagnoli). La guerra d’Algeria e quella del Vietnam, ad esempio, rappresentano test significativi, in cui accanto alla riaffermazione della fedeltà atlantica si segnala l’impegno italiano per una soluzione del conflitto. A questo proposito, appare ancora carente l’analisi di una cultura terzomondista che si sviluppa negli anni ’60 e ’70, non solo a livello di classe politica ma anche tra associazioni e movimenti, ed influenza largamente sia l’opinione pubblica sia le scelte politiche dell’Italia (Tosi). Nel complesso, gli studi sugli ultimi due decenni, appaiono ancora in una fase piuttosto iniziale (Giovagnoli, Pons).
P. Scoppola, Coscienza religiosa e democrazia nell’Italia contemporanea, Bologna 1966
P. Scoppola, F. Traniello (a cura di), I cattolici tra fascismo e democrazia, Bologna 1975, pp. 75-182
A. Riccardi, Roma «città sacra» ? Dalla Conciliazione all’operazione Sturzo, Milano 1979
A. Cassese, Politica estera e relazioni internazionali nel disegno emerso all’Assemblea costituente, in U. De Siervo, Scelte della Costituzione e cultura giuridica, vol. II, Protagonisti e momenti del dibattito costituzionale, Milano 1980, pp. 505-551
G. Candeloro, Il movimento cattolico in Italia, Roma 1982
F. Leonori (a cura di), La figura e l’opera di Guido Miglioli 1897-1979, Roma 1982
A. Riccardi (a cura di), Pio XII, Roma-Bari 1984
A. Giovagnoli, Pio XII e la decolonizzazione, in A. Riccardi (a cura di), Pio XII, Roma-Bari 1984, pp. 179-209
P. Pastorelli, La politica estera italiana del dopoguerra, Bologna 1987
G. Verucci, La Chiesa nella società contemporanea, Roma-Bari 1988
N. Perrone, Mattei, il nemico italiano: politica e morte del presidente dell’ENI attraverso i documenti segreti, 1945-1962, Milano 1989
D. Preda, Storia di una speranza. La battaglia per la Ced e la Federazione europea nelle carte della Delegazione italiana (1950-52), Milano 1990
G. De Rosa (a cura di), Luigi Sturzo e la democrazia europea, Roma-Bari 1990
A. Giovagnoli, La cultura democristiana. Tra Chiesa cattolica e identità italiana (1918-48), Roma-Bari 1991
E. Di Nolfo, R. H. Rainero, B. Vigezzi, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1950-60), Milano 1992
G. Rumi, I papi per la pace, Città del Vaticano 1992
M. Rosa, Clero e società nell’Italia contemporanea, Roma-Bari 1992
A. Riccardi, Il potere del papa. Da Pio XII a Giovanni Paolo II, Roma-Bari 1993
S. Romano, Guida alla politica estera italiana, Milano 1993
D. Preda, Sulla soglia dell’unione. La vicenda della Comunità politica europea (1952-54), Milano 1993
A. Varsori (a cura di), La politica estera italiana nel secondo dopoguerra, Milano 1993
A. Giovagnoli, Il partito italiano. La Democrazia Cristiana dal 1942 al 1994, Roma-Bari 1996
G. Formigoni, La Democrazia Cristiana e l’alleanza occidentale (1943-53), Bologna 1996
M. Guasco, Storia del clero in Italia dall’Ottocento a oggi, Roma-Bari 1997
E. Gentile, La grande Italia. Ascesa e declino del mito della nazione nel ventesimo secolo, Milano 1997
A. Riccardi, I papi, in M. Isnenghi (a cura di), I luoghi della memoria. Personaggi e date dell’Italia unita, Roma-Bari 1997, pp. 403-425
A. Riccardi, Le politiche della Chiesa, Cinisello Balsamo 1997
G. Formigoni, L’Italia dei cattolici, Bologna 1998
V. L. Ferraris, Manuale della politica estera italiana 1947-93, Roma-Bari 1998
E. Guccione, Le fonti e l’opera di Luigi Sturzo: “La Comunità internazionale e il diritto di guerra”, in M. Naro (a cura di), Amicitiae causa. Scritti in onore del vescovo Alfredo M. Garzia, Caltanissetta 1999, pp. 259-270
A. Giovagnoli, Stato nazionale e cooperazione internazionale nella classe dirigente cattolica, in L. Tosi (a cura di), L’Italia e le organizzazioni internazionali. Diplomazia multilaterale nel Novecento, Padova 1999, pp. 159-180
A. Canavero, J. D. Durand, Il fattore religioso e l’integrazione europea, Milano 1999
L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, Roma-Bari 1999
A. Riccardi, Il secolo del martirio, Milano 2000
A. Giovagnoli, L’Italia nel “nuovo ordine internazionale”. Politica ed economia dal 1945 al 1947, Milano 2000
A. Giovagnoli, Luigi Sturzo e l’abolizione della guerra alla fine degli anni Venti, in G. De Rosa (a cura di), Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo, Soveria Mannelli 2001
M. Del Pero, L’alleato scomodo. Gli Stati Uniti e la DC negli anni del centrismo 1948-55, Roma 2001
C. Spagnolo, La stabilizzazione incompiuta. Il piano Marshall in Italia 1947-52, Roma 2001
P. Borruso, L’ultimo impero cristiano. Politica e religione nell’Etiopia contemporanea (1916-74), Milano 2002
L. Tosi (a cura di), Politica ed economia nelle relazioni internazionali dell’Italia nel secondo dopoguerra, Roma 2002
A. Giovagnoli (a cura di), Un ponte sull’Atlantico. L’alleanza occidentale 1949-1999, Milano 2003
A. Riccardi, La Santa Sede fra distensione e guerra fredda: da Paolo VI a Giovanni Paolo II, in A. Giovagnoli-S. Pons (a cura di), L’Italia repubblicana nella crisi degli anni settanta. Tra guerra fredda e distensione, Soveria Mannelli 2003, pp. 145-155
A. Giovagnoli (a cura di), Pacem in Terris tra azione diplomatica e guerra globale, Milano 2003
P. Borruso, L’Italia e la crisi della decolonizzazione, in A. Giovagnoli-S. Pons (a cura di), L’Italia repubblicana nella crisi degli anni settanta. Tra guerra fredda e distensione, Soveria Mannelli 2003, pp. 397-442
P. Borruso, La Chiesa e le missioni cattoliche fra inculturazione e dialogo ecumenico: il caso etiopico (1900-1994), in corso di pubblicazione, Vita e pensiero, Milano (2004)
A tal fine saranno esaminate quattro fasi principali:
1) l’evoluzione dell’atteggiamento cattolico intorno al nesso tra pace e democrazia tra guerra e dopoguerra (1943-1948);
2) valore della pace e lotta contro il comunismo, dalla guerra di Corea alla crisi di Cuba (1948-1962);
3) il rinnovamento del Concilio Vaticano II e la sua influenza sul cattolicesimo italiano (1962-1968);
4) dalla distensione al crollo del muro di Berlino (1968-1989).
Com’è noto, il cattolicesimo politico ha assunto rapidamente un ruolo centrale in Italia, sulla base dell’importante funzione della Chiesa nella società italiana durante gli anni del crollo del fascismo e del suo ruolo internazionale nel passaggio tra guerra e dopoguerra. Anche per questi motivi, la Dc si è presentata fin dalle origini come partito della pace e della cooperazione internazionale, cercando di conciliare universalismo cattolico e una forma moderata di nazionalismo.
L’avvento della guerra fredda, com’ è noto, ha però imposto la lotta contro il comunismo come scelta prioritaria, cui si legano la collocazione occidentale e il vincolo atlantico (de Gasperi). Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, si è perciò determinata una tensione tra aspirazione alla pace ed esigenze di sicurezza, testimoniate dall’emergere di tensioni all’interno del mondo cattolico, espresse da Dossetti, La Pira, Mazzolari, Giordani ed altri. In questa fase, le aspirazioni di pace si indirizzarono verso il progetto di integrazione europea (De Gasperi). Successivamente, la stabilizzazione del conflitto Est-Ovest e la coesistenza pacifica, insieme alla prima fase della decolonizzazione, hanno introdotto nuove variabili e il tentativo, da parte del cattolicesimo politico, di ridisegnare il ruolo internazionale dell’Italia in una logica di pace e sviluppo (Fanfani e Gronchi).
Con il pontificato di Giovanni XXIII e il Concilio ecumenico Vaticano II sono cambiate in profondità le coordinate stesse del cattolicesimo italiano intorno ai temi della guerra e della pace, con riflessi indiretti ma importanti anche sul piano politico. Sono anche gli anni in cui si fa più marcato l’interesse cattolico per il “Terzo Mondo” (specie con la Populorum Progressio di Paolo VI). Un riflesso di questi cambiamenti emerge, com’è noto, nell’atteggiamento cattolico verso la guerra del Vietnam.
Dall’inizio di una nuova fase, di maggiore distensione, fino al crollo del muro di Berlino, il cattolicesimo politico italiano si misura con molti problemi diversi, dalle guerre di liberazione del Terzo Mondo al conflitto israelo-palestinese, dal “ritorno della guerra fredda” nei primi anni ottanta all’avvento di Gorbaciov. In questa fase, le posizioni dei cattolici diventano sempre più complesse ed articolate, pur mantenendo alcuni orientamenti di fondo.
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)
Numero | Mesi uomo 1° anno | Mesi uomo 2° anno | Totale mesi uomo | ||
Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca | 3 | 24 | 24 | 48 | |
Personale universitario di altre Università | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Titolari di assegni di ricerca | 1 | 10 | 10 | 20 | |
Titolari di borse | Dottorato | 4 | 31 | 31 | 62 |
Post-dottorato | 0 | ||||
Scuola di Specializzazione | 0 | ||||
Personale a contratto | Assegnisti | 0 | |||
Borsisti | 0 | ||||
Dottorandi | 0 | ||||
Altre tipologie | 1 | 11 | 0 | 11 | |
Personale extrauniversitario | 0 | ||||
TOTALE | 9 | 76 | 65 | 141 |
PARTE III
3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca
Voce di spesa | Spesa in Euro | Descrizione |
Materiale inventariabile | 2.000 | Acquisto libri, mezzi audiovisivi, computer, fotocopiatrici |
Grandi Attrezzature | ||
Materiale di consumo e funzionamento | 2.000 | Fotocopie, cancelleria, ricambi |
Spese per calcolo ed elaborazione dati | 2.000 | Elaborazione dei risultati delle ricerche |
Personale a contratto | 12.000 | Ricerca a vasto raggio presso archivi missionari |
Servizi esterni | ||
Missioni | 9.000 | Soggiorni presso diversi archivi e centri di ricerca italiani e stranieri |
Pubblicazioni | 4.500 | Pubblicazione di atti di convegno e monografie |
Partecipazione / Organizzazione convegni | 9.400 | Spese organizzative per convegno conclusivo |
Altro | 3.100 | Spese amministrative generali |
TOTALE | 44.000 |
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Descrizione | ||
Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca | 44.000 | |
Fondi disponibili (RD) | 5.200 | Parte quota stanziamenti 2003 e 2004 |
Fondi acquisibili (RA) | 8.000 | Quota concessa dall’Ateneo su richiesta del docente |
Cofinanziamento di altre amministrazioni | ||
Cofinanziamento richiesto al MIUR | 30.800 |
3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)
Firma _____________________________________ | Data 22/03/2004 ore 10:16 |
GIOVAGNOLI AGOSTINO COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGRAMMA DI RICERCA NON AMMESSO AL COFINANZIAMENTO
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# | Criteri di valutazione | Punteggio | Motivazione del punteggio |
1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche | 4 insufficiente | La guerra è certamente tema attuale che sta riorientando molte ricerche e che nel passato non è stato molto studiato. Non mi sembra tuttavia che in questo caso abbia ispirato linee metodologiche innovative che promettano un effettivo “progresso delle conoscenze scientifiche”. |
2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 7 discreto | Gli obiettivi delle singole ricerche risultano abbastanza chiari. |
3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 5 insufficiente | Le tecniche appaiono congrue agli obiettivi, tranttandosi di spogliare periodici, pubblicazioni, atti ufficiali, carte d’archivio etc. Assi incerte sono invece le tecniche con le quali si coglierebbe lo spirito pubblico, gli orientamenti dell’opinione etc. |
4 | Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste | 6 sufficiente | Espresse in ore-uomo, le risorse sembrano adeguate. |
5 | Competenza del coordinatore scientifico | 9 molto buono | Per gli studi e le pubblicazioni, la competenza del coordinatore è indiscutibile. |
6 | Competenza dei gruppi proponenti | 6 sufficiente | Non mancano gli squilibri. Salta agli occhi ad esempio che per i partecipanti ai gruppi n. 1 e 5 i temi sono del tutto nuovi: la loro competenza è incomparabile con quella di altri gruppi, come il torinese o il milanese. |
7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 5 insufficiente | In senso stretto non vedo alcuna complementarità. Parlerei al più di convergenza, o di affinità culturale. |
Commento generale
Senza mettere in discussione il potenziale interesse delle singole ricerche, mi sembra che la proposta complessiva risulti da una mera loro giustapposizione, operata attorno a un tema (la guerra, ma in realtà anche la violenza, le relazioni internazionali, etc.) e nell’ambito di un settore accademico-culturale definito (la storia della Chiesa e del pensiero cattolico). Problemi e oggetti sono del resto molteplici e non sempre chiaramente discussi (si va dal tema del comunismo a quello della decolonizzazione, dalle chiese locali al pensiero dei pontefici, dalle politiche ecclesiali all’analisi dell’ipinione pubblica alla politica estera, etc. Prendere visione dei nomi e dei profili degli studiosi impegnati nel progetto conferma l’impressione di una certa occasionalità e strumentalità nella costituzione del gruppo, tanto più in quanto vi sono studiosi di primissimo piano. La diversità dei temi è poi rafforzata dallo squilibrio nella consistenza e nel profilo dei vari gruppi. Sarebbe peraltro fisiologico – ed anzi salutare – che vi fossero dei gruppi “guida” nei centri accademici più robusti, ma qui non è chiara la natura del coordinamento e della collaborazione. |
Punteggio finale | 42 / 70 |
L’entità del finanziamento richiesto è: Eccessiva
# | Criteri di valutazione | Punteggio | Motivazione del punteggio |
1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche | 7.5 discreto | Il tema “Guerra e pace nel cattolicesimo del Novecento” è di grande attualità. Proprio per questo, e per adempiere sul piano rigorosamente storico-critico a un legittimo interesse in merito, l’elaborazione del Progetto non poteva non porsi questo interrogativo nodale: quale strada verso nuove conoscenze può essere intrapresa a riguardo? Le scelte possibili erano varie, perché il tema è in effetti tutt’altro che esaurito in ambito storiografico, ma delimitate dal fatto che diversi aspetti dell’intera problematica (in particolare: le posizioni ufficiali del papato, l’atteggiamento dei cattolici italiani durante la seconda guerra mondiale e la Resistenza, il pacifismo di talune figure “atipiche” del cattolicesimo ancora italiano nel secondo dopoguerra) sono già stati largamente affrontati, come conferma la stessa bibliografia inserita nel Progetto. Si può certo convenire che non tutto è stato detto a riguardo. Restano dunque margini di originalità; se però ci si chiede quale originalità contenga nel suo insieme il Progetto qui presentato occorre concluderne che essa, perlomeno rispetto al progresso delle specifiche conoscenze storiografiche e non solo in rapporto alla semplice proposta di nuove chiavi interpretative, è di media levatura. Varie delle indagini affidate alle singole unità operative ricalcano infatti percorsi di ricerca già intrapresi, mentre altri approfondimenti non sembrano in fondo poter aggiungere elementi sostanziali a ciò che già si sa quanto alle posizioni in politica estera di alcuni dei maggiori esponenti della Dc o al confronto ideologico sviluppatosi in Italia nel secondo dopoguerra e alle conseguenze che ne derivarono anche riguardo alla questione della pace e della guerra. |
2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 7.5 discreto | Nel Progetto si parla in più punti dell’obiettivo della ricerca. Individuato ora nell’intento di “delineare l’evoluzione del cattolicesimo su questo terreno [la guerra e la pace]”, “svolgere un’analisi complessiva”, “comporre quel quadro d’insieme”, e infine tracciare “la fisionomia storica del rapporto tra cattolicesimo contemporaneo ed evento-guerra”. Tali affermazioni, unite al titolo generale del progetto “Guerra e pace nel cattolicesimo del Novecento”, sembrerebbero suggerire che ci si intenda muovere su un piano di ricerca riguardante il cattolicesimo nella sua fisionomia complessiva e naturalmente internazionale; ma non è così. Un’aggiunta finale, “con particolare riferimento alla realtà italiana”, lungi dal costituire un dettaglio marginale conduce alla effettiva prioritaria sostanza del Progetto. Se si osserva infatti il suo impianto effettivo e la sua articolazione in sei parti corrispondenti alle unità operative locali si può constatare come il vero centro dell’indagine sia rappresentato da due aspetti essenziali (l’atteggiamento della S. Sede da un lato e la situazione italiana dall’altro), con un debordante rilievo del secondo. L’intero sviluppo del cattolicesimo extraitaliano risulta infatti per lo più assente e cio che si legge alla voce “Criteri suggeriti per la valutazione globale e delle singole fasi” o è dovuto a un residuo di precedente stesura o è rivelatore della effettiva natura del Progetto: “Come già espresso nelle diverse parti del progetto, la ricerca mira a ricostituire un quadro il più possibile unitario dell’evoluzione del cattolicesimo italiano in relazione alla guerra e alla pace”. In sostanza dunque si oscilla tra una prospettiva generale e una particolare, nella quale è il cattolicesimo italiano a essere analizzato. Nulla di male in questo restringimento dell’orizzonte alla realtà italiana, a patto che non si voglia assumere quest’ultima come rappresentativa di un panorama ben più esteso ed articolato, la cui analisi comparativa – in merito appunto al tema guerra e pace – sarebbe stata in realtà di maggiore interesse. |
3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 7 discreto | In merito al metodo che si intende seguire una considerazione di apertura alla descrizione della I fase di lavoro recita così: “In genere, la prima fase della ricerca storica concerne la ricognizione della bibliografia e l’individuazione delle fonti. Tuttavia, l’approfondita competenza dei singoli partecipanti in relazione alla tematica di cui intendono occuparsi permette di passare direttamente alla ricerca in atto attraverso la consultazione delle fonti”. Il problema non è così semplice, né in genere né nella fattispecie, dato che proprio la bibliografia complessiva inserita alla voce “Riferimenti bibliografici” sorprende per l’affastellamento di lavori storici attinenti all’argomento qui affrontato, accanto a materiale monografico di argomento invece niente affatto specifico, pubblicistica teologizzante, volumi estratti da manuali di larga divulgazione, ecc. ecc. Ma sul piano del metodo questo progetto risulta solo in parte convincente soprattutto per un’altra ragione. Si parte infatti da una chiave interpretativa data per certa e che viene ricondotta nella sua sostanza al “processo di distacco dalla dottrina tradizionale della ‘guerra giusta’ e di avvicinamento alla causa della pace e all’impegno per la riconciliazione tra i belligeranti”, per poi chiarire che “occorre individuare e porre in rilievo nodi e momenti cruciali, sul piano storico, attraverso cui quel processo” si è manifestato. Mentre altrove si dice che il lavoro della prima fase consisterà per ogni gruppo nell’acquisizione del materiale documentario e nell’inizio di una elaborazione “secondo un’ipotesi comune che è quella formulata in sede iniziale, ma aggiornata in base ai primi risultati raggiunti”. In breve, sembra che il problema di fondo non sia soprattutto un approfondimento di scavo documentario e di successiva analisi quanto il pervenire a una chiave di interpretazione complessiva che riassuma ciò che è già il frutto di precedenti indagini e in misura minore ciò che dovrebbe scaturire dal lavoro qui previsto. Non ci si può dunque non chiedere se sull’intero progetto e i suoi risultati, che dovrebbero essenzialmente risolversi nell’organizzazione di un convegno, non pesi un forte a-priori, legato appunto a quel ‘processo di distacco’ di cui si è detto e che i promotori danno per scontato. Resta da formulare l’auspicio che il dibattito previsto in vari punti del progetto bilanci e vagli seriamente quella chiave interpretativa. |
4 | Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste | 9.5 molto buono | Se si eccettua l’esorbitante richiesta di finanziamento presentata dall’unità operativa n° 4 e finalizzata al contratto di due giovani ricercatori, il resto della proposta sembra molto congrua: sia per ciò che riguarda il personale previsto sia in merito alle risorse disponibili e richieste. |
5 | Competenza del coordinatore scientifico | 9 molto buono | La competenza del coordinatore scientifico è senz’altro elevata. |
6 | Competenza dei gruppi proponenti | 7 discreto | Si osserva una certa disparità di equilibrio tra i gruppi proponenti, ma l’insieme è più che sufficiente. |
7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 7 discreto | La complementarietà dei gruppi proponenti non è massima, ma questo dipende dalla struttura del progetto, apparentemente condizionato dalla necessità di allargare la collaborazione a unità operative più deboli delle altre. L’insieme tuttavia è apprezzabile. |
Commento generale
La tematica è di grande interesse, ma di non facile percorribilità sul piano storico-critico, proprio in ragione delle sue implicazioni attualizzanti e ideologiche. Il peso di una lettura ‘giustificante’ riguardo all’atteggiamento e agli orientamenti dottrinali della Chiesa cattolica potrebbe essere non indifferente in questo Progetto. Ci si augura che prevalga una prospettiva essenzialmente storiografica. Il gruppo di ricerca è, nella sua struttura di coordinamento centrale e locale, per lo più espressione della cosiddetta |
Punteggio finale | 54.5 / 70 |
L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua