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Il governo della natura. Risorse, conflitti, regole nel Mezzogiorno tra Otto e Novecento

Marco Armiero e Stefania Barca

Marco Armiero – Stefania Barca

La regolazione del rapporto tra società e natura, tra la sfera della produzione di beni e quella della riproduzione delle risorse è uno dei problemi “globali” di maggiore attualità.
Prova ne sono la nascita di una serie di approcci disciplinari relativamente recenti (il diritto ambientale e l’economia ambientale, o ecologica, innanzitutto), che si confrontano con il concetto di sostenibilità dello sviluppo, cercando di elaborare categorie analitiche adatte a individuare parametri di misurazione e valutazione.
Uno dei punti più controversi di questo dibattito riguarda la questione dei diritti di proprietà sulle risorse, delle forme di accesso e di uso, e conseguentemente quella della regolazione istituzionale. Un’altra grande questione ci pare legata d’altro canto alla definizione stessa del concetto di risorsa, cioè all’acquisizione di una consapevolezza del suo carattere sistemico e multidimensionale, con il relativo superamento del riduzionismo economico neoclassico.
La storia ambientale nasce e si sviluppa negli ultimi decenni del XX secolo in relazione alla “scoperta” dell’ecologia da parte degli storici, pertanto essa manifesta una tendenza spiccata a porre al passato domande che scaturiscono dall’osservazione di problemi del presente. In questo caso, gli autori si interrogano sul problema delle forme di accesso e uso delle risorse naturali nel Mezzogiorno continentale ottocentesco, a partire cioè dalla liberalizzazione delle risorse stesse in seguito all’eversione della feudalità. Si tratta di una fase storica in cui si manifestano in maniera insistente conflitti sociali che ruotano intorno ad entrambe le questioni sollevate: cioè alla definizione dei diritti di proprietà e uso delle risorse naturali, e all’emergere di una nuova visione sociale della categoria di risorsa.
Sulla base di una serie di ricerche sul tema delle acque, interne e marittime, e dei boschi nul territorio meridionale, gli autori provano ad elaborare uno schema interpretativo dei conflitti e delle diverse forme di regolazione istituzionale, interrogandosi sul grado di sostenibilità ecologica e sociale garantito storicamente da ciascuna.