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Introduzione

Coordinatore: E. Scarpellini (Università di Milano)

Una lunga e ormai consolidata storiografia ha da tempo sottolineato la cesura rappresentata dal “miracolo economico” nella storia d’Italia: una lunga onda di crescita che portò il paese nel giro di alcuni decenni nel ristretto gruppo dei paesi più industrializzati (o secondo una definizione di Vera Zamagni, dalla periferia al centro) – basti ricordare gli studi di Crainz, Ginsborg, Scoppola, Vidotto e molti altri. Fu un cambiamento epocale per il paese, che andò ben oltre molte delle riconosciute cesure politiche e militari; e non v’è dubbio che già negli anni ‘50 fosse ben chiaro ai protagonisti di vivere un momento di mutamento eccezionale: esso era molto più di una riuscita ricostruzione seguita alla guerra, era un processo che portava l’Italia dentro la “modernità”. Un processo che alla lunga avrebbe inciso profondamente sulla stessa identità degli italiani e sulla loro autopercezione all’interno della società, al di là delle tradizionali categorie di natura politica.

Il cambiamento (“la grande trasformazione” di Polanyi) avvenne soprattutto dal basso, similmente a quanto avvenuto in altri contesti nazionali; nuove forme di ricchezza e modelli di consumo (in parte originate dall’American way of life, come ha sottolineato Victoria De Grazia) si diffusero rapidamente attraverso una molteplicità di canali, a cominciare dai mass media, ricoprendo un ruolo assolutamente centrale nelle trasformazioni in corso.

Negli ultimi anni la storiografia internazionale ha mostrato un crescente interesse riguardo al tema dei consumi, fornendo analisi molto stimolanti, seppure caratterizzate da una grande eterogeneità. Esse hanno contribuito alla conoscenza storica su un duplice piano. In primo luogo, hanno allargato il campo degli oggetti di indagine, sviluppando approcci nuovi: si pensi agli studi su gender e consumi, all’impatto ambientale dei luoghi del consumo, alla storia degli oggetti di consumo (elettrodomestici, automobili, alimenti), all’evoluzione dei consumi culturali. In secondo luogo, questi studi hanno consentito di osservare dinamiche di lungo periodo e aspetti già molto studiati da una prospettiva diversa, ad esempio valutando il peso delle culture del consumo nella formazione dell’identità nazionale e nelle politiche di appartenenza.

È da registrare perciò molto positivamente l’interesse crescente che anche in Italia si sta sviluppando su questi temi e che ha visto già la pubblicazione di importanti studi, ad esempio sulla dimensione spaziale e urbana, sull’identità di genere e di classe, sulla pubblicità.

Il panel vuole dare conto degli studi in corso lungo queste linee di ricerca aventi per oggetto l’Italia del dopoguerra, che conosce un’evoluzione in parte comune all’area occidentale, in parte segnata da peculiari caratteristiche storiche. In primo luogo saranno analizzati alcuni “nuovi” consumi di massa: in particolare il consumo musicale, centrale nella costruzione di un’identità generazionale, e il consumo turistico, che assume nel secondo dopoguerra caratteristiche specifiche. Quindi sarà affrontato il tema dei consumi in relazione alla costruzione di un’identità di genere e di modelli familiari, sotto una duplice angolazione: i modelli proposti (e i relativi canali di diffusione), nonché gli oggetti e la cultura materiale della vita domestica.