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La percezione dell’antisemitismo fascista da parte dell’ebraismo italiano

I. Nidam-Orvieto (Hebrew University of Jerusalem-Yad Vashem)

Nella memoria collettiva dell’ebraismo il tema della leadership ebraica durante il periodo delle persecuzioni nazi-fasciste rimane una delle questioni piu’ delicate e controverse. Anche il contesto italiano non costituisce un’eccezione. Nella letteratura esistente (sia ricerche storiche che memorialistica) vengono indicate due leadership, distinte dicotomicamente, che guidarono l’ebraismo italiano nel periodo della persecuzione razziale e della shoah (1938-1945). La prima viene caratterizzata dal servilismo verso il regime fascista. Una dirigenza che non poteva rappresentare gli ebrei e i loro interessi, priva di una vera e propria strategia d’azione e che dunque non può essere considerata come un’autentica leadership. La seconda viene descritta come frutto di un cambiamento radicale che fa emergere nuove figure, pronte ad affrontare la realtà discriminatoria con autorevolezza e con rispetto verso la propria identità. La relazione si propone, attraverso un’analisi approfondita delle fonti archivistiche esistenti, di affrontare e analizzare criticamente questa immagine, sottolineando il livello di percezione dell’antisemitismo fascista da parte dell’ebraismo italiano e operando una rivalutazione del ruolo dei due tipi di leadership ebraica.