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La questione agraria globale e l’Italia repubblicana. Nuove ricerche e interpretazioni a confronto

questione agraria

SECONDO INCONTRO. Non di solo gas… Stabilità politica, sicurezza alimentare e commercio internazionale tra ricostruzione e grande trasformazione.

Coordinatori e responsabili del Seminario: Emanuele Bernardi, Giuliana Laschi, Claudia Villani. Seminario SISSCO 2021-2022. 

La guerra in corso in Ucraina sta avendo e avrà importanti effetti a carattere globale nelle relazioni internazionali economiche, finanziarie, commerciali, alimentari. La crisi conferma vieppiù l’esistenza di un regime di interdipendenze; e di quanto economie, territori, agricolture lontane siano interconnesse fra di loro (G. Fabiani, Agricoltura mondo, 2015). Come rilevato dagli osservatori più attenti, quanto sta accadendo in Ucraina – paese importante per la produzione ed esportazione di cereali – condiziona e condizionerà inevitabilmente le politiche commerciali mondiali dei generi alimentari, ponendo un problema di sicurezza, di accesso al cibo e di distribuzione delle materie prime a livello internazionale, investendo direttamente la stabilità dei paesi in via di sviluppo oltre che la qualità delle nostre democrazie (ONU-World Food Programme, 2022). L’emergenza climatica e pandemica prima, e la guerra poi, seguita da programmi accelerati di riarmo, stanno alimentando un articolato dibattito internazionale sui modelli di sviluppo e sul paradigma della produttività rispetto a quello della sostenibilità; e hanno innescato ulteriori riflessioni sul Next Generation UE e sui contenuti della “svolta” ecologica annunciata dal piano europeo.

Alla luce di tali questioni, nel solco di una comparazione possibile con la fase storica successiva alla seconda guerra mondiale, il secondo seminario di ricerca SISSCo vuol tornare a concentrare l’attenzione su come l’Italia abbia affrontato la “questione alimentare” nel suo lungo dopoguerra, abbia costruito le proprie interconnessioni economico-finanziarie, le catene di approvvigionamento, le correnti commerciali e così via, attraversando il primo periodo della guerra fredda alla luce del quadrinomio produttività, consumi, interdipendenza e sicurezza, che fu alla base dell’egemonia americana sull’Europa (P. P. D’Attorre, Nemici per la pelle, 1991).

Il seminario, coniugando politica ed economia in un arco temporale che va dalla fine della II Guerra Mondiale agli anni del boom economico, rifletterà sulle politiche cerealicole, in particolare sull’importanza strategica del grano prima e durante il Piano Marshall, sui nodi commerciali internazionali dell’agro-alimentare (con uno sguardo verso gli Stati Uniti, ma anche verso altri paesi europei ed extraeuropei), sulla politica di sicurezza alimentare – emersa come elemento strutturale delle politiche nazionali e affermatasi nell’ambito della Nato dopo la crisi di Corea del 1950-53 -, sulle campagne come luoghi della Guerra fredda, sia sul piano fattuale che simbolico, come nel caso dell’Unione Contadina Internazionale (IPU).

Coordina: Emanuele Bernardi

PRIMO INCONTRO. Mondi rurali e mitologie contemporanee nell’Italia repubblicana: pratiche e immaginari nella grande trasformazione. Problemi e percorsi di ricerca

Seminario online – Uniba – 27 gennaio 2022 – ore 9,30
Link per la diretta YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Sys6uked6co

Nel Novecento il mondo delle campagne è stato attraversato da una grande trasformazione, forse
la più rapida “accelerazione” verso la modernità che si sia mai verificata, che porta alle soglie del XXI secolo al “sorpasso” della popolazione urbana sulla popolazione ruralemondiale. Anche l’Italia repubblicana vive fino in fondo questa transizione nel complicato dopoguerra, mentre affronta la duplice sfida della democrazia di massa e dell’inserimento nel nuovo ordine internazionale. Come mettono in rilievo numerosi studi, sia i grandi partiti e organizzazioni di massa protagonisti della storia repubblicana, sia il mondo più ampio dei media che anima la cosiddetta “rivoluzione dei consumi e dei costumi”, devono fare i conti con questi mondi rurali. La scommessa consiste nel riuscire a dialogare e mediare con immaginari, costumi, valori, abitudini di lunghissima durata, inserendoli nei processi di modernizzazione. Ricerche recenti ci avvertono inoltre sui caratteri “attivi” della ricezione popolare della “modernità”, sia questa americaneggiante o sovietizzante. Eppure, secondo alcuni, “è [un] mondo contadino, ucronico, che è passato nell’immaginario collettivo, che si è sedimentato semanticamente ed ha stabilito una retorica verbale e ancor più visiva della ruralità, a riprova del fatto che una certezza immaginaria, laddove la realtà costringa su impervi sentieri per scorgerla, ha un potere di stratificazione notevole e duraturo” (Michele Guerra, 2010). Tra certezze immaginarie e cartoline da “Mulino Bianco”, però, qualcosa continua a sfuggire: la grande trasformazione della società italiana richiede di incrociare i tempi lunghi (braudeliani, si potrebbe dire) dell’immaginario collettivo dei mondi rurali italiani, con i tempi più rapidi delle trasformazioni sociali, culturali, antropologiche del secondo dopoguerra. Uno spazio essenziale per comprendere questo incontro è quello delle narrazioni del, sul, per i mondi delle campagne italiane che permeano a vari livelli la vita individuale e collettiva, in forma esplicita ed implicita, in stretto rapporto con le mitologie dei tempi moderni, quei miti a bassa intensità, industrializzati e istituzionalizzati, tipici dell’età contemporanea, di cui parla Ortoleva. Seguendo questa impostazione, potremmo dire che l’oggetto di questo seminario “richiede da un lato che si dia spazio al narrare, perché i miti vanno prima di tutto raccontati per essere capiti, dall’altro che si facciano dialogare tra loro non solo discipline differenti ma anche modi di pensiero differenti, tutti necessari nessuno esaustivo, dalla ricostruzione storica all’analisi dei concetti e delle loro implicazioni, dalla lettura critica di film o romanzi all’osservazione per quanto possibile accurata di fenomeni ed eventi che si stanno manifestando nel tempo stesso in cui si scrive”.

Il seminario, a partire da singoli casi di studio, rifletterà sui nodi interpretativi, sui temi, sulle periodizzazioni, sui percorsi di ricerca possibili, per tornare a indagare la pluralità dei mondi rurali italiani, che è anche pluralità di tempi e modernizzazioni. Verranno indagate, da una parte, le modalità con cui questi mondi hanno elaborato, vissuto, interpretato, mediato culturalmente la transizione, dall’altra, le narrazioni, gli immaginari e gli usi (pubblici, politici, mediatici) che li hanno attraversati,sino alle ultime rielaborazioni dei miti della ruralità, nel contesto della “rivincita delle campagne” (Barberis, 2009) e delle
sfide globali sulla green economy. Ciò consentirà di affrontare criticamente aspetti sinora trascurati della grande trasformazione italiana.

Coordina: Claudia Villani (Università di Bari)

Photo By Federico Respini on Unsplash