Negli ultimi anni si sono moltiplicati i segnali di una certa conflittualità nella produzione di memorie collettive. Diverse società storiche hanno già sottolineato la preoccupante tendenza a “legiferare sul passato” – che ha contraddistinto in tempi recenti diversi consigli regionali con l’istituzione di una “giornata della memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia” – e la frequenza con cui si sceglie di intervenire in modo controverso e spesso divisivo sul patrimonio culturale materiale e immateriale del Paese.
In particolare, esprimiamo preoccupazione per l’attività di “bonifica storica” che, specie in molte realtà del Mezzogiorno, si compie attraverso i cambi di denominazione di vie e piazze, la rimozione di monumenti – basti citare la recente decisione della Camera di Commercio di Napoli di spostare il busto del generale Enrico Cialdini dalla sua originaria collocazione – o le pressioni finalizzate a contendere la titolazione di scuole e biblioteche già dedicate a personalità del Risorgimento. Intendiamo attirare nuovamente l’attenzione sulla natura dei processi decisionali che conducono a simili esiti, spesso consumati in aperta polemica con le forme di conoscenza scientifica del passato e per mezzo della marginalizzazione degli storici.
Intendiamo ancora una volta sottolineare i limiti di una letteratura che finisce essa stessa con il riproporre una visione dicotomica del Risorgimento, a-problematica e semplificatoria, di “buoni” contro “cattivi”, vittime contro carnefici. Continuiamo a credere che il discorso pubblico sulla storia del nostro Paese – e dunque i provvedimenti che esso ispira – debba necessariamente confrontarsi con la storiografia nazionale e internazionale che, negli ultimi decenni, ha in larga parte indagato criticamente il processo di unificazione, decostruendo e rifiutando l’opposizione tra modernità e arretratezza. Si tratta di inserire uomini e scelte nelle sfide della loro epoca, restituendo alla riflessione contemporanea un mondo molto più complesso, articolato e denso di problemi, rispetto alle rappresentazioni forgiate in una discussione pubblica politicizzata e superficiale.
Di conseguenza, come società storiche, confermiamo una volta di più la necessità che i temi controversi, in questo nevralgico ambito della vita collettiva, siano oggetto di una riflessione che coinvolga decisori, opinione pubblica e storici. A tale proposito, le Società promotrici di questo comunicato, rinnovano la loro disponibilità a partecipare ad ogni serio confronto che, a qualunque livello, si dovesse aprire su questioni inerenti la conoscenza del passato e i suoi differenti riflessi nella vita attuale del Paese.
Giunta Centrale per gli Studi Storici
Coordinamento delle Società Storiche
Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea
Società Italiana per la Storia dell’età Moderna
Società Italiana degli Storici Medievisti
Società Italiana delle Storiche
Società Italiana di Storia Internazionale
Consulta Universitaria per la Storia Greca Romana
Associazione Italiana di Public History