L’Istituto per la Memoria Nazionale (IPN) è nato nel 1998 con l’obiettivo di raccogliere e pubblicare il materiale di archivio riguardante la polizia segreta polacca e di condurre indagini sui crimini commessi contro la “Nazione polacca” sia dai dai nazisti sia dai comunisti. Dagli studi iniziali sulle repressioni subite dai polacchi, l’IPN è passato a indagare il ruolo svolto da settori della società polacca nell’amministrazione statale durante il comunismo, la collaborazione con la polizia segreta dei membri dell’opposizione al regime comunista, i casi di crimini contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Le indagini che l’Istituto ha condotto sul “caso Jedwabne” hanno confermato che, nell’estate del 1941, una parte della “Nazione polacca” ha ucciso quasi tutti i “cittadini polacchi di nazionalità ebraica” di un piccolo villaggio alla frontiera orientale del paese.
Questa relazione si propone d’illustrare le contraddizioni di un istituto che è allo stesso tempo “istituzione scientifica” e organismo con “prerogative giudiziare”. Negli ultimi anni l’IPN è divenuto un vero tribunale dell’Inquisizione che epura l’amministrazione, costringe i cittadini a fare pubblica ammenda e destabilizza la scena politica con rivelazioni riguardanti figure di spicco dell’establishment e dell’opposizione.