Lutz Klinkhammer
In Germania, il ruolo degli storici nel giudicare la prospettiva degli sviluppi dello Stato nazionale è cambiato fortemente con la cesura del 1945. Dopo il ’45 prevalse inizialmente uno storicismo addomesticato da un senso di responsabilità politico-morale. Il cambiamento, la rottura di paradigma avvenne con la controversia Fischer. Invece della tesi della catastrofe come accidente della storia nazionale venne creata la tesi della continuità imperialistica dalla prima alla seconda guerra mondiale e l’idea dello sviluppo sbagliato, la tesi del Sonderweg, cioè della storia errata tedesca rispetto alla via delle democrazie occidentali.
L’intervento esamina alcune delle controversie più importanti per l’autodefinizione storica della società tedesca, come nacquero nel 1961 con le tesi di Fritz Fischer, nel 1986/87 con il Historikerstreit, e poi dopo con le tesi di Nolte su nazismo e bolscevismo, nel 1995 con il dibattito sul carattere dell’8 maggio (liberazione o meno), nel 1996/97 con le tesi di Goldhagen e la mostra sui crimini della Wehrmacht. Tutti questi dibattiti ruotano attorno alla valutazione del nazismo. In una seconda parte si propone un paragone con il dibattito italiano su fascismo e storia nazionale.