Area 14 – Scienze politiche e sociali
Coordinatore |
| RENATO MORO |
Titolo della Ricerca |
| GUERRA E PACE DALL’ITALIA GIOLITTIANA ALL’ITALIA REPUBBLICANA: POLITICA ESTERA, CULTURA POLITICA E CORRENTI DELL’OPINIONE PUBBLICA |
Finanziamento assegnato |
| M£ 170 , Euro 87797 |
Rd+Ra |
| M£ 105 , Euro 54227 (dichiarata all’atto della domanda) |
Durata |
| 24 mesi |
Obiettivo della Ricerca |
L’obiettivo di questo progetto è quello di individuare una chiave analitica, percorsa sinora molto parzialmente dagli studi, per la lettura della politica estera italiana intesa non solo nella sua accezione tecnica di attività diplomatica ma come risultante finale di una serie di fattori non solo di carattere materiale, tra i quali ha esercitato un ruolo di particolare importanza una interpretazione ideologica dei temi relativi alla guerra e alla pace. Per quanto sui temi della politica di potenza e del pacifismo siano stati prodotti numerosi studi anche di rilevante valore scientifico, la storiografia italiana non ha ancora affrontato il problema di questo intreccio estendendo l’analisi ad un arco temporale ampio come invece si intende fare con il presente progetto. |
Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo |
Gli studi a livello internazionale (Mosse), hanno cominciato ad esplorare il tema del mito di massa della guerra e del suo rapporto con la politica, mentre i lavori di Wittner hanno approfondito il rapporto tra l’evoluzione del movimento pacifista di massa nei paesi occidentali e le opzioni strategiche legate alle armi nucleari da parte delle grandi potenze. Per quanto riguarda il nostro paese, alcuni anni fa l’esperienza di ricerca su "L’Italia e la politica di potenza" ha ottenuto significativi risultati che debbono tuttavia essere sviluppati e approfonditi sulla base di una modifica del campo di ricerca in alcune direzioni innovative: a) sostituire al precedente arco temporale limitato – sostanzialmente dal 1939 al 1960 – un arco temporale più ampio, esteso a tutto il Novecento, dall’età giolittiana fino ai giorni nostri; b) sostituire ad un taglio comparativo in campo internazionale, essenzialmente volto a verificare se e quanto i concetti della politica di potenza continuassero a influenzare la prassi politica delle principali nazioni europee dopo la seconda guerra mondiale, un’ottica comparativa sul piano concettuale, finalizzata ad analizzare le modificazioni di lungo periodo dell’immagine e delle aspettative condensate attorno ai termini "guerra" e "pace" nella politica internazionale del nostro paese, nella cultura politica e nell’opinione pubblica in rapporto al modo in cui essi vengono percepiti; c) studiare l’incidenza del rapporto guerra-pace non solo sulla formulazione della politica estera nella sua concezione più tradizionale ma più in generale sulla mentalità delle élites, delle classi dirigenti, dei partiti politici e dell’opinione pubblica. Da questo punto di vista il tema della guerra fornisce una delle chiavi di lettura più importanti, tutt’altro che limitato al campo della storia militare: da strumento legittimo e anzi necessario per l’affermazione della propria indipendenza e parità con le altre potenze nel contesto internazionale dell’età liberale, a elemento cruciale nell’ideologia del regime fascista, che intorno ai temi della preparazione militare e delle virtù belliche imposta la sua ossessiva azione di pedagogia e propaganda totalitaria, a mero residuo di un passato da dimenticare in fretta nell’era repubblicana, dove non solo la guerra viene espressamente ripudiata dalla Costituzione, ma tutta quanta la problematica militare e della difesa passa attraverso un lungo processo di delegittimazione che finisce per dare una connotazione negativa persino agli studi sull’argomento. Discorso analogo va fatto dunque anche in ambito coloniale dove l’idea del ricorso alla forza militare subisce una significativa evoluzione dal colonialismo liberale a quello fascista, all’anticolonialismo e poi al terzomondismo. Anche la fortuna culturale dell’europeismo/atlantismo nell’opinione pubblica italiana del secondo dopoguerra va del resto collegata alla diffusa sfiducia che lo Stato-nazione possa continuare a svolgere il ruolo di garante ultimo della sicurezza. Il progetto intende infine avanzare alcune ipotesi anche sul periodo più recente per capire come nel concetto attuale di peacekeeping, o più tecnicamente di operazioni di sostegno alla pace, la classe dirigente e le forze armate abbiano trovato una via che consenta di far assumere nuovamente allo strumento militare un peso rilevante nella formulazione della politica estera italiana. Attraverso un quadro di valori di riferimento improntato al pacifismo, infatti, l’opinione pubblica ha accettato con crescente favore negli ultimi vent’anni una serie di iniziative di natura militare che nei decenni precedenti difficilmente avrebbero riscontrato analogo consenso. |
Criteri di verificabilità |
1) Verifica della corrispondenza tra il progetto di lavoro e di acquisizione di risorse indicato da ogni Unità di ricerca e le iniziative effettivamente assunte. |
2) L’effettivo svolgimento delle ricerche archivistiche può essere controllato verificando i flussi di mobilità del personale impegnato nella ricerca, dimostrati dalla documentazione in possesso dell’amministrazione dei singoli Dipartimenti collegati. |
3) I risultati conseguiti dalla ricerca saranno esposti nel corso di due convegni internazionali. Il criterio di verificabilità consiste nella partecipazione a questi convegni di eventuali revisori. |
4) Esame dei testi in redazione (sia gli atti dei convegni che i singoli risultati della ricerca) per verificare la congruità tra i termini del progetto e l’elaborazione concettuale cui la ricerca perviene. |
Unità di Ricerca
1] Unità di Università degli Studi ROMA TRE |
Responsabile Renato MORO |
Rd+Ra M£ 50 , Euro 25822 (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento M£ 72 , Euro 37184 |
|
Compito |
Il programma dell’unità di ricerca si articola sulla base di tre temi specifici: a) il tema della guerra nel mondo cattolico italiano dall’inizio del secolo al Concilio Vaticano II (Prof. Moro, dott. Bartoloni e Scarantino); b) il ruolo dell’ideologia della guerra nella politica coloniale italiana (Prof. Goglia, dott. Volterra); c) i recentissimi e inediti sviluppi che il tema guerra-pace ha assunto negli ultimi vent’anni in relazione alla operazioni di peace-keeping (Prof. Nuti). Per quanto riguarda lo studio del rapporto guerra-mondo cattolico-politica estera, appare fondamentale il ricorso all’intreccio di una serie di fonti multiple: Atti parlamentari e Atti dei congressi di partito, stampa quotidiana, stampa politica, riviste culturali, pubblicistica. A ciò va aggiunta la ricerca archivistica nell’Archivio Segreto Vaticano per il periodo iniziale fino al termine del pontificato di Benedetto XV, nell’Archivio Centrale dello Stato (specie per quanto riguarda i fondi del Ministero dell’Interno contenenti le relazioni di polizia relative alla percezione di massa del fenomeno guerra nei diversi momenti determinanti), nell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, nell’Archivio dell’Azione Cattolica Italiana, conservato presso il Centro "Paolo VI" a Roma, di diversi archivi privati di personalità laiche ed ecclesiastiche. |
2] Unità di Università degli Studi di FIRENZE |
Responsabile Bruna BAGNATO |
Rd+Ra M£ 15 , Euro 7746 (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento M£ 24 , Euro 12394 |
|
Compito |
L’Unità di ricerca si propone di cogliere le forme in cui il clima della distensione si tradusse negli orientamenti e nella prassi della politica estera italiana in una fase caratterizzata sul piano interno dalla difficile transizione a nuove formule di governo e da un rapido, e spesso caotico, sviluppo economico. |
3] Unità di Università degli Studi di URBINO "Carlo BO" |
Responsabile Massimiliano GUDERZO |
Rd+Ra M£ 26 , Euro 13427 (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento M£ 42 , Euro 21691 |
|
Compito |
Il programma della U.R. si inserisce nel filone interdisciplinare individuato dal titolo della ricerca nazionale, contribuendo ad articolarne e a decentrarne le attività in armonia con l’approccio metodologico scelto dal Coordinatore. L’ambito cronologico della ricerca si colloca infatti non solo sul filo della declassificazione di nuovo materiale d’archivio, ma anche volutamente al centro della grande trasformazione attraversata dalla società italiana negli anni Sessanta, caratterizzata da una revisione faticosa della politica interna ed estera del Paese, a cavallo tra vecchie e nuove aspirazioni della leadership di governo e sensibilità dell’opinione pubblica, in bilico tra tradizione e modernizzazione. Il contesto tematico prescelto, cioè l’intersezione tra europeismo e sicurezza, tra atlantismo, pacifismo e timori di guerra nucleare, tra limiti dello Stato-nazione e antiche ambizioni di politica estera e di difesa, cerca di cogliere al meglio la proposta del programma nazionale, centrato con approccio diacronico sul binomio guerra-pace nelle vicende politiche e culturali italiane, così come nella proiezione esterna del Paese. |
4] Unità di Università degli Studi di ROMA "La Sapienza" |
Responsabile Emilio GENTILE |
Rd+Ra M£ 9 , Euro 4648 (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento M£ 18 , Euro 9296 |
|
Compito |
Con riferimento allo stato della ricerca storiografica sull’argomento e alle tematiche individuate nell’ambito del campo di indagine , l’unità di ricerca ha ritene meritevoli di un approfondito esame alcuni temi in particolare a proposito dei quali ritiene di dover operare come segue: a) esame del fenomeno guerra, nella fase di passaggio fra età giolittiana a fascismo, sotto l’aspetto culturale, sia per quanto riguarda le aspettative palingenetiche e rigenerative nei confronti dell’evento bellico imminente, sia per le conseguenze dello stesso per quanto attiene alla diffusione di forme di nazionalismo radicale, di sacralizzazione della politica, della costruzione di una pedagogia totalitaria della guerra; b) valutazione dell’impatto della brutalizzazione della politica, eredità diretta della violenza della trincea, sull’opinione pubblica, attraverso l’analisi dei contenuti e del linguaggio della stampa d’opinione e di partito c) indagine sulla crescente costruzione di stereotipi di tipo razzistico legati alla progressiva militarizzazione della società e alla diffusione di forme di nazionalismo radicale, (come nel caso di forme di irredentismo trasformate in manifestazioni di odio razziale e xenofobo; c) indagine sui reali rapporti fra mondo militare e guerra, per appurare la reale consistenza della comune convinzione che vuole i militari di professione come portatori di una ideologia decisamente bellicistica; e) esame dell’atteggiamento nei confronti dei due conflitti mondiali da parte delle diverse classi sociali, per coglierne analogie e, soprattutto, le cause delle eventuali differenze, a cominciare dalla borghesia, in relazione al diverso stato d’animo con il quale affrontò la guerra nazionale del 1915-18 e quella "fascista " del 1940-43.; f) esame dell’atteggiamento dell’opinione pubblica italiana di fronte al ripudio della guerra da parte del nuovo Stato repubblicano, al fine di accertare la reale dimensione del consenso ai nuovi ideali di pace e di democrazia. |
5] Unità di Università degli Studi di PAVIA |
Responsabile Marco MUGNAINI |
Rd+Ra M£ 5 , Euro 2582 (dichiarata all’atto della domanda) |
Finanziamento M£ 14 , Euro 7230 |
|
Compito |
Nell’ambito del più generale progetto di ricerca nazionale, il sotto-progetto dell’unità di ricerca pavese si propone di esaminare il binomio guerra-pace, visto soprattutto attraverso il modificarsi delle dinamiche tra Chiesa cattolica, Stato-nazione (soprattutto in Italia, ma anche più in generale in una prospettiva europea), e sistema internazionale. Particolare attenzione verrà accordata allo studio del ruolo progressivamente assunto nel Novecento dalle organizzazioni internazionali: sia come istituzioni preposte alla soluzione dei conflitti e alla salvaguardia della pace, sia come momento di elaborazione di nuovi concetti o strumenti di diplomazia multilaterale. In questo contesto potranno essere studiate anche le dinamiche nuove intercorse tra religione, politica e relazioni internazionali negli ultimi decenni, e oggetto di un ricco dibattito pubblicistico (basti ricordare le teorie di Samuel Huntington e Mark Juergensmeyer, per limitarsi agli autori forse più noti). |