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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
    Oggi

    Anni Cinquanta. Il decennio più lungo del secolo breve

    Auditorium dell\'Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 12 dicembre 2016, alle ore 17.00, presso l’Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, con la collaborazione della Biblioteca di
    storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il monografico 2016 della rivista “Cinema e Storia” Anni Cinquanta. Il decennio più lungo del secolo breve, a cura di Elena Dagrada. Intervengono: Lucilla Albano, Andrea Sangiovanni. Coordina: Claudio Lazzaro.
    Sarà presente la curatrice. In occasione del quinto anniversario della rivista, interverranno anche i
    direttori scientifici Paolo Mattera e Christian Uva
    Nella storia del cinema italiano, gli anni Cinquanta si impongono come il decennio più lungo del secolo breve. Cominciano, infatti, già nel 1948 e si prolungano compatti fino alle soglie del 1960.
    Da un lato, intrecciano la storia del cinema con quella della neonata Repubblica italiana, che vede concretarsi i risultati più significativi del laborioso processo di ricostruzione post-bellica proprio nel 1948, quando la parabola del neorealismo conosce la consacrazione ufficiale e al tempo stesso registra le prime avvisaglie di una crisi destinata a monopolizzare il dibattito critico – e non solo quello – per tutti gli anni Cinquanta. Dall’altro, a fronte di un inizio anticipato così denso e coeso, l’intero decennio procede all’insegna dei complessi scenari della Guerra Fredda, le cui ripercussioni condizionano variamente la politica interna e la gestione politica della cultura. È in questo clima
    rovente che prende avvio il faticoso cammino verso il miracolo economico, accompagnato dalle prime avvisaglie di una modernità nostrana e dall’emancipazione di un pubblico che al neorealismo preferisce da sempre melodrammi, commedie e soprattutto i divi d’oltreoceano. Questo numero di «Cinema e Storia» cerca di restituire la complessità di una stagione culturale che occupa un posto
    centrale nella storia dell’Italia repubblicana, la cui eredità è a ben vedere ancora viva e quanto mai
    attuale.
    Elena Dagrada insegna Teoria e analisi del linguaggio cinematografico e Filmologia presso il Dipartimento
    di Beni Culturali e Ambientali dell\'Università degli Studi di Milano. Tra le sue ultime pubblicazioni si
    ricordano: Le varianti trasparenti. I film con Ingrid Bergman di Roberto Rossellini (2005, 2a ed. accresciuta
    2008), La grande rapina al treno. The Great Train Robbery (Edwin S. Porter, 1903) e la storia del cinema
    (2011), Between the Eye and the World. The Emergence of the Point-of-View Shot (2014).

    Political Audiences. A Reception History of Early Italian Television di Damiano Garofalo

    Auditorium dell\’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 15 dicembre 2016, alle ore 17.00, presso l’Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, la Biblioteca di storia moderna e contemporanea e l\'Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi presentano il volume Political Audiences. A Reception History of Early Italian Television di Damiano Garofalo, Mimesis International, 2016. Intervengono: Romana Andò, Luca Peretti, Peter Sarram. Coordina: Vanessa Roghi.
    Il volume analizza la ricezione popolare della televisione italiana durante gli anni del cosiddetto
    “lungo” miracolo economico (1954-1969). A questo proposito, l’autore si concentra sulla percezione del mezzo televisivo e delle prime trasmissione da parte dei pubblici cattolici e comunisti. L’analisi è stata condotta attraverso una ricerca approfondita di tutti i riferimenti ai consumi televisivi presenti nelle rubriche epistolari dei due principali rotocalchi di quegli anni: il comunista \"Vie Nuove\" e il cattolico \"Famiglia Cristiana\". Attraverso l’analisi dei discorsi collettivi
    che hanno accompagnato l’avvento della televisione in Italia, questo studio riflette sul ruolo di
    mediazione svolto dalla televisione e sul suo impatto nella società italiana a cavallo tra gli anni
    cinquanta e sessanta. La proposta innovativa di questo contributo, pertanto, è di rappresentare un
    primo approdo verso una storia culturale della televisione italiana ancora tutta da scrivere.
    Damiano Garofalo insegna Storia della televisione e dei media presso l’Università di Padova, l’Università di Udine e la Sapienza Università di Roma.

    La fine del comunismo in Europa. Regimi e dissidenze (1956-1989) a cura di Tito Forcellese, Giovanni Franchi, Antonio Macchia

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 19 dicembre 2016, alle ore 17.00, sarà presentato il volume La fine del comunismo in Europa. Regimi e dissidenze (1956-1989) a cura di Tito Forcellese, Giovanni Franchi, Antonio Macchia, Rubbettino, 2016.
    Intervengono: Francesco Bonini, Gabriella Cotta.
    Coordina: Federigo Argentieri.

    Giurisprudenza. Politiche del desiderio ed economia del godimento nell’Italia contemporanea

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 11 gennaio 2017, alle ore 17:00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32 - Roma) si presenta il volume di Luigi Cavallaro Giurisprudenza.
    Politiche del desiderio ed economia del godimento nell'Italia contemporanea, Quodlibet, 2016.
    Intervengono Elettra Deiana, Alexander Höbel
    Coordina Manfredi Alberti.

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    Si può costruire una genealogia dell’Italia del tempo presente a partire da un quadro di Klimt, per giunta andato distrutto nel 1945? La presente ricerca risponde affermativamente e, muovendo dal processo che ha visto un ex premier imputato per concussione e prostituzione minorile, intreccia i discorsi propri della cultura giuridica, della riflessione psicoanalitica e della teoria economica per individuare nella celeberrima raffigurazione della Giurisprudenza del pittore viennese la metafora di un’accusa collettiva nei confronti della peculiare concezione del capitalismo di cui l’ex premier è stato il “grande Altro”: una concezione imperniata sull’indisciplina diffusa e sulla promessa di un eterno godimento e che, affermatasi in risposta alla crisi delle velleità pianificatrici e socialisteggianti dello Stato “garante del benessere”, viene adesso revocata in dubbio dal ritorno dei tradizionali ideali ascetici propri della visione weberiana del capitalismo. Una ricerca che vorrebbe porsi nello stesso solco bizzarro a suo tempo tracciato da Bataille: scrivere un’opera di economia politica che nessuno aspetta, che non risponde ad alcuna domanda che sia già stata formulata e che non potrebbe mai essere scritta se non sottraendosi al sonno delle conoscenze convenzionali.
    Luigi Cavallaro, magistrato presso il Tribunale di Palermo, è autore di saggi di argomento storico, economico e giuridico, tra i quali si richiamano Lo Stato dei diritti. Politica economica e rivoluzione passiva in Occidente (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Vivarium, 2005), Il modello mafioso e la società globale (Manifestolibri, 2004), A cosa serve l’articolo 18 (ivi, 2012). Ha curato la pubblicazione di scritti di D. Hume, K. Marx, J. M. Keynes, R. Hilferding e A. Kollontaj.

    Contributi per una storia delle biblioteche in età contemporanea, di Paolo Traniello

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 17 gennaio 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Contributi per una storia delle biblioteche in età contemporanea di Paolo Traniello, Settegiorni Editore, 2016. Intervengono: Simonetta Buttò, Chiara De Vecchis, Alberto Petrucciani. Coordina: Patrizia Rusciani.

    Il volume raccoglie dodici contributi dell'autore sul tema della biblioteca pubblica in età contemporanea, già apparsi in diverse sedi, salvo uno che è inedito. Il materiale risultante dalla scelta operata per questa pubblicazione è stato organizzato in modo da offrire uno strumento di raccordo atto a leggere in una prospettiva organica, o almeno non frammentaria, i diversi aspetti, vari e anche contradditori, che hanno contrassegnato questa storia nei suoi diversi momenti e in varie aree europee, con particolare riferimento, come è naturale, a quella italiana.

    Paolo Traniello ha insegnato dal 1980 al 2010 Biblioteconomia e Bibliografia nelle Università della Calabria, dell’Aquila e a Roma Tre. Tra le sue pubblicazioni: La biblioteca pubblica: storia di un istituto nell’Europa contemporanea (1997); Storia delle biblioteche in Italia. Dall’Unità ad oggi (2002, 2014).

    Aristocratiche e borghesi da Watteau a Manet, di Alberto Mario Banti

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 18 gennaio 2017, alle ore 17.00, in collaborazione con l'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Eros e virtù. Aristocratiche e borghesi da Watteau a Manet di Alberto Mario Banti, Laterza, 2016. Intervengono: Marina D’Amelia, Vittorio Vidotto. Coordina: Marcello Verga.

    Interi mondi simbolici si aprono dentro lo spazio di una rappresentazione visiva. Banti ci mette davanti a quadri anche assai noti, come quelli di Manet, di Sargent, di Millais, di Velázquez, e ce li fa guardare per la prima volta, svelandoci, da storico, il modo in cui le élites sociali e culturali concepiscono i rapporti di genere, l’amore, la sessualità.
    Watteau e Manet con due loro famosi quadri, L’insegna di Gersaint e Il balcone, ci mettono sotto gli occhi il mutamento fondamentale che ha luogo tra XVIII e XIX secolo nella cultura europea. Nel Settecento le nobildonne godono di molte libertà, sessuali, intellettuali e politiche. Una parte influente della più qualificata cultura d’opposizione (con Jean-Jacques Rousseau in testa) scatena un durissimo attacco contro queste libertà, direttamente collegato all’attacco politico contro i nobili e i sovrani. Il nuovo mondo che esce dall’esperienza della Rivoluzione fa tesoro di questa elaborazione, e di conseguenza mette le donne ‘al loro posto’: ‘angeli del focolare’, chiuse nella loro prigione domestica, questo sono le nipoti ottocentesche delle gentildonne di ancien régime, di cui non hanno più né le libertà sessuali, né quelle intellettuali, né quelle politiche. Per questo si può dire che la nuova società, nata dalla Rivoluzione, non viene costruita tanto senza le donne, ma piuttosto contro le donne. E così, nell’Ottocento borghese, il potere maschile trionfa. È un potere moralisticamente severo. E tuttavia è anche un potere pronto ad abbandonarsi a fantasie di dominio sessuale: è ciò che ci viene documentato dalla pittura di nudo, molto di moda per tutto l’Ottocento, e tutta concentrata sulle nudità di donne giovani e attraenti. A questo inquietante modo di immaginare i rapporti di genere si oppone proprio Manet con Colazione sull’erba, un quadro il cui significato viene decifrato nelle ultime pagine del libro.

    Pietro Secchia rivoluzionario eretico

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 20 gennaio 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Pietro Secchia rivoluzionario eretico. Scritti scelti di Alessandro Barile, Danilo Ruggieri. Presentazione di Paolo De Nardis, Bordeaux, 2016. Intervengono: Vladimiro Giacchè, Alexander Höbel. Coordina: Paolo De Nardis. Saranno presenti gli autori.

    Pietro Secchia, “il dirigente politico più amato dalla base”, ha rappresentato ai massimi livelli il proletariato italiano, con una fedeltà assoluta alla linea del Partito, anche quando non la condivideva. Formatosi nel Biennio Rosso, protagonista della lotta antifascista, ha accompagnato il Pci in tutta la sua fase ascendente del XX secolo e ha chiuso la sua vita come militante internazionalista, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni in contestazione. Il libro ne ripercorre la produzione politica, con una raccolta ragionata e commentata degli interventi più significativi, attraverso i quali osservare l’evoluzione di una lunga stagione in cui la Politica era ancora protagonista e il Partito non era scalabile in pochi mesi.
    Dopo Togliatti, dopo Gramsci, è la volta di Pietro Secchia: continua il recupero, da parte di Bordeaux Edizioni, delle teorie e della prassi politica dei più noti dirigenti comunisti italiani dello scorso secolo. Non per nostalgia, ma per riprendere l’abitudine a pensare la politica, tra un gazebo e l’altro.

    Ad ogni passo. Mise en éspace dai testi di Emma Forconi e Giulio Turchi, a cura di Francesco Suriano

    Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 27 gennaio, alle ore 11.00, presso l'Auditorium dell'Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani, 32, Roma), la Biblioteca di storia moderna e contemporanea e l'Istituto centrale per beni sonori e audiovisivi presentano:
    Ad ogni passo.
    Mise en espace tratta dai testi: Emma. Diario d’amore di un comunista al confino di Giulio Turchi; Se potessi scriverti ogni giorno, a cura di Gioia Turchi Carrara e Gianfranco Porta (Donzelli) e La felicità è la lotta di Emma Turchi
    Interprete: Elisabetta Magnani
    Adattamento: Elisabetta Magnani e Francesco Suriano
    Regia: Francesco Suriano
    Collaborazione: Gioia Turchi Carrara
    Produzione: Associazione Città Cultura e Gitiesse Artisti Riuniti
    Con il patrocinio di: Comune di Impruneta Città metropolitana di Firenze
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    Emma Forconi e Giulio Turchi si conoscono nel 1925 e si sposano nel 1926. Nel 1927 Giulio viene arrestato, condannato a 21 anni di reclusione e comincia a peregrinare per molte carceri e isole di confino d’Italia conoscendo così uno dei lati più duri del regime fascista. Emma, quando possibile, lo segue in questo lungo pellegrinaggio ma la loro relazione sopravvive grazie alle parole: lettere, biglietti, telegrammi, cartoline. Dall’agosto 1943, finalmente insieme, partecipano attivamente alla guerra di Liberazione di Roma che vede Giulio tra i suoi dirigenti. Sono stati così testimoni tra il 1943 e il 1944 anche della persecuzione e deportazione nazista nei confronti degli ebrei di Roma.

    Auditorium - Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi - Palazzo Mattei di Giove
    Via Michelangelo Caetani 32 - Roma

    La riconoscenza della nazione. I reduci italiani fra associazioni e politica (1945-1970)

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 31 gennaio 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La riconoscenza della nazione. I reduci italiani fra associazioni e politica (1945-1970) di Filippo Masina, Le Monnier, 2016. Intervengono: Agostino Bistarelli, Gianluca Fiocco. Sarà presente l’autore.

    Nella fase di transizione tra la guerra e la pace, e negli anni della costituzione e del consolidamento delle istituzioni repubblicano-democratiche, la questione dei reduci rivestì un peso niente affatto trascurabile. Oltre 4,5 milioni di mobilitati, con circa 1,2 milioni di prigionieri: queste le cifre con le quali si dovettero confrontare le istituzioni. Come fu dunque affrontata questa sfida? Come lo Stato perseguì l'inderogabile obiettivo di reinserire nel tessuto economico, lavorativo e sociale, in un rinnovato contesto politico e di cittadinanza, questa massa enorme perlopiù composta di giovani uomini? Quali strumenti legislativi vennero predisposti? Quale fu il ruolo delle associazioni combattentistiche, e dei principali partiti? A questi e ad altri interrogativi si propone di rispondere questo volume, che intende far luce su una delle grandi questioni del dopoguerra italiano, rimasta sinora spesso trascurata dalla storiografia.

    Filippo Masina ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia politica, sociale ed economica dell'Europa moderna e contemporanea presso l'Università di Roma Tor Vergata. È stato borsista presso l'Università degli Studi di Siena, e collabora con vari istituti di ricerca. Si è prevalentemente occupato della tematica del combattentismo, in particolare in relazione al secondo conflitto mondiale, attraverso lo studio della stampa associativa, della legislazione pro reduci, delle complesse questioni sociali ed economiche connesse al reinserimento. Ha inoltre svolto ricerche sulla storia dell'obiezione di coscienza in Italia. Pubblica oggi la sua prima monografia.

    Palmiro Togliatti e il comunismo del Novecento

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 1° febbraio 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Palmiro Togliatti e il comunismo del Novecento, a cura di Alexander Höbel e Salvatore Tinè, Carocci, 2016.
    Intervengono: Giorgio Caredda, Claudio Natoli, Silvio Pons.
    Coordina: Albertina Vittoria.
    Saranno presenti i curatori.

    Leader storico del PCI, teorico della “via italiana al socialismo”, Palmiro Togliatti è stato anche – fino al termine della sua vita – un dirigente di primo piano del movimento comunista internazionale, al quale ha apportato un contributo rilevante e originale che non può essere disgiunto dal ruolo ricoperto nella storia italiana. La sua concezione dell’internazionalismo e del socialismo in Occidente lo colloca dunque tra le figure più interessanti, e ancora da studiare, del comunismo novecentesco.

    Alexander Höbel, assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Napoli “Federico II”, collabora con la Fondazione Gramsci. Responsabile di redazione di “Studi Storici” e membro della redazione romana di “Historia Magistra”, è autore dei libri Il Pci di Luigi Longo (1964-1969) (Napoli 2010) e Luigi Longo, una vita partigiana (1900-1945) (Roma 2013).