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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
    Oggi

    Massoneria e irredentismo. Geografia dell’associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento di Luca Giuseppe Manenti

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 19 ottobre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Massoneria e irredentismo. Geografia dell’associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento di Luca Giuseppe Manenti, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, 2015.
    Intervengono: Anna Maria Isastia, Antonio Trampus. Coordina: Rita Tolomeo.
    Sarà presente l’autore.
    Sulla scorta di una grande quantità di fonti recuperate nei principali archivi della penisola, questo studio offre un'esauriente mappatura del movimento irredentista tra Otto e Novecento, soffermandosi in particolare sui nessi allacciati dai patrioti con il Grande Oriente d'Italia. L'analisi del Circolo Garibaldi di Trieste restituisce la complessa rete di rapporti tra logge, comitati di reduci, leghe lavorative, società ginniche e di cremazione che strutturò lo spazio associativo del Regno.
    L'obiettivo di completare il Risorgimento con la conquista di Trento e Trieste funse da collante
    ideologico per gruppi eterogenei e individui di diversi orientamenti politici, cui la massoneria fornì
    basi logistiche, aiuti economici e una piattaforma valoriale di condivisione. Italiani e fuorusciti
    giuliani costituirono le tessere di questo intricato mosaico, scrupolosamente ricostruito nei suoi
    aspetti sociali, politici e culturali.
    Luca Giuseppe Manenti ha conseguito il dottorato in storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste. Svolge attività di ricerca sui temi dell’associazionismo, della massoneria e del
    nazionalismo nel contesto dell’Italia moderna. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Tra azione politica e cultura esoterica. Massoneria e società segrete nell’Italia dell’800, in “Prometeo”, n. 127, 2014, pp. 92-101; Massoneria e società occulte a Trieste tra XVIII e XX secolo, in All’Oriente d’Italia. Le fondamenta segrete del rapporto fra Stato e Massoneria, a cura di M. Rizzardini, A. Vento, Rubbettino, 2013, pp. 227-257; Massoneria italiana, ebraismo e movimento dei Giovani
    Turchi, in “Rassegna Mensile di Israel”, n. 3, 2012, pp. 161-175.

    Casa Savoia e Curia romana dal Cinquecento al Risorgimento a cura di Jean-François Chauvard, Andrea Merlotti, Maria Antonietta Visceglia

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 28 ottobre 2016, alle ore 17.00, in collaborazione con l’École française de Rome, l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea e La
    Venaria Reale, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Casa
    Savoia e Curia romana dal Cinquecento al Risorgimento a cura di Jean-François Chauvard, Andrea Merlotti, Maria Antonietta Visceglia, École française de Rome, 2015. Intervengono: Catherine Brice, Pier Paolo Piergentili, Stefano Tabacchi. Coordina: Marcello Verga.
    A differenza di dinastie italiane più recenti – come Medici e Farnese – i Savoia non cercarono mai, o forse non riuscirono, a esser protagonisti nelle complesse dinamiche della politica della curia romana: non a caso, con un’unica importante eccezione, dalle loro fila non uscirono cardinali. Furono, invece, attentissimi a non rinunciare mai al diritto, ottenuto nel Medioevo, di nominare i vescovi e gli abati residenti nei propri Stati, non esitando a sostenere lunghi ed aspri scontri con i pontefici che lo misero in discussione. Anche la Regia Cappella di corte fu un importante terreno di
    definizione delle prerogative della corte – e dello Stato – rispetto a quelle del clero. La politica giurisdizionalista posta in esser dei Savoia fra Cinque e Settecento non mise mai in discussione l’adesione dei Savoia alle pratiche del cattolicesimo tridentino, così come non impedì alla dinastia di costruire intorno al sacro alcuni dei più importanti elementi della propria immagine: si pensi al culto della Sindone, del beato Amedeo e di San Maurizio con i martiri della legione tebea. Il volume ripercorre queste e altre tematiche dal Cinquecento all’età contemporanea, cogliendone i forti
    elementi di continuità e ponendole sullo scenario italiano ed europeo che fu loro proprio.

    Il manuale del perfetto carcerato, di Giacinto Menotti Serrati

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 9 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume di Giacinto Menotti Serrati, Il manuale del perfetto carcerato.
    A cura di Luigi Scoppola Iacopini, Castelvecchi, 2016. Intervengono: Marco Gervasoni, Andrea Guiso, Elena Papadia. Coordina: Alessandra Scaccia. Sarà
    presente il curatore.
    «Il mio arresto era stato un’infamia. Ed io ero un martire. Tuttavia, in fin dei conti, ringraziavo quei
    porci, benedivo quell’infamia ed il martirio mi pareva lievissimo, poiché avevo così avuto occasione di essere a contatto col carcere e coi suoi abitatori»
    La testimonianza diretta, coinvolgente e intensa della vita carceraria nell’Italia liberale e prefascista,
    scritta da uno dei più combattivi esponenti del socialismo europeo. Arrestato due volte tra
    il 1893 e il 1896, Serrati racconta fin nei minimi particolari la condizione dei reclusi nelle prigioni
    del Regno, senza risparmiare nessun dettaglio sull’abbrutimento fisico e psicologico a cui venne
    sottoposto. Dalla descrizione dell’architettura carceraria al misero regime alimentare, fino alle
    disastrose condizioni igieniche, Serrati apre uno squarcio inquietante su un aspetto poco indagato
    dell’Italia post-risorgimentale, elaborando una critica del regime carcerario che ancora oggi, purtroppo, conferma la sua amara attualità.
    Giacinto Menotti Serrati (Spotorno, 1872 – Asso, 1926). Politico e giornalista, sostenitore del socialismo
    fin da giovanissimo, viene arrestato sotto i governi di Crispi nel 1893 e nel 1896 per reati di opinione.
    Emigrato all’estero, vive tra gli Stati Uniti e la Svizzera, per poi tornare in Italia nel 1911. Divenuto membro della Direzione del Partito socialista nelle file della corrente maggioritaria degli intransigenti, dirige
    l’«Avanti!» dal 1914 al 1922. Su posizioni internazionaliste durante la Grande Guerra, si schiera a favore della Rivoluzione bolscevica e nel 1919 è tra gli esponenti di spicco dell’ala massimalista del Psi. Nel 1924 aderisce insieme ad altri compagni di partito al Pcd’I.

    Public History. A Textbook of Practice, di Thomas Cauvin

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 15 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà
    presentato il volume Public History. A Textbook of Practice di Thomas Cauvin, Routeldge, 2016.
    Intervengono: Paolo Bertella Farnetti, Agostino Bistarelli, Chiara Ottaviano.
    Coordina: Marco De Nicolò. Sarà presente l’autore

    Il volume è una guida per le numerose sfide che gli storici affrontano quando insegnano,apprendono, e praticano la Public History. Gli storici possono giocare un ruolo attivo e fondamentale per contribuire alla pubblica comprensione del passato, e coloro che operano nella conservazione storica, nei musei e negli archivi, nelle agenzie governative, nell’area dell’industria
    dei contenuti e dei mass media come consulenti, come storici orali, o come responsabili di progetti
    di crowdsourcing, necessitano di competenze specifiche. Questo libro unisce teoria e pratica e fornisce a studenti e professionisti gli strumenti per praticare la public history in un’ampia gamma di contesti. Il testo approfondisce questioni chiave come partecipazione pubblica, strumenti e mezzi digitali, e l’internazionalizzazione della public history. La prima parte si concentra sulle fonti per la public history, e offre una panoramica su creazione, raccolta, gestione e conservazione dei materiali (archivi, cultura materiale, storie orali, sorgenti digitali). I capitoli trattano siti e istituzioni come archivi e musei, edifici storici e monumenti, e pratiche come la gestione delle raccolte, la conservazione (di archivi cartacei, oggetti, beni audiovisivi, edifici, siti storici e paesaggistici), la
    storia orale, e la genealogia. La seconda parte esamina i diversi modi con cui i professionisti della public history possono produrre narrazioni storiche, attraverso mostre, mezzi audiovisivi, testi e strumenti digitali. L’ultima parte esplora le sfide e gli aspetti etici del lavoro a contatto con differenti comunità ed istituzioni. Il libro, sia come corso metodologico che come risorsa per la pratica della public history, getta le basi per una comunicazione proficua tra fonti storiche e grande
    pubblico.
    Thomas Cauvin insegna Storia alla University of Louisiana di Lafayette.

    Deposito bagagli. Diario di viaggio verso la notte, di Luigi Fenizi

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 17 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà
    presentato il volume Deposito bagagli. Diario di viaggio verso la notte di Luigi Fenizi, Scienze e Lettere, 2016. Intervengono: Giuseppe Averardi, Roberto Cipriani, Mauro Contili, Franco Ferrarotti. Coordina: Fabrizio Federici. Sarà presente l’autore.
    (…) “Deposito bagagli” di Luigi Fenizi, funzionario del Senato, consigliere parlamentare, e saggista già collaboratore di storiche testate di area riformista non è solo un’ autobiografia, nettamente divisa in un “prima” e in un “dopo” (evento spartiacque, la grave malattia che nel 1991 ha colpito l’ Autore, limitando fortemente le sue capacità deambulatorie e le sue facoltà di relazione con gli altri). Ma è anche una riflessione complessiva appunto sui grandi temi dell’ esistenza: il
    rapporto vita-morte, la ricerca di Dio, fatta in chiave razionale e, al tempo stesso, cristiana libertaria
    (essenziale per resistere appunto alla malattia), il lascito spirituale che trasmettiamo ai nostri cari e,
    più in generale, al mondo. Riflessione in chiave sempre profonda e, al tempo stesso, leggera e autoironica (…). (f.f.)
    Luigi Fenizi dal 1974 al 2009 è stato consigliere parlamentare del Senato. Autore di numerosi saggi
    di carattere storico e politico, ha collaborato con giornali e riviste, da l' "Avanti!" a "L'Astrolabio",
    da "Tempo Presente" a "Nuovi Studi Politici" e "MondOperaio". In particolare ha studiato la figura
    e l'opera di Ignazio Silone, ed è stato Vice Presidente della Fondazione omonima. Tra le sue pubblicazioni: Il secolo crudele. Dialoghi sulla violenza di massa nel Novecento (1999), Icaro è caduto. Parabola storica dell'utopia moderna (2003), La condizione assurda. Albert Camus, il Male e io (2005), Lo specchio infranto. Sguardi, metafore, enigmi (2008), Varlam Šalamov. Storia
    di un colpevole d'innocenza (2012).

    Le procès de la liberté. Une histoire souterraine du XIXe siècle en France, di Michèle Riot-Sarcey

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 18 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in
    collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea,sarà presentato il volume Le procès de la liberté. Une histoire souterraine du XIXe
    siècle en France di Michèle Riot-Sarcey, Editions de la découverte, 2016.
    Intervengono: Francesco Benigno, Marco Fioravanti, Igor Mineo. Sarà presente l’autrice.
    In quest'opera, Michèle Riot-Sarcey fa rivivere le idee di libertà sorte nel corso delle esperienze operaie e delle rivoluzioni sociali del XIX secolo francese. Idee largamente dimenticate in seguito: minoritarie e utopiche, incomprese alla loro epoca, sono state maltrattate dalla storiografia dominante. Tuttavia la loro attualità si impone oggi, quando l'idea di libertà individuale si è disgiunta da quella collettiva e ridotta a liberalismo e individualismo.
    Questo passato irrealizzato è qui rivisitato a partire dalle sue molteplici tracce: pubblicazioni politiche, archivi, romanzi, poesie, quadri, ecc. Con un respiro particolare l'autrice restituisce il sorprendente percorso della vita di donne e uomini del popolo così numeroso da imporsi nel cammino della rivolta, rivelando in tal modo le modalità sconosciute dalla cancellazione di questa storia. Come il ruolo delle idee del “socialista” Henri de Saint-Simon che influenzò così tanto gli attori politici dell'epoca, prima di ritrovarsi nel cuore del progetto capitalistico e industriale del
    Secondo Impero. O ancora quello di Victor Hugo, di cui l'immenso successo dei Miserabili contribuì all'oblio dello spirito di libertà che aveva caratterizzato le insurrezioni del 1830 e del 1848. Questo affresco audace, tanto emozionante nella lettura quanto notevolmente documentato, dimostra la pertinenza del pensiero di Walter Benjamin sulla necessità di “far esplodere le
    continuità storiche”. E ci invita a capire diversamente i simboli oggi in rovina del XIX secolo: filosofia del progresso, controllo dell'ordine sociale, “missione civilizzatrice” della repubblica coloniale... Per liberare la modernità creatrice dalla modernità devastatrice, questo libro intende anche porre sotto una nuova luce i sogni del passato, la cui attualità prende nuovo senso nel presente, nella ricerca di un avvenire radicalmente altro.
    Michèle Riot-Sarcey è docente emerita di Storia contemporanea e di Storia di genere all’università ParisVIII-Saint-Denis. Tra le sue pubblicazioni: La Démocratie à l’épreuve des femmes. Trois figures critiques du pouvoir, 1830-1848 (Désirée Véret, Jeanne Deroin, Eugénie Ni-boyet) (1994), Le Réel de l’utopie (1998), Histoire du féminisme (2002, 2015), 1848, la révolution oubliée (con Maurizio Gribaudi, 2008, 2009).

    Gabriele Galantara. La missione della caricatura nella storia e nell’arte

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 22 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Gabriele Galantara. La missione della caricatura nella storia e nell’arte a cura di Fabio Santilli, Centro studi Gabriele Galantara, 2016.
    Intervengono: Dino Aloi, Lorenzo Benadusi, Paolo Brogi. Coordina: Maria Pia Critelli. Sarà presente il curatore.
    La figura di Gabriele Galantara, uno dei massimi esponenti della caricatura satirica italiana, pittore e creatore di intramontabili modelli conografici, nella sua attività di artista, giornalista e attivista politico che gli valse la persecuzione da parte dei governi autoritari della fine del XIX secolo e del fascismo, con un'analisi storica del periodico romano "Marc'Aurelio" e una monografia inedita di Gec (Enrico Gianeri) dedicata a Galantara.
    Prefazione di Melanton (Antonio Mele). Scritti di: Dino Aloi, Fabiana De Bellis, Giovanni Galantara, Giorgio Galeazzi, Gec (Enrico Gianeri) Donata Gianeri, Paola Pallottino, Fabio Santilli, Valerio Zandonà.
    Fabio Santilli, Presidente del Centro Studi Gabriele Galantara, è autore e curatore di numerosi libri sulla caricatura e la satira nel loro rapporto con le vicende storiche.

    L’Europa corporativa. Una storia transnazionale tra le due guerre mondiali

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 24 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà
    presentato il volume L’Europa corporativa. Una storia transnazionale tra le due guerre mondiali di Matteo Pasetti, Bononia University Press, 2016. Intervengono:
    Lucia Ceci, Giuseppe Parlato. Coordina: Alessio Gagliardi. Sarà presente l’autore.
    Nella cultura politica europea del Novecento, il periodo tra le due guerre mondiali fu connotato anche dalla riscoperta del corporativismo come possibile soluzione per alcuni problemi cruciali della moderna società di massa: l’organizzazione sindacale dei lavoratori e la conflittualità di classe; lo sviluppo economico e la gestione tecnocratica del sistema produttivo; la sfi ducia nella democrazia liberale e lo spettro della rivoluzione comunista. Fin dall’ascesa al potere di Mussolini, ambienti intellettuali e forze politiche di varia nazionalità ed eterogenea ispirazione ideologica
    iniziarono a guardare con attenzione al laboratorio corporativo fascista, che nella seconda metà degli anni Venti inaugurò un inedito sistema di rappresentanza degli interessi e di disciplina dei rapporti di lavoro. L’Italia fascista divenne così il luogo d’origine di un nuovo modello di corporativismo, destinato a influenzare sia il dibattito politico, giuridico ed economico, sia analoghi esperimenti legislativi messi in atto in altri regimi. Basato su un’ampia letteratura europea, il libro
    ricostruisce la circolazione transnazionale di questo modello, seguendone l’evoluzione e descrivendone gli esiti, al fine di collocare l’esperienza fascista in un quadro storico caratterizzato dalla generale tendenza a una crescente istituzionalizzazione dei rapporti tra economia, società e stato.
    Matteo Pasetti svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. Studioso di storia del fascismo e dei movimenti politici e sindacali, è autore di varie pubblicazioni e dei libri Tra classe e nazione. Rappresentazioni e organizzazione del movimento nazional- sindacalista, 1918-1922 (2008) e Storia dei fascismi in Europa (2009). Ha inoltre curato i volumi Progetti corporativi tra le due guerre mondiali (2006), Tra due crisi.
    Urbanizzazione, mutamenti sociali e cultura di massa tra gli anni Trenta e gli anni Settanta (2013) e 1943. Guerra e società (con L. Alessandrini, 2015).

    Donne della Repubblica

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 30 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Donne della Repubblica di Paola Cioni, Eliana Di Caro, Elena Doni, Claudia Galimberti, Lia Levi, Maria Serena Palieri, Francesca Sancin, Cristiana Di San Marzano, Federica Tagliaventi, Chiara Valentini. Introduzione di Dacia Maraini, il Mulino, 2016. Intervengono: Lia Levi, Maria Serena Palieri, Chiara Valentini. Coordina: Rosanna De Longis.

    Ricordiamoci che la storia la raccontano sempre i vincitori. Ed è quella che rimane a testimonianza del passato. Vogliamo farci anche noi narratrici della nostra storia, per ricordare che oltre ai molti coraggiosi e valenti uomini italiani, ci sono state tante donne che hanno contribuito profondamente ai migliori cambiamenti del nostro Paese? (Dacia Maraini)

    Il 2 giugno 1946 si tennero le prime elezioni politiche per le quali votarono anche le donne. Un passaggio che segna l’affermazione di un nuovo protagonismo femminile nella società italiana. A restituirci la portata simbolica e politica di quella conquista, quattordici biografie esemplari di donne che con diversi talenti, in vari campi, hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l’immagine della donna. Non solo le politiche, che fin dai tempi del fascismo si erano battute per la democrazia, come Camilla Ravera, Teresa Noce, Lina Merlin, o le donne della resistenza, Tina Anselmi, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Marisa Ombra, Ada Gobetti, ma anche scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialente, Renata Viganò, un’attrice come Anna Magnani, la famosa sarta Biki, e la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi.

    Le autrici del volume fanno parte di Controparola, un gruppo di giornaliste e scrittrici nato nel 1992 per iniziativa di Dacia Maraini. Come opere collettive per il Mulino hanno pubblicato anche Donne del Risorgimento (2011) e Donne nella Grande Guerra (2014). Per altri editori: Piccole italiane (Anabasi, 1994), Il Novecento delle italiane (Editori Riuniti, 2001), Amorosi assassini (Laterza, 2008).

    Rosanna De Longis ha diretto la Biblioteca di storia moderna e contemporanea. Socia fondatrice della Società italiana delle storiche, ne è stata presidente nel triennio 2006-2008.

    Lia Levi, giornalista e sceneggiatrice, è autrice di romanzi per adulti e per ragazzi.

    Maria Serena Palieri, giornalista e saggista, ha scritto per “l’Unità”, l’“Espresso”, “Marie Claire”.

    Chiara Valentini, giornalista e saggista, collabora con l’“Espresso”.

    Storia di Zara. Dalle origini ai giorni nostri di Lucio Toth

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 2 dicembre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà
    presentato il volume Storia di Zara. Dalle origini ai giorni nostri di Lucio Toth, Edizioni Biblioteca dell’immagine, 2016. Intervengono: Ester Capuzzo, Rita
    Tolomeo. Coordina: Andreas Gottsmann.
    Ogni tanto il nome di Zara riappare nei giornali e la sua storia è oggetto di studi e di ricerche nelle Università, non solo italiane o croate. Parlando della Dalmazia, si deve ricordare per forza la sua città più antica e contesa, che ne è stata capoluogo, o modesta capitale di un regno mai esistito se non sulla carta. Perché nella realtà storica, dopo Roma e Bisanzio, è stato dominio della Corona d'Ungheria, della Repubblica Veneta, degli imperi napoleonico e Austro-Ungarico, malgrado la
    corona regale inalberata sul suo stemma con i tre leopardi in campo azzurro. In origine il campo era
    rosso. Fu Venezia a volerne cambiare il colore per non confonderlo con la porpora del gonfalone della Serenissima. Città importante da essere contesa nei secoli da potenze continentali e marittime: gli Imperi romano e bizantino, quello carolingio, il Regno croato e ungherese, gli Angiò di Napoli, gli Imperi di Napoleone e degli Asburgo, l'Italia unita e la ex Iugoslavia. E prima fra tutte la Repubblica di San Marco, che di questa Zara non sapeva fare a meno. C'è una marea nelle cose umane per usare le parole di Shakespeare - che ha i suoi flussi misteriosi e gioca con il destino di uomini e comunità. E di questa antica comunità, la liburnica Idassa, la romana Iadera, la bizantina Diadora, l'italiana e veneta Zara, la croata Zadar, si racconta in questo libro.