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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
    Oggi

    Fumo. Italy’s Love Affair with the Cigarette, di Carl Ipsen

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 18 maggio 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Fumo. Italy’s Love Affair with the Cigarette di Carl Ipsen, Stanford University Press, 2016. Ne parla con l’autore: Vanessa Roghi. Coordina: Patrizia Rusciani.

    Per oltre un secolo, l'Italia ha avuto un love affair con la sigaretta. Forse nessun bene di consumo ha simboleggiato meglio aspetti economici, dimensioni politiche, sociali e culturali della storia italiana contemporanea. Per gran parte del XX secolo, il consumo di sigarette è stato un indice di benessere economico e di modernità. Solo alla fine del secolo l’Italia, raggiunta la parità economica con le altre potenze occidentali, è entrata nell’era antifumo.
    Basandosi su cinema, letteratura, e stampa popolare, Carl Ipsen offre un panorama del "secolo della sigaretta" in Italia, dal 1870 fino ad arrivare al divieto di fumo nei luoghi pubblici nel 2005, individuando collegamenti tra fumo e imperialismo, guerre mondiali, fascismo e movimenti di protesta degli anni 1970.

    Indice: Introduction: First Puff; 1 Toscano: Smoking in Italy before World War I; 2 Macedonia: Smoking between the Wars; 3 Eva: Women and Smoking before World War II; 4 Nazionali: Smoking and Poverty in Postwar Italy; 5 Camels: Women, Sex, and Americane in the Postwar Decades; 6 Me ne frego: Smoking and Risk; 7 MS: Men, Women, and Smoking in the Era of Collective Action; 8 Marlboro Light: The Antismoking Era in Italy; 9 Pall Mall: Contraband and Privatization; Epilogue: Cicca; Appendix: 2006 Expert Report; Notes; Bibliography

    Carl Ipsen è professore presso il Dipartimento di Storia dell'Indiana University. I suoi campi di ricerca sono focalizzati in particolare sulla storia d’Italia e d’Europa del XIX e XX secolo. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Italy in the Age of Pinocchio: Children and Danger in the Liberal Era (2006) and Dictating Demography: The Problem of Population in Fascist Italy (1996).

    Il movimento del 1977 in Italia, di Luca Falciola

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 19 maggio 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e
    contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Il movimento del 1977 in Italia di Luca Falciola, Carocci,
    2016. Intervengono: Giovanni Mario Ceci, Alessio Gagliardi, Guido Panvini.
    Coordina: Ermanno Taviani. Sarà presente l’autore.
    In tutto il mondo l’esperienza del Sessantotto si è esaurita entro la prima metà degli anni Settanta, di
    fronte al tramonto delle ideologie e al riflusso nel privato. Invece in Italia, nel 1977, una
    generazione di militanti di sinistra ha creduto ancora nella possibilità di una rivoluzione e ha messo
    in atto un estremo tentativo di sovvertire la società. Ne è scaturito un movimento in bilico tra
    l’esaltazione e il superamento della politica, aperto a spericolate contaminazioni culturali e capace
    di audaci sperimentazioni creative, ma anche indissolubilmente legato a dottrine e pratiche violente,
    tanto da inaugurare la fase più buia degli “anni di piombo”. Il movimento del ’77 attende ancora
    un’analisi sistematica, oltre a lasciare aperti interrogativi che sono ineludibili per capire e
    finalmente storicizzare gli anni Settanta. Il volume ricostruisce – per la prima volta con rigore
    scientifico e sulla base di un’imponente ricerca archivistica e documentaria – il contesto di crisi nel
    quale maturò questo ciclo di protesta, i riferimenti intellettuali che ispirarono la mobilitazione, la
    visione del mondo e le rivendicazioni dei contestatori, gli schemi interpretativi che favorirono
    l’escalation violenta, la reazione delle istituzioni e la dialettica tra movimento e organizzazioni
    armate clandestine.
    Luca Falciola è assegnista di ricerca in Storia delle istituzioni politiche presso l’Università Cattolica di
    Milano. Ha ottenuto un dottorato in Storia (Università Cattolica-Sciences Po Paris), è stato Post-doctoral
    Fellow alla Yale University (Program on Order, Conflict, and Violence) ed è stato Visiting Fellow alla
    Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University. Le sue ricerche indagano fenomeni di
    contestazione, violenza politica e terrorismo.

    A scuola di dissenso. Storie di resistenza al confino di polizia (1926-43), di Ilaria Poerio

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 26 maggio 2016, alle ore 17.0, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume A scuola di dissenso. Storie di resistenza al confino di polizia (1926-43) di Ilaria Poerio, Carocci, 2016. Intervengono: Alexander Höbel, Alessandra Gissi, Fiamma Lussana. Sarà presente l’autrice.

    Quando il fascismo si voleva liberare di persone sospette, ma sulle quali non esistevano accuse formali, applicava la legge del confino. Tra il 1926 e il 1943 furono circa 15.000 gli italiani condannati al confino di polizia, tra loro diverse migliaia di antifascisti. I più pericolosi venivano relegati nelle isole. Costretti all'immobilità dal regime, gli antifascisti cercavano strumenti per restare fermi ma non inerti. Nelle colonie di confino si istituirono mense e biblioteche, scuole e cooperative: si studiava, si leggeva, si discuteva, si elaboravano documenti, come nel più animato dei congressi politici. Mentre nel resto del paese gli spazi di libertà si restringevano fino a scomparire, nelle isole di confino si andava a chiedere consiglio, si portavano notizie e informazioni, che venivano studiate, vagliate, confrontate e integrate le une con le altre, vanificando così l'essenza stessa della punizione che il regime aveva voluto dare. Per una generazione intera di antifascisti, il confino rappresentò una tappa cruciale nella costruzione di sé. Il loro agire sarà anche, almeno simbolicamente, premessa per l'edificazione della Repubblica.

    Ilaria Poerio è dottore di ricerca in Italian Studies presso l’Università di Reading (Regno Unito). Si interessa di storia dell’Italia e dell’Europa contemporanea. Ha pubblicato: Vento del Sud. Gli antifascisti meridionali nella guerra di Spagna (con Vania Sapere, Istituto Ugo Arcuri, 2007) e Postcards from Italy. Vent’anni di berlusconismo sulla stampa britannica (Clueb, 2013).

    Marco Minghetti. Il liberalismo e l’Europa, di Raffaella Gherardi

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 10 giugno 2016, alle ore 17.00, in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, presso la Biblioteca di storia
    moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Marco Minghetti. Il liberalismo e l’Europa di
    Raffaella Gherardi, Morcelliana, 2015. Intervengono: Raffaele Romanelli, Romano Ugolini. Coordina: Marcello Verga.
    Marco Minghetti (1818-1886) fu uno dei principali teorici, in Italia e in Europa, del pensiero
    politico liberale e, allo stesso tempo, eminente statista della Destra storica: più volte Ministro e
    Presidente del Consiglio, legò il suo nome a tappe salienti della politica nazionale quali la
    Convenzione di settembre, l’avvio dell’inchiesta industriale e dell’inchiesta agraria, la revisione dei
    trattati commerciali, il raggiungimento del pareggio di bilancio. Raffaella Gherardi ne ripercorre qui
    non solo gli scritti, ma anche i discorsi parlamentari ed extraparlamentari, attingendo a documenti spesso non facilmente reperibili: emerge il ritratto a tutto tondo di una personalità attenta a sfuggire gli opposti rischi di una scienza della politica disancorata dalla prassi e di un’azione politica meramente empirica e contingente.
    Si manifestano inoltre temi ancora oggi rilevanti: il rapporto fra economia, morale e diritto; le relazioni tra Stato e Chiesa; le ingerenze dei partiti politici nella giustizia e nell’amministrazione.
    Anche di fronte alla politica del presente l’opera di Minghetti non ha perso centralità, elevandolo a
    classico della politica italiana ed europea, in grado di parlare a tempi che vanno ben oltre quelli che
    egli ha vissuto.
    Raffaella Gherardi insegna Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna e fa parte della
    Giunta centrale per gli studi storici. Di Marco Minghetti ha curato: Scritti politici (Roma 1986); Le
    donne, la Maddalena, le Madonne. Scritti sull’arte moderna di Marco Minghetti (Bologna 2010) e
    Il cittadino e lo Stato (Brescia 2011).

    La primavera della Repubblica. Roma 1849, la città e il mondo, di Giuseppe Monsagrati

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 14 giugno 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La primavera della Repubblica. Roma 1849, la città e il mondo di Giuseppe Monsagrati, La lepre, 2016. Intervengono: Giovanna Capitelli, Daniela Felisini, Francesco Guida.

    Pur affrontando un tema tra i più esplorati dalla storiografia degli ultimi anni, questa agile sintesi presenta la storia della Repubblica romana del 1849 sotto una prospettiva che, senza escludere l’intento narrativo, mette a fuoco alcuni aspetti trascurati in passato. Il punto di partenza dell’autore è infatti una domanda: perché la Repubblica a Roma, ossia come è potuto avvenire che una istituzione come quella repubblicana abbia trovato, sia pure per pochi mesi, un terreno propizio in una città che due millenni di papato avevano reso apparentemente estranea alle idee della democrazia rappresentativa?
    In una analisi che coniuga il rigore della ricerca storica con la scorrevolezza della scrittura, la risposta a questa domanda viene cercata nel rapporto tenace tra la città (la storia, i luoghi, la memoria) e il carattere dei suoi abitanti, e, per altro verso, nel rapporto altrettanto significativo tra Roma e la proiezione della sua immagine antica e moderna all\'esterno. Senza trascurare la politica e le sue effimere fortune, la spiegazione che l’autore ci offre affonda le radici, più che nell’ideologia nazionale, nello spirito di una popolazione meno passiva di quanto fosse generalmente ritenuta e comunque talmente orgogliosa della propria storia da contribuire a scriverne un altro capitolo.

    Fronte Montenegro. L’occupazione militare italiana 1941-1943, di Federico Goddi

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 15 giugno 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Fronte Montenegro. L’occupazione militare italiana 1941-1943 di Federico Goddi, Leg edizioni, 2016. Intervengono: Andrea Carteny, Lutz Klinkhammer, Amedeo Osti Guerrazzi. Sarà presente l’autore.

    Un fronte della guerra italiana oggi dimenticato, un sistema di un'occupazione militare sinora ignorato dagli studi. Eppure l'Italia fascista Iin Montenegro fra 1941 e 1943 sperimentò l'antiguerriglia come non fece altrove nei Balcani durante tutto il secondo conflitto mondiale. Nel quadro della guerra fascista il controllo di quel territorio - incastonato fra la Serbia occupata dai nazisti, lo Stato indipendente croato e l'Albania occupata dall'Italia fascista - rappresentava uno snodo importante. Inoltre il pur piccolo Montenegro offriva agli occupanti risorse economiche cui l'Italia fascista guardava con attenzione. C'era però un problema: i montenegrini mal sopportavano il dominio italiano e nelle montagne della loro regione venne a nascondersi, e ad operare, il cuore della resistenza antifascista e antinazista di tutta la Jugoslavia, compreso Josip Broz Tito. Federico Goddi ricostruisce tutto questo grazie ad un'assai ampia ricerca, dragando i più diversi archivi fascisti e traendo spunti dalla storiografia montenegrina. Ne scaturiscono le scelte del Governatorato militare italiano e l'impatto della quotidianità d'occupazione sulla società locale. Emerge distintamente come l'azione repressiva degli occupanti fu segnata da un complesso conflitto fra autorità militari con aspirazioni egemoniche e autorità civili.

    Federico Goddi è dottore di ricerca in Storia presso l’Università degli Studi di Genova. Vincitore del Premio Nicola Gallerano (2014), attualmente è Research fellow presso la Filozofski fakultet – Univerzitet Crne Gore (Università del Montenegro).

    Onde fasciste. La propaganda araba di Radio Bari (1934-43), di Arturo Marzano

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 16 giugno 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma) sarà presentato il volume Onde fasciste. La propaganda araba di Radio Bari (1934-43) di Arturo Marzano, Carocci, 2016. Intervengono: Elisabetta Benigni, Tommaso Dell'Era, Barbara Spadaro. Coordina: Rosanna De Longis. Sarà presente l’autore.

    Il volume ricostruisce l’esperienza di Radio Bari (1934-43), la prima stazione europea a trasmettere in arabo. Grazie ad una ricerca condotta in numerosi archivi in Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Marocco, emergono da queste pagine i protagonisti di Radio Bari, dai responsabili politici agli autori, agli ospiti, agli speaker, nonché i programmi che la radio ospitò. Le trasmissioni culturali (conversazioni, canzoni, pièce teatrali) furono apprezzate dal pubblico arabo, mentre quelle politiche (i notiziari) non ebbero successo perché scontavano una contraddizione insuperabile della propaganda e, più in generale, della politica estera fascista: Roma corteggiava i nazionalismi arabi e attaccava Londra e Parigi con l’obiettivo di sostituirvisi come potenza egemone nel Mediterraneo e in Medio Oriente, senza considerare che quei nazionalismi si sarebbero opposti con uguale forza al dominio coloniale italiano. Proprio attraverso Radio Bari e la sua “guerra delle onde” con Radio Londra, Radio Paris Mondial e Radio Berlino, il libro, al confine tra storia delle relazioni internazionali, storia transnazionale e storia dei media, mette in luce come la politica araba dell’Italia fascista fosse, nonostante le ambizioni imperiali, destinata al fallimento.

    Arturo Marzano è ricercatore di Storia e Istituzioni dell’Asia nel Dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: Una terra per rinascere. Gli ebrei italiani e l’immigrazione in Palestina prima della guerra (1920-1940) (2003); Roma e Gerusalemme. Israele nella vita politica e culturale italiana (1949-2009) (con M. Simoni, 2010); Attentato alla Sinagoga. Roma, 9 ottobre 1982. Il conflitto israelo-palestinese e l’Italia (con G. Schwar, 2013).

    Percorsi di ricerca nella Grande Guerra. Il fronte marittimo meridionale d’Italia di Agazio Trombetta

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 5 luglio 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Percorsi di ricerca nella Grande Guerra. Il fronte marittimo meridionale d’Italia di Agazio Trombetta, Falzea Editore, 2016. Intervengono: Domenico da Empoli, Mariano Gabriele, Luciano Zani. Coordina: Lauro Rossi.
    Sarà presente l’autore
    Il volume approfondisce le vicende storiche legate alla Grande Guerra nel territorio reggino e nel
    “Fronte Marittimo Meridionale d’Italia”, con l’ausilio di fonti archivistiche inedite, civili e militari.
    Dall’esame dei documenti emerge un singolare spaccato della vita reggina in quegli anni, che
    l’Autore descrive facendoci rivivere problemi, paure, ansie e attese di quei momenti tristi.
    Passando attraverso una disamina generale della congiuntura internazionale e degli aspetti legati
    all’impegno bellico nel bacino del Mediterraneo, si viene a delineare il progressivo coinvolgimento
    del territorio reggino nel fronte marittimo meridionale e nello scacchiere mediterraneo dello Stretto
    di Messina, con l’apporto di fonti inedite provenienti anche dall’Ufficio Storico della Marina
    Militare. Viene inoltre largamente approfondito l’episodio dell’affondamento della nave traghetto
    Scilla nelle acque antistanti Catona e la tragica fine del transatlantico Verona, partito da Genova con
    circa tremila soldati a bordo dichiarati disertori dopo la sconfitta di Caporetto e inviati in Cirenaica
    e Tripolitania.
    Agazio Trombetta è professore ordinario di Scienze naturali e Geografia, Preside di ruolo e
    Deputato di Storia Patria per la Calabria; autore di numerosi volumi su Reggio Calabria.

    La rivoluzione entra a suon di banda. La scoperta della politica in alcune comunità laziali nell’Italia liberale (Castelli romani 1870-1913) di Tommaso Petrucciani

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 6 ottobre 2016, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La rivoluzione entra a suon di banda. La scoperta della politica in alcune comunità laziali nell’Italia liberale (Castelli romani 1870-1913) di Tommaso Petrucciani, PM edizioni, 2016. Intervengono: Marco De Nicolò, Lidia Piccioni, Maurizio Ridolfi. Coordina: Patrizia Rusciani. Sarà presente l’autore.

    Nel corso dell’800 i Castelli Romani conoscono un robusto movimento democratico che produce diverse amministrazioni rosse e riesce ad espugnare il collegio elettorale. Prima d’Azeglio e poi Salvemini li presentano però all’opinione pubblica italiana come un caso meridionale, estraneo a una modernità politica “fisiologica”. L’a-normalità trova le sue ragioni non già in un tirocinio inadeguato, bensì nei conflitti attorno agli istituti stessi dell’integrazione politica e nel loro uso improprio ad opera di tutti i protagonisti. Adottando una prospettiva intersoggettiva che tiene conto dei punti di vista dei diversi attori e del loro reciproco condizionamento, il volume ricostruisce la scoperta della politica da parte delle popolazioni dell’area nel primo quarantennio di vita nazionale nel suo prender corpo all’interno del confronto/scontro tra, da un lato, il progetto di modernizzazione liberale che guida i funzionari che posero mano alla costruzione della nazione in provincia e le contraddizioni entro cui si mosse la loro loro azione, e, dall’altro, i pregiudizi, gli stereotipi e gli interessi dei diversi segmenti della società locale attraverso cui vennero recepiti, ri-creati e riorganizzati temi, linguaggi, simboli circolanti nello spazio pubblico nazionale definendo nuove identità e un nuovo senso comune.

    Tommaso Petrucciani si è laureato in Lettere presso l’Università «La Sapienza» di Roma nel 2003, con una tesi in Storia moderna, e nel 2008 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia della società contemporanea all’Università di Siena. Dal 2007 al 2012 è stato segretario di redazione di «Contemporanea. Rivista di storia dell’800 e del ‘900», con la quale ha collaborato anche in veste di traduttore. Ha inoltre tradotto due libri per la Società editrice “il Mulino” di Bologna: J.A. Goldstone, Perché l’Europa, 2010, e S. Mosley, Storia globale dell’ambiente, 2013.

    Lo Stato del Granduca 1530-1859. Le istituzioni della Toscana moderna in un percorso di testi commentati di Luca Mannori

    Istituto storico italiano per l\'età moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 17 ottobre 2016, alle ore 17.00, presso l\'Istituto Storico Italiano per l\'età Moderna e Contemporanea di Roma (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani, 32), in collaborazione con la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, sarà presentato il volume Lo Stato del Granduca 1530-1859. Le istituzioni della Toscana moderna in un percorso di testi commentati di Luca Mannori, Pacini Editore, 2015.
    Intervengono: Francesco Bonini, Stefano Tabacchi. Coordina: Marcello Verga.
    In un\'epoca in cui l\'approccio alle fonti primarie è avvertito ad ogni livello come un\'operazione sempre più laboriosa, riservato ad addetti ai lavori ben provvisti di tutta una serie di complessi strumenti ermeneutici, questo libro rappresenta una scommessa di segno opposto Esso punta infatti a rendere accessibile a un pubblico
    non necessariamente specialistico un capitolo cospicuo dello storia moderna del nostro paese - quello dello Stato mediceo-lorenese, dalla sua fondazione cinquecentesca fino al suo dissolversi nell\'Italia unita - attraverso una silloge di documenti cronologicamente disposti L\'intento, ovviamente, non è quello di riproporre una storia di matrice positivistica, che punti a ricomporre un\'immagine fotografica del passato creata allineando i reperti che esso si è lasciato alle spalle.