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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
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    Considerate che avevo quindici anni. Il diario di prigionia di Magda Minciotti tra Resistenza e deportazione, a cura di Anna Paola Moretti

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 7 marzo 2018, alle ore 17.00, in occasione della Giornata internazionale delle donne, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Considerate che avevo quindici anni. Il diario di prigionia di Magda Minciotti tra Resistenza e deportazione di Anna Paola Moretti, affinità elettive, 2017. Intervengono: Beatrice Pisa, Simona Lunadei. Coordina: Rosanna De Longis. Durante la presentazione letture a cura dell’Associazione parolincontro. Sarà presente l’autrice.

    Torna alla luce a distanza di settanta anni un documento straordinario, il diario che Magda Minciotti, giovanissima partigiana di Chiaravalle, scrisse durante la sua prigionia in mano alle SS e la deportazione per lavoro coatto nei lager Siemens a Norimberga e Bayreuth. Racconta la solitudine, la nostalgia, lo sconforto, il dolore per la morte del fratello deportato con lei, insieme alle strategie messe in atto per resistere alla disumanizzazione. Nel clima di generale indifferenza con cui la società del dopoguerra accolse il ritorno dei deportati, Magda conservò il diario in silenzio, per lunghissimi anni, consegnandolo al figlio poco prima della sua morte. Col corredo di altri documenti si disegna anche la biografia di Magda, a partire dalla sua formazione in una famiglia che aderiva agli ideali mazziniani e partecipò compatta alla Resistenza in provincia di Ancona. La vicenda di Magda ci apre alla conoscenza della deportazione per lavoro coatto praticata dai nazisti in tutta Europa, subita massicciamente anche da uomini e donne italiane, a cui la storiografia ha da poco iniziato a rivolgere la sua attenzione.

    L’invenzione di un culto. Santa Filomena da taumaturga a guerriera della fede di Sergio La Salvia

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 9 marzo 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con Associazione di Studi Storici Sergio La Salvia e Associazione Italiana per lo Studio della Santità, dei Culti e dell'Agiografia (AISSCA), sarà presentato il volume L'invenzione di un culto. Santa Filomena da taumaturga a guerriera della fede di Sergio La Salvia. Introduzione di Sofia Boesch Gajano e Lucia Sebastiani, Viella, 2017. Intervengono: Tommaso Caliò, Massimiliano Ghilardi. Coordina: Fabio Fabbri. Saranno presenti Sofia Boesch Gajano e Lucia Sebastiani.

    Storico dell’età contemporanea, Sergio La Salvia affronta con rigore metodologico e intelligenza critica un tema posto all’intersezione fra storia religiosa, politica e culturale, che aveva attirato l’attenzione di Benedetto Croce: le origini e il successo del culto di santa Filomena, la “santa taumaturga del XIX secolo”. La ricerca indaga il ruolo giocato dal clero ai diversi livelli gerarchici, compresi i pontefici, dagli ordini religiosi, dalle autorità politiche, attraverso inediti percorsi nella cultura “alta” e nella letteratura religiosa “minore”, nella storiografia apologetica e in quella critica, ricostruendo la storia di un culto capace di resistere ai pur solidi argomenti scientifici dell’archeologia e dell’agiografia e di godere di una popolarità testimoniata, oltre che dagli scritti, dalle immagini, dalle devozioni, anche da scrittori come Alexandre Dumas, da poeti come Giuseppe Gioacchino Belli, e da un filosofo come Antonio Rosmini. Il saggio, già pubblicato nel 1984 nel volume Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, è riproposto come un classico della storiografia agiografica.

    Sergio La Salvia (1940-2013) è stato professore di Storia contemporanea e segretario Generale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. Fra i temi delle sue ricerche: i partiti nell’Italia dell’800, le dinamiche della formazione dello Stato unitario, il concetto di Nazione, la questione ebraica (soprattutto nello Stato Pontificio tra XVIII e XIX secolo), gli epistolari di grandi personaggi. Fra le sue opere: Giornalismo lombardo. Gli “Annali universali di statistica” (1824-1844) (1977); Giuseppe Garibaldi (1995); La rivoluzione e i partiti. Il movimento democratico nella crisi dell’unità nazionale (1999).

    La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918), di Fabio Degli Esposti

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 14 marzo 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918) di Fabio Degli Esposti, Unicopli, 2017. Intervengono: Antonio Fiori, Giovanna Procacci, Alessandra Staderini. Coordina: Fabio Fabbri. Sarà presente l’autore.

    La prima guerra mondiale è generalmente considerata la prima guerra totale della storia. Alle sofferenze dei soldati al fronte corrispose un’intensa mobilitazione delle società civili: riorganizzazione dei sistemi economici, razionamento delle risorse alimentari, severa limitazione delle libertà. Questo volume studia le profonde trasformazioni avvenute in Italia in quegli anni cruciali scegliendo come punto di osservazione la provincia di Bologna. Il governo dichiarò il capoluogo emiliano e il suo territorio “zona di guerra” fin dal 24 maggio 1915: si volle così stroncare ogni eventuale opposizione del movimento socialista, che qui era fortissimo, alla mobilitazione dell’esercito. Con il prolungarsi della guerra la “provincia rossa” emerse sempre più come “grande retrovia” di cruciale importanza strategica per lo sforzo bellico e la decisione di mantenere un regime eccezionale venne confermata. Studiare la guerra a Bologna diventa così studiare la guerra in Italia e, per molti aspetti, in Europa.

    Fabio Degli Esposti è ricercatore di storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha pubblicato numerosi saggi su temi di storia economica e sociale italiana ed europea fra Otto e Novecento, dedicati soprattutto al rapporto fra istituzioni militari e sviluppo economico. Da anni si occupa del primo conflitto mondiale con particolare riguardo agli aspetti della vita politica, economica e culturale delle società belligeranti.

    A scuola di politica. Il modello comunista di Frattocchie (1944-1993,) di Anna Tonelli

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 20 marzo 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma),
    sarà presentato del volume A scuola di politica. Il modello comunista di Frattocchie (1944-1993) di Anna Tonelli, Laterza, 2017. Intervengono: Franco Ottaviano, Albertina Vittoria. Coordina: Alexander Höbel. Sarà presente l’autrice.
    La scuola comunista delle Frattocchie, il cui obiettivo fu quello di dare una formazione politica e
    culturale alla classe dirigente del Partito comunista italiano, comincia la sua attività nel 1944 e
    chiude i battenti solo nel 1993, dopo 49 lunghi anni di attività. L’autrice ricostruisce per la prima
    volta la storia della più celebre scuola di politica esistita in Italia: i meccanismi di reclutamento (chi
    furono gli alunni delle scuole, da dove provenivano, com’erano scelti), la formazione politica e
    ideologica (come si studiava, su che cosa, chi insegnava e in che modo), la vita collettiva (la mensa,
    le ‘brigate di studio’, le discussioni, le attività ludiche), la valutazione e i risultati (le pagelle, gli
    esami). Una ricognizione storica in cui emerge come l’educazione alla politica abbia rappresentato
    una pedagogia vera e propria in grado di intrecciare tutti gli aspetti della vita individuale e
    collettiva: la capacità di stare insieme, l’elevamento ideologico, lo spirito di gruppo, l’affezione alla
    fede rossa, la disciplina e la moralità. Senza trascurare naturalmente i metodi e i criteri, all’inizio di
    duro stampo staliniano, per la formazione dei quadri dirigenti.
    Anna Tonelli è professore di Storia contemporanea presso l’Università di Urbino Carlo Bo, dove insegna
    anche Storia dei sistemi e dei partiti politici e Storia del giornalismo. Si occupa di storia culturale e di storia politica e sociale, con un’attenzione particolare verso la mentalità, il costume, la memoria. Collabora a
    “L’Indice dei Libri” ed è direttore scientifico dell’Istituto di Storia contemporanea di Pesaro e Urbino. Fra i suoi libri più recenti, Comizi d’amore. Politica e sentimenti dal ‘68 ai Papa boys (2007); Falce e tortello.
    Storia politica e sociale delle Feste dell'Unità (1945-2011) (2012).

    Donne dentro la guerra. Il primo conflitto mondiale in area veneta, a cura di Nadia Maria Filippini

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 21 marzo 2018, alle ore 17.00, in occasione della Giornata internazionale delle donne, la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di
    Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con la Società italiana delle storiche, presenta il volume Donne dentro la guerra. Il primo conflitto mondiale in area veneta a cura di Nadia Maria Filippini, Viella, 2017.
    Intervengono: Emilio Franzina, Anna Maria Isastia, Beatrice Pisa. Coordina: Rosanna De Longis. Sarà presente la curatrice.
    La Grande Guerra non è stata un’esperienza omogenea per la popolazione civile. Nella cosiddetta “zona di guerra”, a ridosso dei fronti di combattimento, le donne subirono in anteprima gli effetti di una guerra totale: bombardamenti e devastazioni, commistione con le truppe, requisizioni, violenze, stupri, evacuazioni e profugato. Il coinvolgimento nelle vicende belliche accentuò il loro ruolo di vittime, ma stimolò anche per converso un protagonismo più attivo con l’assunzione di ruoli e
    incarichi rilevanti sul fronte interno. Il libro analizza questi diversi aspetti, mettendo a fuoco le ripercussioni sulla vita quotidiana, il dibattito politico, la mobilitazione delle donne, l’attività dei Comitati di assistenza civile, il ruolo e l’azione di alcune figure di protagoniste.
    Il quadro che ne emerge, per alcuni versi inedito, mostra una realtà a lungo oscurata nella ricostruzione delle memorie, aggiungendo un tassello importante alla storia della Grande Guerra in una prospettiva di genere.

    Nadia Maria Filippini ha insegnato Storia delle donne presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
    Socia fondatrice della Società italiana delle storiche, ha fatto parte del direttivo e della redazione di
    «Genesis». Tra le sue opere: Generare, partorire, nascere. Una storia dall’antichità alla provetta
    (2017), La nascita straordinaria. Tra madre e figlio: la rivoluzione del taglio cesareo (sec. XVIIIXIX) (1995), la curatela di Una democrazia incompiuta: donne e politica in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni (con A. Scattigno, 2007) e di Donne sulla scena pubblica: società e politica in Veneto tra Sette e Ottocento (2006).

    Storia fotografia memoria. Produzione, uso e ricezione delle immagini tra pubblico e privato: tavola rotonda

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 23 marzo marzo 2018, alle ore 16.30, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con la Società Italiana per lo Studio della Fotografia (SISF) e l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, si terrà una tavola rotonda sul tema Storia fotografia memoria. Produzione, uso e ricezione delle immagini tra pubblico e privato, a partire dalla pubblicazione del volume Una memoria per immagini.
    Guerra e Resistenza nelle fotografie di Ettore Serafino, di Alessandra Giovannini Luca e Davide Tabor, Franco Angeli, 2017.
    Intervengono: Maddalena Carli, Alessandra Gissi, Serge Noiret, Domenico Rizzo. Coordina: Maria Francesca
    Bonetti. Saranno presenti gli autori.

    Le fotografie della Resistenza italiana accumulate nel corso dei decenni sono migliaia: le hanno raccolte anzitutto gli ex partigiani, nel tentativo di tenere vivo, anche con le immagini, il ricordo della guerra di Liberazione. Il libro parla di questi scatti e affronta il problema della memoria visuale della Resistenza indagandone i meccanismi di costruzione, la fisionomia e i caratteri di diffusione. Nel novero delle raccolte fotografiche dedicate alla guerra e alla Resistenza in Italia, i tre album del comandante partigiano Ettore Serafino costituiscono in questo senso una fonte
    straordinaria: accompagnati da una ricca documentazione personale e creati unendo le riprese eseguite da lui stesso a quelle effettuate da altri autori, essi sono in grado di testimoniare il lungo processo di formazione della memoria visuale di quella importante stagione. La prima parte del libro si sofferma sulla produzione degli scatti ripercorrendo le vicende che anticipano la composizione dei tre volumi. La seconda si concentra sul loro montaggio e ordinamento da parte di Serafino nell\'immediato dopoguerra, e rivolge particolare attenzione alle diverse funzioni e modalità di impiego delle fotografie nel corso del tempo, in bilico tra fruizione privata e uso pubblico.
    Il libro è frutto di un progetto dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

    Storia del Banco di Sicilia

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 6 aprile 2018, alle ore 17.30, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Storia del Banco di Sicilia a cura di Pier Francesco Asso, con il patrocinio della Fondazione Sicilia, Donzelli, 2017. Ne parleranno con Pier Francesco Asso: Emanuele Felice, Guido Pescosolido, Giuseppe Provenzano. Saranno presenti gli autori Leandra D’Antone e Manfredi Alberti e l’editore Carmine Donzelli.

    Il Banco di Sicilia è stato una delle più importanti banche italiane. Fin dalle sue origini (1867) ha esercitato un ruolo centrale nella vita dell’Isola, non solo influenzando i processi di sviluppo economico e di trasformazione produttiva, ma anche concorrendo a determinarne i mutevoli equilibri negli assetti sociali e politici. Utilizzando fonti in larga parte inedite, il volume esamina per la prima volta le vicende di una banca che fino al 1926 godette del diritto di emissione monetaria, operando come banca delle banche, in un rapporto di cooperazione-competizione con gli altri istituti di emissione, al cui vertice era posta la Banca d’Italia. Fra le due guerre, il Banco trasformò radicalmente il suo modello di attività, impiantando quasi da zero i servizi di credito commerciale, ampliando la sua presenza in Italia e all’estero, estendendo la sua operatività nel credito speciale a lungo termine. Nel secondo dopoguerra, nel quadro dell’autonomia regionale siciliana, esso esercitò la funzione di una vera e propria finanziaria di sviluppo, sostenendo l’avvio di importanti iniziative industriali. A partire dai primi anni sessanta il rapido esaurirsi della parabola di sviluppo dell’economia siciliana, le strategie gestionali ambiziose e poco attente al controllo dei costi e della qualità del credito, i forti condizionamenti di natura politica e ambientale, determinarono quel deterioramento delle condizioni di bilancio che, seppur con fasi di ripresa, accompagnò le vicende del Banco per oltre un trentennio, fino alla trasformazione in società per azioni e all’assorbimento in gruppi creditizi di portata nazionale. Il volume descrive dunque le principali strategie aziendali, i mutamenti istituzionali e l’andamento economico del Banco di Sicilia dal 1867 al 1991, analizzandolo anche come luogo di selezione e affermazione delle élites e dei ceti dirigenti, in un complesso di rapporti personali, familiari, politici, che rende la sua storia inestricabilmente legata alla storia della Sicilia.

    Saggi di: Manfredi Alberti, Pier Francesco Asso, Laura Azzolina, Antonino Blando, Leandra D’Antone, Sebastiano Nerozzi, Giandomenico Piluso, Aurora Romano.

    Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, di Marco De Paolis e Isabella Insolvibile

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 11 aprile 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma),
    sarà presentato il volume Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti di Marco De Paolis e Isabella Insolvibile, Viella, 2017 (n. 3 della collana I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia, a cura di Marco De Paolis e Paolo Pezzino).
    Intervengono: Alessandro Cassiani, Patrizia Gabrielli, Umberto Gentiloni. Coordina: Pier Vittorio Buffa.
    Saranno presenti gli autori.

    La collana “I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia”, a cura di Marco De Paolis e Paolo Pezzino, è
    un’iniziativa dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (già Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) per il 70 anniversario della Resistenza, ed è realizzata con il contributo della Regione Toscana.
    Nel settembre 1943, sull’isola di Cefalonia si consumò il più grande massacro di soldati italiani della seconda guerra mondiale. Reparti tedeschi perlopiù appartenenti alla 1a Gebirgs-Division Edelweiss, già responsabili di crimini di guerra, sterminarono in pochi giorni migliaia di soldati della Divisione italiana Acqui, ubbidendo a un ordine di Hitler. Terminata la strage di massa, gli
    ufficiali italiani superstiti furono uccisi in quello che è passato alla storia come l’“eccidio della Casetta rossa”. La documentazione utilizzata per l’indagine e il processo (celebrato solo a settant’anni dall’evento), di cui qui si dà conto, è un imprescindibile materiale per chiunque voglia approfondire la conoscenza di un episodio cruciale della nostra storia: fonti italiane, tedesche e
    anglo-americane, relazioni degli organi investigativi e, soprattutto, verbali d’interrogatorio risalenti a differenti fasi d’indagine sono oggi un patrimonio a disposizione di tutti.

    Isabella Insolvibile è dottore di ricerca in Storia. Consulente tecnico delle Procure militari di Roma e di
    Napoli per indagini relative a stragi naziste, è membro del Comitato scientifico dell’Istituto Nazionale
    Ferruccio Parri. È autrice di monografie e saggi sulla Resistenza, la prigionia e i crimini di guerra in Italia e all’estero. E’ coordinatrice editoriale della collana I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia.

    Marco De Paolis ha diretto la Procura militare della Repubblica di La Spezia dal 2002 al 2008, e qui ha
    istruito oltre 450 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto mondiale. È stato pubblico
    ministero, tra gli altri, nei processi per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di
    Chiana, Monte Sole-Marzabotto, e per l’eccidio di Cefalonia. Attualmente dirige la Procura militare della
    Repubblica di Roma.

    Antonio Gramsci. Il giornalismo, il giornalista. Scritti, articoli, lettere del fondatore de “l’Unità”, a cura di Gian Luca Corradi

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 12 aprile 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Antonio Gramsci. Il giornalismo, il giornalista. Scritti, articoli, lettere del fondatore de “l’Unità” a cura di Gian Luca Corradi, Tessere, 2017. Ne parlano con il curatore: Zeffiro Ciuffoletti, Giorgio Frasca Polari.

    Pubblicato in occasione degli 80 anni trascorsi dalla morte di Gramsci il libro intende testimoniare l’attualità delle riflessioni del fondatore “l’Unità” sul giornalismo, attraverso la pubblicazione di sessantasette degli oltre 1.500 articoli che Antonio Gramsci scrisse come giornalista fra il 26 luglio 1910 su “L’Unione sarda” e l’8 novembre 1926, su “l’Unità” passando per “l’Avanti!”, “L’Ordine Nuovo”, “La Città futura”, “La Correspondance Internationale”, di 22 lettere, scritte prima e dopo il caercere, in cui si occupa di giornali; e le 38 note, più una rimasta finora in ombra, dei Quaderni in cui si occupa dell’argomento “giornalismo”.

    Con una prefazione di Luciano Canfora ed una postfazione di Giorgio Frasca Polara, il libro consente di ricostruire un aspetto troppo a lungo sottovalutato dell’intellettuale che, scavando nelle pagine del Principe di Machiavelli o nel Canto X della Divina Commedia, ha insegnato ad intere generazioni come leggere con più attenzione un testo, trovandone il senso attuale.

    Gian Luca Corradi, bibliotecario alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, ha collaborato con giornali, riviste e periodici in particolare su temi di storia, tradizioni popolari, culture locali e turismo. Insegna Storia d’Italia presso il Centro di Cultura per stranieri dell’Università di Firenze ed è autore di vari volumi, tra i quali si ricordano: Cavalli e motori: cento anni di trasporto pubblico a Firenze (1995), La soppressione delle corporazioni religiose e la liquidazione dell’asse ecclesiastico nell’Italia unita: il caso toscano e le fonti archivistiche (1995), Il bosco e lo schioppo: vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana (1997), Toscani, passione in fumo (2000), .

    Al caleidoscopio della gran guerra. Vetrini di donne, di canti e di emigranti (1914-1918), di Emilio Franzina

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 13 aprile 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Al caleidoscopio della gran guerra. Vetrini di donne, di canti e di emigranti (1914-1918) di Emilio Franzina, Cosmo Iannone editore, 2017. Intervengono: Felice Liperi, Matteo Sanfilippo. Coordina: Rosanna De Longis. Sarà presente l’autore.

    Con ascolto di brani musicali tratti dallo spettacolo "La Venere vagante alla Gran guerra" di E. Franzina e gli Hotel Rif.

    Il marchingegno ottico che siamo soliti chiamare caleidoscopio fu inventato da un fisico scozzese nel 1817, ma se dopo un secolo esatto di vita esso fosse stato puntato sugli scenari sanguinosi del primo conflitto mondiale per mettere a fuoco profili di donne, di civili e di soldati che vi erano coinvolti, non avrebbe potuto restituire, specie in quell’anno terribile, una prevalenza d’immagini concatenate fra loro in linea con quanto promesso etimologicamente dal suo nome. Tra le figure che parzialmente avrebbero potuto contraddire una simile constatazione, nondimeno, ve ne furono alcune legate alle esperienze femminili, alle musiche del tempo di guerra e agli affetti dei militari e dei loro cari riflessi per lettera negli scambi privati di notizie, che tornano oggi alla ribalta, appunto in “bella vista”, assieme alle storie dimenticate di alcuni milioni di emigranti e di immigrati italiani, grazie alla ricostruzione tentata in questo libro. Nei suoi capitoli prendono posto infatti, appunto come tanti “vetrini” di un ideale caleidoscopio, il diverso impegno delle donne, l’universo dei suoni e dei canti che contrappuntarono fatti ed eventi del nostro ’15-’18 e i racconti epistolari dei combattenti e dei loro familiari, soprattutto di quelli rimasti a vivere all’estero da dove, fra l’altro, non furono pochi — circa 300 mila in totale — i riservisti e i giovani volontari che fecero ritorno in Italia per arruolarsi nelle file del regio esercito. L’intreccio di vicende che ne dipese consente e quasi impone lo sviluppo di un racconto ad incastro degli avvenimenti del periodo bellico e ne suggerisce una visione originale per come essi maturarono, a ridosso delle dinamiche propriamente militari, proponendo inoltre per la prima volta (e non solo rispetto al caso italiano) una analisi ravvicinata della “Grande guerra degli emigranti” e di alcuni remoti “fronti interni” entrati in funzione al di là dell’Atlantico — specialmente in Argentina — grazie alla mobilitazione d’interi segmenti o settori portanti delle nostre comunità immigratorie, grandi e piccole, fiorite in America sin dalla fine dell’Ottocento e giunte nel 1915 all’apice della loro espansione.

    Emilio Franzina, già professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Verona, dirige con Matteo Sanfilippo l’«Archivio storico dell’emigrazione italiana» e ha scritto, su questo e su altri temi di storia sociale, una lunga serie di saggi e di monografie, tra cui si ricorda: La grande emigrazione (1976 e 2006); Gli italiani al nuovo mondo, 1492-1942 (1995); La storia (quasi vera) del Milite ignoto raccontata come un’autobiografia (2014 e 2015); La Venere vagante e il buon soldato. Storie sessuali e di loisir della Grande guerra italiana (2017). Il suo libro più recente, Entre duas Pátrias. A Grande Guerra dos imigrantes italo-brasileiros, 1914-1918), è stato pubblicato in portoghese a Belo Horizonte nel maggio del 2017.