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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
    Oggi

    L’Italia di Salò, 1943-1945 di Mario Avagliano e Marco Palmieri

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 18 aprile 2017, alle ore 17.30, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume L’Italia di Salò, 1943-1945 di Mario Avagliano e Marco Palmieri, il Mulino, 2017. Intervengono: Mauro Canali, Michela Ponzani. Coordina: Ruggero Po. Saranno presenti gli autori.

    «La nostra via l’abbiamo scelta e con la nostra bella camicia nera sapremo aprirci la via verso l’immancabile vittoria del Fascismo. Grida pure che il tuo ragazzo è partito per la sua bella Patria e con tutte le sue forze la difenderà, grida pure a tutti che noi partiamo con una fede e con un comandamento: o si vince o si muore!». Allievo ufficiale volontario della Gnr.

    Quando cadde il regime mussoliniano e l’Italia si divise in due, quanti aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia, corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che «optarono» per la Rsi, i prigionieri degli Alleati che rifiutarono di collaborare, le seimila ausiliarie e i fascisti che operarono nelle zone già liberate. In tutto oltre mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che vissero i venti mesi della guerra civile «dalla parte sbagliata».

    Il 25 aprile dopo il 25 aprile. Istituzioni, politica, cultura, a cura di Paolo Carusi e Marco De Nicolò

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 20 aprile 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Il 25 aprile dopo il 25 aprile. Istituzioni, politica, cultura, a cura di Paolo Carusi e Marco De Nicolò. Contributi di Agostino Bistarelli, Paolo Carusi, Massimo Castoldi, Marco De Nicolò, Marco Gervasoni, Riccardo Gualdo, Alessandra Staderini, Maurizio Zinni, Viella, 2017. Intervengono: Umberto Gentiloni Silveri, Vanessa Roghi, Paolo Volterra. Coordina: Patrizia Rusciani. Saranno presenti i curatori.

    Negli ultimi vent’anni il dibattito sulla Resistenza e la Liberazione si è periodicamente riacceso con fiammate improvvise ma, con il passare del tempo, sempre più sporadiche. Parallelamente, la costruzione del discorso pubblico è parsa spesso condizionata da “scoperte” effimere o da questioni riportate artificiosamente alla ribalta in funzione della polemica politica e gestite, poi, mediaticamente senza alcun riferimento agli studi storici esistenti.
    E sono proprio gli storici, in questo volume, a scendere in campo per valutare quanto di quel dibattito e della ricerca storiografica più in generale si sia sedimentato nella comunità scientifica e quanto la ricorrenza del 25 aprile sia entrata nella coscienza civile del paese e sia percepita come fondamento della convivenza di una comunità.
    Seguire il corso delle celebrazioni di questa festa nazionale dal 1946 a oggi, recuperarne le tracce attraverso la comunicazione politica e le forme artistiche e culturali è il modo per verificare se, come e quanto le aspettative e i valori insiti nella festa dell’insurrezione contro il fascismo e il nazismo siano stati letti e veicolati nella storia della Repubblica.

    Collaborazionismo e Gerarchie sindacali, di Ubaldo Formentini

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 24 ottobre 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea
    (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), saranno presentati i volumi
    Collaborazionismo e Gerarchie sindacali, di Ubaldo
    Formentini, con postfazioni di Paolo Tirelli, Edizioni di Storia e Letteratura. Ne parlano con il curatore:
    Paolo Di Paolo, Francesco Perfetti.
    Nell’ampia pubblicistica politica del lunigianese e spezzino di adozione Ubaldo Formentini (articoli e saggi
    sulla stampa socialista locale e regionale e, specie fra il 1911 e il 1920, sul settimanale di Gaetano Salvemini
    “L’Unità”), insieme agli altri testi comparsi nei primi periodici di Piero Gobetti (“Energie nove” e “Rivoluzione liberale”), Collaborazionismo e Gerarchie sindacali, titoli editi su iniziativa dello stesso giovanissimo intellettuale torinese, rivelano una loro specificità.
    Collaborazionismo (settembre 1922) perché, almeno in parte, non cela fini teoretici sulla crisi della
    sovranità dei principali istituti di diritto pubblico, crisi maturata durante la grande guerra e subito dopo la sua conclusione e innescata dal potere crescente di nuovi soggetti collettivi (funzionari ministeriali, burocrazie
    sindacali, organizzazioni padronali e organizzazioni della classe lavora-trice). Ma Formentini non vi omette
    anche una spigolosa critica, di matrice liberista, a cooperative e sindacati socialisti riformisti.
    Gerarchie sindacali (gennaio-aprile 1923) perché, malgrado le diverse dichiarazioni dell’autore, svela non poca sostanza politica lì dove il testo risulta scritto dopo le «esperienze iniziali del governo fascista», dove riconosce un «rapporto di discendenza fra il socialismo e il fascismo», dove sottolinea l’attenzione che socialismo e fascismo hanno avuto e hanno per l’organizzazione sindacale, che coinvolge grandi masse. Per il fascismo al potere, poi, il principio gerarchico, che connota il sindacalismo nazionale, rappresenta una stabilizzazione certa del regime.
    Ubaldo Formentini (1880-1958) è stato uno storico, archeologo, politico e intellettuale italiano. Laureato in
    giurisprudenza all'Università di Pisa nel 1902, con una tesi sulla tutela del patrimonio artistico, nello stesso anno si iscrisse al Partito socialista, iniziando un'attività giornalistica nel settimanale socialista spezzino «Libera parola» (1903-1921), di cui fu redattore e poi fino al 1909 direttore. Dal 1912 aveva iniziato a collaborare con Gaetano Salvemini, scrivendo di politica internazionale su «L'Unità» e aderendo dopo la guerra alla Lega democratica. Dal 1919 iniziò a collaborare con Piero Gobetti, scrivendo su «Energie nove» (1919) e «La rivoluzione liberale» (1922-1923). Nel 1923, fu nominato direttore della Biblioteca civica e del Museo della Spezia, carica che conservò fino alla morte. Il Museo
    civico è stato poi intitolato al suo nome. Si dedicò quindi agli studi di archeologia, storia e storia dell'arte della Liguria e della Lunigiana, cui riservò numerose pubblicazioni. Nel 1929 conseguì la libera docenza in Storia medievale e moderna; presso l'Università di Genova tenne per incarico, per qualche anno, l'insegnamento di Storia dell'arte.

    I luoghi della scienza a Roma. Roma, tante collezioni, nessun museo

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Sabato 18 novembre 2017, alle ore 11.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, per il ciclo I luoghi della scienza a Roma. Collezioni e musei - parte del programma didattico della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali - si terrà l'incontro con Giovanni Paoloni, sul tema

    Roma: tante collezioni, nessun museo

    Il tentativo di dare vita a un Museo della Scienza a Roma risale al momento stesso della proclamazione della città a capitale del Regno d’Italia. Già Quintino Sella ne parlava, e già la prima legge per Roma Capitale prevedeva la costruzione di un Palazzo delle Scienze, che doveva ospitare la sede dell’accademia scientifica nazionale e le collezioni annesse, con finalità didattiche, agli “stabilimenti scientifici” dell’Università di Roma. La mancata realizzazione di questo progetto, definitivamente caduto al volgere fra Ottocento e Novecento, lasciava alla gestione dei singoli istituti (universitari e non) le pur consistenti raccolte scientifiche esistenti nella Capitale.
    Nuovi tentativi di dare vita a un museo della scienza a Roma si sono avuti a varie riprese, ogni volta sulla spinta di vicende contingenti. La partecipazione italiana all’Esposizione Internazionale di Chicago nel 1933 portò a un serio coinvolgimento del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che tuttavia mise capo – alla fine – alla costituzione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. Negli anni Ottanta l’obiettivo di dotare Roma di un museo della scienza si sviluppò nell’ambito delle attività di diffusione della cultura scientifica promosse da Antonio Ruberti. Oggi la risposta a questa esigenza sembra essere rappresentata dall’idea di un “museo diffuso”, che valorizzi la fruizione integrata delle numerose raccolte esistenti nella città.

    In onda. L’italia dalle radio libere ai network nazionali (1970-1990), di Raffaello A. Doro

    Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 23 novembre 2017, alle ore 17.00, presso l’Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume
    In onda. L’italia dalle radio libere ai network
    nazionali (1970-1990), di Raffaello A. Doro,
    Viella, 2017. Intervengono: Felice Liperi, Marilisa Merolla, Edoardo Novelli, Maurizio Ridolfi.
    Coordina: Massimo Pistacchi.
    Sarà presente l\'autore.
    Qual è stato il ruolo delle nuove radio private, locali e nazionali – comparse in modo capillare nel territorio nazionale a partire dalla metà degli anni Settanta – nella società italiana? E quale la loro importanza all’interno di un sistema dei mass media in rapida evoluzione, con la centralità della televisione? Come si è passati dal sistema monopolistico della Radio Rai alle migliaia di esperienze di radio libere, locali, private, indipendenti? Dall’esempio delle radio offshore in Nord Europa ai
    primi esperimenti clandestini in Italia, dalla Radio Sicilia Libera di Danilo Dolci alla legge di Riforma della Rai del 1975 e alla sentenza della Corte costituzionale del 1976, dalle radio politiche a quelle musicali, dall’impegno all’evasione, un ventennio di storia della radio è ricostruito studiandone l’impatto all’interno del sistema dei mezzi di comunicazione di massa, ed esaminando contenuti, strategie editoriali e degli ascolti, cesure e trasformazioni di un’epoca in cui il desiderio di libertà si esprimeva andando, anziché on line, in onda.

    La Germania necessaria. L’emergere di una nuova leading power tra potenza economica e modello culturale, di Beatrice Benocci

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 24 novembre 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma),
    sarà presentato il volume

    La Germania necessaria. L’emergere di una nuova
    leading power tra potenza economica e modello culturale di Beatrice Benocci (FrancoAngeli, 2017).

    Intervengono: Raffaele D’Agata, Alexander Höbel. Coordina: Vincenzo Grienti. Sarà presente l’autrice.

    Nel 2012 la Germania non si presentava più solo quale attore economico affidabile, non più solo come membro leader della Ue, ma sembrava muoversi autonomamente nello scacchiere internazionale e nelle aree di crisi, promuovendosi anche quale partner culturale. Era questa una novità interessante, che apriva spazi di analisi e nuove domande sul percorso che la Germania aveva
    vissuto: da stato totalitario a paese vinto, da paese membro della comunità europea e atlantica a paese nuovamente unito, ora espressione di un modello culturale condivisibile a livello globale.
    Ancor più sorprendente era il fatto che se la Germania era cambiata, lo era anche l\'Europa, e non solo a causa della crisi economica. Molto avevano giocato gli allargamenti a Est e, non in ultimo, le difficoltà incontrate dall\'Europa comunitaria nell\'assumere un chiaro ruolo internazionale. In definitiva, era mutato il rapporto di controllato/controllore in favore di un nuovo concetto di \"necessità\" di Germania. Si poneva, a partire da quel momento, il tema spinoso, ma anche affascinante, di una Germania necessaria e nuova leading power.

    Polizie speciali. Dal fascismo alla Repubblica, di Vittorio Coco

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 28 novembre 2017, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume
    Polizie speciali. Dal fascismo alla Repubblica, di Vittorio Coco, Laterza, 2017. Intervengono: Paul Corner, Guido Melis. Coordina: Igor Mineo. Sarà presente l’autore.

    A partire dal 1942 il confine orientale italiano fu il teatro di una violentissima repressione antipartigiana. Protagonisti ne furono gli uomini dell’Ispettorato generale di pubblica sicurezza, che contribuirono a spargere il terrore in tutta la regione. Non si trattò di una violenza improvvisata ed estemporanea, ma l’estremo risultato di una consumata esperienza maturata sul campo. Negli anni Trenta, infatti, molti di loro avevano già fatto parte di organismi che avevano efficacemente contrastato la mafia siciliana e il banditismo sardo. Si trattava di corpi speciali di polizia, che il regime fascista aveva creato sul modello delle contemporanee strutture di indagine politica come l’Ovra, ma di cui si potevano ritrovare dei precedenti già nella Grande Guerra e nella tarda età liberale. Fu proprio in queste circostanze che cominciò a formarsi quel ristretto gruppo di specialisti che, tra utopie d’ordine e ambizioni personali, nel corso dei rivolgimenti politici di un trentennio seppero imporsi come riconosciuti professionisti del settore. Dopo il crollo del fascismo, infatti, nonostante un passato di compromissioni con il regime, li ritroveremo ancora una volta in Sicilia, per fronteggiare la rinnovata emergenza dell’ordine pubblico.

    Lourdes: storie di miracoli. Genesi e sviluppo di una devozione planetaria di Alessandro Di Marco

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 6 dicembre 2017, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose, sarà presentato il volume Lourdes: storie di miracoli. Genesi e sviluppo di una devozione planetaria di Alessandro Di Marco, Firenze University Press, 2016.
    Intervengono:
    Sofia Boesch Gajano, Lucia Ceci.
    Coordina: Patrizia Rusciani.

    Lo scopo dell’opera è di chiarire quali fattori abbiano contribuito a realizzare il successo di
    Lourdes. Questa analisi parte dal confronto tra le 18 apparizioni di Lourdes con alcuni episodi analoghi e coevi verificatisi in Francia ma dall’esito – inteso come successo verso i pellegrini – alquanto differente. Al lavoro di iniziale contestualizzazione storica, politica e culturale si affianca l’analisi di alcuni aspetti chiave della Chiesa cattolica dell’epoca. In riferimento allo scopo del testo, due sono i settori più approfonditi dall’analisi: la scienza medica e la letteratura, entrambi legati a filo doppio con la questione dei miracoli.
    L’opera ha vinto il Premio Istituto Sangalli per la storia religiosa 2015.
    L’Istituto Sangalli è una istituzione fiorentina, laica e non confessionale, nata nell’aprile 2014 per promuovere gli studi umanistici e il dialogo inter-religioso e inter-culturale, contribuendo a supportare la ricerca di giovani studiosi con impegno costante, in termini finanziari e scientifici.

    Moisè va alla guerra. Rabbini, militari, soldati ebrei e comunità israelitiche nel primo conflitto mondiale

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 12 dicembre 2017, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà
    presentato il volume Moisè va alla guerra. Rabbini, militari, soldati ebrei e comunità israelitiche nel primo conflitto mondiale di Paolo Orsucci Granata, Belforte Editore, 2017. Intervengono: Guido Guastalla, Gisèle Lévy. Coordina: Lauro Rossi. Sarà presente l’autore.
    “Nel 1915 allo scoppiare della prima guerra mondiale gli ebrei italiani, la cui consistenza numerica
    era piuttosto esigua in quanto si aggirava attorno alle 35.000 anime, si disposero con entusiasmo a
    partecipare al conflitto. In realtà fin dalle prime guerre del Risorgimento gli ebrei italiani avevano
    dimostrato uno straordinario attaccamento all'Italia. Anche nel corso della Grande Guerra la partecipazione al conflitto fu accompagnata da larghe manifestazioni di patriottismo che sottolineavano il loro coinvolgimento totale con le sorti della nazione e volevano ulteriormente dimostrare l'avvenuta integrazione nel tessuto sociale italiano dopo i secoli bui della segregazione e dei ghetti. L'apporto ebraico alla guerra è oggetto di questa ampia ricerca di Paolo Orsucci
    Granata. Si tratta di una cronaca dettagliata di fatti inerenti al conflitto che propone al lettore riflessioni e considerazioni su un periodo denso di eventi drammatici che hanno interessato tutta la popolazione europea.” (Dalla prefazione di Luciano Meir Caro)

    Migranti. Da dove e da cosa fuggono: un focus sull’Africa orientale.

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    MIGRANTI

    Venerdì 15 dicembre 2017, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), tavola rotonda Migranti. Da dove e da cosa fuggono: un focus sull’Africa orientale.

    "Per una volta, almeno per una volta, mi auguro e prego perché i cittadini europei, e i loro governanti, non si chiedano dove vogliano andare gli esseri umani che bussano alle porte, troppo spesso sbarrate, dei ricchi Paesi occidentali. Io spero e prego che almeno una volta ci si chieda da cosa fuggono, e perché, e per responsabilità di chi, i loro Paesi si siano trasformati in un inferno in terra".
    Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984

    In occasione della giornata internazionale per i diritti dei migranti (18 dicembre), Amnesty International Lazio, con i Coordinamenti Afirica centrale e orientale e Rifugiati e migranti di Amnesty International Italia, e la Biblioteca di storia moderna e contemporanea organizzano una tavola rotonda di approfondimento sulle motivazioni di un fenomeno che negli ultimi anni è diventato sempre più rilevante, per scoprire le ragioni che spingono tanti, soprattutto giovani, ad affrontare viaggi rischiosi e spesso letali dai Paesi africani dell'est - Somalia, Eritrea, Etiopia in particolare.

    Alla tavola rotonda, preceduta dai saluti di Patrizia Rusciani, Direttrice della Biblioteca di storia moderna e contemporanea, parteciperanno esperti che proporranno la loro analisi secondo diverse angolature: Marco Guadagnino, responsabile Campagne di Amnesty International Italia, Luca Puddu, responsabile per il programma Africa dell' Institute of Global Studies, dove si occupa di politica, sicurezza ed economia dell'Africa, offrirà il quadro della situazione geopolitica dell'area; Aurora Massa, antropologa e ricercatrice presso l'Università di Trento, partirà dalla propria esperienza di indagine sul campo per una analisi delle motivazioni che spingono all'abbandono del proprio Paese; Zakaria Mohamed Ali, giornalista e fotoreporter somalo da 10 anni in Italia e impegnato in Archivio Memorie Migranti, porterà la propria testimonianza personale e le storie di vita dei migranti che ha conosciuto.