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Calendario di storia contemporanea

 

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    Gisella Bochicchio

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    Eventi from this organizzatore
    Oggi

    Eroi e poveri diavoli della Grande Guerra

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 8 aprile 2015, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Eroi e poveri diavoli della Grande Guerra di Paolo Brogi, Imprimatur, 2014. Ne parlano con l’autore: Nicola Maranesi, Nicola Tranfaglia.

    Chi sono stati nella vita di tutti i giorni gli “eroi” della Grande Guerra? Come andarono al fronte, che cosa scrivevano, che cosa hanno lasciato dietro di sé i protagonisti più conosciuti della prima guerra mondiale? Gli “eroi” raccontati da Brogi passano dall’interventismo estremo del bersagliere-ciclista Enrico Toti, all’irredentismo di Cesare Battisti, Fabio Filzi, Damiano Chiesa, ai letterati prestati al fronte come Renato Serra e Scipio Slataper, per arrivare ai giovanissimi come Roberto Sarfatti figlio di Margherita, nota come la prima amante di Mussolini. E ancora ecco Alberto Cadlolo, Giacomo Venezian, il Milite Ignoto. Ma anche gli Arditi e poi gli Arditi del Popolo con Guido Picelli. Ci sono pure le medaglie d’oro al valore militare, da Francesco Baracca agli altri “assi” della nascente aviazione italiana come Pier Ruggero Piccio, Fulco Ruffo di Calabria, Silvio Scaroni, all’umbro Venanzio Gabriotti che si guadagnò quattro medaglie d’argento e bronzo e che quella d’oro l’ha infine aggiunta nel 1944 facendosi fucilare dai nazifascisti come membro della Resistenza. Le figure più conosciute e quelle meno note, compresi gli esempi di eroismo dalla parte austriaca, come Sepp Innerkofler, sono qui rivisitati con gli strumenti critici dell’oggi. La guerra, però, non produsse solo eroi ma anche folli e l’ultima parte di questo lavoro racchiude una ricca rassegna sui soldati usciti di senno nella Grande Guerra e rinchiusi nei manicomi d’Italia, un esercito di matti composto da 40 mila reclute provenienti dagli orrori del fronte, attraverso una ricerca su documenti inediti come le cartelle cliniche rintracciate nell’archivio dell’ospedale psichiatrico di Cogoleto a Genova.

    Paolo Brogi, giornalista, ha lavorato a “Reporter”, “L’Europeo” e al “Corriere della sera”. Tra le sue più recenti pubblicazioni La lunga notte dei Mille (Aliberti, 2011); Uomini e donne del Sud: ritratti di vite straordinarie e dell\'orgoglio meridionale (Imprimatur, 2012).

    Per via di terra. In treno da Hanoi a Mosca

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 9 aprile 2015, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Per via di terra. In treno da Hanoi a Mosca di Massimo Loche, Voland, 2014. Ne parlano con l’autore: Maria Ferretti, Giorgio Zanchini. Coordina: Rosanna De Longis.

    Novembre 1974. Il giornalista Massimo Loche, allora corrispondente da Hanoi per “l’Unità”, sceglie per viaggiare un mezzo inusuale: il treno. Parte dal Vietnam, attraversa la Cina di Mao per arrivare a Mosca, nell’Unione Sovietica di Brežnev. Un itinerario irto di complicazioni e difficoltà di ogni tipo, in carrozze a quel tempo lussuose, popolate da marinai romeni e intellettuali jugoslavi, attrici del cinema mongolo e diplomatici avventurosi. Alla scoperta di un mondo che oggi non esiste più ma che è rimasto nell’immaginario di tutti..

    Massimo Loche è giornalista e ha collaborato con numerose testate. Per “l’Unità” è stato corrispondente in Algeria e Vietnam negli anni ’70. Ha poi lavorato a “Rinascita” e all’“Espresso” occupandosi di politica internazionale e all’“Unione sarda” di cui è stato direttore. In seguito ha lasciato la carta stampata per la televisione lavorando prima al Tg3, e poi come corrispondente da New York. Dal 2000 al 2005 è stato vicedirettore di Rainews 24. Oggi si dedica prevalentemente a trasmettere le sue conoscenze ai giovani insegnando in diversi corsi di giornalismo.

    Oltre il magnetofono. Fonti orali, storiografia, generazioni

    Istituto centrale per beni sonori e audiovisivi Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 10 aprile 2015, ore 15.30 presso la Sala Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, si terrà una tavola rotonda in occasione della pubblicazione del numero monografico di “Italia contemporanea” (n. 275/2014), Oltre il magnetofono. Fonti orali, storiografia, generazioni, a cura di Andrea Brazzoduro e Alessandro Casellato, Franco Angeli, 2014. Intervengono: Beppe De Sario, Stefania Ficacci, Olivia Fiorilli, Damiano Garofalo, Jessica Matteo, Giovanni Pietrangeli, Paola Stelliferi, Ulrike Viccaro. Coordina: Bruno Bonomo. Saranno presenti i curatori

    L’idea di organizzare una tavola rotonda a partire dalla pubblicazione, sul fascicolo di “Italia contemporanea”, dei risultati del seminario dell’Associazione italiana di storia orale (Aiso) tenutosi a Firenze il 7 marzo 2013 nasce dalla voglia di sollecitare un confronto tra giovani storiche e storici sui metodi, gli indirizzi e le questioni teoriche che le fonti orali pongono alla ricerca sull’età contemporanea nel momento in cui queste, come scrivono i curatori, “non sono più una presenza anomala e marginale, quanto uno degli strumenti più vitali, diffusi e in molti casi imprescindibili”.

    Andrea Brazzoduro, dottore di ricerca in Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma e alla Université Paris X (Institut d'histoire du temps présent), nel 2012 ha pubblicato Soldati senza causa. Memorie della guerra d'Algeria.

    Alessandro Casellato, ricercatore di Storia contemporanea all’Università di Venezia, si è occupato di storia sociale e politica otto e novecentesca, di storia orale e scrittura autobiografica, pubblicando numerosi saggi in monografie e riviste specializzate.

    Non era una donna, era un bandito. Rita Rosani, una ragazza in guerra, di Livio Isaak Sirovich

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 14 aprile 2015, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l?Unione delle comunità ebraiche italiane e il Centro di Cultura Ebraica, verrà presentato il volume Non era una donna, era un bandito. Rita Rosani, una ragazza in guerra di Livio Isaak Sirovich, Cierre, 2014. Ne parlano con l?autore: Annabella Gioia, Marcello Pezzetti. Coordina: Lauro Rossi. Letture a cura di Elena Bono, interpretate da Manola Rotunno

    «Cosa pensò Rita, la giovane maestra ebrea dai capelli rossi, quando nel mirino del moschetto vide i nazifascisti venirle addosso? Perché era rimasta indietro a sparare, mentre gli altri partigiani, incluso il suo uomo, si erano dati alla fuga? Aveva forse saputo che il suo ex fidanzato era stato ammazzato ad Auschwitz? Non voleva più vivere nell?Italia avvelenata dalle leggi razziali? Una storia vera, piena di ombre, con domande cui nemmeno un processo per omicidio e una medaglia d?oro ? l?unica, concessa a un?italiana morta in combattimento ? riescono a dare risposta definitiva. Le vicende di Rita e dei due uomini della sua vita: ?Kubi?, un triestino di origine polacca di cui l?Autore trova le ultime appassionate lettere in Abruzzo in un palazzotto in rovina, e il colonnello Ricca, un reduce di Russia guascone e tombeur de femmes. Tre vite nella tempesta, nelle quali è impossibile non immedesimarsi». Paolo Rumiz

    Livio Isaak Sirovich è nato a Trieste nel 1949, da madre ebrea lituano-tedesca e da padre di antica origine dalmata. Ha scritto: Cari, non scrivetemi tutto. Gli Isaak, una famiglia in trappola fra Hitler e Stalin (1995), Cime Irredente. Un tempestoso caso storico alpinistico (1996), a quattro mani con Fabrizio Martini Il Tinisa (1983) e La notte delle faville (2007). Lavora come ricercatore dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste.

    Bambine e bambini nel tempo («Genesis. Rivista della Società italiana delle storiche» 2014/2), a cura di Stefania Bernini e Adelisa Malena.

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 16 aprile alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Bambine e bambini nel tempo (numero monografico 2014/2 di «Genesis. Rivista della Società italiana delle storiche».
    Intervengono: Marina d’Amelia, Costanza Jesurum, Domenico Rizzo. Coordina: Benedetta Borello.

    “Sviluppatasi nell'alveo della nuova storia sociale, l'obiettivo della storia dell'infanzia è stato fin dalle sue origini quello di dar voce a protagonisti rimasti per lungo tempo ai margini della "Storia". Nonostante le alterne vicende della disciplina, le discussioni metodologiche che la attraversano e le difficoltà oggettive di scrivere la storia dei più giovani, a partire dal problema delle fonti, dagli anni '60 a oggi bambine e bambini si sono affermati come soggetti storici essenziali alla comprensione del passato. La data di nascita della storia dell'infanzia viene fatta con- venzionalmente coincidere con la pubblicazione di L'Enfant et la vie familiale sous l'ancien régime. Nonostante i noti limiti metodologici dello studio di Ariès, infatti, il libro ebbe l'indubbio e dirompente merito di storicizzare l'infanzia, dimostrando che essa doveva essere con- siderata non come un fenomeno "naturale" o "universale", bensì come un fatto storico, e come tale legato alle specificità dei contesti . Sappiamo oggi che i bambini non sono stati "scoperti" fra il XVI e il XVII secolo, e che concezioni specifiche dell'infanzia possono essere rintracciate nel corso dell'intera storia umana. L'accumularsi della ricerca storica sembra confermare che la cifra principale dell'infanzia (come idea e come esperienza) risiede proprio nella sua molteplicità, da indagare all'intersezione di classe, etnia, religione, situazione familiare e, inevitabilmente, genere”(Dall’Introduzione di S. Bernini e A. Malena).

    Stefania Bernini, lecturer di Storia europea nell’University of New South Wales, Sydney, si è occupata di storia della famiglia e storia di genere, e ha pubblicato, tra l’altro, Family Life and Individual Welfare in Postwar Europe (2007).
    Adelisa Malena, docente di Storia moderna presso l’Università Ca’ Foscari’ di Venezia, si occupa di storia religiosa e di storia di genere. Autrice, fra l’altro, del volume L' eresia dei perfetti: inquisizione romana ed esperienze mistiche nel Seicento italiano (2003), ha curato i numeri monografici di «Genesis» Conversioni (con Giulia Calvi) e Donne in famiglia nell'alto medioevo (con Cristina La Rocca).

    Archivi delle donne. Prospettive, problemi, sfide, a partire dalla pubblicazione del volume, a cura di Paola Novaria e Caterina Ronco, Archivi delle donne in Piemonte. Guida alle fonti

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 23 aprile alle ore 17.00, in collaborazione con la Casa Internazionale delle donne, Archivia e la SIS (Società Italiana delle Storiche), presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), si terrà una tavola rotonda sul tema Archivi delle donne. Prospettive, problemi, sfide, a partire dalla pubblicazione del volume a cura di Paola Novaria e Caterina Ronco Archivi delle donne in Piemonte. Guida alle fonti, Centro Studi Piemontesi, 2014. Intervengono: Gabriella Nisticò, Paola Novaria, Silvia Trani, Manola Ida Venzo. Coordina: Elena Petricola.

    L'Archivio delle Donne in Piemonte, come altre iniziative ed esperienze analoghe, è nato dal riconoscimento del valore collettivo della storia delle donne e dalla necessità di conservarne la memoria, bene comune per il territorio. Il volume a cura di Paola Novaria e Caterina Ronco Archivi delle donne in Piemonte. Guida alle fonti fa parte della collana “Archivi e Biblioteche in Piemonte”, promossa dall’amministrazione regionale in collaborazione con il Centro Studi Piemontesi, e propone l'elenco di tutti gli archivi di singole donne e associazioni femminili del Piemonte; ad ognuno di essi è dedicata una scheda con collocazione e contenuti.

    Indice: Presentazione. Eugenio Pintore, Gli archivi delle donne: una ricchezza di genere. Dimitri Brunetti, Prefazione. Daniela Caffaratto, Prefazione. Elena Petricola, Per Caterina Ronco, Archivi delle donne in Piemonte. Un incrocio di mappe e di sguardi. Archivio delle Donne in Piemonte, Considerazioni archivistiche a margine di un censimento di fondi. Linda Giuva, Non solo polvere. Soggettività e archivi. Paola Di Cori. Guida alle fonti per la storia delle donne in Piemonte.
    Completano l’opera una ricca bibliografia (suddivisa in Archivi, fondi, inventari; Memorialistica; Studi e ricerche) e gli indici dei nomi di persona e dei nomi di associazioni, gruppi e movimenti.

    La recente pubblicazione del volume ha offerto lo spunto per un confronto sui luoghi di documentazione archivistica per la storia di genere in Italia.
    Al dibattito parteciperanno Gabriella Nisticò, presidente di ARCHIVIA (Roma), Elena Petricola, storica, co-delegata dell’Archivio delle Donne in Piemonte, Paola Novaria, responsabile dell’Archivio storico dell’Università di Torino, Silvia Trani, archivista, specialista di archivi militari, Manola Ida Venzo, funzionaria dell’Archivio di Stato di Roma.

    Il melodramma della nazione. Politica e sentimenti nell’età del Risorgimento di Carlotta Sorba

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 29 aprile 2015, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Il melodramma della nazione. Politica e sentimenti nell’età del Risorgimento di Carlotta Sorba, Laterza, 2015. Ne discutono con l’autrice: Gabriele Pedullà, Lucy Riall, Simonetta Soldani.

    «Qui stretti in famiglia giuriamo guerra eterna di sterminio a quelle belve vestite di umana forma, ai crudeli che questa terra dilaniano che, non sazi dei nostri tesori, il sangue stesso ci succhiano. Vendetta! Vendetta! Lo giuriamo!». È una pagina di unmélodel 1848, dove una giovinetta di forte tempra morale giura di combattere il nemico austriaco che opprime, sevizia, perseguita la patria succube da secoli dello straniero.
    Una straordinariaesaltazione percorre in Italia le battaglie risorgimentali, mentre il lessico delle emozioni e dei sentimenti invade la politica. Persino i più moderati tra i patrioti utilizzano linguaggi, narrazioni, gestualità che risuonano di enfasi e di estremismo etico e si richiamano a quella immaginazione melodrammatica che, dalla fine del Settecento, attraversa in tutta Europa il teatro e la letteratura di finzione. È dunque sulle scene di Parigi, di Londra e di Milano che inizia il percorso di questo volume, perché è lì che per la prima volta si propongono testi insieme lacrimevoli e spettacolari, adatti a un pubblico largo e non acculturato. Ma è nell’Italia del 1848 che il melodramma della nazione esprime al meglio le sue potenzialità, permeando di sé i discorsi e la comunicazione politica, come le pratiche e i corpi dei patrioti, in un crescendo di pathos e teatralità.
    Basandosi su una documentazione inconsueta – romanzi e testi teatrali minori, storie d’Italia narrate al popolo, giornali di moda e di teatro, materiali di propaganda – Carlotta Sorba esplora l’intreccio tra politica e mélo, gettando una luce nuova sugli strumenti espressivi della politica moderna e sulle loro radici storiche.

    Carlotta Sorba insegna Storia dell’Ottocento e Storia e teoria culturale all’Università di Padova, dove dirige il Centro interuniversitario di storia culturale (CSC). Ha scritto saggi e curato volumi sui rapporti tra teatro, musica e società nell’Ottocento italiano ed europeo, tema a cui ha dedicato anche Teatri. L’Italia del melodramma nell’età del Risorgimento (Bologna 2001).

    Mondine in campo. Dinamiche e retoriche di un lavoro del Novecento di Barbara Imbergamo

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 4 maggio 2015, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Mondine in campo. Dinamiche e retoriche di un lavoro del Novecento di Barbara Imbergamo, editpress, 2015. Ne discutono con l’autrice: Letizia Cortini, Simone Misiani, Enrico Pugliese.Durante l’incontro saranno proiettati brani dal film Di madre in figlia di Andrea Zambelli (Rossofuoco, 2008, 82’)Vincitore Premio Gisa Giani 2014La vita, il lavoro, le lotte delle mondine tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Sessanta. La storia di una delle figure più note del mondo del lavoro contemporaneo indagata nel periodo in cui quel lavoro ebbe carattere nettamente femminile e dimensione di massa. Lo sguardo è attento a rintracciare continuità e discontinuità, a ricostruire le fasi attraverso le quali poverissime braccianti divennero lavoratrici rispettate e consapevoli dei propri diritti. Mondine in campo si sofferma sullo stereotipo della mondina: sfruttata, combattiva, ma anche bella e trasgressiva. Attraverso fonti narrative e iconografiche, che si affiancano a quelle più tipicamente storiografiche, analizza il ruolo che rappresentazioni e narrazioni hanno avuto nel costruire questa figura, nel determinarne percezioni identitarie, comportamenti e proiezioni politiche, e le conseguenze che queste costruzioni narrative hanno avuto nel miglioramento delle loro condizioni di lavoro. Il risultato è la storia dinamica e sfaccettata di una icona del lavoro del novecento.Barbara Imbergamo, un dottorato in storia contemporanea, si occupa di inclusione dei cittadini nelle politiche pubbliche. Ha all’attivo diversi saggi in volumi collettanei e riviste, il più recente dei quali è Riflessioni di una lavoratrice autonoma al giorno d’oggi, in M.T. Mori, A. Pescarolo, A. Scattigno, S. Soldani (a cura di), Di generazione in generazione. Le italiane dall’Unità a oggi, (2014).

    Arnaldo Momigliano a Radio Londra – 1941-1945

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 6 maggio 2015 alle ore 16.30, nella Sala conferenze presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Riccardo Di Donato terrà una conferenza dal titolo “Arnaldo Momigliano a Radio Londra - 1941-1945”. Intervengono: Arnaldo Marcone, Paolo Peluffo, Marcello Verga.

    “Nel luglio del 1999, le soffitte della casa londinese di Arnaldo Momigliano hanno restituito manoscritti e dattiloscritti di trenta interventi dello storico dell’antichità esule a Oxford, composti tra il 1941 e il 1945, per le trasmissioni di propaganda di Radio Londra, cui collaboravano gli esponenti del movimento antifascista Free Italy - Libera Italia, in cui erano attivi, tra gli altri, Umberto Calosso, Elio Nissim, Ruggero Orlando e i fratelli Paolo e Piero Treves.
    Di questi trenta testi, tre soltanto erano noti, in quanto conservati negli Archivi della BBC, compresi nell’inventario reso pubblico nel 1976 e quindi pubblicati in Belfagor con il titolo Conversazioni sul nazismo, subito dopo la morte di Momigliano, alla fine del 1987.
    I testi permettono di apprezzare un aspetto non conosciuto della personalità dello storico piemontese e ci fanno leggere in forma diretta l’espressione di quei pensieri sul presente, che andavano finora cercati in filigrana entro gli scritti di storia antica, in particolare in quelli composti nel medesimo periodo, pervenuti in modo frammentario e in massima parte concentrati intorno al tema del libro che Momigliano non arrivò a scrivere, negli anni dell’esilio, su Pace e libertà nel mondo antico”. Riccardo Di Donato (la Repubblica, 18.10.2008)

    Riccardo Di Donato, docente di Letteratura Greca presso l’Università di Pisa, si è formato come filologo classico e come studioso di storia della cultura presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, sotto la guida di Aurelio Peretti e di Arnaldo Momigliano. La sua produzione scientifica segue distinti filoni: a. epica greca arcaica e altri aspetti della cultura letteraria, linguistica e religiosa dei Greci dell’età arcaica e classica; b. formazione dello statuto teoretico della antropologia storica del mondo antico attraverso studi sulla cultura francese ed europea del XIX-XX secolo; c. aspetti della cultura italiana del secolo XX (A. Momigliano, E. De Martino, M.Untersteiner; S. Timpanaro) con molte pubblicazioni. Custodisce l’Archivio A. Momigliano e le Archives Louis Gernet. Ha concluso il lungo lavoro condotto sulle carte di A. Momigliano con la pubblicazione del Decimo Contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico.

    Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trincea, 1915-1918 di Nicola Maranesi

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 7 maggio 2015, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), verrà presentato il volume Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trincea, 1915-1918 di Nicola Maranesi (Il Mulino, 2014). Ne parlano con l’autore: Fortunato Minniti, Lidia Piccioni.Casa, centro di addestramento e smistamento, retrovia, trincea di massima resistenza, trincea di prima linea, trincea avanzata, terra di nessuno. Nel corso della Prima guerra mondiale furono circa quattro milioni e duecentocinquantamila i soldati italiani direttamente impegnati nelle operazioni belliche. Partirono da tutta la penisola per contrapporsi al nemico, l’esercito austriaco, su un fronte che si estendeva per circa cinquecento chilometri, dal confine con la Svizzera fino al Mare Adriatico. Non fu questo, però, l’unico cammino che gli uomini in età di leva condivisero durante i lunghi mesi di ostilità. È infatti possibile ripercorrere le tappe di un percorso emotivo, scandito dagli stati d’animo vissuti dai soldati durante la permanenza al fronte: presa di coscienza, inquietudine, smarrimento, sconforto, agitazione, paura, rassegnazione, terrore, annichilimento, volontà di vivere. Per ricostruire questo «viaggio interiore» Nicola Maranesi ha scandagliato i diari, le memorie e gli epistolari conservati nel fondo inedito «Guerra mondiale 1914-18» dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e ha intrecciato le diverse testimonianze in un volume che dà voce a chi visse in prima persona l’esperienza della Grande Guerra: racconti vivi e impressionanti, che continuano a rivelare aspetti inediti della vita quotidiana dei soldati, dal momento dell’arrivo in trincea fino a quello, per chi ha potuto viverlo, del ritorno a casa.La presentazione di Avanti sempre inaugura il ciclo di incontri Scritture di guerra, sulla memorialistica delle guerre mondiali: i successivi appuntamenti, il 14 e il 21 maggio p.v., saranno dedicati, rispettivamente, al racconto autobiografico di Eugenio Armati, Aride zolle, e al volume di Gianluca Cinelli, Prigionieri nei Lager di Hitler e di Stalin. L'esperienza del totalitarismo nella memorialistica italiana e tedesca. Nicola Maranesi, giornalista, fa parte della direzione artistica del Premio Pieve Saverio Tutino. Coordina il «Progetto Grande Guerra» della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale ed è responsabile per l’Archivio del progetto «La Grande Guerra, i diari raccontano», in collaborazione col Gruppo «L’Espresso».