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Calendario di storia contemporanea

 

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    Oriana Rizzuto

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    Domenica di carta 2019: Invito a Palazzo Mattei di Giove: La luna in rassegna

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via M. Caetani, 32, Roma, Italia

    Nell'ambito delle manifestazioni previste per la "Domenica di carta 2019", domenica 13 ottobre p.v. la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Via Michelangelo Caetani, 32 - Roma), organizza due visite guidate al Palazzo Mattei di Giove e alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea con illustrazione del percorso documentario “La luna in rassegna".
    In occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla luna, la Biblioteca di storia moderna e contemporanea ha allestito un percorso tematico attraverso la sua raccolta di giornali e riviste.
    Dalla divulgazione scientifica nelle riviste dell'Ottocento al racconto illustrato della corsa allo spazio fino alle prime pagine dedicate allo sbarco sulla luna, la mostra conduce in un viaggio iconografico e bibliografico attraverso le collezioni di giornali e riviste posseduti dalla Biblioteca.

    Le visite guidate, alle ore 10.00 e alle ore 12.00, sono a cura del personale della Biblioteca di storia moderna e contemporanea. L’ingresso è gratuito previa prenotazione fino a esaurimento posti all'indirizzo bsmc.prenotazioni@gmail.com, indicando come oggetto Domenica di carta 2019 e specificando l’ora prescelta.

    Terrore e terrorismo. Saggio storico sulla violenza politica

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via M. Caetani, 32, Roma, Italia

    Venerdì 17 ottobre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Terrore e terrorismo. Saggio storico sulla violenza politica di Francesco Benigno (Einaudi, 2018). Intervengono: Roberto Esposito, Gabriele Pedullà, Giovanni Sabbatucci. Coordina: Mariuccia Salvati.

    Generalmente si intende per terrorismo la deliberata volontà di diffondere terrore colpendo la popolazione inerme considerata nemica. Terrorismo, dunque, come creazione di terrore. Francesco Benigno contesta tale approccio ricorrendo alla storia. La produzione di «terrore» non è stata infatti storicamente l’unica dimensione del «terrorismo» e anzi esso può essere meglio compreso come la costruzione di un evento clamoroso, capace di risvegliare le masse dal loro sonno politico, qualcosa che «parla» anzitutto al popolo e che gli anarchici chiamavano «propaganda col fatto». Allo stesso tempo però la storia ci insegna che il terrorismo è anche una tecnica bellica usata in tempi di pace, la continuazione della politica con mezzi esplosivi. In questo senso esso è quindi uno spazio di opportunità aperto ad una pluralità di attori, statali e non statali, che usano il terrore (e il contro-terrore) come strumento di politica interna e internazionale. Vi sono elementi di notevole continuità tra il terrorismo come lo conosciamo oggi e la concettualizzazione tradizionale dell’azione rivoluzionaria, in specie anarchica. Ieri come oggi, infatti, e malgrado le apparenze, essa si rivolge non tanto alla popolazione della nazione da colpire ma a un proprio popolo, a una propria comunità. Gente che va richiamata alla lotta e a cui occorre dimostrare che vincere è possibile, che il debole può sconfiggere il forte. L’atto «terroristico» non è dunque messo in atto col tentativo primario di terrorizzare ma con quello di conquistare i cuori e le menti di un popolo considerato oppresso, quello con cui si identifica il gruppo autore dell’atto, che attraverso esso combatte anche una sua particolare battaglia per la primazia nel suo schieramento, per essere identificato come il principale portabandiera della propria Causa. Lo scopo del gesto «terroristico» è, in altre parole, quello di delinea- re, attraverso un’immagine polarizzata sull’asse noi-loro, lo scenario di una guerra, definita in termini assoluti come lo scontro tra il bene ed il male.

    Le biblioteche digitali. Tipologie, funzionalità e modelli di sviluppo

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via M. Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 24 ottobre alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove, Via M. Caetani, 32 Roma) si presenta il volume Le biblioteche digitali. Tipologie, funzionalità e modelli di sviluppo (Franco Angeli, 2019), di Maria Teresa Biagetti con il contributo di Antonella Iacono, Roberto Raieli, Antonella Trombone, Simona Turbanti. Intervengono, con l'Autrice, Simonetta Buttò, Alberto Petrucciani.

    L'universo delle biblioteche digitali comprende una pluralità di strutture realizzate allo scopo di preservare i patrimoni culturali e informativi e di permetterne la fruizione a distanza. I repositories di testi digitalizzati, istituiti sulla base di un progetto culturale o di un disegno scientifico, ne costituiscono la parte più sostanziosa; a questi si aggiungono i depositi istituzionali gestiti dagli Atenei per la raccolta e la pubblicazione del full text dei lavori dei docenti e dei ricercatori e l'attività di web archiving, volta a selezionare e a conservare le pagine web affinché i contenuti informativi possano essere fruiti nel futuro.
    Nel volume, oltre a presentare le biblioteche digitali più significative a livello internazionale, vengono analizzati gli sviluppi che le biblioteche digitali dell'ultima generazione manifestano, e in particolare vengono esaminate alcune funzionalità innovative permesse dall'uso delle tecnologie di tipo semantico, come le ontologie, applicate all'indicizzazione e al trattamento delle query, e le funzioni di tipo "social", come la possibilità per gli utilizzatori di realizzare annotazioni. Inoltre, vengono prese in considerazione le strutture che permettono di raccogliere in una digital library condivisa materiali provenienti da diverse fonti del patrimonio culturale e integrarli in un unico ambiente informativo utilizzando le ontologie. Viene dato ampio spazio anche allo studio delle funzionalità della ricerca nelle collezioni testuali, nelle collezioni di audiovisivi, e in quelle multimediali, all'esame dei servizi per la ricerca con l'ausilio di diverse tipologie di collaborative filtering, e all'analisi delle possibilità offerte agli utenti di collaborare al flusso di lavorazione dei documenti digitali.
    Indice
    Premessa
    Introduzione
    Parte I. Tipologie, modelli e funzionalità per la ricerca
    Le biblioteche digitali: uno scenario composito
    (I repositories istituzionali e disciplinari; I depositi di riviste; Web archiving)
    Modelli tradizionali e innovativi
    (Le biblioteche digitali come repositories di documenti; American memory; Gallica; La Biblioteca digitale italiana; National digital library of China; Portali di accesso alle raccolte digitali; The Europeana collections; The World digital library; The Digital public library of America; Progetti di digitalizzazione su vasta scala; Google Books; HathiTrust; Open content alliance; I progetti di digitalizzazione di Internet Archive; The Universal digital library; Biblioteche digitali per l'analisi testuale: Perseus digital library; Funzionalità per la ricerca; Aspetti legali e diritto d'autore per le biblioteche digitali; Le opere "orfane"; L'infrastruttura Arrow)
    Funzionalità per la ricerca nelle biblioteche digitali
    (La ricerca collaborativa)
    Gli sviluppi delle biblioteche digitali
    (Verso la personalizzazione dei servizi; Un nuovo modello: the Delos Project; Il progetto Sekt; Le ontologie; Le ontologie bibliografiche)
    Le biblioteche digitali arricchite con funzionalità semantiche e "social"
    (Un modello avanzato di repository: Fedora; I progetti Bricks e Simile; Jerome Digital Library; L'ontologia MarcOnt; Callimachus Digital Library; Le biblioteche digitali semantiche con funzioni "social"; Le annotazioni; Supporto automatico per le annotazioni: il prototipo Pirates; Servizi "social" in Jerome Digital Library; Le funzionalità per la ricerca)
    Spazi informativi per il patrimonio culturale
    (Interoperabilità tra fonti diverse; L'ontologia Cidoc-crm; Il portale CultureSampo)
    Considerazioni conclusive
    Riferimenti bibliografici
    Parte II. Funzionalità avanzate di ricerca e sviluppi "social"
    Roberto Raieli, Potenzialità della ricerca multimediale nelle biblioteche digitali
    Antonella Iacono, Le competenze dell'utente nello sviluppo delle digital libraries tramite il Crowdsourcing
    Antonella Trombone, Simona Turbanti, Sistemi di raccomandazione e filtraggio collaborativo nella ricerca bibliografica
    Indice tematico.

    Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (GIVA)

    Roma Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Mercoledì 13 novembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Il calcio dell'Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (GIVA) di Ludovica de Nava e Pier Luigi Zanata (Luigi Pellegrini Editore, 2019). Ne discutono con gli autori: Luigi De Angelis e Rosanna De Longis.
    Il calcio dell'Asino, che deve il suo titolo a una felice espressione coniata da Trilussa, è una fedele
    e documentata ricostruzione della vita e della produzione letteraria e giornalistica di Giovanni de Nava, che fu "il terzo uomo", accanto a Guido Podrecca e Gabriele Galantara, nella redazione del giornale politico e satirico “L'Asino” (1892-1921). Firmandosi come "Giva", collaborò con Podrecca e Galantara fin dalla fondazione del giornale, condividendone le idee e l'indirizzo
    politico. Fu direttore responsabile e amministrativo dell'“Asino”, e ne curò il passaggio all'«Avanti!», sopportando il peso economico di questa vicenda, mentre Podrecca se ne allontanava, aderendo al fascismo. De Nava e Galantara restarono avversi alla dittatura, pagandone
    le conseguenze. La vicenda umana di de Nava è intrecciata alla storia dell’ “Asino”, un giornale vivace, intelligente e, per certi versi, unico nel suo genere e ancora attuale. Il saggio è arricchito da numerosi documenti inediti – come i cartoni originali di Galantara – tratti dall'archivio privato della famiglia de Nava e fornisce uno spaccato della vita culturale italiana tra fine Ottocento e primi Novecento e dei fermenti ideali che la animavano.

    Filomena Nitti Bovet e la ricerca biomedica nella Roma del dopoguerra

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani 32, Roma, Italia

    Scienza a Roma: storie di donne

    Sabato 16 novembre p.v., alle 16.00, si terrà presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Via Michelangelo Caetani, 32 - Roma), la conferenza di Daniele Cozzoli "Filomena Nitti Bovet e la ricerca biomedica nella Roma del dopoguerra", primo appuntamento del ciclo "Scienza a Roma. Storie di donne" organizzato dalla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali in collaborazione con la Biblioteca di storia moderna e contemporanea nell'ambito del programma didattico Educare alle mostre, educare alla città, 2019-2020. 
     
    Il programma del ciclo a questo indirizzo http://www.bsmc.it/images/pdf/storia/2019_11_16-2020_05_16_scienza_a_roma.pdf

    Prenotazione obbligatoria: max 50 persone

    Vincenzo Riccio. Profilo biografico e carteggio

    Roma Via Michelangelo Caetani, 32, Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Italia

    Mercoledì 20 novembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, sarà presentato il volume
    Vincenzo Riccio. Profilo biografico e carteggio di Antonio Fiori (Gangemi Editore, 2019). Saluti:
    Patrizia Rusciani. Intervengono: Paolo Carusi, Gigliola Fioravanti, Alessandra Staderini. Coordina: Marcello Verga. Sarà presente l’autore.
    Vincenzo Riccio ha avuto un ruolo importante nel decennio 1914-1924 come ministro in cinque
    governi e soprattutto come «segretario politico» dei liberali di destra, il cui leader, Salandra, nel 1915 decise l’intervento dell’Italia in guerra e nel dopoguerra, alleandosi con il gruppo parlamentare fascista, favorì l’ascesa al potere di Mussolini. Titolare di un rinomato studio di avvocato, per molti anni giornalista, deputato per un trentennio e protagonista della vita parlamentare, era partito da posizioni di sinistra e dai rapporti con Nicotera e con Crispi per poi approdare al gruppo di Sonnino e infine diventare il più stretto collaboratore di Salandra. L’autore, che ha pubblicato nel 2015 il diario del 1915-1916 di Riccio, in questo profilo ha collegato il personaggio alla storia del suo tempo, con un approccio inquadrabile in quello che Giovanni Levi ha definito come biographie et contexte, e ha cercato di sfuggire al pericolo di simpatizzare con il personaggio e a quello opposto di darne un giudizio drasticamente negativo per alcune sue prese di posizione o per le sue contraddizioni.
    Il saggio è basato su ampie fonti a stampa e su documenti archivistici inediti, soprattutto sul carteggio con Salandra (1914-1927), che offre informazioni e impressioni sui rapporti dei liberali di destra
    con le altre forze politiche, sull’abilità politica di Mussolini e sulla problematica alleanza di essi con i
    fascisti, in particolare nell’estate del 1922, nel corso della quale Riccio era ministro, in rappresentanza delle
    destre, nei due governi Facta.

    Vincenzo Riccio. Profilo biografico e carteggio

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via Michelangelo Caetani, 32, Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Italia

    Mercoledì 20 novembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, sarà presentato il volume
    Vincenzo Riccio. Profilo biografico e carteggio di Antonio Fiori (Gangemi Editore, 2019).
    Saluti: Patrizia Rusciani. Intervengono: Paolo Carusi, Gigliola Fioravanti, Alessandra Staderini.
    Coordina: Marcello Verga. Sarà presente l’autore.
    Vincenzo Riccio ha avuto un ruolo importante nel decennio 1914-1924 come ministro in cinque governi e soprattutto come «segretario politico» dei liberali di destra, il cui leader, Salandra, nel 1915 decise l’intervento dell’Italia in guerra e nel dopoguerra, alleandosi con il gruppo parlamentare fascista, favorì l’ascesa al potere di Mussolini. Titolare di un rinomato studio di avvocato, per molti anni giornalista, deputato per un trentennio e protagonista della vita parlamentare, era partito da posizioni di sinistra e dai rapporti con Nicotera e con Crispi per poi approdare al gruppo di Sonnino e infine diventare il più stretto collaboratore di Salandra. L’autore, che ha pubblicato nel 2015 il diario del 1915-1916 di Riccio, in questo profilo ha collegato il personaggio alla storia del suo tempo, con un approccio inquadrabile in quello che Giovanni Levi ha definito come biographie et contexte, e ha cercato di sfuggire al pericolo di simpatizzare con il personaggio e a quello opposto di darne un giudizio drasticamente negativo per alcune sue prese di posizione o per le sue contraddizioni.
    Il saggio è basato su ampie fonti a stampa e su documenti archivistici inediti, soprattutto sul carteggio con Salandra (1914-1927), che offre informazioni e impressioni sui rapporti dei liberali di destra
    con le altre forze politiche, sull’abilità politica di Mussolini e sulla problematica alleanza di essi con i
    fascisti, in particolare nell’estate del 1922, nel corso della quale Riccio era ministro, in rappresentanza delle
    destre, nei due governi Facta.

    L’Italia del tempo presente: una nuova fase o un ritorno al passato?

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 5 dicembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma),
    sarà presentato il numero monografico del Journal of Modern Italian Studies, L’Italia del tempo presente: una nuova fase o un ritorno al passato? curato da
    Umberto Gentiloni Silveri. Intervengono: John A. Davis, Andrea Guiso, Antonella Meniconi, Marcello Minenna. Coordina: Stefano Palermo.
    Si è scritto molto sulla cosiddetta transizione apertasi dopo il 1989: il crollo di un sistema politico e
    la fine di un assetto fondato sulla centralità dei partiti e sulla tenuta di un quadro istituzionale nato
    dopo la seconda guerra mondiale.
    Sono passati ormai più di 25 anni, molti interrogativi e questioni investono il dibattito storiografico,
    in particolare le possibili interpretazioni sulla crisi della Repubblica e sul suo itinerario futuro. Con
    troppa facilità si è cominciato a numerare le repubbliche (prima, seconda, terza) come se potessero nascere o morire nel breve tempo di una stagione. Si è indagato molto sui fattori di crisi (interni e internazionali), sulle ragioni di cambiamento e di conservazione e sulle trasformazioni di protagonisti che avevano segnato i decenni precedenti.
    Il fascicolo si propone di indagare, da alcuni punti di osservazione, la fase delicata che attraversa il
    sistema politico italiano, le riforme mancate, alcune urgenze economiche e istituzionali che caratterizzeranno i prossimi anni.

    Barone, vassalli e governo pontificio. Gli stati dei Colonna nel Settecento

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 9 dicembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, sarà presentato il volume Barone, vassalli e governo pontificio. Gli stati dei Colonna nel Settecento di David Armando (Biblink Editore, 2018).
    Saluti: Sergio Raimondo. Intervengono: Marco De Nicolò, Michele De Sivo, Maria Antonietta Visceglia. Coordina: Marcello Verga.

    Sulla base di una grande mole di documenti d’archivio prodotta dall’amministrazione familiare questo libro esamina il caso dei feudi dei principi Colonna nello Stato pontificio ponendo in primo piano la questione dei diritti e delle giurisdizioni baronali. In contrasto con la tesi storiografica, a lungo prevalente, secondo cui la politica antifeudale dei papi del Rinascimento avrebbe precocemente privato i baroni romani dei loro poteri reali, la ricerca mostra come i discendenti di Martino V dispongano ancora nel Settecento di una vastissima gamma di diritti, esenzioni e prerogative, grazie a cui esercitano il dominio economico e politico sulle loro terre godendo di un’ampia autonomia nei confronti del governo pontificio. Senza trascurare le modalità concrete di esercizio del potere, lo studio si sofferma sui suoi aspetti simbolici e ideologici, in particolare su quelli legati alle funzioni di paternalistica protezione che si affermano con particolare forza nel governo della giustizia. L’analisi approfondita dei processi criminali del feudo di Marino – una tipologia documentaria ancora poco studiata – restituisce la cura che i Colonna dedicano a un esercizio della giurisdizione finalizzato alla conservazione dell’ordine nel feudo, caratterizzato dal bilanciamento attento fra rigore e clemenza e dalla contiguità con la sfera della soluzione negoziale dei conflitti. Questo complesso di poteri è sottoposto alle pressioni crescenti delle società locali e dell’amministrazione statale, e tuttavia i Colonna riescono a difenderlo con successo fino alla fine del secolo, quando l’arrivo delle armate francesi innesca il processo che condurrà, al termine dell’esperienza napoleonica, all’estinzione delle giurisdizioni feudali.
    Nel panorama dell’aristocrazia romana i Colonna costituiscono un caso per diversi aspetti eccezionale: i loro ‘stati’, particolarmente ampi e coesi, rappresentano il retaggio dei secoli precedenti che hanno visto la famiglia esercitare un ruolo politico e militare di primo piano sulla scena italiana ed europea, ma l’ombra del loro dominio si avverte fin oltre la dissoluzione formale della feudalità, dando vita ancora in pieno Ottocento a conflitti e contese che mostrano quanto sia difficile per le comunità recidere i legami di dipendenza che le uniscono al barone.

    Roma 1849: Stefano Lecchi. Il primo reportage di guerra

    Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani 32, Roma, Italia

    Giovedì 12 dicembre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in occasione del 170° anniversario della Repubblica Romana, sarà presentata la mostra digitale Roma 1849: Stefano
    Lecchi. Il primo reportage di guerra a cura di Maria Pia Critelli e Ilaria Poggi
    (https://www.movio.beniculturali.it/bsmc/stefanolecchi/). Saluti: Patrizia Rusciani. Introduce e
    coordina: Maria Pia Critelli. Intervengono: Agostino Bistarelli, Maria Francesca Bonetti, Diego
    Mormorio.
    La mostra vuole rendere possibile la consultazione delle fotografie (carte salate al bromuro di iodio)
    realizzate nel 1849 da Stefano Lecchi e oggi possedute dalla Biblioteca di Storia moderna
    contemporanea di Roma e dal Getty Research Institute di Los Angeles. Il pittore e fotografo
    realizzò a Roma immediatamente dopo la caduta della Repubblica romana quello che è considerato il primo reportage di guerra finora conosciuto.
    Nella mostra, realizzata su piattaforma Movio, alle immagini si aggiungono le schede catalografiche
    delle singole carte salate, le notizie biografiche sul loro autore e sui collezionisti delle fotografie,
    spesso testimoni o protagonisti degli avvenimenti del tempo, i testi di corredo e di approfondimento con le relative immagini. Spesso il commercio calcografico si servì delle fotografie di Lecchi come base per illustrazioni di ampia tiratura e diffusione già a partire dal 1849. Altre immagini furono realizzate da pittori soldato o da altri artisti contemporanei agli eventi. A tali opere (derivate e contemporanee) vengono dedicate specifiche sezioni.
    Il lavoro sulle immagini digitalizzate degli originali ha permesso una rilevazione più completa, e per quanto possibile esaustiva, del patrimonio informativo in esse contenute, dando vita, se vogliamo, a un’altra mostra all’interno della mostra stessa.