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Calendario di storia contemporanea

 

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    Oriana Rizzuto

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    Orizzonti nuovi. Storia del primo femminismo in Italia (1865-1925)

    Giovedì 14 marzo 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato, in collaborazione con la Società italiana delle storiche, il volume di Liviana Gazzetta, Orizzonti nuovi. Storia del primo femminismo in Italia (1865-1925), Viella, 2018.
    Intervengono: Lutz Klinkhammer, Beatrice Pisa. Coordina: Rosanna De Longis.
    Sarà presente l’Autrice.

    Quali sono le matrici culturali e politiche del femminismo italiano otto-novecentesco? Quali i suoi orientamenti, le protagoniste, le strutture organizzative? Questo libro si propone come la prima sintesi su quell’insieme di movimenti femminili che, sorti all’indomani dell’Unità, fiorirono in età liberale, costituendo l’anima del primo femminismo italiano. Oltre ad analizzarne le interne sfaccettature, gli obiettivi, le forme di mobilitazione e le rivendicazioni, l’autrice ne traccia il percorso complessivo nel campo dei diritti civili e politici, in uno Stato caratterizzato da un codice civile tra i più gerarchici in Europa quanto a strutture familiari e differenze di genere.
    Il quadro che emerge evidenzia una realtà composita, caratterizzata da orientamenti e correnti le cui differenze si fanno via via più marcate col passaggio del secolo, quando si avviano le prime vere campagne suffragiste e i primi organismi a carattere nazionale.
    Più che sul terreno delle riforme civili e politiche, fu in campo sociale che il primo femminismo raccolse i suoi frutti migliori, agendo come lievito per un profondo cambiamento della società e della soggettività femminile.

    «L’italiano di Tunisi»

    Venerdì 15 marzo 2019, alle ore 16.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), si terrà una tavola rotonda di presentazione della ristampa anastatica de L’italiano di Tunisi, a cura di Sonia Gallico e Renato Gallico (Aracne, 2019). Intervengono: Michele Brondino, Federico Cresti, Silvia Finzi, Leila el-Houssi, Habib Kazdaghli, Lucia Valenzi. Coordina: Luigi De Angelis. Saranno presenti i curatori.

    Già dalla metà dell’Ottocento gli italiani di Tunisia iniziarono ad acquistare un’influenza economica e culturale sempre maggiore che permise loro di stabilizzare la loro identità nazionale attraverso scuole, ospedali, banche, giurisdizione, editoria. A fronte della crescente influenza francese i giornali in lingua italiana, a prevalente orientamento nazionalista, ebbero un ruolo importante nel mantenimento del sentimento nazionale della colonia, sentimento che ebbe un’ulteriore spinta in senso nazionalista con l’avvento del fascismo in Italia e la conseguente fascistizzazione delle istituzioni italiane di Tunisia. In ontrapposizione alla stampa di regime, molte furono le testate giornalistiche antifasciste che nacquero e morirono in breve tempo, fino alla nascita de “L’italiano di Tunisi. Organo della Lega dei diritti dell’uomo – Sezione di Tunisi”, diretto da Loris Gallico con la collaborazione di Maurizio Valenzi, Giulio Barresi, i fratelli Bensasson, Marco Vais e altri militanti che, con il sostegno della Concentrazione antifascista di Parigi, iniziò a uscire il 25 ottobre 1936. Il giornale poté finalmente affermarsi in quanto, come ha scritto Leila el-Houssi: “Esso irruppe sulla scena tunisina come voce dell’opposizione concentrando intorno a sé l’intero fronte democratico antifascista, che riuscì a sensibilizzare non solo italiani ma anche arabi e francesi. La novità stava nel grande spazio che veniva dedicato al mondo del lavoro”. A tutto il mondo del lavoro, senza distinzione di nazionalità. La pubblicazione cessò l’attività a marzo del 1940.
    La ristampa anastatica, promossa dai figli di Loris Gallico, Sonia e Renato, e patrocinata dall’Ambasciata di Tunisia in Italia e dall’Ambasciata d’Italia in Tunisia, mette oggi a disposizione di un più largo pubblico una fonte preziosa per lo studio della storia politica dell’area mediterranea nel XX secolo.

    Abasso di un firmamento sconosciuto. Un secolo di emigrazione italiana nelle fonti autonarrative

    Mercoledì 19 marzo, alle 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, sarà presentato il volume di Amoreno Martellini, Abasso di un firmamento sconosciuto. Un secolo di emigrazione italiana nelle fonti autonarrative, Il mulino, 2018.
    Intervengono: Michele Colucci, Patrizia Gabrielli, Matteo Sanfilippo.
    Sarà presente l’autore.

    L’archivio del mondo. Quando Napoleone confiscò la storia

    Venerdì 22 marzo 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea
    (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Archivio di Stato di Roma e l’Istituto Storico Italiano per l’età Moderna e Contemporanea, sarà presentato il volume L’archivio del mondo. Quando Napoleone confiscò la storia, di Maria Pia onato, Laterza, 2019. Saluti: Patrizia Rusciani, Raffaele Pittella. Intervengono: Domenico Rocciolo, Francesca Sofia, Simona Troilo. Coordina: Erminia Irace. Sarà presente l’autrice.
    All’inizio dell’Ottocento, Napoleone conquistava l’Europa. E mentre l’impero si estendeva fino alla
    Vistola e al Danubio, prese forma il progetto di trasferire a Parigi gli archivi più importanti dei paesi
    annessi e degli Stati satelliti: un Archivio del Mondo, che sotto l’astro di Bonaparte avrebbe riunito
    le testimonianze scritte della civiltà. Parigi sarebbe diventata la capitale della Storia.
    Una gigantesca impresa di confisca degli archivi fu dunque avviata nel 1809 in tutta Europa. Decine
    di funzionari, uomini di lettere, gendarmi, operai furono mobilitati. Con la Restaurazione i documenti ripresero (quasi tutti) la via del ritorno, a suggellare il nuovo ordine emerso dal Congresso di Vienna e la nascente Europa delle nazioni.
    Questo libro racconta un’impresa titanica, forse la più folle tentata da Napoleone e da un impero in
    cerca di radici. Un grande sogno che nasceva dalla consapevolezza che chi possiede gli archivi,
    possiede la Storia. E chi possiede la Storia, controlla la visione del futuro.
    Una impresa che oggi, nel mondo digitale, può apparire come una curiosità da relegare a un remotissimo passato in cui si facevano le guerre per possedere atti e pergamene.
    In realtà, non è così. I furti di documenti sono ancora una modalità delle dittature, del conflitto etnico e confessionale. Di più: possedere l’informazione, governare la narrazione storica è questione più che mai aperta.

    Memorie degli anni difficili

    Giovedì 28 marzo 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, in
    collaborazione con la Fondazione Gramsci, sarà presentato il volume di Maria Baroncini, Memorie degli anni difficili, prefazione di Rosanna De Longis, con una presentazione di Camilla Ravera e un ricordo di Vinca Berti, a cura di Maria Luisa Righi (Lithos, 2018). Intervengono: Linda Giuva, Nina Quarenghi, Andrea Ricciardi. Coordina: Patrizia Rusciani. Sarà presente la curatrice.

    Le memorie di Maria Baroncini (1903-1982) vedono la luce trentasei anni dopo la loro stesura, pressoché completata nel 1982 quando l’Autrice venne tragicamente a mancare. Maria era stata sollecitata a scriverle da Enrico Berlinguer che le chiese di raccontare la storia della sua militanza politica e di ricordare la persecuzione subita negli anni del fascismo e gli oltre dieci anni di confino trascorsi tra Ponza e Ventotene.
    Una testimonianza esemplare che aiuta a comprendere l’esperienza di quella generazione che, nella prima metà del Novecento, seppe compiere scelte politiche radicali pur prevedendo i costi altissimi che esse implicavano

    Il libro, il popolo, il territorio

    Mercoledì 3 aprile 2019, ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Il libro, il popolo, il territorio a cura di Maria Gioia Tavoni (www.insulaeuropea.eu, 2019; Bologna, Pendragon, 2019).
    Intervengono: Gianfranco Crupi, Maurizio Tarantino. Coordina: Patrizia Rusciani.
    Saranno presenti la curatrice e gli autori Madel Crasta e Everardo Minardi.

    Oltre 40 anni fa gli amministratori di un Comune e la direzione di una Biblioteca pubblica, in perfetta intesa e sinergia, si rivolsero all’Università di Bologna e in particolare alla cattedra di Sociologia tenuta da Achille Ardigò, per individuare un percorso che potesse meglio corrispondere alle esigenze di lettura e di formazione della propria comunità e dei singoli individui. Fu così che il Comune di Faenza e la sua Biblioteca commissionarono a due allievi di Ardigò, Pierpaolo Donati ed Everardo Minardi, l’indagine socio-statistica che ora si ripresenta, accompagnata da tre saggi di apertura intesi a chiarire come ci si pose allora nei confronti soprattutto dell’“utenza potenziale” del territorio, e di come oggi si guardi a quel periodo con il bisogno di storicizzarlo. La riproposta, infatti, non mira a nessun aspetto comparativo, ma vuole porsi come pregnante memoria storica, pienamente consapevole dei cambiamenti epocali intervenuti.

    Maria Gioia Tavoni ha diretto dal 1973 al 1983 la Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza ed è stata docente di Archivistica, bibliografia e biblioteconomia presso l’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Precarietà e fortuna nei mestieri del libro in Italia (2001): Circumnavigare il testo (2010); Torchi e stampa al seguito, insieme con A. Corubolo ( 2017).

    Madel Crasta insegna nel Master in Economia della Cultura: politiche, governo e gestione, presso l’Università di Roma Tor Vergata, di cui è anche coordinatrice. Tra le sue recenti pubblicazioni: Di chi è il passato? L’ambiguo rapporto con l’eredità culturali, con Alessandro Corubolo (2013).

    Everardo Minardi è stato docente di Sociologia generale presso l’Università di Teramo. Ha svolto e coordinato a livello sia nazionale che internazionale ricerche relative allo sviluppo locale e alle politiche sociali ed è autore di numerose pubblicazioni su tali materie.

    Le scritture delle donne in Europa. Pratiche quotidiane e ambizioni letterarie (secoli XIII-XX)

    Giovedì 20 maggio 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con la Società italiana delle storiche e nell’ambito del Maggio dei libri 2019, sarà presentato il volume di Tiziana Plebani, Le scritture delle donne in Europa. Pratiche quotidiane e ambizioni letterarie (secoli XIII-XX) (Carocci, 2019). Intervengono: Maria Rosa Cutrufelli, Marina d’Amelia, Lisa Roscioni. Coordina: Rosanna De Longis. Sarà presente l’Autrice.

    Fu la possibilità di scrivere nella propria lingua madre ad aprire la strada alle scritture femminili. Da quel momento, le donne iniziarono ad appuntare note, inviare lettere, consegnare volontà ai testamenti e più vivo si fece in alcune il desiderio di sperimentare registri letterari ed esprimere le proprie propensioni spirituali e politiche. Quante più donne accedevano all'istruzione, per lo più ostacolata ma sempre da loro rivendicata e ricercata anche attraverso percorsi di autoapprendimento, tanto più numerose diventavano quelle che ambivano a utilizzare la scrittura anche al di fuori delle pratiche quotidiane. Una scarsa padronanza della penna e della grammatica non fu di eccessivo ingombro e la confidenza maturò nel tempo un’originale relazione con la propria intimità. Ma le donne scrissero di tutto, dai pamphlet ai romanzi, dalle petizioni ai trattati, dalle poesie ai libri di cucina; scegliendo il mezzo di comunicazione più efficace e più in voga, intervenendo in ogni momento di rinnovamento sociale e partecipando al confronto tra i sessi attorno all'eterna interrogazione sulla differenza dei generi: una delle grandi narrazioni dell’umanità.

    Una vita tranquilla. La Resistenza liberale nelle memorie di Cristina Casana

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Martedì 28 maggio 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), nell’ambito del Maggio dei libri 2019, sarà presentato il volume di
    Rossella Pace, Una vita tranquilla. La Resistenza liberale nelle memorie di Cristina Casana (Rubbettino, 2018). Intervengono: Patrizia Gabrielli e Fiorenza Taricone.
    Coordina: Ester Capuzzo. Sarà presente l’autrice.

    La Resistenza presenta degli aspetti storiograficamente per molto tempo rimasti nell'ombra. Tra di essi, sicuramente, il ruolo svolto dalle grandi famiglie aristocratiche e quello ancora più importante della partecipazione femminile. Questo libro, tratta proprio di questi aspetti attraverso la figura di Cristina Casana. Una giovane donna dell'alta società dell'Italia del Nord, una cattolica - liberale, che nella sua villa brianzola di Novedrate, raccolse, organizzò e diede ospitalità, complice il fratello Rinaldo, tutte le anime della lotta clandestina sia civile che militare, costituendo il principale punto d'appoggio dell'Organizzazione Franchi.

    La Repubblica Romana del 1849 nella letteratura e nelle cronache in lingua e in dialetto

    Roma Biblioteca di stoaria moderna e contemporanea - Via Michelangelo Caetani, 32, Roma, Italia

    Giovedì 30 maggio, alle ore 16.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani, 32 - Roma) si terrà, in collaborazione con il Centro studi Giuseppe Gioachino Belli, il Convegno di studi La Repubblica Romana del 1849 nella letteratura e nelle cronache in lingua e in dialetto

    Saluti: Patrizia Rusciani, Direttrice della Biblioteca di storia moderna e contemporanea
    Coordinamento: Rosanna De Longis

    Davide Pettinicchio, «Prospetto di universali miserie, raccapriccio d’illegali supplizî». Belli e la Repubblica del Quarantanove.
    Emiliano Picchiorri – Giulio Vaccaro, I giornali della Repubblica Romana: una fonte per lo studio del dialetto
    Valeria Tavazzi, «Il voto del popolo incarnato»: Ciceruacchio nella letteratura intorno alla Repubblica Romana
    Kevin De Vecchis, Ciceruacchio. La fortuna linguistica e letteraria di un soprannome
    Antonietta Angelica Zucconi, Gli autori della “Revue des deux mondes” e la Repubblica Romana
    Marcello Teodonio, «Manifesti, arme, bandiere / gente pe strada che s’abbraccicava». La Repubblica Romana nella poesia romanesca
    Conclusioni: Giuseppe Monsagrati

    Oltre la retorica del cibo

    Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Via M. Caetani, 32, Roma, Italia

    Lunedì 3 giugno 2019, alle 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Via Michelangelo Caetani, 32 - Roma), in collaborazione con la Fondazione Lelio e Lisli Basso e l'Associazione culturale Parolechiave, si discuterà del tema: Oltre la retorica del cibo, a partire dai volumi Food governance. Dare autorità alle comunità, regolamentare le imprese, di Nora McKeon (Jaca Book, 2019)
    e
    Cibo - n.58/2017 di «Parolechiave» - a cura di Ester Fano, Nora McKeon, Giancarlo Monina.

    Saluti
    Patrizia Rusciani
    Intervengono Goffredo Fofi e Jean-Léonard Touadi
    Saranno presenti l’autrice del volume, i curatori e alcuni autori del fascicolo: Francesco Alicino, Antonello Ciervo, Maria Fonte, Antonio Onorati, Agnese Portincasa, Enrico Pugliese, Mary Taylor.
    Il libro di Nora McKeon mette al centro dell’attenzione la situazione italiana in fatto di produzione alimentare. In Italia vivono infatti di agricoltura almeno 3,5 milioni di persone e i piccoli produttori rappresentano il 71% del totale delle aziende agricole. L'80% del cibo passa attraverso i mercati territoriali. Sono realtà comunitarie, nate in modo spontaneo grazie a piccoli produttori. I loro effetti sulle economie locali sono di lunga durata. Eppure, le politiche pubbliche a livello nazionale (e internazionale) privilegiano in modo schiacciante l’agricoltura industrializzata che inquina l'ambiente e alimenta filiere globali di alimenti anonimi a scapito dei piccoli produttori e dei consumatori. Il volume di Nora McKeon affronta la possibilità di costruire un sistema migliore che si estenda dall'alto verso il basso e di cambiare i sistemi alimentari valorizzando le lotte delle comunità e dei movimenti sociali nella difesa dei loro diritti e mezzi di sussistenza.
    Temi analoghi sono affrontati nel fascicolo di «Parolechiave» dedicato al cibo. Il cibo è un diritto umano basilare e un bisogno fondamentale. Il cibo è un fattore di connessione e identità sociale: tuttavia, i requisiti dell’accumulazione di capitale lo hanno separato dalle sue reti sociali e produttive e lo hanno trasformato in una merce delocalizzata che fittiziamente “ci connette” attraverso l’anonimo consumo di prodotti globalizzati e standardizzati. Il cibo si manifesta in una gamma stupefacente di ambiti e attività che l’umanità ha ideato, dalle attività domestiche le più semplici e atemporali fino alle operazioni più arcane della finanziarizzazione contemporanea. Gli articoli che compongono questo numero della rivista illuminano il cibo da molte e diverse prospettive.