La ricerca, di carattere interdisciplinare, si propone d’indagare la polarità tra due diverse concezioni di democrazia, quella costituzionale e quella partecipativa. L’assunto è che tale polarità, che si ritrova nell’attuale dibattito politologico tra teorici “liberali” e teorici “repubblicani”, costituisca anche un importante filo conduttore per l’interpretazione delle vicende storiche della democrazia occidentale negli ultimi due secoli, e che, viceversa, soltanto la messa in prospettiva storica possa chiarire tutte le articolazioni che caratterizzano l’attuale dibattito e, più in generale, la riflessione contemporanea sui dilemmi della democrazia.
1.4 Durata del Programma di Ricerca 24 Mesi 1.5 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca M-STO/04 – Storia contemporanea SPS/01 – Filosofia politica SPS/02 – Storia delle dottrine politiche SPS/03 – Storia delle istituzioni politiche M-STO/02 – Storia moderna 1.6 Parole chiave DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; APATIA ; RAPPRESENTANZA ; CITTADINANZA ; OPINIONE PUBBLICA ; CONFLITTO
1.7 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
POZZI REGINA Professore Ordinario 03/06/1940 PZZRGN40H43L570J M-STO/04 – Storia contemporanea Università di PISA Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA 050/2215425 050/501017 pozzi@stm.unipi.it (Prefisso e telefono) (Numero fax) (Email) 1.8 Curriculum scientifico Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Pisa dal 1980-1981. Direttrice del Dipartimento di storia moderna e contemporanea nel triennio 1987-1990 e nel triennio 1994-1997. Coordinatrice del Corso di Dottorato in «Storia della civiltà europea» delle Università di Pisa e di Firenze e del Corso di Dottorato in «Storia moderna e contemporanea» dell’Università di Pisa. Professeur associé all’ EHESS di Parigi nel 1989. Distaccata presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei nel 1990-1993. Già responsabile nazionale di progetti di ricerca ex 40% (1986-1989, 1990-1992, 1996), negli ultimi anni ha coordinato due progetti di ricerca nazionali: «Il pensiero gerarchico nella cultura europea dei secoli XVIII e XIX» (1998-2000. Università di Pisa, Catania, Firenze e Torino, SNS di Pisa) e «La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie» (2000-2002. Università di Pisa, Firenze, Milano, Sassari, IUO di Napoli, SNS di Pisa).
1.9 Pubblicazioni scientifiche più significative del Coordinatore del Programma di Ricerca
1. POZZI R. (2003). Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica In POZZI R.; DONZELLI M. Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 17-30 (a cura di). ROMA: Donzelli (ITALY) 2. POZZI R. (2003). Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville In MANUELA CERETTA Bonapartismo, cesarismo e crisi della società. pp. 23-32 FIRENZE: Olschki (ITALY) 3. POZZI R. (2003). Comte devant son siècle In M.BOURDEAU; J.F. BRAUNSTEIN; A.PETIT Auguste Comte aujourd’hui. pp. 135-150 PARIS: Editions Kimé (FRANCE) 4. POZZI R. (2001). Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise THE TOCQUEVILLE REVIEW/LA REVUE TOCQUEVILLE. (vol. xxii pp. 155-172) 5. POZZI R. (1993). Hippolyte Taine. Scienze umane e politica nell’Ottocento pp. 7-334 Venezia, Marsilio. nº 1.10 Elenco delle Unità di Ricerca Responsabile Qualifica Settore Università Dipartimento Mesi Scientifico Disc. Uomo 1. POZZI REGINA Professore M-STO/04 PISA STORIA MODERNA E 12 Ordinario CONTEMPORANEA 2. SBARBERI Professore SPS/01 SASSARI ECONOMIA, ISTITUZIONI E 18 FRANCO Ordinario SOCIETA’ 3. SCUCCIMARRA Professore SPS/02 MACERATA DIRITTO PUBBLICO E TEORIA 16 LUCA Associato DEL GOVERNO 4. VIOLA PAOLO Professore M-STO/02 PALERMO STUDI STORICI E ARTISTICI 12 Ordinario 1.11 Mesi uomo complessivi dedicati al programma
Numero Mesi uomo Mesi uomo Totale mesi uomo 1° anno 2° anno Personale universitario dell’Università sede 12 61 61 122 dell’Unità di Ricerca Personale universitario di altre Università 4 17 16 33 Titolari di assegni di ricerca 6 31 20 51 Titolari di borse Dottorato 5 20 20 40 Post-dottorato 0
Scuola di Specializzazione 0
Personale a contratto Assegnisti 1 11 11 22 Borsisti 0
Dottorandi 0
Altre tipologie 2 2 5 7 Personale extrauniversitario 0
TOTALE
30 142 133 275 – 3 – 2.1 Obiettivo del Programma di Ricerca Il programma di ricerca si prefigge di dar luogo a una vasta ricognizione, di carattere sia storico che concettuale, dei modelli di democrazia emersi negli ultimi due secoli, assumendo come filo conduttore le due distinte definizioni a cui questo termine si riferisce, quella di «potere popolare» e quella di «sistema di regole». La formulazione del problema intorno al quale si sviluppa l’indagine è stata sollecitata dalla preoccupazione, che manifesta tanta parte del pensiero politologico contemporaneo, per la crisi delle democrazie liberali dell’Occidente; e l’obiettivo che ci si propone è di dare un contributo specifico al dibattito attuale collocandolo in una prospettiva storica. Dal punto di vista dell’osservazione storica, si rileva in effetti una tensione irrisolta – e presente fin dall’origine nella riflessione teorica come nella pratica politica – tra le due categorie di democrazia partecipativa e democrazia costituzionale; al tempo stesso, si constata però anche come, sia a livello teorico che pratico, sia stata in generale avvertita la necessità che, in modi e gradazioni variabili, le due categorie risultassero compresenti. Alla luce di questi risultati, potrebbero trovare maggiore fondamento le proposte oggi suggerite da diversi teorici della politica con l’intento di superare l’antitesi tra costituzionalismo e sovranità popolare in un nuovo modello di democrazia, un modello in cui il rule of law sarebbe la garanzia della “permeabilità” e dell’apertura delle istituzioni ai soggetti sociali.
2.2 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale La ricerca assume come base di partenza scientifica alcuni nodi problematici, sollecitati in un primo momento da inquietanti segnali di “crisi della rappresentanza” e, poi, più in generale, dalla crisi della “forma” democrazia nel mondo Occidentale, su cui si sono soffermate negli ultimi decenni sia le scienze sociali e politologiche sia le discipline storiche. Nel quadro di questa produzione scientifica vastissima, qui si riferirà soltanto di alcuni contributi, quelli che si segnalano per un apporto euristico particolarmente significativo sotto il profilo della riflessione comune. Le scienze sociali e politologiche, innanzitutto, hanno contribuito a mettere a fuoco importanti snodi teorici. Diversamente che nei lavori di Koselleck (1959) e Habermas (1962, 1971, 1980, 1992 [in Calhoun et al.], 1993), che hanno comunque avuto il merito di richiamare l’attenzione sul tema della sfera pubblica e dell’opinione pubblica (e che pertanto vengono assunti, assieme alle ricerche da essi inaugurate, nella letteratura generale di riferimento), gli studi più recenti sembrano piuttosto inclini ad un’analisi assai più radicale della democrazia, condotta grazie ad un’inedita interazione tra modelli teorici, pratiche politiche e procedure giuridico-costituzionali. Ne è risultata la messa in questione della nozione stessa di democrazia deliberativa (Pateman, 1970; Cohen, 1989), il superamento dell’opposizione tra democrazia come autogoverno popolare e democrazia delle regole (Dahl, 1989), un’attenzione particolare alle nuove forme di disaffezione politica (Pharr-Putnam, 2000), ma soprattutto un’analisi a più sfaccettature della democrazia in quanto forma di governo (Held, 1987; Zolo 1992; Diamond-Plattner, 1996; Eisenstadt, 1999; Costa-Zolo 2002). Ancora in questo ambito tematico è da segnalare come all’interno di queste ricerche abbia trovato spazio il tentativo di individuare una definizione “autentica” della forma-democrazia. In questa direzione sono state teorizzate, fra l’altro, la necessità di qualificare un sistema politico in base alla valutazione del saggio di partecipazione, interesse e azione politica (Bauman, 1999; Putnam et al., 2002), il ruolo irrinunciabile della Legge in quanto garante di una reale partecipazione dei cittadini alle istituzioni (Michelman, 1988) ma anche l’imprescindibilità di un insieme di risorse preistituzionali capaci di garantire, nelle società complesse, un’azione politica efficace ed efficiente (Putnam, 2000). Accanto a questi spunti di taglio prevalentemente teorico, si colloca un ampio ventaglio di ricerche – di natura giuridica, politica, culturale e sociale le quali trovano un importante punto di raccordo nel medesimo impianto, ascrivibile alle metodologie della storia concettuale. Non a caso, pur nella diversità delle singole ricerche, tutte le unità prendono come punto di partenza i lavori di diversi studiosi, soprattutto di area anglofona e francese, i quali, a partire dai problemi posti dalla Rivoluzione francese, intesa come momento fondativo della cultura democratica moderna (tra la varietà dei possibili riferimenti si indicano i volumi collettanei a cura di Lucas, 1988; Furet-Ozouf, 1989), hanno messo a fuoco le aporie e le difficoltà della democrazia liberale (Macpherson, 1973; Rosanvallon, 1985; Lefort, 1986; Manent, 1987; Gauchet, 1989) oppure si sono soffermati su aspetti controversi della democrazia partecipativa. Rispetto a quest’ultimo punto si segnalano, tra i molti possibili, alcuni nuclei tematici di particolare rilievo: il ruolo del conflitto sociale (Dahrendorf, 1963, 1989), la crisi “strutturale” della democrazia (Crozier-Huntington-Watanuki, 1975); i paradossi della sovranità di origine popolare (Furet, 1978; Holtzendorff, 1992) e, più in generale, quelli della democrazia (Eisenstadt, 1999); le differenti versioni della deliberative democracy (Habermas, 1992; Pettit, 1997); l’erosione del potere nel quadro delle democrazie contemporanee (Gauchet, 2002). Ineludibile, proprio in ragione dell’orientamento generale della ricerca, risulta poi un’altra costellazione di studi la quale, muovendo da una rilettura dei classici del pensiero politico, ha saputo offrire spunti innovativi e fecondi al ripensamento della democrazia in chiave critico-ricostruttiva. Relativamente a tali ricerche si indicano, a mo’ d’esempio, due diversi possibili percorsi scientifici: un primo filone, quello che muove dallo studio di singoli pensatori in primis Sieyès, Constant e Tocqueville (sui quali, com’è noto, la letteratura è ormai sterminata) ha ripercorso, discutendoli, alcuni elementi centrali del pensiero che si trova all’origine della democrazia “dei moderni” (Manin, 1995; Holmes, 1994; Pasquino, 1998; Portinaro, 2001; Pozzi, 2003); un secondo filone ha invece cercato di ricollocare storicamente, su archi cronologici di notevole ampiezza, problemi strutturali della moderna politica democratica, tentandone un bilancio analitico, oltre che storico: talvolta centrando le ricerche su singoli paesi (per la Francia: Rosanvallon, 1992, 1998, 2000; Martucci 2001; Scuccimarra 2002; per gli Stati Uniti: Burnham, 1982; Barber, 1984), tal’altra rubricando più situazioni nazionali all’ombra di un interrogativo comune (Alimento-Cassina, 2002; Donzelli-Pozzi, 2003). In questo stesso orizzonte conoscitivo, ma attraverso metodologie diversificate, si collocano gli studi più specificamente dedicati ai problemi della rappresentanza: anch’essi costituiscono un importante patrimonio scientifico a cui attingere, in particolare nel caso americano che, sotto molti profili, resta un «punto di partenza» ineludibile non soltanto per la precocità con cui nel Nuovo Mondo si era manifestata la disaffezione per la politica (Testi, 1994; Piven-Cloward, 2000; Kornbluh, 2000), ma anche in ragione di quel gioco di specchi che ha interessato, per oltre due secoli, la riflessione delle due sponde dell’Atlantico (Portinaro, 2003). Un discorso a parte, infine, richiede il “caso” della Sicilia. Su questo punto la vasta letteratura storica esistente sull’Ottocento siciliano, come altrove indicato (cfr. Unità di Palermo, modello B), può offrire un’utile base di partenza, qualora venga interrogata secondo i problemi che sono al centro del progetto di ricerca. Si segnalano in particolare: Aymard-Giarrizzo,1987; De Francesco,1992; Duggan, 2000; Riall, 2004.
2.2.a Riferimenti bibliografici Alimento A., Cassina C. (a cura di), Il pensiero gerarchico in Europa (XVIII-XIX secolo), Firenze, Olschki, 2002; Aymard M., Giarrizzo G., (a cura di), Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità a oggi. La Sicilia, Torino, Einaudi, 1987. Barber B.R., Strong democracy: participatory politics for a new age, University of California, 1984; Bauman Z., In Search of Politics, Cambridge, Polity Press, 1999; Burnham W.D., The Current Crisis in American Politics [1965], New York, Oxford University Press, 1982; Cohen J., Deliberation and Democratic Legitimacy, in A. Hamlin, P. Pettit (eds.), The Good Polity, Oxford, Blackwell, 1989; Costa P., Zolo D., Lo Stato di diritto: Storia, teoria, critica, Milano, Feltrinelli, 2002; Crozier M.J., Huntington S.P., Watanuki J., The Crisis of Democracy, New York, New York University Press, 1975; Dahl R.A., Democracy and its Critics, Yale University Press, 1989; Dahrendorf R., Classi e conflitti di classe nella società industriale, Bari, Laterza 1963; Dahrendorf R., Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989; De Francesco A., La guerra di Sicilia, Roma, Bonanno, 1992; Diamond L., Plattner M.F. (eds.), The Global Resurgence of Democracy, 2nd ed., Baltimore and London, Johns Hopkins University Press, 1996; Donzelli M., Pozzi R. (a cura di), Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto Novecento, Roma, Donzelli, 2003; Duggan C., Creare la nazione : vita di Francesco Crispi, Roma-Bari, Laterza, 2000; Eisenstadt S.N., Paradoxes of Democracy, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1999; Furet F., Ozouf M. (éds.), The Trasformation of Political Culture, Oxford, Pergamon Press, 1989; Furet F., Penser la Révolution française, Paris, Gallimard, 1978; Gauchet M., La démocratie contre elle-même, Paris, Gallimard, 2002; Gauchet M., La Révolution des droits de l’homme, Paris, Gallimard, 1989; Habermas J., Faktizität und Geltung, Frankfurt a. M., Suhrkamp,1992; Habermas J., Further Reflections on the Public Sphere, in Calhoun C. (a cura di), Habermas and the Public Sphere, Oxford, Mit Press, 1992, pp. 421-46;1 Habermas J., L’espace public. Archéologie de la publicité comme dimension constitutive de la société bourgeoise, Paris, Payot, 1993 Habermas J., Sfera pubblica (una voce di enciclopedia), in Cultura e critica. Riflessioni sul concetto di partecipazione politica e altri saggi, Torino, Einaudi, 1980, pp. 53-60; Habermas J., Strukturenwandel der öffentlichkeit, Neuwied und Berlin, Luchterhand, 1962; trad. it., Storia e critica dell’opinione pubblica, Bari, Laterza, 1971 (1988, 4 ed., 2002, ult. Ed.) Held D., Models of Democracy Polity, Cambridge, University of Cambridge Press, 1987; Holmes S., Benjamin Constant et la genèse du libéralisme moderne, Paris, Puf, 1994; Holtzendorff, Les jacobins et l’opinion publique, in Le modèle républicain, sous la dir. de S. Berstein e O. Rudelle, Paris, Puf, 1992; Kornbluh M.L., Why America Stopped Voting, New York, New York University Press, 2000; Koselleck R., Kritik und Krise, Freiburg-München, Alber, 1959; Lefort C., Essais sur le politique. XIXe-XXe siècles, Paris, Seuil, 1986; Lucas C. (ed.), The Political culture of the French Revolution, Oxford, Pergamon Press, 1988; Macpherson C.B., Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973; Manent P., Histoire intellectuelle du libéralisme. Dix leçons, Paris, Calmann-Lévy, 1987; Manin B., Principes du gouvernement représentatif, Paris, Calmann-Levy, 1995; Martucci R., L’ossessione costituente, Bologna, il Mulino, 2001; Michelman, Law’s Republic, Yale Law Journal, n. 97,1988; Pasquino P.,Sieyès et l’invention de la constitution en France, Paris, Jacob, 1998; Pateman C., Partecipation and Democratic Theory, Cambridge, Cambridge University Press, 1970; Pettit P., Republicanism: A Theory of Freedom and Government, Oxford, Clarendon Press, 1997; Pharr S.-Putnam R.D. (eds.), Disaffected Democracy, Princeton, Princeton University Press, 2000; Piven F.F., Cloward R.A., Why Americans Don’t Vote, Boston, Beacon Press, 2000; Portinaro P.P., Profilo del liberalismo in B. Constant, La libertà degli antichi, paragonata a quella dei moderni, a cura di G. Paoletti, Torino, Einaudi, 2001, pp. 37-158; Portinaro P.P., Democrazia d’America e democrazia d’Europa, in Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 31-48; Pozzi, Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica, in Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 17-30. Putnam R.D. et al., Democracies in Flux: The Evolution of Social Capital in Contemporary Society, New York, Oxford University Press, 2002; Putnam R.D., Bowling Alone. The Collapse and Revival of American Community, New York, Oxford University Press, 2000; Riall L., La Sicilia e l’unificazione italiana, Torino, Einaudi, 2004; Rosanvallon P., La démocratie inachevée. Histoire de la souveraineté du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000; Rosanvallon P., Le moment Guizot, Paris, Gallimard, 1985; Rosanvallon P., Le peuple introuvable. Histoire de la représentation démocratique en France, Paris, Gallimard, 1998; Rosanvallon P., Le sacre du citoyen. Histoire du suffrage universel en France, Paris, Gallimard, 1992; Scuccimarra L., La sciabola di Sieyès. Le giornate di brumaio e la genesi del regime bonapartista, Bologna, il Mulino, 2002; Testi A., La politica dell’esclusione, Bologna, Il Mulino, 1994; Zolo D., Il principato democratico: per una teoria realistica della democrazia, Milano, Feltrinelli, 1992. 2.3 Numero di fasi del Programma di Ricerca: 2 2.4 Descrizione del Programma di Ricerca
Fase 1Durata e costo previsto Durata Mesi 12 Costo previsto Euro 82.600 Descrizione 1. La ricerca che viene proposta nasce da un incontro interdisciplinare tra storici dell’età contemporanea, storici delle dottrine politiche e filosofi della politica e si prefigge di dar luogo a una ricognizione storica e concettuale dei modelli di democrazia e di partecipazione politico-sociale emersi nel corso degli ultimi due secoli nell’area che definiamo di civiltà occidentale. La prospettiva nella quale la ricerca si colloca è quella della crisi di rappresentanza politica, dei problemi di governabilità e della perdita di efficacia delle opposizioni, che rischia di far percepire la democrazia come un puro sistema di regole procedurali, nonché del decrescente livello della partecipazione politica, che si manifesta non soltanto attraverso l’astensione dal voto, ma anche nella mera formalizzazione del momento elettorale, avvertito più come un’incombenza che come “il” luogo delle scelte. Tale evoluzione, o involuzione, già anticipata dalle trasformazioni della democrazia americana, emerge soprattutto nei paesi del Vecchio continente – dove il processo in corso dell’integrazione europea comporta la delega di quote crescenti delle decisioni a istanze sovranazionali – e se ne avvertono gli effetti più vistosi sulla cultura, sulle pratiche, sulle procedure della democrazia. Ed è in relazione a questi sviluppi che buona parte del pensiero politologico contemporaneo oggi si definisce. Accanto a un filone “liberale”, in cui la preoccupazione per il futuro della democrazia si traduce in un rinnovato interesse per le regole e le tecniche istituzionali, si individua così un filone “repubblicano”, che pone l’accento sulla qualità della cultura civica e del grado di motivazione dei cittadini, e si affermano differenti versioni di deliberative democracy (Habermas, 1992; Pettit, 1997), che intendono recuperare la categoria della partecipazione e/o dell’autogoverno.2. La categoria della partecipazione politica, nel nesso di confronto/opposizione con quella del “sistema di regole”, costituisce il filo conduttore dell’indagine che s’intende condurre. In questa chiave di lettura, una parte della ricerca sarà dedicata a ripercorrere le principali linee del pensiero politologico contemporaneo, perché è proprio dalle sue analisi che essa è stata sollecitata a porsi i suoi problemi. In particolare, speciale attenzione sarà dedicata alle posizioni della deliberative democracy, sia che con questa formula s’intenda il recupero dei temi classici della partecipazione e dell’autodeterminazione, sia che si preveda piuttosto il loro superamento e l’attuazione di forme nuove di permeabilità tra istituzioni e soggetti sociali. È tuttavia opinione condivisa dai partecipanti al progetto che solo la messa in prospettiva storica possa illuminare tutte le articolazioni che caratterizzano l’attuale dibattito politologico. Accanto alla presa d’atto della crisi che investe oggi la democrazia, s’impone così di assumere un secondo punto di riferimento. Se si adotta uno sguardo retrospettivo, il punto di partenza obbligato appare quello delle formulazioni originali con cui, alla fine del secolo XVIII, con la crisi dell’antico regime e la nascita della politica moderna, s’è costituito lo spazio concettuale della democrazia. Proprio in tale momento fondativo, si sono affacciate due idee di democrazia – diverse, anche se non necessariamente contrapposte – quella di “potere popolare”, che contempla una categoria di partecipazione come autodeterminazione, e quella di “sistema di regole” dello Stato di diritto, che contempla una categoria di partecipazione di tipo “qualitativo”, limitata all’uso delle regole. Secondo la teorizzazione di poco posteriore che ne diede Benjamin Constant, le due idee trovano rispettiva attuazione con una democrazia di tipo antico o giacobino, potenzialmente autoritaria, e con una democrazia di tipo liberale. Si potrebbe concluderne che la continua partecipazione politica che la prima richiede rappresenti, secondo quest’analisi, un vizio e che una certa dose d’apatia, o d’assenza di civismo, che la seconda comporta, sia al contrario una virtù. In realtà, l’opposizione non risulta così netta, perché già Constant aveva ipotizzato che la perdita della libertà possa venire dall’eccesso di partecipazione come dall’apatia. La conferma che le due idee di democrazia nella teorizzazione politica possano andare congiunte piuttosto che disgiunte arriva, qualche decennio più tardi, da un altro liberale, Tocqueville, il quale vede nella loro compresenza la condizione della vitalità della democrazia americana. Nella storia dell’Occidente è il secondo modello e la seconda idea che sembrano essersi affermati. Lo Stato di diritto, pur presupponendo una società di cittadini liberi ed eguali, si è fondato su una società articolata in modo gerarchico e su una democrazia di minoranze: la democrazia reale resa possibile dai sistemi parlamentari del secolo XIX si è basata de facto e de jure sull’esclusione della massa dei cittadini e sulla partecipazione dei soli notabili. L’avvento della società di massa ha successivamente reso irreversibile la separazione tra governanti e governati, modificando il valore rivoluzionario del suffragio universale attraverso la limitazione dei poteri del Parlamento e il controllo dell’opinione pubblica. In particolare, una profonda cesura storica è stata segnata dalla prima guerra mondiale, nella misura in cui essa ha modificato i confini tradizionali tra società e Stato, organizzando metodicamente l’intervento dello Stato nella programmazione industriale, nella regolazione dei rapporti con i sindacati, nella patriottica costruzione del consenso. Dopo la guerra l’espansione della sfera amministrativa ha accentuato i processi di esautoramento del Parlamento. In questa nuova condizione, i partiti politici di massa sono diventati organismi di espressione degli interessi organizzati nonché strumenti di pressione sull’amministrazione dello Stato per influenzarne le decisioni. Dagli anni venti agli anni settanta del Novecento la realtà dei partiti in Europa ha espresso la modificazione subita dalle forme di partecipazione e lo “Stato dei partiti” ha teso a emarginare il Parlamento a favore di forme di democrazia plebiscitaria. Così il conflitto tra partecipazione e apatia è stato spesso risolto nel senso dell’apoliticità. Negli Stati Uniti invece, la crisi della partecipazione è iniziata già nel corso degli anni venti, anticipando di più di settanta anni il fenomeno in Europa. Infine, nell’ultimo terzo del Novecento la crisi delle politiche di Welfare e la divaricazione progressiva tra i redditi della upper class e quelli della middle class hanno ridotto le facoltà di partecipazione attiva alla politica. La crisi di rappresentanza di partiti e sindacati si è sommata alla netta flessione della partecipazione elettorale, mentre la democrazia liberale tendeva a ridursi a pura democrazia elettorale, senza controllo dei cittadini sui propri eletti. Gli sviluppi della democrazia occidentale hanno finito quindi per rimettere in questione il tema della partecipazione e per ridare attualità all’idea della democrazia come autodeterminazione. Ancora più significativo è che ci si interroghi sulla possibilità di andare oltre la dicotomia tra le due idee di democrazia, tra [rule of law e il potere popolare, mediante un modello che preveda il mantenimento di forme di apertura delle istituzioni alle sollecitazioni provenienti dai soggetti sociali.3. La ricerca si propone appunto d’indagare nella storia della riflessione teorica, dei modelli costituzionali e delle pratiche politiche la presenza di questa polarità e dell’alternativa tra partecipazione e apatia che ne consegue. L’ipotesi è che l’analisi di entrambe le opzioni sia possibile solo alla luce delle vicende che le hanno di volta in volta suggerite e legittimate, e che, di conseguenza, ripercorrere tali vicende possa dare un contributo conoscitivo ai dilemmi del nostro presente. L’oggetto che sta al centro dell’analisi è quindi la cultura politica emersa dall’età della Rivoluzione francese e la sua periodizzazione è dettata dalla tematica che è stata prescelta. Nella ricerca sono previsti approcci differenti ma convergenti. L’unità di Pisa, con un approccio schiettamente storico, si dedicherà ad investigare due diversi filoni problematici: le categorie della cittadinanza e della rappresentanza nel liberalismo francese; la riflessione politica e sociologica sul significato dell’astensionismo elettorale negli Stati Uniti. Un punto di vista politologico, ma strettamente intrecciato con quello storico, contraddistingue l’unità di Sassari, che si propone di ripercorrere le strategie di tipo “conflittualista” o di tipo “integrazionista” che hanno caratterizzato la riflessione politica classica, per indagare da tale punto d’osservazione i percorsi delle due idee di democrazia. Una competenza specifica nel campo della storia costituzionale, oltre che della storia della cultura politica, è portata dall’unità di Macerata, che studierà i dispositivi giuridico-istituzionali attraverso i quali si è costituito in Francia e in Italia lo Stato di diritto e analizzerà i modi in cui è stata elaborata, a livello teorico, la categoria della rappresentanza. L’approccio dell’unità di Palermo è quello del “case study”. Essa cercherà di verificare l’ipotesi storiografica generale, secondo la quale l’opposizione tra le due forme di democrazia non può essere considerata in netto contrasto sul terreno dei fatti, indagando un “caso” assolutamente originale, ma non marginale: la vicenda siciliana, a partire dai moti risorgimentali sotto il regime borbonico, sino all’ inserimento della regione nel Regno e alle sollevazioni plebee nell’Italia unita. L’intento è di mostrare i nessi tra la parabola involutiva dei progetti e delle esperienze di potere popolare e di partecipazione democratica, da una parte, e l’emergere di una classe politica locale pienamente inserita nello Stato liberale e nella dialettica delle oligarchie nazionali, dall’altra. Resta da illustrare il quadro geografico generale in cui la ricerca si colloca. I paesi indagati saranno in primo luogo la Francia e l’Italia, la seconda per evidenti ragioni di interesse e la prima nella sua veste di laboratorio della politica moderna, ma anche l’Inghilterra e la Germania (unità di Sassari), e soprattutto gli Stati Uniti (cfr. unità di Pisa). Si sottolinea infine che all’ottica comparativistica così adottata s’intende attribuire una forte valenza metodologica.
Risultati parziali attesi Nella prima fase le unità di ricerca, dopo aver presentato e discusso le linee generali dei singoli progetti nel corso di uno workshop, daranno avvio ai propri lavori in piena autonomia metodologica e organizzativa: in relazione al tipo di progetto presentato, si daranno avvio a ricerche archivistiche, presso biblioteche o fondi documentari, alla selezione e alla lettura delle fonti primarie, in Italia e all’estero. Il coordinamento si farà carico di aggiornare costantemente tutti i componenti sugli sviluppi delle ricerche attraverso l’attivazione di un sito web appositamente dedicato; inoltre promuoverà incontri a carattere seminariale, che coinvolgano una o più unità di ricerca, per approfondire singole tematiche avvalendosi, nel caso, della consulenza scientifica di autorevoli ricercatori italiani o stranieri. Da questa prima fase ci si attende: a – completamento della base scientifica di partenza; b -definizione delle problematiche e delle metodologie comuni al fine di una proficua armonizzazione delle ricerche; c -avvio del lavoro di ricerche archivistiche e documentarie delle singole unità.
Unità di Ricerca impegnate Unità n. 1 Unità n. 2 Unità n. 3 Unità n. 4 Fase 2Durata e costo previsto Durata Mesi 12 Costo previsto Euro 100.000 Descrizione Nella seconda fase il coordinamento infittirà il calendario degli incontri al fine di favorire le occasioni di confronto scientifico tra le diverse unità. In relazione allo stato di avanzamento dei progetti si potrà organizzare, già all’inizio di questa seconda fase, un incontro a carattere seminariale per la presentazione dei primi risultati. È sulla base del lavoro svolto che, da un lato, si potranno perfezionare le linee di ricerche comune e, dall’altra, si potrà passare all’organizzazione di un convegno internazionale in cui presentare, questa volta in forma conclusiva, i risultati del progetto.
Risultati parziali attesi Da questa seconda fase ci si attende: a -Presentazione dei risultati: parziali, all’inizio della fase; b- definitivi, nell’ambito di un convegno internazionale. c – Cura e pubblicazione di un volume collettivo.
Unità di Ricerca impegnate Unità n. 1 Unità n. 2 Unità n. 3 Unità n. 4 2.5 Criteri suggeriti per la valutazione globale e delle singole fasi Si indicano ai fini di una valutazione della ricerca, i criteri tipici del giudizio sui lavori di storia concettuale, con particolare riferimento alle valenze interdisciplinari del progetto. In particolare: originalità e rilevanza internazionale del tema generale; coerenza ed integrazione delle ricerche proposte dalle singole unità; rigore metodologico, originalità e chiarezza concettuale dei singoli risultati prodotti; novità e importanza della documentazione edita. Si suggerisce inoltre il controllo regolare dello svolgimento della ricerca nelle sue diverse fasi di avanzamento mediante la consultazione del sito web che sarà allestito.
3.1 Spese delle Unità di Ricerca
Unità di Voce di spesa TOTALE Ricerca Materiale Grandi Materiale di Spese per Personale Servizi Missioni Partecipazione / Pubblicazioni Altro inventariabile Attrezzature consumo e calcolo ed a esterni Organizzazione funzionamento elaborazione contratto convegni dati Unità nº 1 6.000 0 1.500 0 7.000 3.500 20.000 15.000 15.000 2.000 70.000 Unità nº 2 1.500 0 2.000 0 1.700 500 8.500 400 2.400 600 17.600 Unità nº 3 14.000 0 1.000 0 25.000 0 8.000 8.000 14.000 0 70.000 Unità nº 4 1.000 0 0 0 0 1.000 20.000 0 3.000 0 25.000 TOTALE 22.500 0 4.500 0 33.700 5.000 56.500 23.400 34.400 2.600 182.600 3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Unità di Ricerca Voce di spesa RD RA RD+RA Cofinanziamento Cofinanziamento Costo totale di altre richiesto al del amministrazioni MIUR programma Unità n. 1 0 21.000 21.000 0 49.000 70.000 Unità n. 2 5.300 0 5.300 0 12.300 17.600 Unità n. 3 10.000 20.000 30.000 0 40.000 70.000 Unità n. 4 1.500 6.000 7.500 0 17.500 25.000 TOTALE 16.800 47.000 63.800 0 118.800 182.600
Euro Costo complessivo del Programma 182.600
Fondi disponibili (RD) 16.800
Fondi acquisibili (RA) 47.000
Cofinanziamento di altre amministrazioni 0
Cofinanziamento richiesto al MIUR 118.800 (per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)
Firma _____________________________________ Data 30/03/2004 ore 12:11 – 12 – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)
PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B Anno 2004 – prot. 2004112105_001
1.1 Tipologia del programma di ricerca Interuniversitario
Aree scientifico disciplinari Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%)
1.2 Durata del Programma di Ricerca 24 Mesi
1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca POZZI REGINA pozzi@stm.unipi.it M-STO/04 – Storia contemporanea Università di PISA Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA 1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca POZZI REGINA Professore Ordinario 03/06/1940 PZZRGN40H43L570J M-STO/04 – Storia contemporanea Università di PISA Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA 050/2215425 050/501017 pozzi@stm.unipi.it (Prefisso e telefono) (Numero fax) (Email) 1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Pisa dal 1980-1981. Direttrice del Dipartimento di storia moderna e contemporanea nel triennio 1987-1990 e nel triennio 1994-1997. Coordinatrice del Corso di Dottorato in «Storia della civiltà europea» delle Università di Pisa e di Firenze e del Corso di Dottorato in «Storia moderna e contemporanea» dell’Università di Pisa. Professeur associé all’ EHESS di Parigi nel 1989. Distaccata presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei nel 1990-1993. Già responsabile nazionale di progetti di ricerca ex 40% (1986-1989, 1990-1992, 1996), negli ultimi anni ha coordinato due progetti di ricerca nazionali: «Il pensiero gerarchico nella cultura europea dei secoli XVIII e XIX» (1998-2000. Università di Pisa, Catania, Firenze e Torino, SNS di Pisa) e «La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie» (2000-2002. Università di Pisa, Firenze, Milano, Sassari, IUO di Napoli, SNS di Pisa).
1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca 1. POZZI R. (2003). Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica In POZZI R.; DONZELLI M. Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 17-30 (a cura di). ROMA: Donzelli (ITALY) 2. POZZI R. (2003). Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville In MANUELA CERETTA Bonapartismo, cesarismo e crisi della società. pp. 23-32 FIRENZE: Olschki (ITALY) 3. POZZI R. (2003). Comte devant son siècle In M.BOURDEAU; J.F. BRAUNSTEIN; A.PETIT Auguste Comte aujourd’hui. pp. 135-150 PARIS: Editions Kimé (FRANCE) 4. POZZI R. (2001). Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise THE TOCQUEVILLE REVIEW/LA REVUE TOCQUEVILLE. (vol. xxii pp. 155-172) 5. POZZI R. (1993). Hippolyte Taine. Scienze umane e politica nell’Ottocento pp. 7-334 Venezia, Marsilio. 1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca 1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca
Personale docente nº Cognome Nome Dipartimento Qualifica Settore Mesi Uomo Disc. 1° anno 2° anno 1. POZZI Regina Dip. STORIA MODERNA E Prof. Ordinario M-STO/04 6 6 CONTEMPORANEA 2. CASSINA Cristina Dip. STORIA MODERNA E Ricercatore M-STO/04 5 7 CONTEMPORANEA Universitario 3. BATTINI Michele Dip. STORIA MODERNA E Prof. Associato M-STO/04 6 6 CONTEMPORANEA 4. TESTI Arnaldo Dip. STORIA MODERNA E Prof. Ordinario SPS/05 3 4 CONTEMPORANEA TOTALE 20 23 Altro personale Nessuno
1.7.2 Personale universitario di altre Università
Personale docente Nessuno
Altro personale nº Cognome Nome Università Dipartimento Qualifica Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. Zampolli Alessandra Scuola Normale Superiore di PISA Classe di Lettere dottoranda 2 2 TOTALE 2 2 1.7.3 Titolari di assegni di ricerca Nessuno
1.7.4 Titolari di borse Nessuno
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma nº Qualifica Costo previsto Mesi Uomo Note 1° anno 2° anno 1. Altre tipologie 7.000 2 2 Specialista storia dell’Ottocento TOTALE 7.000 2 2 1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti 2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca Democrazie allo specchio. Partecipazione e apatia nella riflessione politica dei secoli XIX-XX: i casi della Francia e degli Stati Uniti
2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca M-STO/04 – Storia contemporanea SPS/05 – Storia e istituzioni delle Americhe 2.3 Parole chiave DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; APATIA ; CITTADINANZA ; RAPPRESENTANZA ; NON-VOTO ; AUTOGOVERNO
2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale Base di partenza è il lavoro che è stato condotto dall’unità dell’Università di Pisa, nel quadro di due ricerche nazionali concluse nei periodi 1998-2000 e 2000-2002 e coordinate da Regina Pozzi, i cui titoli erano “Il pensiero gerarchico nella cultura europea dei secoli XVIII e XIX” e “La democrazia come patologia. Razionalità politica e scienze sociali alla ricerca di terapie”. Nell’arco di un lustro è stato messo a fuoco un ricchissimo repertorio di fonti e di testi sui linguaggi politici e sui codici culturali ascrivibili al pensiero autoritario così come alla critica moderna della democrazia, in relazione a due tempi storici di cruciale rilievo: 1) il passaggio dall’Antico Regime allo Stato costituzionale di diritto e, quindi, la nascita della razionalità politica successiva alla Rivoluzione francese; 2) la nascita delle scienze sociali e la riformulazione della riflessione politica e giuridica tra Otto e Novecento, con l’elaborazione di paradigmi suggeriti dalla minaccia di disgregazione sociale propria della società di massa. Lo sfondo su cui si è proiettata la nostra quinquennale riflessione è quello dell'”epoca della democrazia moderna” e delle sue patologie; e i risultati finora ottenuti – raccolti in due volumi, Il pensiero gerarchico in Europa e Patologie della politica (vedi bibliografia), – convergono con le linee lungo cui si muove la letteratura storica e politologica contemporanea, che pone al centro dell’indagine alcuni problemi strutturali della democrazia come sistema di regole e tipo di società. Nell’ambito di tale letteratura, in ragione anche dell’ampio spazio che nelle precedenti ricerche ha avuto e che in questo progetto continua ad avere l’esperienza storica francese, particolarmente stimolanti risultano i lavori di un gruppo di studiosi raccolti intorno all’Institut Raymond Aron (Gauchet, 1989 e 1995; Manent, 1987; Rosanvallon, 1992, 1998, 2000), che, a partire dai problemi posti dalla Rivoluzione francese, concepita come momento fondativo, hanno messo a fuoco le aporie e le difficoltà della democrazia liberale, analizzate alla luce delle categorie concettuali che ne costituiscono la base e delle loro tensioni irrisolte. Un importante punto di riferimento, ancora per la Francia, ma con ricchezza di suggestioni più generali, sono anche gli studi di Jaume (1997, 2000) sulle origini filosofiche del liberalismo e sul difficile rapporto tra sovranità e individuo che esso conosce nella versione francese. Apporti significativi nella stessa direzione concettuale e problematica erano già venuti da Julliard (1985), Lefort (1986) e, con particolare attenzione al piano storiografico, da Furet (1978). Assai utili le suggestioni che più di recente sono state date ancora da Gauchet (2002), che ha allargato il dibattito, richiamando l’attenzione sull’erosione del quadro di esercizio delle democrazie contemporanee ed interrogandosi sull’efficacia dei loro strumenti istituzionali. Un’indicazione in questo senso, in riferimento alla realtà americana (al cui esame è dedicata una specifica sezione della nostra ricerca), ma con generale valenza analitica, viene anche da Putnam et al. (2002), che si ricollega alle analisi di John Stuart Mill e Tocqueville per denunciare lo scollamento tra società civile ed istituzioni nel paese classico della democrazia. Nel quadro di questa riflessione più ampia, importanti sollecitazioni si trovano anche in Eisenstadt (1999), in particolare per l’analisi storica e politologica che egli conduce della duplice valenza, costituzionale o partecipativa, che la democrazia ha assunto a livello concettuale, e delle divergenti soluzioni che nei due casi si prospettano, con le tensioni che investono nella prassi il rapporto tra istituzioni rappresentative e partecipazione ai processi decisionali. A proposito degli Stati Uniti, una riflessione più specifica sul tema dell’apatia elettorale e quindi del non-voto, che si intreccia con quella generale proposta da Putnam, parte dal dibattito suscitato all’inizio degli anni Sessanta da Lipset (1960) e Schattschneider (1960), e passa attraverso i lavori politologici e storici di Burnham (1965, ripubblicati 1982). Bilanci storici e analitici sulla questione della non partecipazione elettorale, utili come base di partenza per nuove ricerche, sono tentati in Testi (1994), Piven-Cloward (2000), e Kornbluh (2000). In una prospettiva storica generale di lunga durata sono anche un ineludibile punto di partenza le ricerche sulla libertà repubblicana condotte da Pocock (1975), Skinner (1978,1998) e Pettit (1997), nonché la riflessione sulla sovranità condotta in termini radicali da Schmitt (1922 e 1933, ripubblicati nel 1972). 2.4.a Riferimenti bibliografici Parte prima: Opere di riferimento generale:C. Schmitt, Teologia politica [1922, 1933], ora in Id., Le categorie del politico, Bologna, il Mulino, 1972; J.G.A. Pocock, The Machiavellian Moment: Florentine Political Thought and the Atlantic Republican Tradition, Princeton, N.J., Princeton University Press, 1975; Q. Skinner, The Foundations of Modern Political Thought, Cambridge, Cambridge University Press, 1978; F. Furet, Penser la Révolution française, Paris, Gallimard, 1978; C. Lefort, Essais sur le politique. XIXe-XXe siècles, Paris, Seuil, 1986; P. Manent, Histoire intellectuelle du libéralisme. Dix leçons, Paris, Calmann-Lévy, 1987; M. Gauchet, La Révolution des droits de l’homme, Paris, Gallimard, 1989; J. Habermas, Faktizität und Geltung, Frankfurt a. M., Suhrkamp,1992; P. Rosanvallon, Le sacre du citoyen. Histoire du suffrage universel en France, Paris, Gallimard, 1992; D. Zolo, Il principato democratico: per una teoria realistica della democrazia, Milano, Feltrinelli, 1992; M. Gauchet, La Révolution des pouvoirs, Paris, Gallimard, 1995; P. Pettit, Republicanism: A Theory of Freedom and Government, Oxford, Clarendon Press, 1997; Q. Skinner, Liberty Before Liberalism, Cambridge, Cambridge University Press, 1998; P. Rosanvallon, Le peuple introuvable. Histoire de la représentation démocratique en France, Paris, Gallimard, 1998; S.N. Eisenstadt, Paradoxes of Democracy, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1999; P. Rosanvallon, La démocratie inachevée. Histoire de la souveraineté du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000; M. Gauchet, La démocratie contre elle-même, Paris, Gallimard, 2002; R.D. Putnam et al., Democracies in Flux: The Evolution of Social Capital in Contemporary Society, New York, Oxford University Press, 2002 Il pensiero gerarchico in Europa. XVIII-XIX secolo, a cura di A. Alimento e C. Cassina, Firenze, Olschki, 2002; Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi,Roma, Donzelli, 2003.Parte seconda: Opere di riferimento relative a singoli ambiti di ricerca (si veda la descrizione della ricerca al punto 2.5) Sul punto 1): P.Manent, Tocqueville et la nature de la démocratie, Paris, Fayard, 1982; P. Rosanvallon, Le moment Guizot, Paris, Gallimard, 1985; J. Julliard, La faute à Rousseau, Paris, Seuil, 1985; M. Barberis, Benjamin Constant. Rivoluzione, costituzione e progresso, Bologna, Il Mulino, 1988; M. Barberis, Sette studi sul liberalismo rivoluzionario, Torino, Giappichelli, 1989; G. Quagliariello, La politica senza partiti. Ostrogorski e l’organizzazione della politica tra `800 e`900, Roma-Bari, Laterza, 1993; C. Nicolet, L’idée républicaine en France (1789-1924) [1982], Paris, Gallimard, 1994; M. Battini, L’ordine della gerarchia. I contributi reazionari e progressisti alla crisi della democrazia in Francia 1789-1914, Torino, Bollati Boringhieri, 1995; L. Jaume, L’individu effacé ou le paradoxe du libéralisme français, Paris, Fayard, 1997; C. Cassina, “La ragione dei numeri” o “I numeri contro la ragione”? Un aspetto della questione elettorale in Francia, 1789-1870, in “Trimestre”, XXXII, 1999, pp. 51-72; L. Jaume, La liberté et la loi. Les origines philosophiques du libéralisme, Paris, Fayard, 2000 S. S. Wolin, Tocqueville Between Two Worlds, Princeton, Princeton University Press, 2001; C. Cassina, Il bonapartismo o la falsa eccezione. Napoleone III, i francesi e la tradizione illiberale, Roma, Carocci, 2001; R. Pozzi, Guizot et Tocqueville face à l’histoire anglaise, «The Tocqueville Review», XXII, 2, 2001, pp.155-172; G. Paoletti, Illusioni e libertà. Benjamin Constant e gli antichi, Roma, Carocci, 2002; R. Pozzi, Il cesarismo nella riflessione di Tocqueville, in Bonapartismo, Cesarismo e crisi della società, Firenze, Olschki, 2003; R. Pozzi, Tocqueville, la triade rivoluzionaria e i problemi della modernità politica, in Patologie della politica. Crisi e critica della democrazia, a cura di M. Donzelli e R. Pozzi, Roma, Donzelli, 2003, pp. 17-30. Sul punto 2): W. Lippmann, Public Opinion, New York, Harcourt, Brace and C., 1922; C.E. Merriam e H.F. Gosnell, Non-Voting, Chicago, University of Chicago Press, 1924; E.E. Schattschneider, The Semisovereign People [1960], Hinsdale (Ill.), Dryden Press, 1975; S.M. Lipset, Political Man [1960], ed. accres., Londra, Heineman, 1983; M.J. Crozier, S.P. Huntington e J. Watanuki, The Crisis of Democracy, New York, New York University Press, 1975; W.D. Burnham, The Current Crisis in American Politics [1965], New York, Oxford University Press, 1982; M.E. McGerr, The Decline of Popular Politics, New York, Oxford University Press, 1986; M.J. Avey, The Demobilization of American Voters, New York, Greenwood Press, 1989; R.A. Teixeira, The Disappearing American Voter, Washington (D.C.), The Brookings Institution, 1992; A. Testi, La politica dell’esclusione, Bologna, Il Mulino, 1994; L.K. Grossman, The Electronic Republic, New York, Viking, 1995; B. Bimber, The Internet and Political Transformation, in “Polity”, Vol. 31, autunno 1998; A. Testi, The Construction and Deconstruction of the U. S. Electorate in the Age of Manhood Suffrage, 1830s-1920s, in R. Romanelli (a cura di), How Did They Become Voters?, The Hague-London-Boston, Kluwer Law International, 1998; F.F. Piven e R.A. Cloward, Why Americans Don’t Vote, Boston, Beacon Press, 2000; A. Keyssar, The Right to Vote: The Contested History of Democracy in the United States, New York, Basic Books, 2000; A. Testi, Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti, Torino, OTTO Editoria Digitale , 2000; M.L. Kornbluh, Why America Stopped Voting, New York, New York University Press, 2000; C.R. Sunstein, Republic.com, Princeton, Princeton University Press, 2001; A. Testi, Cittadinanza sociale e cittadinanza politica negli Stati Uniti: alcune considerazioni sul non-voto degli americani nel Novecento, in C. Sorba (a cura di), Cittadinanza, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato, Roma, 2002; L. Gidlow, Delegitimizing Democracy: “Civic Slackers”, the Cultural Turn, and the Possibilities of Politics, in “Journal of American History”, vol. 89, dicembre 2002. 2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca Nel quadro generale della ricerca, l’unità di Pisa si propone di fornire alcuni contributi selettivi ad una ricerca storica su categorie e pratiche della partecipazione politica a partire dall’ultimo terzo del XVIII secolo e dalla crisi della società di Antico Regime. Tale punto di partenza si giustifica per il fatto che è allora che nascono due idee di democrazia: quella di “potere popolare” tendente a realizzare trasformazioni sociali radicali che accrescano la “libertà degli uomini”, che contempla una categoria di partecipazione come autodeterminazione, e quella di “sistema di regole formalizzate” dello Stato di diritto, che contempla un’idea di partecipazione di tipo “qualitativo” e limitata all’uso delle regole della democrazia. E’ intorno a queste due idee che si è snodata la vicenda della democrazia occidentale tra Otto e Novecento. Di fatto però, attraverso alcuni passaggi salienti che sono stati illustrati altrove (cfr. la descrizione del Programma di ricerca del Modello A), è prevalsa la seconda idea. Ciò non significa – è questo uno degli assunti “forti” da cui muove la ricerca – che la prima idea, quella della democrazia come partecipazione e autodeterminazione, non abbia continuato ad essere frequentata a livello teorico né che non abbia costituito anche un importante lievito al livello della prassi. In questa prospettiva può essere utile ripercorrere la riflessione dottrinaria che si è sviluppata negli ultimi due secoli intorno alla duplice idea di democrazia. Immediatamente dopo la rivoluzione del 1789 il pensiero politico, in particolare con Benjamin Constant, ha visto nel dualismo tra partecipazione e apatia l’essenza dell’opposizione tra una democrazia potenzialmente autoritaria, o giacobina, e una democrazia delle regole, liberale (si noti però che Constant prevede pericoli di dispotismo sia nell’apatia che nella partecipazione eccessiva). Due decenni più tardi Tocqueville, a partire dall’analisi della democrazia americana, propone un idealtipo di democrazia che trova le condizioni della sua vitalità nella compresenza di entrambe queste idee. Da allora il pensiero politico occidentale non ha mai cessato di riflettere sul tema dell’apatia politica e della partecipazione democratica. L’obiettivo che si pone l’unità di Pisa è quello di approfondire alcuni momenti storici, assunti come significativi, di tale dibattito. Come nelle precedenti ricerche nazionali, di cui la ricerca qui proposta costituisce l’ideale continuazione, il quadro politico e culturale privilegiato resta quello della Francia, paese che una tradizione storiografica consolidata considera come il laboratorio della politica Tuttavia l’analisi verrà allargata al dibattito americano, in un’ottica comparativa da cui ci si attendono risultati innovativi. 1 – S’indagheranno alcune espressioni cruciali della riflessione politica ottocentesca europea e in particolare francese. Al centro dell’analisi si porrà il pensiero di Tocqueville, che appare fondamentale per la stessa formulazione del problema qui affrontato. A partire da lui si prenderà in considerazione l’intero quadro del liberalismo francese, nella diversità delle sue posizioni intellettuali e politiche, in relazione al nesso tra democrazia come sistema di regole e democrazia come partecipazione. In particolare s’intende partire dal giudizio di “oscuramento o cancellazione dell’individuo”, che è stato avanzato a proposito di questa tradizione politica da Lucien Jaume (1997), per metterlo a confronto con la definizione della natura e dell’ambito della sovranità, in rapporto con i diritti dell’individuo, così come con la definizione delle categorie di rappresentanza e di cittadinanza. L’ipotesi è che nei principi dell’89 amalgama filosoficamente ardito di liberalismo e democrazia – si annodino una serie di aporie difficili da superare con le categorie concettuali a disposizione della galassia liberale postrivoluzionaria. L’analisi si appunterà sulle prime generazioni della famiglia liberale, dagli Idéologues (Destutt de Tracy, Daunou) e da Mme de Staël e Constant a Guizot, sul liberalismo “di nuova specie” di Tocqueville, sui fondatori della Terza Repubblica – e sulla complessa formulazione, studiata da Claude Nicolet (1994), del loro positivismo.2 – Il secondo momento considerato sarà la riflessione politica e sociologica sul significato dell’astensionismo elettorale e del non-voto negli Stati Uniti nel corso del Ventesimo secolo, e in particolare negli anni venti, negli anni cinquanta e infine negli anni novanta. Negli anni venti del Novecento, dopo un secolo di altissima partecipazione elettorale, si delinea una vera e propria caduta di affluenza alle urne. La felice combinazione di una cittadinanza attiva e partecipe, erede della tradizione repubblicana, e di una democrazia delle regole, erede della tradizione liberale, che aveva caratterizzato la polity americana nel Diciannovesimo secolo, sembra entrare in crisi. Come rivelano le prime indagini empiriche (Merriam e Gosnell, 1924), una quota consistente dell’elettorato sta “scomparendo” dalla piazza pubblica – e ciò suscita allarme. Al contrario, una delle prime riflessioni sulle nuove forme dell’opinione pubblica (Lippmann, 1922) suggerisce che forse è meglio così: i cittadini elettori, si dice, sono comunque disinformati e inevitabilmente manipolati dai mass media; le garanzie della libertà di tutti stanno non in una partecipazione popolare inconsapevole bensì nelle regole dello stato di diritto. Il conflitto interpretativo si ripete con maggiore consapevolezza e profondità negli anni cinquanta-settanta, quando alcuni studiosi, con linguaggio repubblicano, definiscono la crescente apatia elettorale come il “ventre molle” della democrazia (Schattschneider, 1960; Burnham,1965); mentre altri, con linguaggio liberale, ne parlano come di un segno di “salute” e di buon funzionamento del sistema, che così non viene sottoposto a un eccessivo carico di “domande” politico-sociali dal basso (Lipset,1960; Huntington et al.,1975). Il dibattito si rinnova infine, nell’ambito delle stesse contrapposizioni paradigmatiche, negli anni novanta – quando emerge la questione dell’Internet come luogo e strumento di mobilitazione e/o demobilitazione dei cittadini attivi ed elettori (Sunstein, 2001).
2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro Nessuna
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA) Nessuna 2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma
2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma Numero Mesi uomo Mesi uomo Totale mesi uomo 1° anno 2° anno Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca 4 20 23 43 Personale universitario di altre Università 1 2 2 4
Titolari di assegni di ricerca 0 Titolari di borse Dottorato 0 Post-dottorato 0 Scuola di Specializzazione 0 Personale a contratto Assegnisti 0 Borsisti 0 Dottorandi 0 Altre tipologie 1 2 2 4 Personale extrauniversitario 0 Totale 6 27 24 51
3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca
Testo italiano
Voce di spesa Spesa Descrizione in Euro Materiale inventariabile 6.000 acquisto di computer fisso e di computer portatile. Grandi Attrezzature
Materiale di consumo e 1.500 spese telefoniche, postali, per cancelleria (carta, ricambi, ecc.) e per fax funzionamento Spese per calcolo ed
elaborazione dati Personale a contratto 7.000 attivazione di un contratto per integrazione della ricerca. Servizi esterni 3.500 spese per traduzioni e consulenza per prodotti multimediali, assistenza tecnica, servizi di copisteria. Missioni 20.000 in Italia e all’estero (in particolare Francia, Gran Bretagna e U.S.A) per svolgere ricerche presso fondi documentari, archivi pubblici e privati, biblioteche. Pubblicazioni 15.000 contributo per la pubblicazione dei risultati della ricerca Partecipazione / 15.000 partecipazione a convegni e giornate di studio inerenti la ricerca; contributo Organizzazione convegni all’organizzazione di un convegno internazionale conclusivo Altro 2.000 spese per ospitalità e rappresentanza TOTALE 70.000 3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Descrizione Costo complessivo del Programma 70.000 dell’Unità di Ricerca Fondi disponibili (RD)
Fondi acquisibili (RA) 21.000 16000 cofinanziamento d’Ateneo; 5000 incentivazione al coordinamento da parte dell’Ateneo. Cofinanziamento di altre
amministrazioni Cofinanziamento richiesto al MIUR 49.000 3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA) SI
(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)
Firma _____________________________________ Data 18/03/2004 ore 11:14 MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004) PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B Anno 2004 – prot. 2004112105_003 PARTE I 1.1 Tipologia del programma di ricerca
Aree scientifico disciplinari
Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) | | |
1.2 Durata del Programma di Ricerca 24 Mesi
1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca POZZI | REGINA | pozzi@stm.unipi.it | M-STO/04 – Storia contemporanea | <!– | ??? –><!– | ??? –> Università di PISA | <!– | ??? –><!– | ??? –> Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | <!– | ??? –><!– | ??? –> Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA | <!– | ??? –><!– | ??? –>
1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca SCUCCIMARRA | LUCA | <!– | ??? –> Professore Associato | 07/07/1963 | SCCLCU63L07H501K | SPS/02 – Storia delle dottrine politiche | <!– | ??? –><!– | ??? –> Università degli Studi di MACERATA | <!– | ??? –><!– | ??? –> Facoltà di SCIENZE POLITICHE | <!– | ??? –><!– | ??? –> Dipartimento di DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | <!– | ??? –><!– | ??? –> 0733/258775 (Prefisso e telefono) | 0733/258777 (Numero fax) | luca.scuccimarra@tin.it (Email) |
1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca Laureato in Giurisprudenza con il punteggio di 110/110 e lode presso l’Università “La Sapienza” di Roma (1988); Dottore di ricerca in Storia delle dottrine politiche, delle istituzioni politiche e filosofia della politica (1994); dal 1996 al 2000 professore a contratto presso l’Università di Macerata; dall’ottobre 2001 è Professore associato di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Macerata. E’ componente del Comitato scientifico del Laboratorio di storia costituzionale “Antoine Barnave” dell’Università di Macerata e membro del Comitato di redazione del Giornale di Storia costituzionale. Ha lavorato sul concetto di obbligo politico nella filosofia di Immanuel Kant e sulle concezioni della rappresentanza politica nella Francia rivoluzionaria e post-rivoluzionaria.
1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca 1. | SCUCCIMARRA L. (2003). La Repubblica dei Savants. Conflitto politico e idéologie nella Francia di Brumaio ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA. (vol. 9 pp. 43-83) | 2. | SCUCCIMARRA L. (2003). La trasparenza del politico. Habermas e il paradigma della sfera pubblica GIORNALE DI STORIA COSTITUZIONALE. (vol. 6 pp. 35-59) | 3. | SCUCCIMARRA L. (2002). LA SCIABOLA DI SIEYES. LE GIORNATE DI BRUMAIO E LA GENESI DEL REGIME BONAPARTISTA BOLOGNA: IL MULINO (ITALY) | 4. | SCUCCIMARRA L. (2001). La rappresentazione imperfetta. Kant e il paradosso della costituzione inglese GIORNALE DI STORIA COSTITUZIONALE. (vol. 2 pp. 63-80) | 5. | SCUCCIMARRA L. (1998). OBBEDIENZA, RESISTENZA, RIBELLIONE. KANT E IL PROBLEMA DELL’OBBLIGO POLITICO ROMA: JOUVENCE |
1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca 1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca
Personale docente nº Cognome Nome Dipartimento Qualifica Settore Disc. Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | SCUCCIMARRA | Luca | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | Prof. Associato | SPS/02 | 8 | 8 | 2. | MARTUCCI | Roberto | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | Prof. Ordinario | SPS/03 | 6 | 5 | 3. | LACCHE’ | Luigi | Ist. Studi storici | Prof. Ordinario | IUS/19 | 6 | 4 | | TOTALE | | | | | 20 | 17 |
Altro personale nº Cognome Nome Dipartimento Qualifica Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | PIERGIACOMI | GIANLUCA | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | DOTTORANDO | 2 | 2 | 2. | ARGONDIZZO | DOMENICO | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | DOTTORANDO | 2 | 2 | 3. | MANZI | IRENE | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | DOTTORANDA | 2 | 2 | | TOTALE | | | | 6 | 6 |
1.7.2 Personale universitario di altre Università
Personale docente nº Cognome Nome Università Dipartimento Qualifica Settore Disc. Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | CONSARELLI | Bruna | ROMA TRE | Dip. ISTITUZIONI POLITICHE E SCIENZE SOCIALI | PO | SPS/02 | 4 | 4 | 2. | RUOCCO | Giovanni | ROMA “La Sapienza” | Dip. STUDI POLITICI | RU | SPS/02 | 6 | 5 | | TOTALE | | | | | | 10 | 9 |
Altro personale Nessuno
1.7.3 Titolari di assegni di ricerca nº Cognome Nome Dipartimento Data di inizio del contratto Durata (in anni) Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | BARBISAN | Benedetta | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 01/03/2004 | 1 | 4 | 4 | 2. | LUCARINI | Federico | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 01/03/2004 | 1 | 4 | 4 | 3. | PERSANO | Paola | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 01/03/2004 | 1 | 4 | 4 | 4. | STRONATI | Monica | Ist. Studi storici | 01/11/2003 | 1 | 4 | 4 | TOTALE | | | | | | 16 | 16 |
1.7.4 Titolari di borse nº Cognome Nome Dipartimento Anno di inizio borsa Durata (in anni) Tipologia Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | CAR | RONALD | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 2002 | 3 | Dottorato | 4 | 4 | 2. | CIARALLI | ROBERTA | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 2003 | 3 | Dottorato | 4 | 4 | 3. | FERRARA | GERRI | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 2002 | 3 | Dottorato | 4 | 4 | 4. | GREGORI | SIMONA | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 2003 | 3 | Dottorato | 4 | 4 | 5. | VALVIDARES SUAREZ | MARIA LUDOVINA | Dip. DIRITTO PUBBLICO E TEORIA DEL GOVERNO | 2002 | 3 | Dottorato | 4 | 4 | | TOTALE | | | | | | 20 | 20 |
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma nº Qualifica Costo previsto Mesi Uomo Note 1° anno 2° anno 1. | Assegnista | 25.000 | 11 | 11 | attività di ricerca | | TOTALE | 25.000 | 11 | 11 | |
1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti Nessuno PARTE II 2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca I dilemmi della rappresentanza
2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca SPS/02 – Storia delle dottrine politiche | SPS/03 – Storia delle istituzioni politiche | IUS/19 – Storia del diritto medievale e moderno |
2.3 Parole chiave RAPPRESENTANZA ; OPINIONE PUBBLICA ; PARTECIPAZIONE POLITICA ; SISTEMI ELETTORALI
2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale Nel campo degli studi storico-politici, così come più in generale in quello delle scienze politiche e sociali, si registra da alcuni anni un rinnovato interesse per l’analisi delle modalità di costituzione e sviluppo dei moderni sistemi rappresentativi. A spingere in questa direzione ha contribuito senz’altro quel processo di progressivo disseccamento dei canali di alimentazione del circuito della legittimazione politica che è stato definito ‘crisi della rappresentanza’. Come ha scritto Bernard Manin, se per decenni questa dimensione è sembrata fondarsi “su una vigorosa e stabile relazione di fiducia fra gli elettori e i partiti politici e la grande maggioranza degli elettori si identificava con un partito, mantenendosi fedele ad esso nel tempo”, oggi “è crescente il numero degli elettori che votano in modo diverso da un’elezione all’altra” o che addirittura scelgono di non avvalersi dello strumento elettorale. In passato, le differenze tra i partiti sembravano essere l’effetto e il riflesso delle divisioni sociali, oggi si ha l’impressione che i partiti impongano alla società divisioni di carattere sempre più marcatamente artificiale. Se un tempo, infine, ogni partito proponeva agli elettori un programma che si impegnava a realizzare se avesse avuto accesso al potere, oggi la strategia elettorale dei candidati e dei partiti si fonda sulla “costruzione di immagini piuttosto vaghe nelle quali la personalità del leader occupa un posto preminente”. A causa di questi processi, la distanza tra governo e società civile sembra in costante aumento e “l’elezione dei rappresentanti non appare più come il metodo attraverso il quale i cittadini scelgono la politica che vogliono vedere realizzata”. Tutto ciò ha spinto autori di varia formazione ed interessi a ripensare in chiave critico-ricostruttiva il divenire del principio rappresentativo nell’evoluzione della moderna politica di massa. E diversi sono stati in questa prospettiva gli approcci interpretativi di volta in volta proposti e sviluppati. Di grande fecondità, in tale orizzonte di analisi, si è rivelato il modello ricostruttivo offerto da Juergen Habermas nel suo ormai classico contributo Strukturwandel der Oeffentlichkeit. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, diversi studiosi si sono avvalsi della prospettiva interpretativa messa a punto dal filosofo tedesco – la genesi della “sfera pubblica” come manifestazione dell’autonomia della società civile borghese – per indagare specifici contesti della moderna storia politico-costituzionale, puntualizzando – e a volte integrando alla luce di diversi paradigmi – i risultati della sua lettura “critico-sociologica”. In questa prospettiva, particolarmente interessanti appaiono i risultati conseguiti nell’analisi dell’orizzonte pre- e postrivoluzionario in Francia: si pensi al lavoro svolto da Keith Baker sul topos del “tribunale dell’opinione” come luogo di fondazione simbolica e discorsiva della ‘politica nuova’ di ispirazione anti-assolutistica; o anche al pluriennale itinerario di approfondimento della costellazione della sovranità popolare, avviato da Pierre Rosanvallon a partire dal fondamentale saggio Le sacre du citoyen. In tale consolidato orizzonte di indagine, è mancato, tuttavia, sino ad oggi uno sforzo interdisciplinare di approfondimento delle dinamiche della rappresentanza, specificamente diretto ad analizzare l’interazione tra modelli teorici, pratiche politiche e procedure giuridico-istituzionali, in un’ottica che chiami in causa le risorse conoscitive della storia culturale e di quella del discorso politico, della storia delle istituzioni e di quella del pensiero giuridico. E’ questo l’obiettivo che la presente ricerca intende perseguire, a partire dal lavoro di approfondimento sulla fondazione costituzionale delle moderne democrazie rappresentative svolto dal Laboratorio di storia costituzionale “Antoine Barnave” dell’Università di Macerata, nel corso del suo primo decennio di attività.
2.4.a Riferimenti bibliografici ACCARINO Bruno, Rapresentanza, Bologna, Il Mulino, 1999. BAKER, Keith, Inventing the French Revolution, Cambridge, UP, 1990 Id., Defining the Public Sphere in Eighteenth-Century France: Variations on a Theme by Habermas, in Habermas and the Public Sphere, a cura di C. Calhoun, Oxford, Mit Press, 1992, pp. 181-211 BARKER H., BURROWS S., (a cura di), Press, Politics and the Public Sphere in Europe and North America, 1760-1820, Cambridge University Press, 2002 BALLINI P.L. (a cura di), Idee di rappresentanza e sistemi elettorali in Italia tra otto e novecento, Venezia, Istituto veneto di scienze lettere e arti, 1997, p.IX-470 BLICKLEE P., Resistance, représentation et communauté, Paris, Puf, 1998, pp.xx-516. CALHOUN C. (a cura di), Habermas and the Public Sphere, Oxford, Mit Press, 1992 CARINI, C., a cura di, Dottrine e Istituzioni della rappresentanza (XVII-XIX secolo), Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1990. CARINI C.(a cura di), La rappresentanza tra due rivoluzioni europee, 1789-1848, Firenze, Centro editoriale toscano, 1991. CASSELLA Fabrizio, Profili costituzionali della rappresentanza. Percorsi storici e comparatistici, Napoli, Jovene, 1997, pp.312. CEDRONI L., Il lessico della rappresentanza politica, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1996. CLAVREUL Colette, L’influence de la théorie d’Emmanuel Sieyès sur les origines de la représentation en droit public, Paris, multigr., 1982, 2 tomes. COLOMBO Paolo, Governo e costituzione. La trasformazione del regime politico nelle teorie dell’età rivoluzionaria, Milano, Giuffrè, 1993. COMPAGNA Luigi, Gli opposti sentieri del costituzionalismo, Bologna, Il Mulino, 1998. CONTI, V. PII, E., a cura di, Gli aspetti sociali delle istituzioni rappresentative, Firenze, 1987, pp.93-105. COSTA, Pietro, Civitas. Storia della cittadinanza in Europa, Bari, Laterza, 1999 ss. COTTEREAU A., Ladrière P. (textes réunis par), Pouvoir et légitimité. 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Id., Guizot et la philosophie de la représentation, in Droits, 15, 1992, pp.141-152. KOSELLECK R., Kritik und Krise, Freiburg-München, Alber, 1959, tr. it. Critica illuministica e crisi della società borghese, Bologna, Il Mulino, 1972 KREUZER Marcus, Institutions and Innovation: Voters, Parties, and Interest Groups in the Consolidation of Democracy: France and Germany, 1870-1939, Ann Arbor, University of Michigan Press, 2001. LACCHE’, LUIGI, La libertà che guida il popolo. Le Tre Gloriose Giornate del luglio 1830 e le “Chartes” nel costituzionalismo francese, Bologna, il Mulino, 2002; LACCHE’ LUIGI, a cura di, Opinione pubblica. Storia, politica, costituzione dal XVII al XX secolo, “Giornale di Storia costituzionale”, n. 6, 2003; LANDES J.B., Women and the Public Sphere in the Age of the French Revolution, Ithaca, N.Y., Cornell UP, 1988 MANIN, BERNARD, Principes du gouvernement représentatif, Paris, Calmann-Levy, 1995 (trad. it. parz. La democrazia dei moderni, Milano, Anabasi, 1992); MARGERISON K., Pamphlets and Public Opinion. The Campaign Record for a Union of Orders in the Early French Revolution, West Lafayette, Indiana, Purdue University Press, 1998,pp. XIII-258 MARTUCCI Roberto, Proprietari o contribuenti? Diritti politici, elettorato attivo ed eleggibilità nel dibattito istituzionale francese da Necker a Mounier (ottobre 1788-settembre 1798), in Annali della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, Storia del diritto e teoria politica, Milano, Giuffrè, 1989-1991, pp.679-842. Id., L’ossessione costituente, Bologna, il Mulino, 2001; OZOUF M., Id., “Public Opinion” at the End of the Old regime, in The Rise and Fall of the French Revolution, Chicago and London, The University of Chicago Press, 1984 Id., The Political Culture of the Old Regime. L’opinion publique, in The French Revolution and the Creation of Modern Political Culture, ed. by K.M. Baker, Oxford, Pergamon Press, 1987, I, pp. 419-434 Id., Le concept d’opinion publique au XVIII siècle, in L’Homme régéneré. Essais sur la Révolution française, Paris, Gallimard, 1989 Id., Spirito pubblico, in Dizionario critico della Rivoluzione francese, a cura di F. Furet e M. Ozouf,Milano, Bompiani, 1989, pp.809-818 PASQUINO Pasquale,Sieyès et l’invention de la constitution en France, Paris, Jacob, 1998. PIRETTI M.S.(a cura di), I sistemi elettorali in Europa tra otto e novecento, Roma-Bari, Laterza, 1997, pp.XII-261. Id.,La giustizia dei numeri. Il proporzionalismo in Italia (1870-1923), Bologna, Il Mulino, 1990. PITKIN Hanna Fenichel, The concept of representation, Berkeley-Los Angeles-London, 1972. RIDOLFI Maurizio, Nel segno del voto: elezioni, rappresentanza e culture politiche nell’Italia liberale,Roma, Carocci, 2000. ROELS Jean, Le concept de representation politique au dix-huitieme siecle francais, Paris, 1969. ROSANVALLON, Pierre, Le sacre du citoyen. Du suffrage universel en France, Paris, Gallimard, 1992 (trad. it., La rivoluzione dell’uguaglianza. Storia del suffragio universale in Francia, Milano, Anabasi, 1994) ; Id., Le peuple introuvable. Histoire de la représentation démocratique en France, Paris, Gallimard, 1998, pp.379. Id., La monarchie impossible : les Chartes de 1814 et de 1830, Paris, Fayard,1994 ; Id., La democratie inachevee : histoire de la souverainete du peuple en France, Paris, Gallimard, 2000 SARTORI Giovanni., La rappresentanza politica, in Studi politici, IV, 1957, pp.527-613. SCUCCIMARRA, LUCA, La sciabola di Sieyès. Le giornate di brumaio e la genesi del regime bonapartista, Bologna, il Mulino, 2002; TORTAROLO E., “Opinion publique” tra Antico regime e Rivoluzione francese. Contributo a un vocabolario storico della politica settecentesca, in Rivista storica italiana, CII, 1990, pp. 5-23 TROPER MICHEL, Osservazioni sullo statuto del concetto di rappresentanza politica, in Filosofia politica, 1, 1988, pp.195-201.
2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca Considerata nella sua più profonda dimensione storico-politica, tutta la vicenda dello Stato costituzionale di diritto sviluppatosi in Europa partire dalla cesura rivoluzionaria appare caratterizzata dalla dialettica tra un orizzonte di valori dominato dal principio dell’autogoverno di individui liberi ed eguali e una prassi caratterizzata, invece, dalla presenza di dispositivi sociali ed istituzionali limitativi delle concrete possibilità di partecipazione politica della cittadinanza. In tale prospettiva, il ricorso a strumenti censitari di limitazione del suffragio, caratteristico dei sistemi parlamentari ottocenteschi, costituisce soltanto un’espressione – sebbene la più esplicita e radicale – di una tensione che a ben vedere trova modo di estrinsecarsi nei diversi momenti di articolazione della dinamica rappresentativa: a livello istituzionale, nella regolamentazione delle modalità di esercizio del voto, dello status di parlamentare (mandato libero o vincolato, formazione di gruppi o frazioni), delle modalità deliberative nei corpi parlamentari (potere di iniziativa, applicazione del principio di maggioranza, ricorso a strumenti procedurali di garanzia) e della stessa organizzazione dei lavori (pubblicità o meno dei dibattiti, ricorso a forme di attività diverse dalla seduta plenaria, ecc.). In ambito extra-istituzionale, nella determinazione – normativa, ma non solo – delle modalità di integrazione dei processi deliberativi parlamentari con una formazione discorsiva dell’opinione e della volontà aperta a tutti i cittadini sul terreno della sfera pubblica politica. Obiettivo specifico dell’unità di ricerca è appunto quello di indagare – in un arco cronologico che va dalla cesura rivoluzionaria allo scoppio della Prima guerra mondiale – la costitutiva tensione tra coinvolgimento e distacco della cittadinanza sulla quale lo Stato costituzionale di diritto ha sviluppato il suo percorso storico in Francia e in Italia. Il piano di analisi prescelto è quello di una ricostruzione dei dispositivi giuridico-istituzionali di articolazione dello spazio pubblico rappresentativo (diritti di voto, filtri procedurali, dispositivi di ‘selezione’ o ‘irregimentazione’ del consenso, ecc.), sviluppata però in stretta connessione con un’analisi dei discorsi e delle teorie che di quel contesto costituiscono al tempo stesso il fondamento di legittimazione e il precipitato ideologico. In tale prospettiva particolare attenzione sarà dedicata all’analisi delle specifiche modalità di fondazione teorica di quella dimensione della rappresentanza che può essere considerata come il vero e proprio luogo costitutivo della politica contemporanea. Da tale punto di vista, obiettivo della ricerca è quello di portare allo scoperto le diverse logiche della rappresentanza che innervano la conflittuale dinamica politica post-rivoluzionaria, evidenziando al contempo i presupposti ontologici e gnoseologici da esse chiamati in causa e le concrete opzioni costruttive a cui hanno saputo dar vita nei principali snodi costituenti della prima età contemporanea. L’ipotesi interpretativa che si intende verificare è che a questo livello siano presenti linee di aggregazione teorica più complesse e articolate di quanto un tipo di interpretazione ancora legata alle ‘categorie disgiuntive’ del pensiero liberale possa far emergere: in tale contesto la priorità del momento cognitivo o di quello volitivo, il riferimento ad un paradigma dualistico (rappresentanza-relazione) o monistico (rappresentanza-incorporazione), la centralità della dimensione deliberativa o di quella decisionale sono soltanto alcune delle grandi alternative fondative su cui si gioca la costruzione di un vero e proprio caleidoscopio interpretativo e normativo, attraverso il quale di volta in volta prende forma una diversa – e onnicomprensiva – concezione della politica e dei suoi rapporti con la società civile. Nell’ambito delle analisi dei diversi modelli elaborati su questo terreno dal grande laboratorio politico-costituzionale ottocentesco, l’unità di ricerca concentrerà inoltre la sua attenzione sulle procedure istituzionali e sui meccanismi sociali riconducibili al concetto di opinione pubblica, quale condizione di “pensabilità” della libertà dei moderni e del cosiddetto governo rappresentativo (governo di opinione). L’opinione pubblica, infatti, finisce con l’essere spesso un luogo discorsivo “aperto”, uno spazio di frontiera, disponibile ad accogliere, in virtù della sua natura essenzialmente ambigua e polimorfica, stimoli diversi e a divenire terreno di trasformazioni, di produzione di nuove identità sociali e politiche, di conflitti, di canali di partecipazione e di controllo non ancora istituzionalizzati. In tal senso, l’opinione pubblica è un punto di intersezione primario per rappresentare e cogliere vizi e virtù della democrazia: se irregimentata condannerà al fallimento ogni forma di “governo dei moderni”; se lasciata completamente libera di esprimersi potrà alimentare pregiudizi, imporre abusi e uno sterile conformismo, ovvero ostacolare il governo nella salvaguardia stessa delle libertà. Si tratta, evidentemente, del dilemma cruciale delle moderne democrazie. Nello svolgimento della ricerca, particolare attenzione sarà dedicata ai seguenti contesti tematici: – massa ed élites nel laboratorio rivoluzionario (1789-1799); – la crisi della democrazia rappresentativa in Francia e la genesi del bonapartismo; – rappresentanza e opinione pubblica in Francia tra Restaurazione e Monarchia di Luglio; – la nascita dello Stato unitario in Italia e il ruolo dei plebisciti; – la riflessione sull’opinione pubblica nell’Italia liberale (1880-1910).
2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro Nessuna
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA) Nessuna
2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma Numero Mesi uomo 1° anno Mesi uomo 2° anno Totale mesi uomo Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca | <!– | ??? –>6 | 26 | 23 | 49 | Personale universitario di altre Università | <!– | ??? –>2 | 10 | 9 | 19 | Titolari di assegni di ricerca | <!– | ??? –>4 | 16 | 16 | 32 | Titolari di borse | Dottorato | 5 | 20 | 20 | 40 | <!– | ??? –>Post-dottorato | 0 | | | | <!– | ??? –>Scuola di Specializzazione | 0 | | | | Personale a contratto | Assegnisti | 1 | 11 | 11 | 22 | <!– | ??? –>Borsisti | 0 | | | | <!– | ??? –>Dottorandi | 0 | | | | <!– | ??? –>Altre tipologie | 0 | | | | Personale extrauniversitario | <!– | ??? –>0 | | | | TOTALE | | 18 | 83 | 79 | 162 |
PARTE III 3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca Testo italiano Voce di spesa Spesa in Euro Descrizione Materiale inventariabile 14.000 | Libri e cd-rom (fonti e letteratura secondaria) Attrezzature informatiche (2 personal computer, 1 stampante laser, 1 scanner); fotocopiatrice) | Grandi Attrezzature | | Materiale di consumo e funzionamento 1.000 | Cancelleria (carta, toner,raccoglitori, ecc.) | Spese per calcolo ed elaborazione dati | | Personale a contratto 25.000 | collaborazione all’attività di ricerca | Servizi esterni | | Missioni 8.000 | RIcerche bibliografiche presso biblioteche italiane e straniere | Pubblicazioni 14.000 | risultati della ricerca; fonti di particolare interesse storiografico; | Partecipazione / Organizzazione convegni 8.000 | Organizzazione convegno internazionale sui temi della ricerca; organizzazione seminari con studiosi italiani e stranieri; partecipazione a convegni e seminari | Altro | | TOTALE | 70.000 | |
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca Descrizione Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca 70.000 | | Fondi disponibili (RD) 10.000 | Fondi individuali di ricerca relativi agli esercizi finanziari 2002/2003/2004 | Fondi acquisibili (RA) 20.000 | Cofinanziamento del programma di ricerca a carico dell’Ateneo | Cofinanziamento di altre amministrazioni | | Cofinanziamento richiesto al MIUR 40.000 | |
3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA) SI (per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”) Firma _____________________________________ | Data 16/03/2004 ore 22:11 |
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004) PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B Anno 2004 – prot. 2004112105_002 PARTE I 1.1 Tipologia del programma di ricerca
Aree scientifico disciplinari
Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) | | |
1.2 Durata del Programma di Ricerca 24 Mesi
1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca POZZI | REGINA | pozzi@stm.unipi.it | M-STO/04 – Storia contemporanea | <!– | ??? –><!– | ??? –> Università di PISA | <!– | ??? –><!– | ??? –> Facoltà di LETTERE e FILOSOFIA | <!– | ??? –><!– | ??? –> Dipartimento di STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA | <!– | ??? –><!– | ??? –>
1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca SBARBERI | FRANCO | <!– | ??? –> Professore Ordinario | 11/03/1938 | SBRFNC38C11G879S | SPS/01 – Filosofia politica | <!– | ??? –><!– | ??? –> Università degli Studi di SASSARI | <!– | ??? –><!– | ??? –> Facoltà di SCIENZE POLITICHE | <!– | ??? –><!– | ??? –> Dipartimento di ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’ | <!– | ??? –><!– | ??? –> 011/8395683 (Prefisso e telefono) | (Numero fax) | franco.sbarberi@unito.it (Email) |
1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca Il Prof. Franco Sbarberi è ordinario di Filosofia Politica. Ha insegnato Storia delle Dottrine Politiche e Filosofia Politica nelle università di Pisa, Torino e Sassari. Attualmente insegna Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Sassari. I suoi principali campi di ricerca sono: la teoria del marxismo dalle origini al XX secolo; l’idea di eguaglianza e libertà nel XVIII e XIX secolo; le teorie moderne del progresso e della cittadinanza; i valori e le prospettive del liberalsocialismo. Su questi temi, ha partecipato a conferenze e seminari internazionali presso le Università di Brema, Amburgo, Besançon, Treviri e presso la Sorbona di Parigi. Alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in tedesco, spagnolo, francese.
1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca 1. | SBARBERI F. (2003). Poteri dispotici e tirannia in Condorcet In M. DONZELLI; R. POZZI Crisi e critica della democrazia tra Otto e Novecento. pp. 105-121 ROMA: Donzelli (ITALY) | 2. | SBARBERI F. (2002). voce “Democrazia” In V. DE GRAZIA E S. LUZZATTO (A CURA DI) Dizionario del fascismo. vol. I pp. 414-419 TORINO: Einaudi (ITALY) | 3. | SBARBERI F. (1999). L’utopia della libertà uguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio,Torino, Bollati Boringhieri | 4. | SBARBERI F. (1994). politica della cittadinanza e politica della differenza In AAVV Pluralità dello stato e pluralità degli ordinamenti. pp. 59-86 SASSARI: Edizioni di Iniziative Culturali (ITALY) | 5. | SBARBERI F. (1993). Conflitto e integrazione nel pensiero politico-sociale contemporaneo: una proposta di lettura In AAVV Modelli nella storia del pensiero politico. vol. III pp. 285-307 FIRENZE: Olschki (ITALY) |
1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca 1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca
Personale docente nº Cognome Nome Dipartimento Qualifica Settore Disc. Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | SBARBERI | Franco | Dip. ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’ | Prof. Ordinario | SPS/01 | 9 | 9 | | TOTALE | | | | | 9 | 9 |
Altro personale Nessuno
1.7.2 Personale universitario di altre Università
Personale docente nº Cognome Nome Università Dipartimento Qualifica Settore Disc. Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | PORTINARO | Pier Paolo | TORINO | Dip. STUDI POLITICI | PO | SPS/02 | 5 | 5 | | TOTALE | | | | | | 5 | 5 |
Altro personale Nessuno
1.7.3 Titolari di assegni di ricerca nº Cognome Nome Dipartimento Data di inizio del contratto Durata (in anni) Mesi Uomo 1° anno 2° anno 1. | MAGRIN | Gabriele | Dip. ECONOMIA, ISTITUZIONI E SOCIETA’ | 15/11/2003 | 2 | 11 | | TOTALE | | | | | | 11 | 0 |
1.7.4 Titolari di borse Nessuno
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma nº Qualifica Costo previsto Mesi Uomo Note 1° anno 2° anno 1. | Altre tipologie | 1.700 | | 3 | Partecipazione alla ricerca | | TOTALE | 1.700 | 0 | 3 | |
1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti Nessuno PARTE II 2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca Modelli di partecipazione democratica tra conflitto e integrazione
2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca SPS/01 – Filosofia politica | SPS/02 – Storia delle dottrine politiche |
2.3 Parole chiave DEMOCRAZIA ; PARTECIPAZIONE ; CONFLITTO ; INTEGRAZIONE
2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale La base di partenza scientifica della ricerca è costituita dai più recenti studi di carattere filosofico e politologico sulla democrazia, nonché da alcune analisi ormai classiche che leggono conflitto e integrazione come dimensioni caratterizzanti degli ordinamenti democratici. Fra le opere che maggiormente hanno segnato la riflessione sulla partecipazione e sul conflitto inteso come elemento vitale dell’ordine politico, vanno segnalati almeno: – R. Dahrendorf, Classi e conflitti di classe nella società industriale, Bari, Laterza 1963; Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989, – C. B. Macpherson, Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973; La vita e i tempi della democrazia liberale, Il Saggiatore, Milano 1980, – D. Held, Modelli di democrazia, Il Mulino, Bologna 1996. C. Pateman, Partecipation and Democratic Theory, Cambridge University Press, Cambridge 1970, Un’ottica per molti versi opposta, perché caratterizzata dall’idea di un ineluttabile indebolimento del modello democratico-partecipativo e di un progressivo esaurimento degli antagonismi sociali, è invece quella che, negli anni Sessanta, contraddistingue, tra gli altri: – D. Bell, The End of Ideology: on the Exhaustion of Political Ideas in the Fifties, Free Press & Macmillan, New York 1960 – R. Aron, L’oppio degli intellettuali, Cappelli, Bologna 1958. Un’importante base di partenza scientifica è infine rappresentata da quegli studi (come per esempio M. Crozier-S. P. Huntington-Y. Watanuki, La crisi della democrazia, Milano, Angeli 1977) che hanno parlato di “crisi” strutturale del sistema democratico a causa del “sovraccarico di richieste” provenienti dalla società civile.
2.4.a Riferimenti bibliografici – H. Arendt, Politica e menzogna, Sugarco, Milano 1986; Id., La disobbedienza civile e altri saggi, Giuffré, Milano 1985 – R. Aron, L’oppio degli intellettuali, Cappelli, Bologna 1958 – B. R. Barber, Strong democracy: participatory politics for a new age, University of California, 1984 – D. Bell, The End of Ideology: on the Exhaustion of Political Ideas in the Fifties, Free Press & Macmillan, New York 1960 – M. Crozier, S. P. Huntington, Y. Watanuki, La crisi della democrazia, F. Angeli, Milano 1977 – R. Dahl, Poliarchia: partecipazione e opposizione nei sistemi politici, F. Angeli, Milano 1994 – R. Dahrendorf, Classi e conflitti di classe nella società industriale, Laterza, Bari 1963; Id., Il conflitto sociale nella modernità, Laterza, Bari 1989 – J. Habermas, Cultura e critica, Einaudi, Torino 1980 – D. Held, Modelli di democrazia, Il Mulino, Bologna 1996 – J. F. Lyotard, Il dissidio, Feltrinelli, Milano 1986 – C. B. Macpherson, Democratic Theory, Clarendon Press, Oxford 1973; Id., La vita e i tempi della democrazia liberale, Il Saggiatore, Milano 1980 – Marcuse, L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale, Einaudi, Torino 1967; Id., Critica della società repressiva, Feltrinelli, Milano 1968; Id., La fine dell’utopia, Laterza, Bari 1967 – C. Pateman, Partecipation and Democratic Theory, Cambridge University Press, Cambridge 1970 – P. P. Portinaro, Il terzo: una figura del politico, F. Angeli, Milano 1986 – P. P. Portinaro, Sociologia del conflitto e teoria del politico, in G. Miglio (a cura di) Amicus (Inimicus) Hostis, Le radici concettuali della conflittualità privata e della conflittualità politica, Giuffré, Milano 1992, pp. 275-310. – N. Poulantzas, Potere politico e classi sociali, Editori Riuniti, Roma 1971 – F. Raniolo, La partecipazione politica, Il Mulino, Bologna 2002 – P. Rosanvallon Le moment Guizot, Gallimard, Paris 1985; Id., Prefazione a una teoria della disillusione verso la democrazia, Anabasi, Milano 1994; Id., Le peuple introuvable: histoire de la représentation democratique en France, Gallimard, Paris 1998 – F. Sbarberi, Conflitto e integrazione nel pensiero politico-sociale contemporaneo: una proposta di lettura, in AA.VV., Modelli nella storia del pensiero politico, vol. III, Olschki Firenze, 1993, pp. 285-307. – F. Sbarberi, L’utopia della libertà uguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio,Bollati Boringhieri, Torino 1999. – C. I. Waxman (a cura di), The End of Ideology Debate, Funk & Wagualls, New York 1968
2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca Strategie di tipo “conflittualista” o di tipo “integrazionista” sono state notoriamente al centro della riflessione di alcuni classici della politica, come Machiavelli e Hobbes, Kant e Hegel, Marx e Schmitt; ma anche di autori contemporanei come Dahrendorf e Touraine, Lyotard e Held. In effetti, idee oppositive come conflitto e integrazione, assunte e variamente coniugate come valori fondativi della società civile, contribuiscono a far luce sul modo in cui pensatori e movimenti politici concepiscono sia le forme della partecipazione politica sia il problema delle garanzie istituzionali per gruppi e individui che si confrontano sulla scena pubblica. In sostanza: quali conflitti politici e quale integrazione sociale, per quale democrazia? Con questa avvertenza metodologica, la ricerca intende mettere a fuoco alcuni modelli di democrazia e di partecipazione politico-sociale emersi in epoca contemporanea, in un arco temporale compreso fra il primo Ottocento e il secondo Novecento. La ricerca prenderà le mosse da una riflessione sul pensiero politico di epoca postrivoluzionaria, con l’obiettivo di mettere in luce i modelli sociali, politici e istituzionali che nel secolo XIX caratterizzano la formazione di quella nuova sintesi teorica tra liberalismo e democrazia a cui verrà progressivamente attribuito il nome di “paradigma liberaldemocratico”. Lo studio delle sintesi teoriche messe a punto tra gli altri da Kant in Germania, Constant e Tocqueville in Francia, John Stuart Mill in Inghilterra sarà l’occasione per una più ampia interrogazione sul ruolo che termini come “conflitto” e “partecipazione” assumono nel pensiero politico otto e novecentesco. L’incontro tra liberalismo e democrazia sarà letto nella sua tensione/opposizione rispetto a modelli politico-sociali concorrenti: il socialismo riformista e rivoluzionario, l’anarchismo, il pensiero conservatore e controrivoluzionario. Il paradigma liberaldemocratico sarà analizzato in alcuni suoi elementi caratterizzanti. Sotto il profilo filosofico e culturale: nel quadro di un confronto dialettico con la più recente storiografia “repubblicana” (Pocock, Skinner, Pettit), si tratterà di analizzare il ruolo assunto dalla riflessione liberale, nella controversa frattura della modernità politica rispetto ai modelli sociali e politici del repubblicanesimo, sia nella sua versione neo-romana, sia in quella che si rifà alla tradizione dell’umanesimo civico. L’attenzione si fermerà in particolar modo, nell’opera degli autori citati, sui temi dei diritti e delle libertà, sulle forme istituzionali chiamate a garantire la sfera individuale dalle ingerenze del corpo politico, ma anche sulle nuove forme assunte dai rapporti reciproci tra individuo, pluralità degli istituti sociali e società. Sotto il profilo della partecipazione politica: si tratterà di osservare titolarità, luoghi e forme di esercizio dei diritti politici prefigurati dai classici, ma anche di sottolineare la tensione esistente in ambiente liberale fra modelli antropologici concorrenti (il cittadino sui juris di Kant; il cittadino possidente del liberalismo conservatore; il cittadino inteso nella sua relazione plurale con le “formazioni sociali” à la Tocqueville, fino al cittadino interpretato come elemento organico della comunità statuale di Hegel e di Marx). Il rischio della passività e del conformismo nell’individuo “egoista” e “democratico” sarà analizzato attraverso le anticipazioni di Tocqueville e Mill, ma anche attraverso le riprese politologiche novecentesche. Nell’ottica del conflitto, un’attenzione particolare sarà dedicata in questo contesto al dibattito sui diritti civili (di associazione, di riunione e di stampa), che amplia e chiarifica il quadro della riflessione sui diritti politici. Sotto il profilo della dottrina dello stato: si assumeranno come punto di partenza i numerosi studi esistenti su genesi e matrici delle Stato di diritto, per approfondire percorsi di ricerca già avviati su natura e ruolo degli istituti decentrati di partecipazione democratica (assemblee municipali, provinciali, regionali) e più in generale sulla genesi del pensiero federalistico (statuale e internazionale), da Kant a Constant, da Cattaneo a Constantin Frantz. L’obiettivo generale sarà in questo senso una riflessione sugli spazi di pluralità e di dialettica democratica dischiusi dalla rivisitazione critica del concetto di sovranità: un percorso sicuramente minoritario nel liberalismo ottocentesco, ma riemerso con forza nel corso del Novecento. Dopo l’analisi delle costruzioni teoriche dei classici del liberalismo ottocentesco, la ricerca si sposterà sulle contaminazioni tra modello liberale e democratico, esperite in varie forme dal New Liberalism novecentesco. Dall’inizio del XX secolo in poi, autori come Simmel e Veblen, Oppenheimer e Coser, Dahrendorf e Touraine, Habermas ed Held e, per gli italiani, Gobetti e Rosselli, Calamandrei e Bobbio – muovendosi in una linea teorica opposta rispetto a quella integrazionista delineata volta per volta da Durkheim e da Parsons, da Merton e da Luhmann – hanno indicato nella distribuzione differenziata del potere, nella molla del conflitto e nella partecipazione diffusa della società civile gli elementi costitutivi di ogni moderno sistema industriale e democratico. Dopo aver ripreso le riflessioni su questo gruppo di autori, già intraprese dai membri dell’unità di ricerca, l’indagine si soffermerà con la dovuta attenzione sulle teorie conflittualistiche e integrazionistiche della democrazia presenti nella seconda metà del Novecento. In particolare analizzeremo, su un primo versante, autori come Bell e Aron, Lipset e Shils, che, con la “fine” delle ideologie, hanno pronosticato l’esaurimento del modello democratico-partecipativo e la fine degli antagonismi totali come conseguenza dell’ipotetico trionfo di un individuo senza passioni visibili. Su un altro versante, invece, prenderemo in esame autori come Marcuse e Hannah Arendt che, riflettendo criticamente sulla stagione dei movimenti civili e politici, hanno riesaminato in termini complessivi i temi del conflitto e dell’ordine politico, immaginando esiti in un caso di tipo libertario e neo-marxiano (una libertà oltre la democrazia politica), nell’altro caso di tipo neo-aristotelico (una libertà all’interno della polis). Ragionando sugli stessi eventi, altri analisti, come C. B. Macpherson, C. Pateman e N. Poulantzas, hanno combinato categorie della tradizione marxista e di quella liberaldemocratica per proporre un modello di “democrazia partecipativa” che riproduce quasi alla lettera lo schema consiliare della tradizione del movimento operaio. Al contrario, studiosi come Huntington e Crosier hanno parlato di “crisi” strutturale del sistema democratico a causa del “sovraccarico di richieste” provenienti dalla società civile; un raffreddamento della pressione democratica, ai limiti dell’apatia, sembrerebbe dunque più funzionale alla governabilità dei sistemi politici. Queste interpretazioni contrastanti saranno il punto di riferimento per una riflessione finale sul ruolo che conflitto e integrazione, in diverse accezioni, svolgono negli ordinamenti democratici contemporanei.
2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro Nessuna
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)Nessuna
2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma Numero Mesi uomo 1° anno Mesi uomo 2° anno Totale mesi uomo Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca | <!– | ??? –>1 | 9 | 9 | 18 | Personale universitario di altre Università | <!– | ??? –>1 | 5 | 5 | 10 | Titolari di assegni di ricerca | <!– | ??? –>1 | 11 | 0 | 11 | Titolari di borse | Dottorato | 0 | | | | <!– | ??? –>Post-dottorato | 0 | | | | <!– | ??? –>Scuola di Specializzazione | 0 | | | | Personale a contratto | Assegnisti | 0 | | | | <!– | ??? –>Borsisti | 0 | | | | <!– | ??? –>Dottorandi | 0 | | | | <!– | ??? –>Altre tipologie | 1 | 0 | 3 | 3 | Personale extrauniversitario | <!– | ??? –>0 | | | | TOTALE | | 4 | 25 | 17 | 42 |
PARTE III 3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca Voce di spesa Spesa in Euro Descrizione Materiale inventariabile 1.500 | Apparecchiature tecniche, libri e altro materiale bibliografico | Grandi Attrezzature | | Materiale di consumo e funzionamento 2.000 | Spese amministrative, carta, cancelleria, toner, fotocopie e altri materiali | Spese per calcolo ed elaborazione dati | | Personale a contratto 1.700 | Partecipazione alle attività di ricerca | Servizi esterni 500 | Traduzioni, editing testi o assistenza tecnica | Missioni 8.500 | Missioni di ricerca e partecipazione a convegni, in Italia e all’estero | Pubblicazioni 2.400 | Pubblicazioni dei risultati della ricerca | Partecipazione / Organizzazione convegni 400 | Spese per partecipazione e iscrizioni a convegni | Altro 600 | Ulteriori spese impreviste | TOTALE | 17.600 | |
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca Descrizione Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca 17.600 | | Fondi disponibili (RD) 5.300 | Cofinanziamento d’Ateneo – Università degli Studi di Sassari | Fondi acquisibili (RA) | | Cofinanziamento di altre amministrazioni | | Cofinanziamento richiesto al MIUR 12.300 | |
3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA) SI (per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”) Firma _____________________________________ | Data 11/03/2004 ore 22:00 |
SCHEDA DI VALUTAZIONE # | Criteri di valutazione | Punteggio | Motivazione del punteggio |
| 1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche | 6 sufficiente | lA RICERCA NON SPECIFICA CON ESATTEZZA LA PRPOPRIA FINALITà SCIENTIFICA LIMITANDOSI AD UNA ASTRATTA ELENCAZIONE DI ORIENTAMENTI NON METODOLOGICAMENTE CHIARITI E SOPRATTUTTO CARENTI NELL’INDIVIDUAZIONE PRECISA DELLE FONTI. | 2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 6 sufficiente | LA MANCANZA DI UNA RIGOROSA PROSPETTAZIONE DEL MATERIALE DI RICERCA DA ESAMINARE E L’ASSENZA DI CRITERI METODOLOGICI – IN QUESTO CAMPO ASSAI VARI E MOLTEPLICI – NON RASSICURANO SULLA ATTENDIBILITà DEI FINI | 3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 5 insufficiente | MANCA DEL TUTTO UNA DECLINAZIONE RAGIONATA DEI CRITERI DI LETTURA OSSIA DEGLI STRUMENTI FILOLOGICI E DEGLI ORIENTAMENTI INTERPRETATIVI | 4 | Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste | 8 buono | PUR ESSENDO L’IMPORTO DELLE RIOSORSE CONGRUO RIMANE LA ESTREMA IMPRECISIONE DEL PROGETTTO GENERALE CUI TALE SPESA INERISCE |
| 5 | Competenza del coordinatore scientifico | 7 discreto | GLI STUDI DEL COORDINATORE LO RENDONO IDONEO A SOVRAINTENDERE IL RPOGETTO | 6 | Competenza dei gruppi proponenti | 7 discreto | I GRUPPI PRESENTANO SODDISFACENTE LIVELLO DI COMPETENZA GENERALE. | 7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 7 discreto | LA COMPLEMATARITà RILEVA UNIVCAMENTE PER LA GIà RILEVATA GENERICITà DELL’APPROCCIO |
Commento generale NEL CAMPO DELLA STORIA DELòLE IDEE è CONDIZIONE IMPRESCINDIBILE DI SCIENTIFICITà L’INDIVIDUAZIONE E L’ESPOSIZIONE DEI CRITERI METODOLOGICI E DEGLI APPROCCI FILOLOGICI CHE SI INTENDONO, SIA PURE DI MASSIMA, SEGUIRE: CIò MANCANDO NON CHIARITO ESPLICITAMENTE IMPEDISCE UN GIUDIZIO DI MERITO POSITIVO MALGRADO SI TRATTI DI QUALIFICATI STUDIOSI DI STORIA MODERNA E DEL COEVO PENSIERO POLITICO RESTANO LE PERPLESSITà PER L’APPROCCIO METODOLOGICO ALL’ARGOMENTO IN QUESTIONE. |
Raccomanda il progetto per il finanziamento? NO L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua SCHEDA DI VALUTAZIONE # | Criteri di valutazione | Punteggio | Motivazione del punteggio |
| 1 | Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche | 8 buono | Il progetto, assai convincente nella formulazione generale del coordinatore, giustappone,quando si passa ale unità locali, interessi e obiettivi diversi, che restano autonomi o incomparabili.Oppure si sono persi per strada come nel caso delle ricerche sulla crisi della democrazia in Germania e in Inghilterra. | 2 | Chiarezza e verificabilità degli obiettivi | 7 discreto | Gli obiettivi della proposta del cordinatore scientifico centrale non trovano adeguata rispondenza nei programi delle unità locale (con l’eccezione dell’unità di Pisa) che spesso sono dominati da una logica di apparente uniformità, ma in realtà danno l’impressione di coltivare un disegno interno autonomo. | 3 | Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare | 8 buono | Metodi e tecniche sono non di rado la replica di studi da tempo acquisiti dalla storiografia oppure si prefiggono approfondimenti di natura archivistica (nel caso della Sicilia) che non si conciliano con una ricerca “mirata” a trarre delle conclusioni di ordine sistemico da esperienze storiche concrete. | 4 | Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste | 5 insufficiente | Le risorse finanziarie richieste appaiono di un’entità poco convincente e comunque di importo eccessivo rispetto ai bisogni indicati. |
| 5 | Competenza del coordinatore scientifico | 9 molto buono | competenza di alto rango | 6 | Competenza dei gruppi proponenti | 9 molto buono | studiosi di alto livello | 7 | Complementarità dei gruppi proponenti | 9 molto buono | la complementarietà delle unità proponenti rivela qualche scarto |
Commento generale Il progetto generale si muove in un’architettura di tipo interdisciplinare.Punta a combinare l’analisi teorica dei paradigmi politologici su democrazia costituzionale e democrazia partecipativa e la verifica di essi sul terreno delle vicende storiche concrete (in particolare Francia Stati Uniti) di questi concetti. Poco comunicanti, se non separati, risultano i programmi di alcune delle unità locali, come per esempio quella di Sassari e di Palermo.Più evocato che reale è l’interesse per lo studio della crisi della democrazia in Inghilterra e in Germania. La scansione delle fasi di ricerca è assai generica a causa delle difficoltà delle 4 unità locali a coordinarsi col progetto generale. Gli studiosi coinvolti sono tutti di ottimo livello, ma non risulta chiarissima la divisione del lavoro. |
Raccomanda il progetto per il finanziamento? SI L’entità del finanziamento richiesto è: Eccessiva torna su [^] |