La Collana degli Archivi di Stato
Cittadinanza.
Individui, diritti sociali, collettività nella storia contemporanea
a cura di C. Sorba
Fin da quando si cominciò a discuterne, l’idea di dedicare il convegno annuale della Sissco al tema della cittadinanza parve al direttivo dell’associazione insieme attraente e difficile. Anche se ben consolidato nel lessico politico occidentale il termine continuava a rappresentare ” un tema infinito e sfuggente “, per usare le parole con cui Giovanna Zincone titolava un paragrafo introduttivo del suo volume più noto sull’argomento [1]. Si trattava per di più di un terreno di studio frequentato generalmente dagli scienziati sociali e dai politologi piuttosto che dagli storici, sia nell’immediato dopoguerra quando T.H.Marshall aveva elaborato quel nesso tra cittadinanza e diritti che con la sua particolare tipologia evolutiva ne ha segnato fino ad oggi l’interpretazione, sia nella più recente ” riscoperta ” del concetto di cittadinanza come chiave di lettura nuova sulle specificità delle democrazie moderne. Come si vedrà nei testi, e come già mostrava il sotto-titolo che abbiamo infine dato al convegno (Individui, diritti sociali, collettività nella storia contemporanea), il punto di vista della cittadinanza rappresenta oggi un tentativo di approccio rinnovato alla dimensione politica e alla sua storia, in una fase delicata di sfiducia diffusa nella politica stessa: un approccio che sposta l’attenzione sull’individuo e allo stesso tempo ne disegna il profilo a partire dai suoi rapporti con la collettività civile e politica.
Il quesito che si poneva agli organizzatori era dunque il seguente: come affrontare da storici un tema così ampio e diversificato, oltre che concettualmente complesso, le cui molte accezioni possibili chiamano in causa competenze analitiche diverse tra loro? Alla fine del 1999, quando il convegno si è svolto a Padova, il tema cominciava in realtà ad affiorare con sempre maggiore frequenza anche nella letteratura storica e anzi pareva offrire spazi di analisi e di riflessione particolarmente stimolanti [2]. Valeva la pena dunque di esporsi a qualche rischio scegliendo di ragionare intorno ad un tema non ancora storiograficamente consolidato ma sul quale l’interesse era crescente, come era d’altronde consuetudine dei convegni annuali della Sissco.
Il presente volume raccoglie la maggior parte degli interventi di quelle giornate padovane [3] e disegna un percorso che tocca alcuni dei molti modi possibili di analizzare il processo storico di costituzione della cittadinanza. Lo fa partendo da un tentativo preliminare di definizione del campo semantico, che in un certo senso conferma il carattere sfuggente dell’oggetto ma nel contempo mette in luce la proficuità di un approccio al tema che cominci con lo storicizzare Marshall e le sue elaborazioni post-belliche per affrontare gli usi, le interpretazioni e infine le pratiche della cittadinanza con lo sguardo più attento alle molte articolazioni diacroniche e geografiche del reale, in questo caso particolarmente intricate.
Un secondo gruppo di interventi segue dunque percorsi nazionali diversi, privilegiando in alcuni casi (la Grecia, la Danimarca) l’ottica dell’identità e dell’appartenenza, e in altri (gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Gran Bretagna) quella dei diritti sociali. E’ infatti intorno a questo tema più specifico e molto attuale, i rapporti tra cittadinanza e Welfare state, che si è infine scelto di concentrare queste giornate di studio delimitando in modo più netto l’oggetto della discussione. L’ultima parte, sul caso italiano, verte appunto su questo particolare aspetto del problema.
Il quadro che ne emerge enfatizza se possibile la complessità dei processi in esame mostrando come intorno alla definizione dei diritti di cittadinanza si intreccino tutti gli elementi propri della costruzione dello stato nazionale nei suoi molteplici percorsi, discorsivi e pratici, e nelle sue interazioni con la società civile. Per ricostruirne i tratti si rivelano utili allora sia il lungo periodo tipico delle narrazioni identitarie, sia il tempo breve di alcuni momenti cruciali di trasformazione politica e istituzionale e il punto di vista parziale ma decisivo della cosiddetta cittadinanza sociale. Come e forse ancor più del concetto di nazione quello di cittadinanza ci pone così di fronte a situazioni e casi molto diversi tra loro, il cui studio è solo agli inizi. Come se ciò non bastasse ci induce ad aprire il problema sempre più complesso dell’appartenenza a più dimensioni [4].
Vorrei ricordare infine che un ruolo centrale nell’indicare l’importanza dell’ottica sulla cittadinanza anche per gli studi storici è stato svolto dalla storia di genere. Anche di questo si è ampiamente parlato nella tavola rotonda che ha concluso queste giornate di studio con una discussione tra Luciano Cafagna, Ernesto Galli Della Loggia, Paolo Pombeni, Claudio Pavone, Mariuccia Salvati, Angelo Ventura. A loro, oltre che ai relatori e autori dei saggi che seguono, va il ringraziamento della Sissco.
Carlotta Sorba
Padova, 30 ottobre 2001
NOTE
1- G.Zincone, Da sudditi a cittadini. Le vie dello stato e le vie della società civile, Bologna, Il Mulino, 1992.
2- Si veda la bella recensione di Francesca Sofia ai primi due volumi dell’opera di P.Costa, Civitas. Storia della cittadinanza in Europa, Roma-Bari, Laterza, 1999 e 2000, in ” Passato e presente “, 53, maggio-agosto 2001, pp.165-180.
3- Oltre agli interventi qui raccolti va ricordato quello di Enzo Bartocci su Le origini delle politiche sociali in Italia che non ha potuto essere incluso nel volume.
4- Ad es. sulla cittadinanza europea si veda E.Grosso, La cittadinanza : appartenenza, identità e partecipazione dallo Stato liberale alla democrazia contemporanea, in Storia d’Italia, Annali 14, Legge diritto giustizia, a cura di L.Violante, Torino, Einaudi, p.140-142.