“Il mestiere di storico” è ormai una realtà consolidata e forse raggiunge con questo quarto anno la massima espansione consentita dalla nuova formula immaginata nel 1999. I soci della sissco ai quali l’Annale è riservato vi ritroveranno nella prima parte alcuni dei temi classici dello sforzo fatto dall’associazione per informare in maniera sobria e documentata sullo stato della disciplina e delle sue istituzioni, come l’indagine di Enrico Francia sui percorsi compiuti dai dottori di ricerca negli ultimi anni, o quella di Giancarlo Monina sugli istituti di ricerca, mentre il lavoro svolto dalla redazione per censire ogni anno la produzione libraria nel nostro settore ha ispirato l’intervento di Mariapia Casalena. Alcuni appuntamenti istituzionali hanno poi suggerito di far iniziare questo Annale con la relazione di fine mandato del presidente della Sissco, seguita da una intervista rilasciata dal presidente della Giunta Storica Nazionale, Paolo Prodi, a Ilaria Porciani.
La seconda parte ha l’ambizione di commentare l’intera produzione libraria che interessa la storia contemporanea italiana (ovvero sia riguardante l’Italia, o di autori italiani) dell’anno solare precedente, in questo caso il 2002. Come vuole la nostra formula, chiediamo ai recensori di fornirci entro il tassativo limite di una pagina dei testi ad un tempo informativi e valutativi, vivaci e ben scritti, che diano sobrie informazioni sul libro e che esprimano anche una opinione franca e diretta – in ogni senso “firmata” – del valore del libro, dei suoi limiti o dei suoi pregi.
L’opera di registrazione delle informazioni, di selezione, di attribuzione ai recensori e di raccolta dei testi segue ormai congegni ben oliati ai quali collaborano in stretto contatto tutti i redattori che firmano l’Annale, ciascuno con il suo compito, e ciascuno sottraendo molto tempo ad altri e più gravi impegni, didattici e di ricerca, senz’altra mercede che la soddisfazione di fare un buon lavoro. Ad essere modesti, dobbiamo ammettere che si tratta di un piccolo miracolo. Abbiamo infatti considerato 1.225 titoli, di potenziale interesse per gli studiosi della storia degli ultimi due secoli, e non solo di storia in senso stretto, o di tipo accademico. E’ un’opera di primo censimento che è sembrata essa stessa significativa, come s’è detto, e che ha ispirato l’intervento di Mariapia Casalena. Raccolta ogni possibile informazione sul contenuto e il taglio dei testi considerati, ne abbiamo selezionati circa 750, proponendoli quasi tutti in recensione. La scelta dei potenziali recensori non è un momento secondario del nostro lavoro, giacché è nostra ambizione distribuire i testi tra una vasta schiera di autori, idealmente affidandoli ai più competenti, non troppo vicini né troppo lontani dal tema e dall’autore. Cerchiamo infatti che i nostri collaboratori – che non necessariamente sono soci della Sissco: in questo caso, 513 recensioni sono firmate da 315 autori di cui 205 soci e 110 non soci –, rappresentino un arco assai vasto e eterogeneo di orientamenti, competenze, generazioni. Non comunichiamo mai agli autori che il loro lavoro è sotto osservazione, né a chi è affidato (il che tra l’altro ci impedisce di chiedere all’autore stesso di farci avere il libro).
I numeri, come si vede, sono elevati. Siamo i primi a stupirci di quanti libri si pubblichino, e sappiamo di essere stati molto generosi nell’includere tanti titoli non di prima grandezza. Ma, ci siamo detti, è anche questo un modo di informare, e di svolgere un servizio per i nostri soci e più in generale per la comunità intellettuale. Peraltro il concetto di “pubblicazione” è assai elastico, e spesso non comprende l’effettiva disponibilità sul mercato editoriale. Si tocca qui il tema delle nostre variegate avventure di viaggio nella galassia editoriale alle quali già negli anni scorsi abbiamo fatto riferimento. Intanto, si tratta appunto di una galassia. Gli oltre 500 titoli recensiti sono pubblicati nientedimeno che da 222 diversi editori (di cui 22 stranieri); la frammentazione è tanto più marcata se si considera che un buon numero di libri si concentra attorno ai pochi editori più noti ed impegnati nel settore storico: salvo errore, ben 39 dei libri qui recensiti sono pubblicati da Franco Angeli, 32 dal Mulino, 24 da Carocci e da Laterza. Seguono Rubbettino (14), Lacaita (11), Marsilio (10), Bruno Mondadori (9), Giuffrè e Olschki (8), Longo (7), Affinità elettive, Einaudi e Studium (6). Ci teniamo a ringraziare in particolare questi editori, e con loro tutti quelli che hanno inviato i loro volumi ai recensori. Ve ne sono altri che non hanno ritenuto di farlo, oppure hanno ignorato le nostre sollecitazioni (ci limiteremo a nominare tra questi Mondadori), o francamente hanno detto di non essere interessati alla cosa, o magari di non avere gradito in passato le critiche ad un loro volume. Altri sono risultati irraggiungibili. Come che sia, tra tutti i libri che avremmo desiderato segnalare non ne abbiamo trovati circa un centinaio, che dunque non sono menzionati in questo Annale. Una quarantina è stata invece scartata dai recensori dopo aver preso visione del libro, mentre altre recensioni non sono mai arrivate in redazione per i motivi più vari. Ma non sono molti i casi in cui abbiamo dovuto rinunciare a parlare di opere che ritenevamo significative. Crediamo che giunti al quarto anno i nostri collaboratori abbiano risposto molto positivamente a quelle che all’inizio sembravano delle imposizioni un po’ incalzanti, o poco credibili, ma che sole hanno consentito di ottenere una certa completezza: se vogliamo essere tempestivi, i tempi sono stretti, anzi strettissimi nel caso di libri usciti alla fine del 2002, o perfino più tardi; e non c’è possibilità di rinviare all’anno seguente (anche se, come è accaduto negli Annali precedenti, può capitare anche qui eccezionalmente che il lettore trovi recensiti uno o due libri datati 2001).
Cinquecentotredici recensioni in cinquecentotredici pagine sono comunque tante, e abbiamo deciso quest’anno di non elencarle in un indice che avrebbe occupato da solo più di dieci pagine, forse con scarsa utilità giacché i titoli sono in ordine alfabetico. Bisogna piuttosto avvertire il lettore che abbiamo seguito la regola di elencare rigorosamente secondo l’ordine alfabetico dei curatori, che a volte hanno scarsa appariscenza rispetto al titolo del libro o all’ente promotore. Le eccezioni sono poche, e riguardano i lemmi “carteggio”, o “inchiesta” o “inventario”. Abbiamo preferito pubblicare piuttosto l’elenco dei recensori, che altrimenti diventava difficile rintracciare.
Con l’avvertenza che in ogni caso le recensioni di questo Annale saranno inserite in rete, e dunque consultabili attraverso un motore di ricerca insieme a tutte le precedenti, non resta che augurare ai nostri soci una buona lettura.