Attività e iniziative
Desidero anzitutto ringraziare tutti i soci che hanno contribuito alle attività ed iniziative della SISSCO e tutti quelli che hanno partecipato alla vita dell’associazione. Rivolgo inoltre un sentito ringraziamento ai membri del direttivo e, in modo specifico, a Marco Gervasoni e a Enrica Asquer che hanno completato il mandato di tre anni.
Ricordo, tra le varie attività, la prosecuzione dei seminari nazionali, che costituiscono sempre un momento significativo di elaborazione e di confronto. Si è inoltre svolto anche quest’anno il workshop dottorandi “Storie in corso”, realizzato a Milano con il concorso di quattro università milanesi (Università Cattolica, Università degli Studi, Milano Bicocca, IULM) e dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione in Italia. La collaborazione tra i soci Sissco presenti in queste istituzioni è stata molto positiva, oltre a svolgersi in un clima particolarmente cordiale. Il ringraziamento va a tutti i soci milanesi che più si sono impegnati per realizzarlo e in particolare a Daniela Saresella, Barbara Bracco, Elisa Giunipero e Paolo Zanini. Il seminario è stato caratterizzato da un forte impegno dei discussant che hanno dato ai dottorandi suggerimenti su come orientarsi in modo adeguato sul piano metodologico e all’interno dei loro specifici campi di ricerca. Mi auguro che i dottorandi abbiano compreso l’importanza di tale impegno o che giungano a comprenderlo dopo averne sperimentato gli effetti positivi sul loro lavoro. Il workshop dottorandi rappresenta una delle espressioni più belle della Sissco e dell’impegno volontario e gratuito che ispira tutta la nostra attività.
Altra iniziativa importante è stato il convegno “professionale” organizzato in collaborazione con l’Università di Roma Tre su “Shoah e negazionismo nel web”, con cui abbiamo anche mantenuto l’impegno preso lo scorso anno a continuare il dibattito su storia e web. Come ho già avuto modo di sottolineare il convegno ha avuto un carattere innovativo e ha rappresentato un’occasione di confronto sul tema del contrasto del negazionismo. Ho molto a cuore che i contenuti di questo incontro vengano messe a disposizione di tutti e ho sollecitato in questo senso le persone che se ne sono gentilmente prese carico, in primo luogo Giancarlo Monina che ringrazio per questo. Buona parte del materiale sarà presto disponibile on line e sarà pubblicato a stampa nel 2015. Come sapete, durante quest’anno siamo stati molto attivi sulla questione delle iniziative legislative per reprimere il fenomeno negazionismo, sottolineando sia la necessità di salvaguardare la liberà di ricerca scientifica e di dibattito culturale, sia la responsabilità che avvertiamo sul piano civile di contribuire ad una adeguata consapevolezza della tragedia della Shoah nelle giovani generazioni. Anche a seguito dei nostri interventi, il provvedimento legislativo già approvato dalla Commissione Giustizia del Senato è stato profondamente modificato. Ma, come ho già segnalato, la questione non è chiusa e rinnovo l’invito i soci a mantenere una costante vigilanza, intervenendo sugli sviluppi del dibattito.
Si è inoltre molto intensificata quest’anno, l’importante attività nel campo degli archivi promossa da Marco De Nicolò e dalla Commissione archivi della SISSCO. Purtroppo la situazione degli archivi pubblici italiani è andata peggiorando e per cercare di contrastare tale tendenza abbiamo cercato di essere presenti in modo il più possibile tempestivo ed efficace in occasione di decisioni e cambiamenti (oltre che davanti a pesanti inerzie) emersi spesso in modo spesso improvviso e talvolta persino sconcertante. Per aumentare l’efficacia di tali interventi, la Sissco ha promosso una più stretta collaborazione con gli archivisti e con le altre società storiche. Ringrazio Marco De Nicolò per il costante monitoraggio della situazione di cui siete stati puntualmente informati e per il quotidiano lavoro di contatti da lui svolto pazientemente che invece è rimasto prevalentemente sconosciuto ai più. Come sapete, in lista si è aperto anche un dibattito sul tema complesso e delicato degli archivi privati di interesse pubblico.
Tra le attività SISSCO proseguite anche nell’ultimo anno, particolare rilievo ha avuto il “Mestiere di Storico”, i cui numeri appaiono sempre più ricchi di informazioni, interventi e rubriche e di cui avete già visto il primo numero del 2014. Ringrazio Barbara Curli e tutta la redazione per l’intenso lavoro svolto. Barbara Curli, come sapete, ha chiesto di lasciare la direzione del “Mestiere” con un anno di anticipo. Il nuovo direttore è Adriano Roccucci che subentra a partire dal primo numero del 2015. Lo ringrazio per aver accettato ed esprimo a lui e alla redazione i migliori auguri di buon lavoro. Negli ultimi mesi è stato realizzato un impegnativo lavoro di revisione del sito web della Sissco che avrete modo di vedere presto in una veste profondamente rinnovata. Ringrazio per questo in modo particolare Federico Mazzini e quanti hanno collaborato a tale rinnovamento. E’ proseguita anche quest’anno una proficua collaborazione con la SISEM e la SISMED, tra le cui espressioni si colloca anche un’iniziativa comune, allargata anche alla collaborazione con gli storici antichisti e con la SIS, sui programmi di storia nella scuola primaria e secondaria.
Il ruolo istituzionale della SISSCO
Nel corso dell’ultimo anno è molto cresciuto il ruolo della Sissco sul terreno istituzionale. Ad esso va aggiunto quello da me svolto come coordinatore dell’area 11, che mi è stato affidato anche come riconoscimento del ruolo assunto dalla Sissco quale “capofila” delle società scientifiche in ambito umanistico. Di tale attività vi ho dato conto in modo spero esauriente, pur cercando di risparmiarvi una mole di informazioni che credo risulterebbe per molti soci eccessivamente pesante.
La crescita di tale ruolo è dovuto anche alla moltiplicazione degli interlocutori che hanno sollecitato la nostra partecipazione. All’ANVUR si sono infatti aggiunti quest’anno anche il CUN e il Ministero e, in misura più ridotta, commissioni parlamentari e/o singoli deputati e senatori. (Colgo l’occasione per ringraziare i colleghi Varanini, Berti e Catarci, che abbiamo eletto lo scorso anno rappresentanti dell’are 11 al CUN e che ci hanno garantito, come sapete, un’informazione puntuale e trasparente dei dibatti all’interno del CUN, oltre a costituire in tale sede efficaci portavoce delle nostre istanze). In linea di principio, non possiamo non essere favorevoli alla crescita del nostro ruolo “istituzionale”, che noi stessi in passato abbiamo più volte auspicato. Devo dire però, che spesso le modalità di tale interlocuzione sono state molto affrettata, a volte non pienamente rispettose della nostra autonomia e, in taluni casi, non esenti da una qualche strumentalità. Ho sempre tenuto anzitutto a sottolineare la piena indipendenza della nostra e di altre società scientifiche rispetto a tutti gli interlocutori istituzionali e in secondo luogo a sostenere in tutte le sedi posizioni il più possibili condivise all’interno della nostra società. Ricordo, da ultimo, l’iniziativa congiunta del CUN e del Ministero che avrebbe voluto da noi un appoggio pieno ad un nuovo Dl sulle abilitazioni nazionali da approvare in Consiglio dei Ministri entro fine luglio, poi abbandonato a seguito di un’iniziativa parlamentare che si è inserita in sede di discussione sulla legge del pubblico impiego. Mi pare si possa dire che il nostro impegno ha contribuito a migliorare la normativa sull’abilitazione nazionale. Credo si possa dare una valutazione analoga sul nostro intervento anche per quanto riguarda la proposta di un improvviso pensionamento dei professori universitari a 62 anni di età.
E’ da prevedere che le sollecitazioni nei nostri confronti continueranno nei prossimi mesi. L’incalzare delle iniziative sollecita noi, come tutto il mondo accademico, a sviluppare un’ampia visione di “politica culturale” nel senso alto del termine, cui connettere una serie di proposte concrete e realisticamente praticabili. Facendo ad esempio tesoro dell’esperienza compiuta con la precedente VQR e dei suoi aspetti positivi e negativi, è importante che vengano da noi formulati input in grado di migliorare il sistema della valutazione. Più in generale, spero che la Sissco riesca a sostenere una prospettiva di sviluppo degli studi umanistici – e, ovviamente, in particolare di quelli storici – svincolata da una vecchia retorica provincialistica, del tutto anacronistica nel contesto del mondo in cui viviamo, e in grado di contrastare efficacemente un primato della ricerca applicata oggi molto diffusa in Europa. L’esempio di Horizon 2020 è in questo senso eloquente. Come abbiamo constatato ormai da tempo gli studi umanistici soffrono di una crescente deconsiderazione a cui corrisponde però, in modo speculare, una crescente incapacità di color che li coltiva ad evidenziarne non tanto occasionali ricadute pratiche quanto la loro più generale utilità culturale e sociale. Il presupposto necessario per proporre una’ampia visione di politica culturale e un’adeguata strategia per lo sviluppo della ricerca in campo umanistico è costituito dalla presenza di studiosi culturalmente e scientificamente attrezzati, in grado di sviluppare una produzione originale e innovativa su terreni di interesse generale. Mi pare che l’imminente convegno organizzato a Perugia dalla Sissco su “le guerre in un mondo globale vada in questa direzione”, come pure la lectio di Yaroslav Hrytsak “Ukraine. 1914-2014: unfinished war”. Ringrazio tutto il comitato scientifico del convegno, presieduto da Tommaso Detti, e i volenterosi responsabili dell’organizzazione Loreto di Nucci, Claudia Mantovani, Andrea Possieri e Valerio De Cesaris. Di quest’ultimo segnalo a tutti i soci il generoso lavoro svolto, spesso silenziosamente, in tutti i momenti della nostra attività sociale.